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New Avengers

𝘛𝘩𝘦 𝘳𝘰𝘰𝘮 𝘪𝘴 𝘰𝘯 𝘧𝘪𝘳𝘦,
𝘪𝘯𝘷𝘪𝘴𝘪𝘣𝘭𝘦 𝘴𝘮𝘰𝘬𝘦

𝗜'𝘃𝗲 𝗯𝗲𝗲𝗻 𝘁𝗵𝗲 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗿

𝗜'𝘃𝗲 𝗯𝗲𝗲𝗻 𝘁𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘆
𝗦𝗰𝗿𝗲𝗮𝗺𝗶𝗻𝗴, 𝘄𝗵𝗼 𝗰𝗼𝘂𝗹𝗱 𝗲𝘃𝗲𝗿 𝗹𝗲𝗮𝘃𝗲 𝗺𝗲, 𝗱𝗮𝗿𝗹𝗶𝗻𝗴?
𝗕𝘂𝘁 𝘄𝗵𝗼 𝗰𝗼𝘂𝗹𝗱 𝘀𝘁𝗮𝘆?

𝐆𝐑𝐀𝐂𝐄 𝐀𝐁𝐑𝐀𝐌𝐎𝐕𝐀⤵


                      “𝘩𝘢𝘸𝘬𝘦𝘺𝘦 𝘫𝘳“
                                           “𝘸𝘩𝘢𝘵?! 𝘐 𝘴𝘢𝘪𝘥 𝘵𝘩𝘢𝘵-“
                     “𝘴𝘩𝘶𝘵 𝘶𝘱 𝘢𝘯𝘥 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘱𝘵 𝘵𝘩𝘢𝘵!“

⤿ᴀɢᴇ: 19 anni compiuti il 12 Luglio. Fa parte perciò del segno del Cancro, caratterizzato dall'avere più di un volto. L’immaginazione fervida, l’inclinazione al sentimentalismo e al romanticismo e la fragilità, lasciano il campo a una forte solidità, soprattutto quando si presentano difficoltà da affrontare. Molto legato alla famiglia e alla casa, conserva i valori del passato per rielaborarli nella costruzione del presente e del futuro, con atteggiamento ottimista. È fondamentalmente buono e disponibile, ma, per difesa, è in grado di sfoderare una notevole aggressività. Ha ambizione, capacità diplomatica e una notevole intuizione.

⤿ᴏʀɪɢɪɴ: Grace è per metà americana e per metà russa —ed è proprio da quí che deriva il suo cognome. I genitori si conobbero quando la madre, durante un viaggio di studi a Mosca, conobbe il padre. L'amore tra i giovani non tardò ad arrivare e, dopo anni di frequentazione, i due decisero di trasferirsi a New York, nonché il luogo dove viveva già la donna.

⤿ꜱᴘᴇᴄɪᴇꜱ: Umana

⤿ꜰᴀᴄᴇᴄʟᴀɪᴍ: Gracie Abrams

⤿ᴘᴇʀꜱᴏɴᴀʟɪᴛʏ: Grace è una ragazza dal carattere luminoso, gentile e disponibile, sempre pronta a vedere il lato positivo delle cose e a portare un sorriso sincero ovunque vada. La sua natura solare si accompagna a una timidezza e ad una certa insicurezza che la porta a dubitare spesso delle proprie capacità, soprattutto quando si tratta di esporsi o prendere decisioni importanti. Tuttavia, la sua forza interiore emerge quando si tratta delle persone a cui tiene: per loro sarebbe pronta a rischiare tutto, persino la propria vita, guidata da un senso profondo di amore e lealtà. La mora è dotata di un’intuizione sorprendente, capace di cogliere sfumature nei comportamenti altrui che sfuggono a molti altri. Questa sensibilità la rende anche un'abile mediatrice: la sua capacità diplomatica le permette di gestire conflitti con tatto e intelligenza, trovando solitamente delle soluzioni che accontentano tutti senza alimentare tensioni. Nonostante la sua dolcezza, Grace non sopporta di essere sopraffatta o sminuita e, quando necessario, tira fuori una determinazione che sorprende chiunque la sottovaluti. Questo equilibrio tra vulnerabilità, coraggio e intelligenza emotiva la rende un’anima straordinariamente complessa che non tutti riescono a comprendere appieno.

