Cap. Quattordicesimo
POV di nessuno:
- Dici sul serio? Non sono per niente d'accordo!- esclamò Frost sorseggiando un po' di vino. -Perché no? È una buona offerta, e di certo per un impero come il mio è giusto che io debba espanderlo in qualche modo.- sentenziò Freezer in tutta risposta.
Come ogni sera, entrambi i due icejin se ne stavano comodamente seduti a discutere di affari nello studio; Freezer quella mattina aveva ricevuto dalle truppe di ritorno di una nuova spedizione dei privilegi di un nuovo pianeta, un luogo particolarmente ricco di culture e di materie prime per il commercio: la Terra. L'imperatore era sorpreso ed incuriosito di poter sentire tutte le sue informazioni a suo riguardo, specie per il fatto che tempo prima, quando era alla ricerca delle Sfere del Drago, non ne era rimasto molto affascinato quando ne fece conoscenza, pensando che si trattasse probabilmente di un comune pianeta che avesse poco da offrire. Frost a differenza sua era molto contrario all'idea, ma non perché non fosse di per sé allettante, ma perché temeva per la difficoltà di comunicare con la popolazione e anche per il fatto che tutte le sue risorse si sarebbero velocemente esaurite nel caso non fossero state così particolari:- Pensaci, ti prego: non è la prima volta che si ha a che fare con un pianeta multiculturale, e ogni volta che si tentava di negoziarci si finiva sempre con l'annientamento della popolazione.- riprese il blu seriamente. L'altro, invece, non disse nulla: era consapevole dei lati negativi che si sarebbero riscontrati, ma la sua controparte era troppo in pensiero per il fatto che Freezer potesse rimanerne deluso dopo tutte le buone aspettative che si era fatto al suo confronto.
Rimasero in silenzio: uno in attesa di una risposta, l'altro che versava con nonchalance nel suo calice qualche goccia della bevanda che c'era sul tavolino. Dopo avere bevuto un sorso di vino, Freezer sospirò, sorridendo innocentemente:- Frost, ormai è quasi trascorso un anno da quando ci siamo incontrati; adesso mi conosci, o meglio, dovresti. Lo sai già che quel pianeta non appena sarà sotto il mio controllo non avrà che due opzioni: la sua salvezza o la sua distruzione, e tutto sarà a capito di ciò che desidererò non appena lo avrò visto con i miei stessi occhi. Adesso che siamo in viaggio non c'è più bisogno di obbiettare. E poi, cosa credi che potrebbe andare storto?- Frost sobbalzò per un attimo. Effettivamente niente sarebbe cambiato dalle altre conquiste a cui vi aveva partecipato: Freezer sarebbe stato il giudice che avrebbe scelto il destino per la Terra e la sua popolazione, colui che avrebbe deciso cosa farne di essa se gli fosse piaciuta o meno. Tuttavia, per qualche strana ragione, continuava a diffidarsi, ma per evitare che il suo amico si offendesse troppo per il suo continuo rifiuto, finse di dargli ragione sorridendo per poi concludere la questione lì.
Freezer POV:
Il giorno seguente, come era di consueto fare ogni mattina, sia io che Frost eravamo ad allenarci nella sala allenamenti per testare la forza di uno dell'altro. C'era da ammettere che la mia controparte fosse molto migliorata: era più svelto a rispondere ai miei colpi di attacco e a schivare le mie mosse, ma ciò che doveva ancora migliorare erano i suoi contrattacchi, sempre troppo deboli o prevedibili da non essere notati. O meglio, dal mio punto di vista.
Solitamente pensavo che quasi lo facesse apposta, che riservasse la sua spietatezza a qualcun altro che non fosse me. A volte non capivo, o magari era solo una mia impressione, ma mi pareva che ogni volta che Frost combattesse con una qualsiasi persona che non fossi io, mostrasse nelle sue mosse una forza che non soltanto pochi tenevano testa come se fosse stata la mia, ma che qualche ragione lui mi stesse nascondendo o si stesse rifiutando di mostrare. Sembrava come se fosse stato un portatore di vasi con una delicatissima brocca di porcellana che stesse cercando di proteggere da ogni pericolo esistente, tra cui sé stesso. Avevo provato nei momenti I cui dubitassi della sua forza latente di provare a impegnarsi di più, ma tutto ciò che otteneva sembrava come se lo avessi ordinato ad un muro, poiché niente cambiava se non in alcuni casi in peggio. Mi piaceva l'idea di essere addirittura imbattibile al mio simile, ma di tanto in tanto quando pensavo alle sue strategie mi innervosivo per il fatto che evidentemente mi stesse prendendo in giro e che nascondesse veramente un qualcosa al pari con le mie trasformazioni che mi potesse tenere testa, le stesse trasformazioni che né io tantomeno lui volevamo mostrare.
