Cap. Tredicesimo
Frost POV:
Giunto a destinazione, aprii la porta. Stavo per entrare, quando avvertii qualcosa: un tremolio mi ripercosse in tutta la schiena, sentivo di avere una presenza alle mie spalle. Cominciai a sudare, e preso un respiro, mi girai tremante per vedere chi fosse...
- Frost? Che cosa ci fai qui?- mi chiese Jeeth, il quale nel vedermi vicino allo studio di Freezer si era incuriosito. Sospirai sollevato: in quel momento era un bene che non fosse stata la mia controparte, poiché non ero ancora pronto per affrontare una conversazione con lui dopo quello che era successo:- Oh, sei tu Jeeth. Ero venuto qui per sistemare alcuni documenti che avevo finito di revisionare, ma se vuoi puoi sempre darmi una mano!-. L'arancione rifiutò, giustificandosi sul fatto che se Freezer lo avesse scoperto per lui sarebbero stati guai seri :- Però possiamo parlare insieme con il resto della Ginew Force quando hai finito. Certo, sempre se ti va-
Ero molto stanco, e benché avessi voluto accettare l'invito, fui costretto a rifiutare cortesemente promettendogli di esserci la prossima volta che me lo avrebbe proposto. Non appena l'arancione se ne andò, entrai nello studio, per poi appoggiare i documenti sul tavolino e iniziare a inserirli nelle giuste scartoffie uno per volta. Ammetto che era fastidioso, ma non potevo farci molto, perché avevo sempre mostrato una calma ed una precisione in queste mansioni che mi diminuivano il tempo per me.
Non appena giunsi agli ultimi fogli, cominciai a prenderli tutti e a sistemarli con più manualità per poter finalmente concludere.
- Questo era l'ultimo...perfetto: ora ho finito!- esclamai soddisfatto. Felice di avere concluso questo lavoro, mi misi un attimo a riposare sul divanetto, osservando le stelle dall'oblò che c'era nella stanza. Esse avevano un effetto ipnotizzante per me, e per questo mi avevano sempre affascinato: il loro vasto numero catturava sempre la mia concentrazione, che si cimentava nel contarle o nella ricerca di una qualche costellazione. Spesso il solo osservarle durava molte ore, specie in momenti cui volevo perdermi e estranarmi dai miei pensieri.
All'improvviso, nell'udire un rumore, scossi la testa, e voltatomi verso l'ingresso, scoprii che qualcuno stesse bussando per poter entrare. Mi alzai, avvicinandomi piano piano verso la porta, leggermente nervoso sul pensiero di chi fosse; temevo fortemente si trattasse di Freezer che, come volevasi dimostrare, non appena aprii me lo ritrovai davanti. Piuttosto ironico a pensarci su, ma non abbastanza per togliermi dalla mente la mia preoccupazione su ciò che mi avrebbe detto.
Benché sapessi che tutto questo distacco fosse dovuto ad un mio capriccio della giornata precedente, ero consapevole che per Freezer essere ignorati fosse per lui un offesa, motivo per cui ero consapevole che il nostro dialogo non sarebbe andato sicuramente a buon fine.
Freezer POV:
A differenza di Frost che sembrava preoccupato nel vedermi, io mostravo un fare disinteressato, entrando nello studio lasciandolo stupito all'entrata.
Ordinatogli di chiudere la porta, la mia controparte eseguì meccanicamente l'ordine, per poi restare ugualmente lì davanti a osservarmi impalato senza la minima idea di come cominciare.
Sbuffai nervoso: non sopportavo facesse così:- Cosa hai intenzione di fare lì davanti? Forza, vieni qui.- Il blu si avvicinò, imitando lo stesso passo che aveva fatto oggi quando mi aveva rivisto con Zarbon: sembrava un cucciolo impaurito, e personalmente era vergognoso da parte sua soltanto per il motivo che se la fosse presa troppo a male per essersi allontanato da me ieri.
-Lo sai che è inutile che tu faccia così, vero? Ormai quel che fatto è fatto: la dovresti smettere di comportarti così, Frost.- risposi seccato. Lui non rispose, limitandosi ad annuire lentamente.
Mi avvicinai a lui, per poi sospirare e sorridere nervosamente :- Piuttosto...- dissi per prendergli con una mano il mento e sollevare la sua testa per osservarlo:- Parli tanto di me, ma alla fine quello che si tiene tutto per sé sembri proprio te: bravo a parole, ma pessimo nei fatti!-
Frost si mosse di scatto scappando dalla mia presa, per poi guardarmi furioso:- Beh, di certo avrò le mie ragioni per farlo!- gridò, mettendosi una mano sul petto e scodinzolando velocemente la coda per non perdere l'equilibrio che quel suo scatto gli aveva creato. A quel punto pure io stavo iniziando a spazientirmi:- Oh, ma davvero? Ti ricordo che sei stato tu quella volta che stavo male a prendere l'iniziativa e entrare nella mia stanza senza permesso, facendomi la morale che ci potessimo sfogare a vicenda! Non è così, o sbaglio?-
Giusto per applicare quello 'O sbaglio', presi per la collottola Frost, spingendolo con forza verso il muro e sbattendocelo violentemente contro. Egli picchiò la testa, ma non si fece ugualmente niente.
Adesso eravamo entrambi furibondi, e ci stavamo guardando con furore aspettando che o l'uno o l'altro contrattacasse a tono. Non potevo permettere al mio simile di rispondermi in quel modo, specie per il fatto che era lui a voler avere ragione a tutti i costi.
