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𝔼𝕝𝕚𝕤𝕖𝕠 𝔽𝕖𝕣𝕣𝕖𝕣𝕠 • ɪʀᴏ ɴᴏ ʀᴇᴛsᴜ

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ɴᴀᴢɪᴏɴᴀʟɪᴛᴀ̀
È originario della Svizzera, più precisamente dalla città di Locarno, situata nel Canton Ticino, a sud delle Alpi: è una rinomata località turistica, grazie, in gran parte, al particolare clima del luogo. È protetta, infatti, da una corona di alte montagne, e si affaccia sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore. È abituato ad ammirare ogni mattina un panorama da mozzare il fiato, ma proprio per questo gli è difficile apprezzarlo. Se gli si venisse chiesto, affermerebbe che avrebbe preferito nascere in qualche grande metropoli, così da non dover avere la rottura di scatole di conoscere praticamente tutti. O meglio, sono gli altri a conoscere lui, ad Eliseo non importa proprio nulla della comunità, o di quelle stupidaggini simili. Locarno non è una piccola cittadina, affatto, il problema è che sua nonna è... famosa, così possiamo dire, per il lavoro che fa, perciò è diventato normale etichettarlo come "nipote di quella lì".

ɴᴏᴍᴇ
Eliseo
Forma italiana di Elisha, dall'ebreo, "il mio dio è salvezza", stando all'antico testamento, Elisha sarebbe stato un profeta in grado di compiere miracoli. Dubita fortemente, comunque, che sia stato scelto per il significato, ma piuttosto per il suono in sè. Un suono elegante, raffinato, che per niente lo rappresenta, ed oltretutto lo trova anche estremamente stupido: chi chiama suo figlio Eliseo? Forse un paio di secoli fa avrebbe avuto senso. Avrebbe preferito un nome un pochino più anonimo, come Luca, o Marco. Ma no, gli è toccato Eliseo.
Per questa ragione, spesso si presenta semplicemente come "Eli".

ᴄᴏɢɴᴏᴍᴇ
Ferrero
Ha preso il cognome da sua madre. Sembra derivare dai vecchi cognomi utilizzati da chi, di professione, faceva il fabbro: dal latino "faber ferrarius", "lavoratore del ferro". Reputa anche questo stupido. Non ha idea di quale cognome non lo sia. Perchè usare i cognomi? Perchè distinguersi dagli altri? Non era meglio non inventarli e basta? Alle scuole medie lo hanno sempre abbreviato a "Ferry". Lo detestava e lo detesta tutt'ora, se qualcuno si azzarda a chiamarlo così potrebbe ricevere un'occhiataccia omicida. E non si vuole ricevere il genere di occhiate che Eliseo è in grado di fare.

ᴇᴛᴀ̀
17 anni
È nato il 9 di novembre, altro dettaglio che reputa stupido. Nove novembre, leggendo questa data suonano due "nove" di fila. Poteva nascere l'otto, o il dieci. Diamine, anche il nove di settembre sarebbe andato bene, nessuno avrebbe fatto caso al numero del mese. Ma è dovuto nascere proprio il nove novembre. Si chiede come mai non abbia deciso di abortire, come mai sua nonna abbia convinto la figlia a tenerlo. In quel caso sarebbe stato tutto più facile, e non si sarebbe dovuto vergognare di confidare persino la sua data di nascita, che gli ha consentito di passare uno stupendo anno di scuola. In realtà dovrebbe fermarsi di più a pensare, perchè non è colpa di nessuno: le coincidenze simili accadono, e non è colpa sua se è cresciuto con una famiglia fortemente cristiana, conosciuta per tutto il quartiere, se il suo nome ha radici bibliche, se il nove, un numero così pieno di significato nella cultura cristiana, compare due volte nella sua data di nascita. Avevano messo in giro voce che fosse un ragazzo maledetto. Per cosa, poi? Per ridere alle sue spalle. Questa cosa non gli è mai andata giù, e si detesta per non aver detto nulla, per non essersi mai difeso.
Da bambino amava festeggiare il suo compleanno, ma adesso per Eliseo il 9 novembre è diventato un giorno come un altro. Triste, freddo e grigio.