- Avanti, non tenermi sulle spine, so che puoi fare più di così. - dissi con un sorriso di sfida a Frost nel mentre che eravamo intenti a colpirci a vicenda. - Facile a dirsi per uno che è più forte di me- rispose l'icejin cercando di prendermi con uno dei suoi raggi laser. Respirava affannosamente: era chiaro che stesse esaurendo le sue energie, le quali venivano sprecate inutilmente in semplici attacchi a cui sapevo rispondere con meno fatica. Con lo scopo di distrarlo, continuai a restare al suo gioco combattendo corpo a corpo, per poi con un gesto fulmineo fare una capriola con cui potei colpire in pieno volto l'avversario sul volto. Frost, non avendo avuto il tempo per reagire, venne scaraventato via, e nel frattempo che era in quello stato di debolezza, indietreggiai per potermi avvicinare alla parete della stanza più vicina, appoggiarmici per un istante e poi, con un semplice balzo, slanciarmi nella direzione del mio simile, prenderlo per la vita e buttarlo di peso sul pavimento.
Ormai inerme al suolo, Frost era stato nuovamente sconfitto dal sottoscritto; se fosse stato qualcun'altro non avrei mai esitato ad ucciderlo. Era ancora cosciente, un segno sufficiente per mostrarmi che sarebbe stato in grado di raggiungere l'infermeria e curare le sue ferite senza troppi intoppi. Mi alzai, ormai pronto per avviarmi alla mia capsula rigenerativa, quando avvertii qualcosa che si svolse in una sola questione di secondi: sobbalzai appena, quando, con l'instantaneità di un flash, venni improvvisamente colpito al petto da qualcuno, qualcuno di molto familiare. Stravaccai al suolo, tremante, mentre cercavo di lottare inutilmente dal non sputare sangue. Mi voltai appena, quanto basta da osservare l'espressione trionfante di Frost sul suo viso, il suo debole sorriso beffardo che sembrava volesse dimostrare che non avesse ancora concluso con me, per poi tornare serio e distendersi nuovamente per terra. Lo guardai stupito: com'era possibile che fosse riuscito a colpirmi alla sprovvista? Anche solo pensare mi faceva male per via dei dolori alla testa dovuti alla ferita, ma nonostante tutto, cercai ugualmente di capire come avesse fatto, fino a quando una lampadina si accese nella mia testa e cominciai a sorridere debolmente anch'io: Frost finora non mi aveva mai mostrato di saper nascondere la propria energia, o almeno non fino ad un punto da poter contrattaccare e prendermi alla sprovvista. Mi alzai con fatica, per poi prendere in braccio Frost e dirigermi nelle mie stanze.
Bravo ragazzo: così ti voglio, Frost!
Frost POV:
Mi svegliai aprendo gli occhi per vedere dove fossi: non ero più nella sala allenamenti, ma in una camera da letto. Lì per lì non sapevo di chi fosse, fino a quando non uscì Freezer da una stanza e avvicinarsi a me. Le sue ferite erano scomparse, evidentemente grazie all'utilizzo di una capsula rigenerativa. Mi misi a riflettere, alla ricerca dell'ultimo ricordo che avevo del nostro allenamento, fino a quando realizzai che per la prima volta avevo steso la mia controparte con un laser dopo che gli avevo fatto credere di non avere più le forze necessarie per continuare.
Smisi di pensare a ciò non appena sentii un peso sul letto: Freezer si era sdraiato vicino a me. Cominciai ad innervorsirmi, il cuore mi batteva forte, e per evitare che mi potesse vedere nell'eventualità che io stessi arrossendo, mi girai sul lato opposto al suo sguardo. Tentai pure di alzarmi, ma lui mi agguantò con la coda un braccio, per poi avvicinarsi stringendomi forte a sé. Sussultai deglutendo, mentre la sua presa mi avvinghiava il busto con ancora più forza, proprio come un pitone catturava le sue prede per cibarsi di esse. Mi voltai lentamente, implorandogli sottovoce di mollarmi, per poi solamente per una frazione di secondi lasciarmi andare e farmi riprendere a respirare:- Santo cielo, che diamine ti era preso?- gli chiesi scendendo finalmente dal letto. Freezer continuò a guardarmi: un velo di tristezza sembrava essersi formato sul suo volto, un senso di colpa contemporaneo alla lentezza del sedersi sul materasso:- Non...non lo so, davvero: mi è venuto spontaneo.- lo fissai nervosamente, non fidandomi a pieno di ciò che stesse dicendo.
