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Capitolo 14 "Confessioni"

Steve POV
Lei non si svegliava.
Tutti i miei tentativi erano inutili.
Lei rimaneva nella stessa posizione.
Aveva il capo chinato in avanti, i suoi occhi erano chiusi e le palpebre erano rilassate. Intorno all'occhio destro aveva un cerchio viola. Sulla guancia destra vi era il segno di cinque dita rosse.
Aveva le mani posate sullo stomaco.
I suoi vestiti erano imbrattati di sangue.
Cercai di svegliarla in tutti modi, ma non ci riuscii.
A un certo punto la porta della stanza di aprì ed entrarono dei soldati, seguiti dal generale.
Quest'ultimo si avvicinò a Madison e le sollevò la testa.
" La tua fidanzata ha bisogno di un medico. Bene. Perché noi abbiamo il migliore" disse avvicinandomi a me.
Lo fissai per qualche secondo e poi agii di istinto.
Gli sputai in un occhio.
Lui prese un fazzoletto e lo passo' sul suo viso.
" Te ne pentirai, ragazzo"
Loro uscirono dalla stanza.
" Fateci uscire di qui, fateci uscire" gridai.
Fu tutto inutile.
Mi voltai verso di lei e la guardai.
Mentre la guardavo provavo solo dolore.
Avevo un solo compito.
Dovevo solamente proteggerla, dovevo impedire che qualcuno le facesse del male.
Avevo fallito anche in quello.
Mi sentivo un disastro.
Ogni volta che mi avvicinavo a lei le facevo del male.
La prima volta le avevo fatto del male cercando di farla allontanare da me, la seconda cercando di farla avvicinare a me.
" Madison" la chiamai.
Nessuna risposta.
" Madison, ti prego, non lasciarmi, io ho bisogno di te, non lasciarmi, mi dispiace per tutto ciò che ti ho fatto, in tutti questi anni, mi dispiace però non posso perderti"
Lei rimase immobile.
Madison POV
Sentii una voce chiamarmi.
Era una voce flebile, erano delle parole indistinguibili, quasi un sussurro.
Sentivo le palpebre pesanti e non riuscivo ad aprire gli occhi.
Un liquido caldo scorreva lungo le mie guance.
La voce diventava sempre più chiara e a un certo punto riuscii a sentire una parte del discorso che quella persona stava pronunciando.
" Ti prego, non lasciarmi, ho bisogno di te"
Era lui.
Lui aveva bisogno di me.
Aprii lentamente gli occhi.
" Steve..."sussurrai.
Avevo perso quasi completamente la voce e ogni volta che pronunciavo una lettera sentivo un dolore atroce.
" Madison, Madison, ci sei?"
" Si"
" Stai bene?"
" Apparte il fatto che sento un dolore atroce ogni volta che parlo, che mi sembra che il mio occhio destro voglia uscire dall'orbita e che provi dolore in ogni parte del corpo, sto bene, mai stata meglio. Tu come stai?"
" Più o meno come stai tu"
" Ottimo"
Mi guardai intorno e vidi un utensile, simile a delle forbici.
" Steve" sussurrai.
" Si?"
" Vedi quelle forbici, a destra"
Lui si voltò dalla parte sbagliata.
" Alla tua destra"
" Si, le vedo"
" Se noi saltiamo insieme, possiamo raggiungerle, io posso tirare un calcio al tavolo e fartele arrivare tra le braccia"
" E io posso tagliare le cinghie"
" Esatto"
" D'accordo"
" Conterò fino a tre e al mio tre saltiamo"
" Al tuo tre saltiamo, chiaro"
" Uno, due, tre"
Saltammo e ci avvicinammo all'oggetto.
" Ok, ha funzionato"
" Ok"
" Riproviamo, vai al mio tre. Uno, due, tre"
Saltammo entrambi nello stesso momento e ci avvicinammo ancora.