⤿ʙᴀᴄᴋꜱᴛᴏʀʏ: Grace nacque in America, a New York, dopo che il padre decise di trasferirsi dalla Russia sino a lì per stare con la madre. Sin da piccola la mora fu una ragazza tranquilla e intelligente per la sua età, il tipo di persona che veniva fatta sedere accanto ai ragazzi chiacchieroni, per intenderci. Non era il tipo di ragazza che saltava facilmente all'occhio, insomma, in classe non parlava quasi con nessuno e l'unica cosa che la distingueva dagli altri erano i voti decisamente alti. La sua vita perciò non era mai stata così speciale, anzi, forse era addirittura più normale di quella di molti altri...o almeno, sino a quel fatidico giorno.
Aveva ormai diciassette anni quando la sua scuola decise di organizzare le olimpiadi istituzionali: venivano messi a disposizione degli studenti moltissime gare a cui, chi voleva, poteva prendere parte per dimostrare le proprie capacità. Tra queste c'erano football, basket, pallavolo, corsa, salto in lungo e anche tiro con l'arco, nonché l'argomento di cui si stava parlando quel giorno in classe prima dell'arrivo degli insegnanti. «Andiamo, perché non ti iscrivi?» chiese una ragazza ad un ragazzo che scosse velocemente la testa. «Sono già iscritto a quelle di basket, non posso farne più di uno» rispose lui portando le mani in tasca. «Eddai, voglio saltare un altro giorno di scuola!» si lamentò un'altra prima di fissare il proprio sguardo su Grace. «Partecipa tu, non fai mai niente del genere» le propose poggiando le mani sul banco della mora. «Umh...no, non penso proprio» rispose lei scuotendo la testa. «Non vuole fare una figura di merda» ridacchiò il compagno seduto dietro. «Scusami?!» chiese lei voltandosi e lanciandogli un'occhiataccia. «Mi sbaglio? Se fossero state gare sulla matematica avresti vinto, ma tiro con l'arco è proprio fuori dalla tua portata» la provocò lui con un sorriso divertito. La mora lo osservò in silenzio per qualche secondo prima di voltarsi verso la ragazza che le aveva proposto di iscriversi. «Dove devo andare per fare l'iscrizione?» chiese lei, lasciando tutti senza parole per qualche secondo. «Umh... dall'insegnante di educazione fisica, organizzano loro» rispose la compagna. Al termine delle lezioni Grace si recó in palestra e si iscrisse senza pensarci due volte, cominciando a capire soltanto dopo che forse il fatto che non avesse mai preso in mano un arco era decisamente a suo sfavore. Stava camminando per i corridoi della scuola quando vide l'uscita della porta sul retro chiudersi improvvisamente. Decise perciò di avvicinarsi ed attraversarla con cautela e, quando si affacciò sul cortile anteriore, non le sfuggì all'occhio una figura che svoltava velocemente l'angolo. Grace la seguì con cautela ma a passo svelto e, proprio quando anche lei ebbe svoltato l'angolo, non tardò a riconoscere Clint Barton in persona che scavalcava il cancello della sua scuola per uscire via. Anche lui sembrò notare la sua presenza ma non disse nulla, si limitò semplicemente a rivolgerle un sorrisetto furbo e avvicinare il proprio indice alle labbra, facendole intendere di dover tenere la bocca chiusa. In seguito, in un battito di ciglia, l'uomo corse via, lasciando la mora ad osservare il punto dove l'Avenger si trovava poco prima. I giorni passavano velocemente e Grace non potè far a meno di pensare più volte a quell'incontro così inaspettato e, soprattutto, all'occasione che si era lasciata sfuggire: doveva partecipare ai giochi di tiro con l'arco, aveva incontrato il miglior arciere di tutti i tempi e non ne aveva approfittato! Che spreco.