- Piuttosto- riprese lui sorridendo:- Mi hai stupito oggi mentre ci allenavamo: una mossa come la tua non me la sarei aspettata da te. - nel mentre che lui me lo stava dicendo, si era avvicinato a me dandomi una pacca leggera sulla spalla, per poi allontanarsi e uscire dalla stanza. Lo seguii, chiedendogli dove stesse andando, per poi ricevere come risposta di dover organizzare tutti i dati inerenti al pianeta dove saremmo andati a visitare: la Terra. Non mi andava di entrare troppo in quell'argomento, volevo solo che se ne rendesse conto da solo di avere sbagliato. Sì, sbagliato, sbagliato su tutto: sulle sue aspettative della Terra, sulla sua semplicità nel poter negoziare con miliardi di abitanti con lingue e culture differenti. Era soltanto una sciocchezza, una fandonia che presto sarei riuscito a dimostrare con i suoi stessi occhi.
Una settimana più tardi, successivamente dopo la programmazione del viaggio, giungemmo finalmente nel famigerato pianeta. Ero molto teso, e non facevo altro che osservare dalla finestra della camera di pilotaggio il corpo celeste con la speranza di poter concludere il prima possibile la faccenda. Il luogo dove decidemmo di approdare la base sarebbe stato in un boschetto vicino pochi kilometri dalla città più vicina. Giunti a destinazione, tutti di noi, sia io, Freezer e il resto dei soldati, non riusciva a staccare gli occhi dalla varierà paesaggistica del luogo. Freezer, ancora più entusiasta, cominciò così a proseguire in avanti, incitando così me e gli altri a fare altrettanto.
-Che ti dicevo, Frost? Non è così male, infondo.- riprese la mia controparte continuando ad avanzare. Ridacchiai nervosamente, dicendogli con aria di sfida che bisognava ancora attendere perché io avessi ragione, ma rimanendo comunque dietro di lui per tutto il tragitto, visibilmente in imbarazzo al pensiero di quanto mi fossi preoccupato per poco.
Giunti all'uscita del bosco, ci avvicinammo alla città, la prima a cui saremmo riusciti ad avere un contatto con i suddetti terrestri. Gli abitanti del luogo erano tutto fuorché minacciosi, e ognuno di loro era intento a svolgere delle piccole mansioni di vario tipo. Era uno spettacolo particolarmente noioso, tanto che il mio simile, per evitare di scocciarsi, aveva preso il suo scouter per rilevarne il livello combattivo e vedere quanto fossero forti. Non appena ebbe premuto un pulsante per avviare la ricerca, un ghigno di disappunto si formò sul suo viso.
-È incredibile quanto questi terrestri possano essere tanto deboli fisicamente. Il loro livello combattivo è scarso, e non dispongono neppure di abilità particolari; che spreco.- Sorrisi sotto i baffi, avvicinandomi finalmente a lui con uno sguardo vittorioso e con le braccia incrociate:- E quindi, Freezer, che cosa hai intenzione di fare? Non avrai mica intenzione di passare altro tempo a parlare con loro, vero?- nell'intuire il mio schernire delle sue aspettative, voltò lo sguardo su di me facendo un sorrisino forzato, per poi voltarsi verso i soldati e dire:- Certo, avevi ragione: gli abitanti della Terra sono una vera scocciatura. Ma non temere, a loro ci penseremo subito...-
Detto ciò, con un gesto del solo volto fece intuire ai soldati che, nel mentre che attendevano che qualcosa di interessante succedesse, ubbidirono subito iniziando così a fare una strage delle persone. Con un'espressione scocciata, decisi di allontanarmi dalla mia controparte, decisamente disgustato dalla sua testardaggine competività e da quanto si ostinasse a non volermi ascoltare. Freezer mi chiese dove stessi andando, ma non gli risposi, continuando a camminare per un po' prima di volare via da lì.
Vegeta POV:
Nel mentre che il resto dei cagnolini di Freezer stava sterminando quelle misere persone, io, Nappa e Radish ce ne stavamo a chiacchierare in un luogo più appartato lontano da delle possibili spie. O meglio, più che chiacchiere, ero io quello a discutere, cercando inutilmente di "illuminare" quei due deficienti a ribellarsi ai nostri suddetti superiori.