ᴀsᴘᴇᴛᴛᴏ ғɪsɪᴄᴏ
Ragazzo alto poco più di 1.63, non ha mai avuto un fisico robusto o mascolino, tutt'altro: è sempre stato molto magro, tanto che è normale per lui contare, allo specchio, le costole. Non è così di costituzione, se decidesse di mangiare porzioni normali di cibo, allora probabilmente anche la sua carnagione tendente ad un peculiare rosa scolorito -che sembra quasi assorbire la luce da quanto è opaca - riprenderebbe un po' di tono. Ma, non ha intenzione di farlo. Non si odia; o meglio, detesta la sua immagine, certo, ma il fatto di non mangiare è dovuto al che Eliseo detesta il cibo. Non gli piace mangiare. Il cibo gli fa schifo. Letteralmente. Mangia sempre e solo cose senza sapore, quelle anche solo di poco più saporite gli fanno venire la nausea: la pasta in bianco è il suo piatto preferito, e si vede. Tende ad assumere sempre una postura ricurva, le spalle piegate in avanti e lo sguardo basso, facendolo apparire come assorto in qualche genere di profondo pensiero. Nonostante il tipo di fisico che possiede, Eliseo è tutt'altro che agile o flessibile. È un pezzo di legno in tutto e per tutto, odia fare movimento fisico e raramente esce di casa, a meno che non gli si venga espressamente chiesto.

I tratti del suo viso sono, molto probabilmente, la parte di sè che più non sopporta: le guance sono fin troppo paffute e rosee per un ragazzo che mangia così poco, le orecchie che cerca sempre di nascondere sotto un largo cappuccio sono leggermente più grandi del normale, ma non risultano sproporzionate; ha un naso lungo ma schiacciato, ed i lati della sua bocca sembrano puntare naturalmente verso il basso. Ha perso la vista dall'occhio destro all'età di quattro anni a causa di un retinoblastoma di tipo sporadico. I medici sono riusciti a salvare il bulbo oculare, ma purtroppo per il nervo ottico non c'è stato nulla da fare, ed a causa di una probabilità di nuova manifestazione del problema, i medici non sono stati in grado di restituirgli la vista chirurgicamente. Le iridi sono di un azzurrino molto chiaro, ma in qualche modo spento; il sinistro è normale, ma sopra la pupilla del destro è rimasto un velo bianco, facendolo sembrare quasi monocromatico da lontano. A coprirlo, comunque, lascia sempre un ciuffo della lunga frangia, che lascia crescere tanto proprio per nascondere il difetto. I suoi capelli sono verdi, pur essendo mossi -da bambino era persino riccio - riflettono qualsiasi tipologia di luce, come fossero intrecciati a minuscoli, preziosi fili di smeraldo.

ᴄᴀʀᴀᴛᴛᴇʀᴇ
Eliseo è... normale. Un normale ragazzo, di una normale cittadina fra delle normalissime montagne.
Normale, conforme alle abitudini, alle previsioni, che non provoca alcuno stupore, questa definizione uscita direttamente dal vocabolario sembra calzargli a pennello. Nulla lo distingue dagli altri, nulla lo caratterizza, nulla gli riesce particolarmente bene. Se dovesse utilizzare una parola per descriversi, utilizzerebbe proprio questa. Normale. Normale e noioso. Per quanto lui ci provi, per quanto cerchi un modo per distaccarsi da questo aggettivo che si è autoimposto, Eliseo rimane un ragazzo nella norma. Ci prova, certo, ma allo stesso tempo il muro di cemento che si è costruito attorno per proteggersi non gli permette di guardarsi con oggettività, di paragonarsi agli altri con efficacia; Eliseo ha molto di speciale, semplicemente non lo vede. Ed il suo subconscio, di natura pessimista, non aiuta affatto. È sempre stato condizionato e guidato dal giudizio degli altri, dall'immagine che i suoi altri coetanei avevano costruito di lui: un bambino chiuso, gentile e pacato. Gli stessi creatori di tale immagine hanno poi avuto la brillante idea di prenderla e gettarla a terra, lasciandola finire in mille pezzi.