Ma è vero che se una cosa è destinata a succedere, accadrà sempre in un modo o nell'altro. Stava camminando per le strade della città mentre teneva lo sguardo basso sul telefono, intenta a cercare qualcuno che potesse insegnarle a tirare decentemente, quando un signore con un cappuccio in testa e le mani in tasca le passò accanto, colpendole per sbaglio la spalla. «Scusami» disse lui voltandosi per qualche secondo, e questi bastarono a Grace per capire di chi si trattasse. «Clint Barton?» chiese lei fermandosi e guardandolo con stupore. «In persona. Sei la ragazza che ho visto a scuola, vero?» chiese lui a sua volta guardandosi intorno nervosamente. «Si si, sono io» rispose lei, emozionata dall'idea che Clint Barton si ricordasse di lei. «Okay, bene...ragazzina, adesso devo andare» tagliò corto lui prima di riprendere a camminare con la testa china. «No aspetta!» lo chiamò lei seguendolo a ruota. «Ho bisogno di aiuto, mi sono iscritta a delle gare di tiro con l'arco e non ho idea di come si usi» continuò lei velocemente camminando al suo fianco. «Puoi spiegarmi perché ti sei iscritta allora?» chiese lui alzando le sopracciglia. «Umh...un mio compagno diceva che non sono portata neanche lontanamente per queste cosa, allora pensavo di-» rispose lei ma venne interrotta immediatamente. «Senti ragazzina-» cominciò Barton che venne a sua volta interrotto. «Grace» specificò lei. «Okay, senti Grace. Di solito gli eroi non imparano agli adolescenti come usare un arco, per quello esistono gli insegnanti» disse senza alcun giro di parole, facendo in modo che la ragazza si fermasse. «Ma gli eroi aiutano le persone, no? E io ho decisamente bisogno di aiuto se non voglio finire ad essere umiliata davanti a tutta la scuola» rispose lei guardandolo dritto negli occhi e incrociando le braccia al petto. «Aiutiamo le persone, si. Ma non in questo genere di cose. Vuoi un consiglio? Prendi un arco e allenati, se vedi che ci sono possibilità, allora continua, altrimenti ritirati» concluse lui con uno sguardo severo. «Ma-» cercò di ribattere lei senza nessun risultato. «Grace, devo andare adesso» disse l'uomo prima di voltarsi e prendere a camminare con passo svelto lontano da lei. Nonostante la delusione che la mora provò a causa del modo in cui quella conversazione era terminata, non si lasciò abbattere e decise di fare proprio ciò che Clint le aveva consegnato: provare ad imparare da sola nel giardino di casa, comprando tutto il necessario e allenandosi tutti i pomeriggi. Diciamo che i risultati furono sorprendenti anche per sé stessa dato che, dopo poco tempo, era già migliorata molto per essere una che non aveva mai toccato arco e frecce sino a quel momento. Ciò che non sapeva però era che, nonostante la freddezza con la quale le aveva risposto, Barton non le aveva staccato gli occhi di dosso neanche per un momento. L'uomo infatti si era recato più volte ad assistere segretamente agli allenamenti di Grace e, dovette ammettere, di essere rimasto piuttosto sorpreso e di aver riconosciuto le sue capacità. Fu proprio per questo che dopo circa due settimane di allenamento da autodidatta, la mora ricevette un'e-mail che la fece saltare dalla gioia.
“Ciao Grace,
ho osservato i tuoi allenamenti e i tuoi progressi nei giorni scorsi (spero non ti passi per la testa l'idea di denunciarmi a causa di ciò) e penso che tu valga un po' del mio tempo. Passerò a casa tua questa sera per darti qualche consiglio e, se la cosa dovesse continuare ad interessarti, potremmo farla diventare un'abitudine...almeno fino a questi giochi di cui mi parlavi. Ci vediamo alle 20 in punto in giardino.