-Ne ho avuto abbastanza di questo supplizio, e voi più di tutti sapete cosa significhi essere nella tana di colui che ha sterminato la nostra razza, la razza dei Sayan, quella di cui io avrei dovuto comandare come nuovo principe Vegeta. - continuavo a gironzolare in qua e là, mentre i miei compagni mi osservavano con lo sguardo perso. Stufo del loro disinteresse, sbattei un pugno su di una parete, per poi riprendere e dire:- Questa è la Terra! Sapete cosa significa? Che qui ci sono delle Sfere del Drago, delle Sfere che potremo usare per ritorcele contro quel maledetto.-
- Sì, certo, ma come hai intenzione di trovarle?- mi chiese Nappa interrompendomi. -Non mi interessa come- sbraitai:- Ma sono sicuro che sono qui, da qualche parte, e che se avremo un po' di fortuna, riusciremo a trovarle per fare ciò che Freezer non aveva mai fatto.- -Cioè?- domandarono gli altri. Ghignai, per poi fissarli intensamente negli occhi:- Cioè desiderare di essere immortale. Pensateci, forza: sarebbe più facile se io lo sconfiggessi senza il terrore di riportare ferite o di morire, no?-
Niente: nelle facce di entrambi vi era solo l'incredulità più totale. -Siete due buoni a nulla! Ma mi state a sentire, sì o no?- -Mh, forse?- mugulò Radish con un'aria assonnata. Era evidente che non mi credessero, ma io non mi davo per vinto.
-Piuttosto, c'è un fatto ben più urgente di cui vi dovrei parlare.- riprese Radish guardandoci seriamente. Nappa ed io non capivamo di cosa si trattasse, fino a quando egli ci rivelò che suo fratello, uno dei pochi della nostra specie ad essere sopravvissuti, era ancora vivo e vivesse attualmente sul pianeta. -Tsk, ma che me ne importa?- sbuffai nervoso. -Sì, certo: a te no, ma a me sì. Se vuoi sconfiggere Freezer e trovare le Sfere, bisogna che si trovi prima il mio fratellino Kakaroth e farcelo come alleato. - Il mio sguardo si illuminò tutto ad un tratto. Effettivamente Radish non aveva tutti i torti: se quel Kakaroth fosse stato a conoscenza delle Sfere, sarebbe stato molto più semplice per noi avere la meglio.
-Sì, sì, tutto fantastico- riprese Nappa:- ma cosa ne facciamo degli scagnozzi di Freezer? Zarbon, Dodoria e la Ginew Force sono molto forti. E poi, come se non bastasse, cosa faremo quando saremo faccia a faccia con...come si chiama?-
-Intendi quella checca di Frost? Pff, non farmi ridere Nappa, quel tizio non è niente contro la mia potenza, la nostra potenza! Insieme, con quel Kakaroth, saremo imbattibili!- esclamai con un sorriso perfido sul volto. Voltatomi verso Radish, gli chiesi se conoscesse la posizione del fratello, e lui, come risposta, disse che era da tanto che fosse sulle sue tracce, e che ora che fossimo sulla Terra poteva tranquillamente indicarci la sua abitazione grazie alla sua energia combattiva.
-Perfetto! E allora andiamo-
POV di nessuno:
-Come? In che senso non riesci più a trovarli?- chiese Dodoria a Zarbon, il quale gli aveva appena comunicato dell'improvvisa scomparsa dei tre guerrieri Sayan. L'uomo deglutì, tenendo gli occhi bassi per non guardare il suo compagno di lavoro:- Sono desolato, Dodoria, ma è successo. So che non vuoi, ma devi aiutarmi: quei tre sono capaci di tutto, e non so se Lord Freezer ne sarà felice di ciò-
-Di cosa Freezer non ne dovrebbe essere felice?- domandò una voce molto familiare. Frost, il quale si era allontanato dal suo amico per fare una passeggiata, aveva udito la conversazione dei due, e giustamente incuriosito si era deciso di unirsi a loro.
Zarbon non era molto allarmato dalla sua comparsa a differenza di Dodoria che, nonostante tutto, non aveva ancora digerito la sua presenza e continuava ad avere rapporti distaccati:- Al diavolo- imprecò lui per poi andarsene via.
Zarbon, leggermente deluso dalla reazione del rosa, raccontò alll'icejin tutta la faccenda, e Frost, dopo aver ascoltato, accettò immediatamente di collaborare per cercarli.
Nel frattempo Freezer, annoiatosi di restare nella città, decise di tornare all'astronave per revisionare altri dettagli sulle forme di vita della Terra. Quasi tutte le sue creature erano deboli, tanto che dovette così rinunciare all'idea di reclutare nuovi soldati. Tutto ad un tratto, uno dei suoi computer rilevò un'anomalia che destò immediatamente la sua attenzione. L'icejin bianco cliccò sullo schermo, per poi restare sorpreso per un paio di istanti.
-Bene, ora si che si ragiona.-
2796 parole.
BELLA A TUTTI, COME STATE? Vi è piaciuto il nuovo capitolo? Scrivetemelo nei commenti, che intanto si preparano grandi cose per il prossimo...
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