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CAPITOLO 14 (1131 Parole Wow)


Ben's POV
Mi trovo davanti ancora una volta Joey. Qualche giorno fa, ho fatto la cazzata più grande che potessi mai fare: andare a scusarmi. Ora cerco di evitarlo. Ho chiesto di cambiare classe. Nessuno ancora lo ha scoperto. È uno strazio non potergli parlare. Alla fine, prenderlo in giro, era il mio modo di parlargli. Lui è così timido... Non so che mi sia preso, poi, quando lo ho costretto a farsi picchiare. Sono stato un idiota patentato.
Lotto contro me stesso per non proferire parola.
A un certo punto, la porta si apre e la prof Austin smette di fare l'appello. La prof White è entrata in classe. Mi guarda.
"Hardy, vieni" Dice.
"Che succede?" Chiede la Austin.
"Il ragazzo cambia classe" Risponde asciutta e io mi alzo, guardando un'ultima volta Joey. Poi la seguo nella mia nuova classe.

Joe's POV
Ben è uscito dalla classe. Ha cambiato sezione. - Che strano...-
Sinceramente, quando ho capito che stava succedendo, ho pensato che avrei potuto stare bene, senza che lui fosse il mio compagno di banco. E invece no. Quasi vorrei alzarmi, corrergli dietro, sbatterlo contro un muro e baciarlo. Ma ció è impossibile per tantissimi motivi.
Credevo che senza di lui, sarei stato bene. E invece, mi sento uno schifo totale. -Ben, cazzo, torna qui!-
Non seguo molto le lezioni, oggi. Poi all'uscita, penso che finalmente, potró stare solo, a casa. Ma mentre penso questo, inciampo e cado. Ben è seduto su un muretto vicino. Ma non mi ha messo lo sgambetto. Solitamente, credo, almeno mi avrebbe afferrato. Invece no. Resta fermo, a fissare il vuoto, mentre io mi alzo da terra, con un dolore al ginocchio. Il jeans si è strappato e sanguino. In più, ho messo male il piede, quindi mi fa male la caviglia.
Me ne vado a casa, lentamente, zoppicando.
Mi accorgo di Ben dietro di me, solo una volta arrivato al portone.
Mi giro. È diverso. Ha un'espressione triste, rassegnata, che si è sostituita alla sua solita spavalderia. Anche gli occhi verdi sono diversi: sono spenti e distanti, invece dei vivaci, curiosi e furbi del Benché conosco.
"Ciao, Joe" Dice, in tono triste.
"Joe?"
Sospira.
"Stavo andando via..." Si gira e se ne va via.
"Hardy!" Lo chiamo. Lui continua a camminare, evidentemente ignorandomi.
"Ben!" Grido, perché ormai è lontano.
"Cosa vuoi Joe? Ti sto lasciando in pace, ok?" torna a camminare. Sbuffo, lascio la cartella per terra e con tutta la caviglia dolorante, corro verso di lui, ignorando le fitte. Di solito, avrei gridato.
Lo fermo prima che possa uscire dal vicolo.
"Tu ora non ti muovi da qui, Hardy" Dico, col fiatone.
"Che...?"
"Tu ora non ti muovi da qui" Dico ancora, cercando di sembrare sicuro di me.
"Non capisco che stia succedendo"
"Te lo spiego subito. Credo che abbiamo da parlare"
Mi guarda.
"Parlare di che?" Dice, cercando di simulare il suo solito tono sprezzante. "Non dobbiamo parlare di niente" Noto che ha gli occhi lucidi. Ma lo tengo per me.
"Si, invece. Ti ascolteró. E tu lascerai che anche io parli"
"Non voglio parlare" Dice allora.
"Come vuoi. Ma io volevo solo sapere che hai cercato di dirmi, quando ti ho mandato via"
"Niente, Joe"
"Niente? Davvero?"
Fa per andarsene, ma io gli afferro un polso.
"Ben" Lo chiamo.
Lui si gira su se stesso, mi si avvicina e mi bacia appassionatamente e a lungo.