Clint Barton — Occhio di Falco“
E fu proprio ciò che fecero. Quella sera Clint si presentò nel suo giardino all'orario prestabilito e la ragazza lo accompagnò nel suo punto di allenamento. «Un po' scarsa, non credi?» commentò lui mentre si girava tra le mani una delle frecce della ragazza. «Diciamo che non sapevo bene da dove cominciare» rispose lei stringendosi leggermente nelle spalle e afferrando il proprio arco. «Allora, cominciamo?» chiese poi con un tono di anticipazione mentre l'uomo, dopo averle ridato la freccia, rispose con un cenno della testa. «Tiriamo qualche freccia» concluse poi prima che l'allenamento iniziasse. Come ci si può ben immaginare, questi incontri andarono avanti per un bel po' di tempo e Grace, in solo un mese e mezzo, aveva sviluppato delle capacità a dir poco eccezionali per una ragazza di soli diciassette anni. Clint sosteneva che avere una buona mira fosse, sì frutto di un buon allenamento, ma soprattutto un talento che bisognava avere sin dalla nascita e che Grace sembrava proprio possedere.
«Clint! Vuoi rimanere a cena?» chiese la mora mentre tornava in giardino e si tirava sulla testa il cappuccio della felpa. Erano ormai entrambi consapevoli che quella sarebbe stata la loro ultima lezione e che il giorno dopo ci sarebbero stati i tanto attesi giochi, ed era proprio per quesyo che Grace stava cercando di rimandare i saluti. «Grazie, ma devo tornare a casa» rispose lui voltandosi verso di lei. «Sei pronta per domani?» chiese poi, ricevendo un sorriso rassicurante come risposta. «Al 100%?» insistette lui con fare divertito. «Facciamo al 95%» rispose lei ridacchiando leggermente. L'uomo scosse la testa divertito prima di allontanarsi da lei e afferrare uno scatola che aveva poggiato da parte quando era arrivato. «Magari con questi arriviamo al 100%. Aprila prima di andare a letto, chiaro?» disse passandole lo scatolone. «Nessun indizio sul contenuto?» chiese speranzosa lei ma senza però ottenere la risposta che tanto sperava. «Che sorpresa sarebbe altrimenti?» ribatté lui con ovvietà. Ci fu un momento di silenzio tra i due prima che Clint le desse una stretta rassicurante sulla spalla. «Vai lì e spacca tutto, chiaro?» la incitò con tono serio ma altrettanto rassicurante. «Chiaro» rispose lei annuendo e, dopo pochi minuti, Clint era andato via e lei aveva raggiunto la propria stanza dove potè aprire finalmente la scatola. Al suo interno trovò un gran numero di frecce all'interno di una faretra, accompagnate da un arco da professionisti e addirittura una tuta adatta par lo sport. Pensò di scrivere a Barton per ringraziarlo, ma aveva imparato che l'uomo non rispondeva mai ai messaggi, perciò decise che riposare sarebbe stata la scelta migliore.
La mattina non tardò ad arrivare e Grace, con la sua nuova attrezzatura, si trovava nei camerini quando ricevette una chiamata a soli dieci minuti dall'inizio della gara. «Clint? Che succede?» chiese avvicinando il cellulare all'orecchio e abbassando il tono della voce. «Devi venire subito a queste coordinate-» cominciò l'uomo con urgenza, anche lui bisbigliando. «Cosa? Sta per iniziare la gara!» esclamò lei evidentemente confusa. «Grace ascoltami. Mi hanno portato via tutte le frecce e mi hanno chiuso in una cella, c'è una bomba che sta per esplodere e io non posso fare nulla. Ho bisogno di te.» spiegò lui con tono serio. La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, valutando tutte le opzioni che aveva a disposizione prima di parlare. «Dove ti trovi?».
