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10.

La mattina seguente mi svegliai più rilassata del solito, con il viso affondato nel cuscino e Blitz ancora rannicchiato tra le mie braccia.

Per un momento rimasi immobile, godendomi quel raro senso di calma. Senza pensarci troppo, passai una mano tra i suoi capelli spettinati. Blitz mugugnó qualcosa di incomprensibile nel sonno, stringendosi inconscio ancora di più contro di me.

Un sorriso mi sfuggì, poi scivolai via piano, facendo attenzione a non svegliarlo.

Mi diressi in cucina a prepararmi un caffè, e , mentre l'acqua bolliva, inconsciamente, presi due tazze.

Solo dopo mi resi conto di quello che avevo fatto. Sospirai tra me e me. "Sei proprio fottuta."

Il profumo di caffè si diffuse lentamente nella cucina. Lo versai nelle due tazze e fissai quella in più per qualche secondo, sospirando.

Senza pensarci più, la presi e la portai in camera, dove ancora Blitz era sotterrato dalle coperte e mi aveva già sostituita con un cuscino.

"Hey stronzo, svegliati."

Lui si mosse appena, lamentandosi.
"È troppo presto per vivere" borbottó, e allungó una mano alla cieca per prendere la tazza.

"Ti sto servendo il caffè a letto, non lamentarti."

"Sei tu che hai scelto di farlo, io non te l'ho mica chiesto."

"Vuoi vedere come te lo rovescio addosso?"

"E sporcheresti le tue coperte? Naaaaah"

Sospirai, già esasperata di prima mattina.
"Oh cristo, tu mi farai impazzire."

Finalmente si mise seduto e prese decentemente la tazza di caffè.

"Ripropongo, sei tu che hai scelto di ospitare un ricercato in casa."

"Infatti, hai ragione. Non sto impazzendo , sono giá pazza."

Blitz sollevó la testa per guardarmi, facendo un sorriso. "Guarda il lato positivo , poteva andarti peggio." Fece una pausa sorseggiando il caffè. "Tipo Striker."

Lo fulminai con lo sguardo. "Non lo nominare , che quello mi si materializza dietro la porta."

Blitz ridacchió e mi passó la tazza, vuota, rimettendosi comodo.

Sospirai e lo lasciai perdere, la casa era un macello totale. Avevo bisogno di sistemare il caos che c'era attorno a me per non pensare a quello che c'era nella mia testa.

E così feci, passai qualche ora sbadata a pulire alla perfezione, e quando finalmente arrivai a sistemare la camera da letto, ogni tentativo di sistemare era ostacolato dalla sua frustrante presenza.

Tentai di spostare dei vestiti poggiandoli nel letto, ma non appena mi voltai un secondo, erano giá per terra.

"Blitz, devo pulire e devo anche rifare il letto quindi, alzati."

"Lo fai domani." rispose con la voce ovattata dal cuscino.

"Blitz."

"Sto meditando."

"Stavi russando."

"È una tecnica avanzata"

Lo colpii con un cuscino , ma lui lo afferró e me lo tiró contro, centrando in pieno la mia faccia.

"STRONZO."

"Hai cominciato tu, TROIA."

Passammo il resto della giornata così, a battibeccare per passare il tempo. Nel frattempo feci anche amicizia con Loona, che sembrava stranamente amichevole con me, ma d'altronde, anche Frisk era stato amichevole con Blitz quando era solo uno sconosciuto.
Era strano, era come se i nostri animali, ne sapessero più di noi sul nostro legame.

Ad ogni modo, a una certa si fece ora di lavoro e mi diressi al pub, lasciando Blitz addormentato sul divano circondato da Loona e Frisk.
Sorrisi, era uno spettacolo adorabile. Il mio divano tappezzato di animali. Si, lui compreso.

Senza riflettere, presi una coperta e gliela misi addosso, lasciai una piccola carezza a Loona e Frisk, un saluto militare a Octavia in lontananza , e mi avviai verso il pub.

Il pub era già pieno di voci e odore di alcol. Ottimo modo per distrarmi, e smettere di pensare al segreto che , quando ero lì, sembrava ancora più pesante da sopportare.

Mi misi dietro il banco e, mi accorsi che Striker era giá lì, che aspettava che lo servissi con la solita aria da predatore.