" Ok, perfetto. Al mio tre, uno, due, tre"
Saltammo entrambi però questa volta lui mi precedette e di conseguenza cademmo entrambi.
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.
" Stai ridendo per caso?"
" Si, è che non posso credere che morirò in una base segreta russa con Steve "bei capelli" Harrington. È assurdo"
" Senti, non moriremo, usciremo da qui, ok, però lasciami pensare per un secondo"
" Te la ricordi, la signora Click, di storia, al secondo anno?"
" Cosa?"
" La signora Click-Clack, è così che la chiamavano noi secchioni. Era alla prima ora. Martedì e giovedì. Tu eri sempre in ritardo e...facevi sempre la stessa colazione. Bacon, uova e formaggio dentro un bagel al sesamo. Mi sono seduta dietro di te. Due giorni a settimana per un anno. Mister Simpatia. Il re della Hawkins High in persona. Avevo una cotta per te. Anzi, ero innamorata di te. Non passava minuto in cui io non ti pensassi. Ogni volta cercavo di starti vicino e tutto ciò che ricevevo era vederti insieme a Nancy Wheeler e la invidiavo, perché lei aveva ciò che io desideravo più di ogni altra cosa. Lei aveva te e il tuo amore. Vedevo come la trattavi, come ti prendevi cura di lei e immaginavo di essere al suo posto. Per i primi tempi andava tutto bene, fino a quando non hai iniziato a perseguitarmi.
Io continuavo comunque ad amarti,ma ricordo precisamente che un giorno il mio amore scomparve.
Era una comune giornata d'inverno, io ero vestita nel mio solito modo, con degli abiti scuri e larghissimi che mi aiutavano a non essere notata. Durante una pausa tra la seconda e la terza ora ero andata a prendere i libri nel mio armadietto.
Robin era accanto a me, all'epoca avevamo gli armadietti vicini.
Quando ho aperto lo sportello ho trovato un biglietto ripiegato. Era un normalissimo foglio a righe. Chiesi subito a Robin se lo aveva messo lei lì e mi aveva risposto di no. L'ho aperto e ho trovato una serie di insulti. Non li dirò perché non erano belle cose, ma me li ricordo perfettamente. Alla fine avevi scritto anche il tuo nome. Mi ero girato e ti avevo visto insieme ai tuoi amici, stavo piangendo e tu hai sorriso. Quel momento non lo dimenticherò mai. Sono corsa in bagno con Robin che mi correva dietro. Avevo vomitato tutto il cibo che avevo mangiato nell'ultima settimana e mi ero rinchiusa nel bagno. Avevo saltato tutto il resto della giornata e avevo pianto tutto il giorno. In quel momento il mio amore per te era scomparso, come una folata di vento. Non ho mai ammesso a me stessa di amarti perché mi sentivo stupida. Amavo una persona che mi faceva del male. Avevo iniziato ad evitarti, a nascondermi ogni volta che passavi e avevo continuato a vivere la mia vita. Non so bene il motivo per cui ti amassi, forse perché eri l'idolo di tutta la scuola, forse perché ti amavano tutte le ragazze o forse perché vedendo che con me ti comportavi in modo diverso, mi davi più attenzione, anche se in modo negativo, immaginavo che tu provassi qualcosa per me. Speravo che quel tuo odio nei miei confronti si trasformasse improvvisamente in amore. La verità era che ero solo una ragazzina che non aveva mai avuto a che fare con il mondo reale.
Mi hai fatto del male e ti ho odiato parecchio per questo, ma per una cosa posso ringraziarti.
Mi hai fatto aprire gli occhi e mi hai fatto capire che devo stare al mio posto.
I sogni non si realizzano, anche se ci spero e il mondo è crudele"
Spazio autrice
Grazie mille per le 1,2k letture, non pensavo che questa storia sarebbe arrivata a questo numero in così poco tempo.
Spero che questa storia vi stia piacendo.

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