"Volevo solo chiederti se me lo avessi lasciato fare solo un'altra volta" Dice, fissando il pavimento.
"E se io ti chiedessi di farlo ancora?"
Gli brillano gli occhi. "E se stessimo zitti e basta, Joey?" Mi bacia ancora, stringendomi fortissimo a sè, ma delicatamente.
"A me piace stare zitto" Dico.
Lui ride, leggermente, fa per baciarmi ancora, ma giro la testa.
"No, aspetta. Prima abbiamo sul serio da parlare" Dico.
"Ti prego, dai. Vieni, parliamo"
Riesco a convincerlo e saliamo assieme a casa, in ascensore. Ma si blocca.
"Parliamo qui" Decido io. "Ed inizi tu. Sono convinto che tu abbia da dire qualcosa"
"Mi sei sempre piaciuto, ok?" Dice. "Non volevo ammetterlo. Insomma, che a un ragazzo piaccia un ragazzo... Io non mi divertivo affatto a torturarti. All'inizio, lo facevo perché negavo a me stesso che mi piacessi. Poi ci ho preso la mano e a volte ho esagerato. Me ne rendo conto e mi odio per questo"
Abbasso il capo.
"Non potrai mai perdonarmi, Joe, e lo capisco. Ci sto provando a non farti fastidio. Non voglio importunarti. Ma adesso tu sei venuto da me e volevi parlare e..."
"Tecnicamente, tu mi hai seguito. Comunque sia, non fa nulla. Non mi importa di ció che è successo. Si, avevo paura. Ma oltre a quello, niente"
"Come puoi non odiarmi?"
"Beh, sinceramente, ti avrei permesso di tutto. Sono ingenuo. E sono uno sfigato colossale"
"Non la penso così"
Scrollo le spalle.
"Ben, io davvero non so che significhi tutto questo, ok? Ma... Ma puntualmente, finiamo sempre di nuovo a parlare"
"Potresti mai, per una remota possibilità, darmi una chance?"
Resto paralizzato. "Tu mi stai proponendo di..."
"È solo una stupida idea..."
"Beh, allora vado pazzo per le stupide idee"
"Tu..."
"Si, io..."
"Quindi noi..."
"Beh, penso di sì"
Lui sorride, curvando le labbra all'insù, mi si avvicina e mi bacia, facendo in modo che io sia con le spalle contro la parete dell'ascensore.
Sento una fitta alla caviglia e, dato che ho ancora lividi su lividi, sul torace, quando lui mi ha bloccato alla parete col suo corpo, ne ha toccati alcuni. Il risultato è che mi è sfuggita una smorfia di dolore. Lui si è staccato, come terrorizzato.
"Joe, scusa..."
"Non fa niente"
L'ascensore riparte, arriviamo a casa mia ed entriamo.
Raggiungiamo la mia stanza e mi siedo sul letto.
"Vieni" Dico, quando vedo che lui resta impalato sulla soglia, a disagio.
Lui sussulta, ma fa come gli dico.

Ben's POV
Mi siedo accanto a lui. Gli circondo le spalle con un braccio e anche qui, lui sussulta dal dolore.
"Joe..."
"Sto bene" Dice.
"Alza la maglia" Dico io.
Lui lo fa e io lo fisso. Tantissimi lividi, a decine, sono sparsi sul suo torace. -E io sono la causa di tutti, o della maggior parte-
Non posso più trattenermi e mi abbandono ad un pianto disperato.
"Ben, che succede?" Chiede lui.
"Guardati. Io ti ho fatto tutto questo"
"Non fa niente" Dice.
"Non può essere così! Ti ho fatto del male. Una volta anche fino a farti svenire!"
"Ben, questo è il passato. A volte me lo sono meritato"
"No! No, no e no! Tu non ti sei meritato niente!"
"Shh, shh. Sta' tranquillo, Ben" Mi dice e mi passa una mano tra i capelli.
"Sta' tranquillo" Ripete.
Pian piano, mi tranquillizzo e mi abbandono a un suo bacio delicato e timido, come lui.

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