Nello studio era calato il silenzio: nessuno di noi proferiva parola, bensì l'unico rumore dei nostri respiri affannati che si sentiva. Ad un certo punto Frost cominciò a tremare, per poi crollare pesantemente per terra, tenendosi le mani sulla fronte. Provai a chiamarlo, ma lui non mi rispondeva, neanche quando avevo cominciato ad alzare la voce. Mi abbassai, per poi spostare con la coda le braccia del blu per vedere il suo volto.
Rimasi sorpreso quando lo vidi: Frost stava piangendo. Egli singhiozzava piano, perciò era normale che non me ne fossi accorto prima. Non me l'aspettavo una tale reazione da parte sua, ma dovevo, nonostante me ne stessi pentendo, di calmarlo in qualche modo.
Mi ricordai così della volta in cui per farmi stare bene mi aveva stretto a sé con un abbraccio. Quella sensazione di calore era fastidiosa a pensarci su, ma anche confortevole. Avvolsi le mie braccia, una sulla spalla e l'altra sulla schiena, per ricambiare il favore di quel gesto che quel giorno mi aveva veramente aiutato ad avvicinarsi e fidarmi ancora di più a lui.
Frost sobbalzò per un attimo, probabilmente non aspettandosi che lo avrei fatto, per poi cominciare a singhiozzare più forte e avventarsi su di me stringendomi con una forza tale da bloccarmi il respiro per un attimo:- M-mi dispiace, hai ragione! Non volevo esagerare così, davvero!- mugolò la mia controparte.
- Non fa niente- sospirai accarezandogli la schiena:- Una sfuriata di tanto in tanto non fa mai male a nessuno.-
Sapevo che mi stesse osservando, ma io in quell'istante non ero in grado di ricambiare lo sguardo, e questo per via dell'enorme disagio che stavo provando nel mostrarmi "affettuoso" nei suoi confronti. Oltre a ciò ero ancora turbato per via dello scatto nervoso che avevamo avuto entrambi per una cosa che, a parere mio, non riuscivo a definirla con altre parole se non come una messiscena da parte sua.
Frost non disse niente, scondinzolando appena, per poi staccarmi e lasciarmi finale respirare:- Accidenti: prima o poi finirai per uccidermi, Frost- gli dissi mentre riprendevo finalmente a respirare in modo regolare. Egli rise piano, asciugandosi gli occhi ancora bagnati dalla lacrime. Notai solo allora che qualcosa gli colava dalla guance, rivelando le solite cicatrici che avevo sempre visto sul suo viso. Chiesi a Frost cosa fosse, e lui mi rispose con nonchalance che fosse trucco.
-Trucco?- ripetei allibito. Cosa aveva combinato, ora? pensai:- È una lunga e bizzarra storia, fidati: è meglio che tu non ne sappia niente!- rispose sorridendo. Sospirai divertito. Prima eri in una crisi di pianto e ora sorridi come se nulla fosse; sembri proprio un bambino.
POV di nessuno:
- È meglio che me ne vada, ora- disse Frost tutto ad un tratto. Freezer lo fissò, chiedendogli il motivo per cui lo volesse fare:- Non ho ancora terminato con te, sappilo!- lo ammonì nel mentre che si stavano alzando per uscire. Il blu ridacchiò, divertito per la finta minaccia dell'imperatore, per poi aprire la porta ed uscire ugualmente fuori:- Mi dispiace, ma al momento sono stanco. Vorrei poter concludere la faccenda così: dopotutto, era solo una sfuriata, no?- Freezer sospirò, accettando la sua richiesta. Avrebbe voluto sapere il perché Frost non ne volesse parlare, ma il blu non se la sentiva per niente di dovergli raccontare che non fosse capace di gestire dei soldati in modo amichevole senza terrorizzarli, perciò decise alla fine di lasciarlo stare e di non insistere troppo sul discorso.
- È ancora presto, comunque. Che ne dici di fermarci ancora per qualche minuto per prendere un po' di vino?- propose l'icejin albino al suo sosia che stava già per andarsene. Frost non se la sentiva per niente, non perché l'idea non fosse allettante, ma per via del fatto che si sentisse un tantino vergognato della pessima figura che aveva fatto di fronte a lui. Per far sì che gli venisse accettato il suo rifiuto, si scusò dicendo che aveva già una bottiglia in camera sua e che l'avrebbe presa lì. Freezer lo lasciò andare, e entrambi gli icejin se ne sarebbero potuti andare per i fatti propri, se non per via di Frost che si voltò nella direzione dell'albino e dire:- Grazie per prima. Un abbraccio mi ci voleva proprio. -
A quel punto Freezer sentì un tremolio nello stomaco, un qualcosa che era piacevole, ma anche un motivo per girarsi di scatto su un lato con la testa per non lasciare che Frost lo vedesse in quello stato. Si schiarì la voce, tenendosi la mano destra di fronte alla bocca, per poi guardare nuovamente la controparte leggermente imbarazzata per ciò che aveva detto, a tal punto da salutarlo velocemente e correre via. L'icejin continuò a osservarlo, per poi girare i tacchi e tornarsene nella sua stanza.
Non appena Frost entrò in camera sua, si gettò sul letto di peso, emettendo un urlo soffocato dall'immensa vergogna che aveva provato. Scodinzolava furiosamente, mentre prendeva a pugni il primo cuscino che gli era malauguratamente capitato sottomano. Non riusciva ad ammetterlo, ma stava pure arrossendo.
È impossibile che mi possa piacere, siamo due uomini, e lui è un mio amico. Ma soprattutto, se fosse veramente vero che provo qualcosa, non ricambierebbe in segno di risposta se non con disprezzo nei miei confronti.
1685 parole
Santo cielo, ragazzi: che capitolo impegnativo! Mi auguro solo che lo possiate apprezzare, perché non è facile abbozzare una storia a mezzanotte! A presto!
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