"Allora [t/n] , sei libera domani o sei troppo impegnata a ignorare le mie avances?"

"Oh dio Striker, ho la testa troppo altrove al momento per potermi concedere un appuntamento." dissi prendendo un bicchiere e chiedendogli con lo sguardo cosa volesse.

"Fammi il solito, lo sai. Comunque, il mio numero ce l'hai, nel caso trovassi lo spazio per me." fece un sorriso malizioso appoggiando i gomiti al bancone e osservandomi in un modo che mi inquietó. Non era il solito sguardo che mi lanciava per flirtare, aveva qualcosa di strano stavolta. O forse era solo la proiezione della mia coscienza sporca a farmi sentire a disagio vicino a lui.

Provai a distrarmi, ma Striker decise di intavolare un argomento abbastanza delicato per me.
"Oh Millie, lo sai che Blitz è di nuovo ricercato? Pare che si stia nascondendo da qualche parte."

Il respiro mi si fermó in gola, mi girai di spalle mettendomi a lavare i bicchieri per dissimulare.

"Ah, lo sapevo, quel tipo non sa proprio comportarsi da persona normale. Che diavolo ha combinato stavolta?"

"A quanto so, si è infiltrato in casa del sindaco, per rubare sicuramente. Lo hanno beccato che schiacciava un pisolino in camera del figlio."

Mi voltai, mangiata dalla curiosità.
"Il sindaco ha un figlio?"

"Beh, aveva, ormai è -" Fece con le mano il gesto che si fa per indicare qualcuno morto.
"Crepato."

Il bicchiere mi scivoló dalle mani, rischiai di farlo cadere ma riuscì ad afferrarlo in tempo.
(Espiderman)

"Tutto ok?" chiese Striker che ovviamente non si lasció sfuggire la cosa.

"Si si, scusa, ho le mani di burro oggi." dissimulai cercando di fingere una risata e tornai a voltarmi di spalle.

È possibile che il figlio deceduto del sindaco sia.. Stolas?

Continuarono a parlare indisturbati di quanto fosse sporca la fedina penale di Blitz, e io cercai di contenere con tutte le mie forze l'impulso di urlargli contro per farli tacere.

Non lo feci, per fortuna.

Eppure ogni chiacchiera, mi sembrava invasiva, ogni sguardo mi sembrava sospetto.

È come se finalmente mi stessi rendendo conto della rischiosità di quello che stavo facendo.
Ero a tutti gli effetti una complice, ció significava che se venivo sgamata, finivo dietro le sbarre con lui.

Quella giornata mi sembró infinita, ogni cosa mi faceva gelare il sangue. Ero esausta.


Quando finalmente terminai la mia giornata di lavoro e rientrai a casa verso le 3 di notte, sbattendo la porta con troppa forza, trovai Blitz ancora steso sul divano, che scarabocchiava su un foglio.

Senza volerlo davvero, iniziai a prendermela con lui.

"Che cazzo fai?" sbottai.

Blitz giró appena la testa per guardarmi. "Eh? Mi rilasso, non lo vedi?"

Mi avvicinai furiosa.
"Quanto cazzo pensi di restare ancora qui?!"

Lui sollevó gli occhi che si fecero più seri. "Oh, quindi ora ti disturbo? Ti ricordo che non è stato proprio un mio piano finire a nascondermi qui."

"Ah certo, perché io secondo te non sto rischiando un cazzo, vero? Io sto rischiando il culo per te , mentre tu te ne stai spaparanzato sul mio divano a farti i gran cazzi tuoi."

"Non ti ho chiesto di fare niente per me."

"Peró ci sei Blitz. Sei qui. E la gente mi fa domande, parla di te, e Striker non mi molla un secondo, se ti scoprono sono fottuta."

Per un momento restammo a fissarci. Poi Blitz parló.
"Se ti do così fastidio, me ne vado."

Serrai i pugni, col fiato più corto.
"Non è questo il punto..."

"E allora qual è, cazzo?" disse alzandosi e allargando le braccia teatralmente.

Lo guardai e solo in quel momento capì che non era solo rabbia. Era paura. Non dissi niente.

