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4.

Nuova giornata, nuovi traumi.

Era già sera, eppure mi sembrava che la giornata fosse stata infinita.
Una noia mortale, tanto che, incredibile ma vero, non vedevo l'ora di andare a lavoro.

Non che il mio entusiasmo fosse dettato da un improvviso amore per il mestiere, che sia chiaro. Speravo solo Blitz si facesse vivo.
Più che altro per restituirgli quel dannato taccuino che, come avevo scoperto irrompendo nella sua privacy, sembrava importante per lui.

Fin troppo importante.

La strada verso il locale era sempre la stessa, ma la mia mente era troppo occupata per prestarci attenzione.
Camminavo di fretta, tanto che rischiai di farmi investire... di nuovo.
Fortuna che l'autista si fermó in tempo.

"Ma che cazzo, guarda dove vai!" gridó qualcuno dal finestrino.
Come risposta alzai il dito meglio senza neanche guardarlo, pensavo solo ad arrivare.

Non appena arrivai lì davanti, imprecai, scoprendo di essere terribilmente un anticipo.

Mi sedetti sul marciapiede, mentre di Millie non si vedeva ancora neanche l'ombra e il mio umore peggiorava ogni secondo che passava.

Stavo quasi per cedere all'idea di sdraiarmi sul marciapiede quando, per fortuna o per miracolo, Millie spuntó all'angolo della strada.

"Ciao! Scusa il ritardo - Ah no, aspetta, sei tu in anticipo?" chiese incredula.

"Come vedi i miracoli esistono." borbottai, alzandomi e seguendola mentre infilava le chiavi nella serratura.

Appena dentro, quel meraviglioso odore mi investì come la macchina di prima. Sudore, alcol e un leggero odore di sigaro. Casa dolce casa.

Non facemmo in tempo a sistemarci che Striker sbucó dalla porta, come un fulmine.

"Millie! Bella come sempre" esclamó con il suo solito sorriso furbo lanciandole un occhiata. Poi si giró verso di me. "E tu , miss, ancora più bella di come ricordassi."

"E tu sempre più scemo." risposi secca con un sorriso, ma lui si limitó a ridacchiare, come se la mia battuta lo lusingasse anzichè offenderlo.

Si avvicinò al bancone e prese posto con naturalezza.
"Il solito."

"Cambierá mai il tuo solito?" chiesi ridendo mentre gli versavo il suo whisky preferito. Non aveva mai preso nient'altro da quando lo conoscevo. Tra me e me pensai: "il giorno che Striker cambierá alcolico, succederá una catastrofe" .
Non vi anticipo nulla, solo che, più tardi avrei scoperto che quel pensiero, in effetti, non era poi del tutto assurdo.

"Hey, miss, se hai voglia di fare qualcosa dopo il lavoro, il mio numero ce l'hai". disse lanciandomi un occhiata complice, mentre Millie ridacchiava alle mie spalle.

"Mi spiace Striker, ma dopo il lavoro, penso solo ad andare a dormire." risposi schietta alzando le spalle, con la speranza che non insistesse troppo o trovasse una soluzione.

"Beh, potremmo vederci prima del lavoro"
replicó con un sorriso sornione, poi aggiungere: "O puoi sempre dormire con- Aspetta un secondo".

Grazie al cielo qualcuno lo chiamó in quel momento.

Non sapevo sinceramente come rifiutarlo senza essere scortese. Striker era.... attraente. Moolto attraente, solo che semplicemente, non mi interessava in quel senso.

Per fortuna il destino mi diede una scappatoia, rispose rapidamente al telefono, e dopo aver ascoltato un attimo, si congedó con una certa urgenza.
"Devo scappare , è urgente." e sparì dietro la porta come una folata di vento.

Millie scoppió a ridere sottovoce.
"Che cosa c'è di così divertente?"

"Tu , e il fatto che non hai il coraggio di dire a Striker che non ti interessa. Quel poveretto lo farai cascare malato per te."

"E dai, non è vero che non mi interessa" mentii, sperando di essere convincente.

"Certo, come no" E lei lo sapeva benissimo.

Non passarono nemmeno dieci minuti prima che sentissi il rumore di passi sulla soglia del pub.

Mi voltai verso l'ingresso, ed eccolo lì: Blitz.

La sua figura era illuminata dalla luce a neon del locale, il cappuccio alzato e la solita espressione stanca e sfrontata.

