Frost POV:

In passato io ero un eroe: o meglio, uno che si spacciava da eroe.

 La mia razza, pur essendo una delle più temute di tutto l'Universo, stava iniziando ad avere numerosi debiti e problemi di ogni genere tra i vari pianeti conquistati. Per far sì che il nome della mia famiglia non venisse dimenticato, escogitai un piano che avrebbe fatto conoscere a tutti quanto potessimo rivelarci utili in realtà. Mi misi d'accordo con alcune truppe nostre alleate, promettendole ovviamente  che sarebbero stati presto giustamente ripagati, di simulare un' attacco che avrei dovuto gestirmi da solo su di un pianeta molto debole che era solito essere attaccato da truppe di ribelli. 

Tutto andò secondo i miei piani, e venni presto acclamato dagli abitanti del pianeta come un eroe. Da allora compresi che, l'unico modo per rendere omaggio al mio nome sarebbe stato quello di essere un  paladino della giustizia, iniziando così a offrirmi volontario per sconfiggere i più terribili eserciti ( alcuni combattuti per davvero, altri simulati dal sottoscritto) responsabili della morte di numerosi civili. All'inizio tutto scorreva liscio, e nessuno sembrava essersi reso conto dei miei imbrogli. Avevo un esercito fedele, ed ero circondato dalla fama e dalla ricchezza. Tutti mi adoravano, e avevo pochi rivali, quali facevo immediatamente sparire non appena venivano alla luce. In tutta onestà, mi piaceva la mia vita. Però, si sa: le cose belle non durano a lungo, tanto che, quattro anni dopo, fui finalmente scoperto, e la Pattuglia Galattica, la polizia protettrice del mio Universo, iniziò a darmi immediatamente la caccia, dando inizio al mio declino ...

Fu allora che iniziai a nascondermi nell' ombra di alcuni vicoli bui, terrorizzato che, prima o poi, mi avrebbero acciuffato. Facevo di tutto per sopravvivere, e nel mentre che io fuggivo, sempre più gente iniziò a provare rancore e disprezzo nei miei confronti, rendendo oramai la mia esistenza un vero e proprio inferno. Non si sa se fosse stato il destino quel giorno a essere dalla mia parte, ma la mia unica salvezza fu, un giorno, il ritrovamento di un'astronave per intraprendere viaggi tra pianeti e Universi vari. Al momento nessuno era nei paraggi, perciò non ci misi molto a salirvi sopra e a programmare la destinazione su un pianeta sconosciuto. Il luogo dove ero diretto, tuttavia, non era nel mio Universo, bensì in quello gemello, il Settimo. Passai su quella navicella i due mesi più lunghi della mia vita. Oltre alla scarsità di provviste di cui disponevo, la maggior parte delle mie giornate le passavo a ripensare al mio passato, sempre più addolorato di non potere più tornare indietro.

Non appena giunsi nella mia destinazione, da quanto mi ricordo- ero placidamente addormentato sul pavimento, fino a quando, ad un certo punto, fui svegliato da una voce femminile computerizzata, la quale mi disse che ero finalmente giunto sul pianeta di nome Namek. Rincuorato dalla notizia, mi alzai, stropicciandomi gli occhi, e fissando il finestrino per vedere come fosse la mia nuova casa, sorridendo. Sfortunatamente, la mia felicità durò per poco: con mio grande shock e stupore, mi accorsi...

che non c'era.

Mi guardai attorno, e poi corsi davanti alla mappa, per vedere se si dovesse essere sbagliata con la geolocalizzazione del pianeta. Ma nulla. Riguardai più attentamente, e mi accorsi che Namek non soltanto era sparito, ma era stato distrutto. A giudicare dai rimasugli rimasti, il suo annientamento doveva essere avvenuto molto recentemente. La navicella, tra l'altro, aveva esaurito tutte le sue energie, e l'unica cosa che potevo fare oramai era  un atterraggio di fortuna da qualche parte lì in giro. Esasperato, cominciai a pilotare verso un luogo sicuro, fino a quando, tra i tanti resti del pianeta, scorsi, un pezzo di terra più grande degli altri, quasi simile a una nave petroliera. Accelerai, e atterrai. Non appena uscii, mi buttai a peso morto per terra e, senza neanche aspettarmelo, iniziai a piangere amaramente. Mi sentivo ridicolo, e non smettevo di odiare me stesso per la situazione in cui mi trovavo.

 Un po' di tempo dopo, però, accadde qualcosa d'inaspettato, che mi mise immediatamente in stato di allerta. Un bagliore di luce, proveniente da chissà dove, catturò la mia attenzione facendomi venire la pelle d'oca. Non volevo assolutamente avere niente a che fare con ciò che stava succedendo, motivo per cui, pur sapendo che non potevo allontanarmi molto da lì, feci un balzo e cercai di volare il più lontano possibile per fuggire. Non so poi cosa accadde, ma ad un tratto percepii due auree in avvicinamento, e nel cercare di autodifendermi, mi voltai pronto per attaccare. E poi, tutto ad un tratto, il buio più totale. 

Rimasi in stato d'incoscio per poche ore,  sufficienti per dare vantaggio ai miei nemici di avere la meglio su di me, perchè infatti, al mio risveglio, mi ritrovai in una cella, con due guardie all'entrata, le quali, dopo avermi visto, aprirono immediatamente la porta, e una prendendomi con forza, e l'altra tenendomi fermo di peso, mi trascinarono fuori, e chiamate altre guardie, le dissero:

- Portiamolo da Lord Freezer: lui saprà sicuramente cosa farsene...-

842 parole.

Questo qui era il primo capitolo della storia, finalmente riadattato con il mio stile attuale, a fin che lo possiate leggere un po' meglio di prima. I primi capitoli, si sa, sono sempre i meno scorrevoli, specie se si scrive le prime volte. Fortunatamente per me non è così; scrivevo già da quando ero più piccola, storie che oggi mi farebbero sorridere da tale ingenuità, ma che allora, per me, era una questione di grande importanza! 😂 Ripubblicherò i capitoli modificandoli un po' per volta, assicurandomi che siano i più accurati possibile. E se prima, all'inizio di questa storia, davo poca importanza a ciò che scrivevo, ora, BEH-

Ora che ho i primi fan, dubito fortemente che tralasciare alcune cosucce sia la cosa giusta da fare! Detto ciò, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto. Non smettete di seguirmi e di leggere il continuo della storia! Ciao!!