Grace non tardò ad arrivare nel luogo che le era stato indicato e che corrispondeva ad un'enorme magazzino che dall'esterno sembrava del tutto normale, mentre all'interno si rivelava essere un vero e proprio laboratorio. Riuscì ad entrare nella struttura attraverso ad una finestra lasciata socchiusa e, dopo aver esplorato silenziosamente l'edificio, si imbattè proprio nella cella dove si trovava Occhio di Falco. «Pss, Grace, sono quì» la chiamò lui a bassa voce. Lei lo raggiunse velocemente e cercò di aprire la serratura con scarsi risultati. «Non funziona, ci ho già provato. Devi prendere una delle frecce esplosive che ti ho da-» iniziò lui. «Mi hai dato delle frecce esplosive?!» chiese con fare sorpreso mentre le osservava ad una ad una e tirava fuori quella che sembrava essere una di quella di cui parlava. «Non fare esplodere anche me» disse l'arciere allontanandosi prima che la ragazza, dopo aver preso la mira, tirasse la freccia sulla serratura facendola così esplodere. In men che non si dica Clint Barton fu fuori e, dopo aver recuperato l'arco e le frecce, l'obbiettivo dei due divenne quello di fermare l'imminente esplosione. Dire che Grace se la stesse facendo sotto sarebbe un eufemismo ma, nonostante ciò, non si lasciò abbattere e continuò a lavorare al fianco dell'Avenger. «Ferma l'esplosione!» urlò l'uomo mentre continuava a scagliare frecce contro i soldati. «Ma non so come-» cercò di ribattere lei ma venne subito fermata. «Non te lo avrei chiesto se tu non sapessi come farlo» rispose brevemente lui e Grace si ritrovò a non essere in grado di ribattere. Fece ciò che le aveva chiesto l'uomo e, nonostante la breve esitazione e confusione iniziale, riuscì a disattivare la bomba grazie maggiormente alla propria intelligenza.
I due arcieri uscirono dall'edificio dal retro evitando così i giornalisti e, insieme, presero a camminare per le strade della città. «Mi dispiace che tu abbia saltato la gara» disse l'uomo lanciando un'occhiata alla ragazza al suo fianco. «Scherzi? Ho aiutato uno degli Avengers, non potrebbe importarmi meno della gara» rispose lei accennando un sorriso. «Grazie di tutto» continuò poi osservandolo. «Grazie a te, mi hai facilitato il lavoro» rispose lui. In seguito fece una breve pausa riflessiva prima di tornare a parlare. «Hai talento, sai? Tra qualche anno, e soprattutto con un po' di allenamento, potresti addirittura prendere il mio posto» disse Occhio di Falco guardandola. La ragazza lo guardò sconvolta, insomma, sentirsi dire qualcosa del genere non era una cosa che succedeva tutti i giorni. «Perchè quella faccia? Sto invecchiando, mi servirà pure un sostituto...occhio di falco jr» continuò lui con fare divertito. «Io...grazie, davvero, ma non credo che questa strada faccia per me» rispose lei scuotendo leggermente la testa. Clint la osservò in silenzio per qualche secondo prima di abbozzare un sorriso rassicurante e darle una stretta sulla spalla. «Va bene ragazzina, ma se dovessi cambiare idea, sai già chi contattare» disse lui con tono confortante che aiutò molto Grace. «Ah e...potresti evitare di fare il mio nome riguardo tutta questa faccenda? Non voglio che si creda ci sia un nuovo supereroe» aggiunse lei dopo qualche secondo di silenzio. «Va bene, ci penso io, tu pensa soltanto a goderti l'adolescenza al momento» rispose lui annuendo. L'Avenger accompagnò la mora sino a casa e, da quel momento in poi, i due non si incontrarono più nonostante Grace fosse consapevoli che, se mai avesse avuto bisogno, Barton si sarebbe presentato in men che non si dica.