"Che cazzo ti guardi?" chiese, gettandomi un'occhiataccia mentre avanzava verso il bancone.

"Che cazzo ci fai ancora tu qui?" intervenne Millie mettendosi in mezzo come una barriera umana.

"Hey Mills, finalmente mi rivolgi la parola."

"Te la rivolgo solo per dirti di lasciare in pace la mia collega, se sei venuto a dare fastidio come sei solito fare, puoi girare i tacchi e andartene."

Blitz scrolló le spalle con un sorriso svogliato.
"Sono qui per farmi un bicchiere, non per altro."

"Me lo auguro" disse Millie con tono gelido.
Poi si giró verso di me "[T/n] servilo tu, io potrei svuotarglielo addosso  il bicchiere." e si allontanó, andando verso i tavoli.

Mi trattenni a stento dal ridere e mi avvicinai al bancone.
"Deve proprio odiarti eh.." commentai cercando di rompere il ghiaccio:

Lui non rispose subito, rimase come perso a fissare il vuoto nei suoi pensieri fin quando non gli passai una mano davanti agli occhi.
Si riscosse e si voltó verso di me, finalmente consapevole che ero li.

"Fammi.. non lo so, qualsiasi cosa. Basta che si beva. E che sia forte."

Sorrisi, ma dentro di me il mio cuore batteva più forte. Il peso del taccuino dentro il mio zaino, sembrava crescere sempre di più. Ogni istante che passavo con lui mi rendeva più difficile decidere come restituirglielo.

Dovevo farlo al più presto.

Fece per alzarsi col suo bicchiere, ma lo fermai in tempo.
"Hey aspetta!" dissi, prendendo il mio zaino.
"Ieri ho trovato questo nel tuo tavolo, pensavo lo volessi riavere."
Glielo porsi lentamente, mentre a lui letteralmente brillarono gli occhi appena lo ebbe sott'occhio.

Lo afferró rapidamente togliendomelo dalle mani, e incroció il mio sguardo. "Non avresti dovuto leggerlo." disse freddo.

"E chi ti ha detto che l'ho fatto?" dissi cercando di sembrare sincera.

"Oh andiamo, è ovvio che l'hai fatto." rispose lui con mezza risata finta.

Lo guardai cercando di mascherare il disagio che mi aveva provocato quella risata. Mentre lui, non sembrava davvero arrabbiato, stringeva il taccuino con le mani quasi come se fosse sollevato di riaverlo con sè.

"Okay... forse ho dato un occhiata" Ammisi infine, incrociando le braccia per difendermi dal suo tono accusatorio.
"Ma solo per capire di chi fosse. Non è che ci fossero molte informazioni personali, comunque"

Lui lo strinse ancora tra le mani, come se temesse di perderlo di nuovo, mentre mi sorrideva acidamente.
"E che impressione ti sei fatta eh?"

Ricambiai debolmente il sorriso cercando di alleggerire la tensione.
"Che hai una calligrafia orrenda"

Blitz si lasció andare a una risata involontaria, ma il suo sguardo non si ammorbidì del tutto.
"Apprezzo l'onesta, ma non avresti dovuto."

"Lo so.." dissi abbassando la voce.
"Mi dispiace."

A quel punto senza aggiungere altro, Blitz si alzó dal bancone, lasciando il bicchiere mezzo vuoto.
"Grazie." mormoró infilandoselo nella tasca della giacca.
E si avvió verso l' uscita.

"Blitz." lo chiamai mentre si dirigeva alla porta. Lui si voltó con un sopracciglio alzato.

"Qualunque cosa tu stia attraversando.." dissi con sincerità "Non devi perforza affrontarla da solo"

Tutt'oggi non so con che coraggio gli dissi quelle parole, so solo che sentivo il bisogno di fargli sapere che io, una sconosciuta ai suoi occhi, per lui c'ero.

Lui mi guardó per un attimo, come se stesse valutando se rispondere o mano.
Poi scrolló le spalle con un mezzo sorriso.
"Nah, sto bene così"

E se ne andó, lasciandomi lì con un bicchiere mezzo vuoto e mille domande.

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questo è un capitolo semi filler praticamente, il prossimo è AAAAAAA per questo non vedo l'ora di farvelo leggere , state sintonizzati🔥🔥

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