Appena arrivati, vennero portati dal Sergente maggiore Higgins.
Il sergente stava in una tenda in mezzo all'accampamento, un gazebo verde petrolio alto si e no due metri e mezzo con pesanti tende e dotato di lanterne e zanzariere.
Una reggia, in confronto alle altre tende dei soldati semplici.
Lui era un tipetto basso, con una pancia da birra molto vistosa, baffetti, riporto, un fare da gentiluomo inglese e dotato di grande umiltà e gentilezza, non che un grande senso dell'onore.
"Benvenuti nel vostro nuovo plotone, soldati. Ora verrete assegnati alle vostre squadriglie per svolgere normalmente le vostre occupazioni. Su quel tabellone sono scritti tutti i maggiori a cui dovrete fare rapporto."
Si girarono verso il cartellone indicato dal sergente, appoggiato a terra. Era una lavagnetta come quella dei bar, solo che invece di "Per menù hamburger + birra piccola sconto del 30%" c'era una lunga lista di nomi, insieme alle occupazioni dei vari soggetti indicati.
I nomi che interessavano di più erano questi:

Mitraglieri, checchini e artiglieri: Maggiore Wright, Orville

Meccanici e manutenzione: Luogotenente Calvin, Theodore

Reporter, fotografi, corrispondenti per la propaganda eccetera: Capitano Magnum, Thomas

Tutti gli altri nomi non erano utili, anche perché non avevano capacità riferite a quelle che quella divisione aveva.
Il sergente li mandó a chiamare.
Il maggiore Wright era un tipetto basso, magro, con una massa di capelli invidiabile schiacciata dall'elmetto, la faccia sporca di grasso e terra e una faccia da Cosa Nostra che, se fosse stato nel posto sbagliato, gli sarebbe costata un paio di denti in meno. Era un tipo affabile e molto simpatico, nonostante tutto, e tutte le "signore sai facili costumi" di Da Nang volevo fare "un giretto" da lui.
Il tenente Calvin invece era "quello di mezzo", tra i tre. Un afro-americano di un metro e ottantasette con dei muscoli da lotta greco-romana e un cappellino da baseball dei Detroit Tigers che avrebbe fatto paura a Primo Carnera. Nonostante tutto, non aveva l'aria minacciosa, anzi: era un tipo molto scherzoso e sorridente, non avrebbe fatto male a una mosca.
Il capitano Magnum era il più alto: un metro e novantatré di pura mascolinità. Canottiera sciancata su petto villoso, da vero tamarro. Aveva dei capelli così ricci che ci si sarebbe potuta nascondere dentro tranquillamente una matita. Col rischio di non ritrovarla più. Aveva anche lui un cappellino dei Detroit Tigers e aveva due occhi che sembravano due fanali, da quanto erano chiari, che risaltavano ancora di più, dati i capelli scuri e lo sporco sulla faccia.

Erano tutti e tre contenti di vedere finalmente delle donne come quelle del loro paese non vedevano l'ora di vederle all'opera.

La role si svolgerà, come sempre, nei commenti (scriverò io dove :))