⤿ᴍᴏᴏᴅʙᴏᴀʀᴅ:

⤿ᴀʙɪʟɪᴛʏ: La mora è conosciuta per la sua mira infallibile, sviluppata soprattutto sotto la diretta supervisione di Clint Barton in persona. Grace è capace di colpire bersagli in movimento anche a grande distanza, ma usa la sua abilità con cautela, preferendo evitare il conflitto quando possibile. È molto agile e, infatti, per lei non è affatto complicato compiere determinate acrobazie o addirittura scalare e scendere edifici in fretta e furia, abilità molto utile durante i combattimenti.

⤿ᴡᴇᴀᴘᴏɴꜱ: Arco e frecce –speciali e non– dategli da Clint Barton stesso. L'arco non ha nulla di super, infatti è solo un semplice arco per professionisti, mentre la varietà di frecce che possiede è piuttosto invidiabile e possono essere sfruttate in situazioni diverse.

⤿ʀᴇᴄʀᴜɪᴛᴍᴇɴᴛ: Grace stava asciugando uno dei bicchieri del bar per cui lavorava quando un uomo con addosso un giaccone e degli occhiali da sole entrò nella struttura e si sedette al bancone dove lei si trovava. «Buonasera signore, cosa posso portarle?» chiese gentilmente la mora mentre metteva da parte il bicchiere e la pezza, così da rivolgere la sua completa attenzione al cliente. «Va bene un caffè, grazie» rispose lui lanciando un'occhiata nervosa intorno a sé. Ciò non sfuggì alla ragazza, ma decise di non commentare e dedicarsi a preparare l'ordinazione. «È un po' tardino per un caffè, non crede?» scherzò lei lanciando un'occhiata all'orologio che segnava ormai le 19:45. «Si prospetta una lunga nottata per me, perciò preferisco ricaricarmi sin da adesso» rispose lui afferrando la tazzina che la giovane gli aveva porso e ringraziandola con un cenno della testa. A quelle parole Grace rispose con un leggero cenno d'assenso prima di tornare a dedicarsi alla sistemazione degli ultimi oggetti prima di chiudere. «Grace Abramova, huh?» chiese l'uomo mentre osservava il cartellino che la ragazza teneva sulla divisa, facendo intendere che avesse un'idea su chi fosse. «Già, conosce mio padre? Lavora nelle forze dell'ordine» chiese lei a sua volta, accompagnando le sue parole con un sorriso ma senza osservare direttamente il signore. «In realtà conosco la ragazza che è stata allenata da Occhio di Falco» rispose lui tranquillamente, facendo in modo che Grace si fermasse e si concentrasse su di lui. «Come prego?» chiese, sperando quasi di aver sentito male. «L'incidente del magazzino di due anni fa, c'eri anche tu, no?» continuò lui con un sorriso di uno che la sapeva lunga. «Come fa a saperlo?» chiese lei poggiando i gomiti sul bancone e accigliandosi leggermente. Clint le aveva assicurato che nessuno avrebbe saputo nulla a riguardo, e così era stato...almeno fino a quel momento. «Ho le mie fonti. Sono quí per proporti un affare» rispose lui mettendo da parte la tazzina di caffè ormai vuota. «Sto formando una nuova squadra di eroi, e qualcuno che è stato effettivamente in contatto con uno degli Avengers non farebbe male» continuò guardandola con anticipazione. «Senta, ho già detto a Clint che non sono portata per questo genere di cose, perciò devo proprio rifiutare» rispose Grace sospirando leggermente. «Va bene allora» iniziò l'uomo tirando fuori un biglietto da visita e poggiandolo sul bancone. «Non sono il tipo di persona che costringe gli altri a far ciò che vuole. Ma sappi che sto facendo una selezione piuttosto...ridotta, perciò se fai parte dei prescelti vuol dire che c'è effettivamente bisogno di te. Quí c'è tutto ciò che devi sapere se dovessi cambiare idea» concluse passandole anche i soldi. Prima che la ragazza potesse ribattere in qualsiasi modo, l'uomo si alzò dalla sedia e, con un saluto veloce, abbandonò l'edificio. «Che diavolo?...» mormorò Grace afferrando il biglietto e socchiudendo gli occhi per leggerlo: “Avenger's Tower: martedì mattina alle ore 9“.

⤿ᴡᴇᴀᴋɴᴇꜱꜱᴇꜱ: È una ragazza che si lascia influenzare facilmente e, nonostante l'apparente sicurezza, questa crolla non appena inizia a pensare che qualcuno sia migliore di lei in qualcosa. Farebbe di tutto per i propri amici e la propria famiglia, anche sacrificare l'intero mondo pur di salvarli cosa che, come lei sa bene, è un principio completamente errato per un supereroe.

⤿ꜰᴇᴀʀꜱ: Ha paura di non essere all'altezza e di essere meno brava di altri in qualsiasi campo, e ciò la porta al terrore di deludere i propri cari e coloro che stima. Il buio e i ragni la terrorizzano sin da bambina senza un'apparente motivo ma, anche a all'età di 19 anni, questa cosa non è cambiata minimamente.

⤿ᴛʜᴏᴜɢʜᴛꜱ: La sua decisione iniziale era stata quella di rifiutare immediatamente, proprio come aveva fatto quando Clint le aveva proposto di assicurarle un posto negli Avengers per quanto sarebbe cresciuta. In seguito però, riflettendo sulle parole dell'uomo, non potè far a meno di sentirsi incuriosita riguardo al progetto e a ciò che stava per accadere perciò, alla fine, decise di presentarsi all'appuntamento.

⤿ᴄᴜʀɪᴏꜱɪᴛᴀ': •È una fan sfegatata di Taylor Swift ma adora anche moltissimi altri cantanti.
•L'unico sport in cui eccelle è la pallavolo, mentre per il resto è totalmente negata.
•Adora leggere libri e fumetti di ogni genere, esclusi quelli d'amore.
•Il suo cibo preferito è il sushi.
•Parla il russo grazie alle lezioni di suo padre e del nonno.
•È da ormai qualche mese che ha iniziato a lavorare in un bar come cameriera, così da poter racimolare un po' di soldi per i futuri viaggi che sta progettando.
•Ha una paura matta dei cani senza nessun apparente motivo.

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