"Se vuoi che me ne vada, lo faró." disse spostando lo sguardo altrove.

"Non voglio cacciarti ok?"
La voce mi tremava, più di quanto volessi ammettere. "È solo che, non puoi continuare a comportarti come se tutto ti scivolasse addosso. Fuori ti stanno cercando e io.. io non so per quanto riusciró a reggere tutta questa merda."

Blitz rimase in silenzio, scrutandomi. Per una volta, non aveva nessuna risposta pronta.

"Sai perchè lo faccio?" mormoró.
"Perché non so che altro fare. Scherzarci, sviare il discorso... è l'unico modo che conosco per non pensare a quanto faccia schifo tutto questo." Si passó una mano sul volto, stanco. "Se comincio a prendere la mia vita sul serio... crollo. E non posso permettermelo."

Non mi aspettavo una tale sincerità, ma il mio umore era talmente alterato che risposi male lo stesso.
"Ah certo, e quindi scarichi tutto sugli altri? Bel piano."

Lui mi lanció un'occhiata tagliente.
"Oh scusa se non rientro nel tuo standard di ospite modello, vuoi percaso che ti sistemi il letto prima di andarmene?"

"Non sarebbe male visto che stai praticamente accampato qui. Ma tanto a te basta fare lo spiritoso e tutto passa, no?"

"Meglio di starsene a piagnucolare tutto il tempo. Non credi? O forse quello che vuoi è proprio vedermi distrutto?"

"Cazzo, no! Voglio che ti svegli! Non puoi continuare a comportarti come se nulla fosse."

"Ma hai idea di cosa significhi avere tutto il paese alle calcagna?"

"E tu hai idea di cosa significa coprire il culo a uno come te?"

Fece un passo indietro, guardandomi rabbioso.
"Sai che c'è? Fanculo."

Si voltó per andarsene, ma la rabbia mi esplose dentro.

"Certo scappa! Tanto sai fare solo questo,  no?"

Lui si fermo di colpo. Lentamente si voltó verso di me con uno sguardo decisamente minaccioso.

"Attenta a quello che dici."

"Sennó che fai? Mi accoltelli?" sputai fuori, senza pensare.

Mi guardó serrando la mascella, come se stesse cercando di contenersi dal prendermi a pugni.

"E poi sul serio, che cazzo, devi per forza lasciare sempre questo maledetto pugnale in giro?!" continuai,  raccogliendo il suo coltello dal tavolo.

Blitz non si fece attendere. "Se tu non lo toccassi, resterebbe dov'è." La sua voce fredda risuonó minacciosa, come un avvertimento, mentre si avvicinava sempre di più a me.

Mi strappò il coltello di mano, con una rapidità che non mi diede il tempo nemmeno di notarlo. Sentì un brivido lungo la schiena ,ma cercai di non mostrarlo.

Ci fissammo per qualche secondo. Il respiro era pesante e la distanza era minima. Troppo minima.

Diventai visibilmente tesa. Ma a differenza di quanto possiate credere, non ero affatto tesa perché un ricercato che aveva accoltellato il suo stesso padre era in piedi davanti a me con un coltello in mano e uno sguardo rabbioso.

Era la vicinanza del suo corpo al mio a rendermi tesa, quasi paralizzata. Era la paura di perdere il controllo.

Prima che potessi aprire bocca, Blitz si mosse. Un gesto rapido ma sicuro. Mi afferró da dietro, il suo petto premette contro la mia schiena e il suo braccio si chiuse intorno alla mia vita in una morsa quasi d'acciaio.

Il coltello si mosse nella penombra, e poi la lama si avvicinó al mio collo, sfiorando appena la pelle senza toccarla.

Trattenni il respiro.

"Che fai? Cerchi di spaventarmi?" dissi, mentre tentavo di sembrare calma. Ma il suo respiro caldo e pesante contro la pelle del mio collo, tradiva qualsiasi maschera di sicurezza.

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oggi vi vizio con due capitoli per  il prossimo aspetterete un giorno in più perché anche se è già pronto, voglio renderlo ancora meglio, quindi me lo rileggeró altre 20 volte come minimo.

E scusate per l'interruzione in un momento così focus ma stava venendo troppo lungo quindi vi lascio con questa suspance 👀

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