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Caro Harold (one shot) (unknown's pov)

TRIGGER WARNING: MENZIONE DI USO DI DROGHE, LINGUAGGIO SCURRILE CHE POTREBBE OFFENDERE.
LEGGETE A VOSTRA DISCREZIONE.
CIร’ CHE STATE PER LEGGERE รˆ TRATTO DA UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA, MA GLI EVENTI RACCONTATI SONO INVENTATI. TUTTI I PERSONAGGI CITATI IN QUESTO CAPITOLO SONO (O SONO STATI) REALI.









Mi cadde il mondo addosso.
Non potevo crederci.
Non poteva essere vero.
Mi era arrivata la telefonata da Bill, poco prima di pranzo.
Harold non ce l'aveva fatta.
Era una grave malattia, le cure erano state tante. Tutte sperimentali.
E tutte inutili.
Rimasi seduto sulla sedia in cucina, senza parlare.
Sapevo che poteva succedere, c'erano ben poche possibilitร  che potesse farcela.
Ma non potevo crederci comunque.
Lui era Harold!
Avevo lavorato con lui per cosรฌ tanto tempo che ormai lo consideravo come un fratello.
Mi tornarono in mente tutti i ricordi, tutte le trasmissioni...tutto quanto.
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ยฐโ€ขNATIONAL LAMPOON, ANNI '70โ€ขยฐ
Formazione attuale del gruppo: Dan, John, Bill, Harold.

Harold era sdraiato sul divano a farsi una canna.
I suoi folti capelli ricci gli cadevano sugli occhiali, rendendolo simile ad un hippie.
Non che non lo fosse, ma aveva un'aria diversa. Loro suonavano, lui era un comico.
Lui, poi, insieme a John Belushi era davvero un mostro.
John tirava fuori tutto il suo potenziale, diventavano una macchina da guerra.
Insomma, lui se ne stava lรฌ, in pieno trip.
Mani in tasca, spinello in bocca, testa sul bracciolo e gambe sullo schienale.
Nonostante non fosse di molto bell'aspetto, riusciva a farsi desiderare, soprattutto con quell'aria da ragazzo innocente che aveva.
Il problema รจ che quando lo conoscevi scoprivi che era tutto il contrario.
Il National Lampoon tirava forte, dato che portavamo in radio la satira politica migliore reperibile. Portavamo alla ribalta i problemi degli ultimi tempi: Woodstock, il Vietnam, le manifestazioni, la polizia che picchiava gli hippie, il movimento pacifista...
Per farci venire idee, passavamo il tempo a fumare. Si faceva: droghe leggere come quelle aiutavano i processi creativi, era risaputo.

Dan era seduto sulla poltrona, sguardo fisso nel vuoto. Si girรฒ verso Ramis.
"Dai, Harold, ti ricordo che ho pagato anche io! Non fumartela tutta!"
In tutta risposta, Harold uscรฌ il dito medio.
Dan gli saltรฒ addosso.
"DAMMELA, STRONZO DI MERDA!"
"DOVRAI PASSARE SUL MIO CADAVERE!"
Non si volevano menare per davvero, ma per loro la vita era una performance: ogni secondo era parte di un'unica, grande scena, che doveva essere riempita, in qualche modo.
John, entrando nella stanza per controllare, li vide litigare. Rimase fermo sulla porta, pensรฒ un po' e se ne uscรฌ con una delle sue solite idee:
"RISSA ALLA CURVA SUD, RISSA ALLA CURVA SUD!"
Dan colse la palla al balzo:"COME HAI OSATO DIRE CHE I BULLS SONO MEGLIO DEI CELTICS?!"
Harold si alzรฒ, con il suo classico sguardo da bradipo,(N.D.A: BRADIPO: (bra/di/po), mammifero. Nel linguaggio colloquiale, indica persona dallo sguardo perso nei propri pensieri, occhi socchiusi e sorriso ebete stampato in faccia.) si stiracchiรฒ, prese la canna tra le dita e guardรฒ Dan:"Non ho detto questo, ho solo detto che mia nonna paraplegica giocherebbe meglio di loro."
E ricominciarono la lotta.
Facevano sempre cosรฌ.
In piรน, Bill non aiutรฒ affatto, anzi, peggiorรฒ la situazione: appena entrato anche lui nella stanza per vedere cosa succedeva, si lanciรฒ su di loro urlando:"KOWABUNGA!"
John rimase impassibile per qualche secondo, prima di entrare anche lui a fare parte dell'agglomerato.
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Mi feci coraggio. Mi alzai e andai in camera.
Mi sedetti alla scrivania, presi carta e penna e iniziai a scrivere.
"Caro Harold..."
Le lacrime mi rigavano il volto, mentre piangevo silenziosamente, e ne caddero delle gocce sulla pagina intonsa.
Non c'erano parole.
Non ne servivano.




































Dedicato ad Harold Ramis (21 Novembre 1944, 24 Febbraio 2014).

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