Ed, improvvisamente, Eliseo non era più il bambino riservato, disponibile e tranquillo, ma quello da evitare perchè sussurrava ad i fiori, quello che pretendeva sempre qualche favore senza nemmeno ringraziare e quello che minacciava con lo sguardo. Alle elementari i bambini possono essere cattivi, ed è un fatto, ma lui è stato particolarmente sfortunato a finire in una classe simile: da piccolo non ha mai, mai provato a minacciare qualcuno con uno sguardo. Mai. Era semplicemente la leggera differenza fra i colori delle sue pupille che forse, forse avrebbe potuto inquietare qualcuno. Eppure, era colpa sua? Meritava di prendersi sulle spalle la responsabilità di uno sfortunato evento come un retinoblastoma? Ha, così, iniziato a credere lui stesso a tutto quello che dicevano gli altri. Eliseo è strano, ad Eliseo piace la maestra, Eliseo ha un nome stupido. Eliseo era quello che gli altri comandavano, solo perchè non poteva fare nient'altro. Troppo gentile, troppo debole per difendersi da un'intera classe, è questo il motivo principale che lo ha spinto a comportarsi come fa ora. Ora Eliseo è stronzo, Eliseo è violento, Eliseo è freddo. Ed è solo colpa loro. Colpa di quelle innocenti spintonate in giardino, di quegli infantili commenti spifferati in classe. Ma loro non volevano fare nulla di male, giusto? Erano solo bambini.

Eliseo è un ragazzo normale, ma anni ed anni di rabbia repressa lo hanno reso più che spento; depresso. Non è mai stato libero di esprimersi, di essere se stesso, di confidarsi con qualcuno di importante. Non ha nessun amico stretto. Nessun amico in generale, solo conoscenti. Reputa gli amici un peso di cui curarsi, un inutile perdita di tempo. Non ha mai avuto un vero amico, come può sapere? Come può rendersi conto di avere un disperato bisogno di qualcuno che gli stia accanto, che, semplicemente, lo ascolti. Ha preso il vizio di rispondere sempre a tono, persino quando non ce ne è alcun bisogno. Sembra sempre ansioso, sempre sull'orlo di una crisi di nervi: in alcuni periodi si arrabbia e se la prende per i motivi più stupidi, in altri non alza nemmeno gli occhi dal pavimento per fare un misero contatto visivo. Non ci ha fatto caso, ma è molto più aggressivo e guardingo durante la seconda metà del mese, mentre durante la prima è sempre più a terra, più passivo verso la vita e verso chiunque. Il suo atteggiamento non cambia affatto quando è particolarmente più triste del solito. Già è depresso, che dovrebbe fare? Tagliarsi le vene? Il che gli è apparso come un'ottima opzione diverse volte, perchè non decidersi a farlo una volta per tutte?

Nulla è importante, nulla ha significato. Non ha senso studiare. Non lo fa per sè stesso, non lo fa per la scuola o per la famiglia. Non ha alcuna prospettiva per il futuro. Se gli viene affidato un compito, difficilmente lo porterà a termine se non è qualcosa di veramente importante per qualcuno; forse parte della grande gentilezza che possedeva da bambino non è svanita del tutto, se fa qualcosa per una persona. Insomma, non fa nulla per sè, perchè farlo per il prossimo? Eppure lo fa. Si sente stranamente realizzato successivamente, le rare volte che viene ringraziato, ma la sensazione svanisce in pochi secondi, tornando al solito, piatto grigio di sempre. La vera domanda è, come si comporta quando qualcosa lo rende felice? Non lo sa, non se lo chiede e non vuole saperlo. Sa già che è impossibile trovare qualcosa che possa farlo sorridere davvero. In generale, quando nessuna di queste emozioni prevale sull'altra, Eliseo sembra assonnato. Non ha davvero sonno, è semplice mancanza di vita in qualsiasi cosa faccia. Che stia prendendo una bottiglietta d'acqua ad una macchinetta, che stia spazzando il pavimento o, più raramente, rivolgendo la parola a qualcuno, sembrerà sempre estremamente stanco e pronto a crollare da un momento all'altro.

Se è l'ansia o la pressione a prevalere, invece... fuori non cambierà nulla. Avrà sempre un apparente sonno, ma dentro di sè starà finendo nel panico. Non è bravo con il pensiero logico o con quello rapido, non ricorda nemmeno la tabellina del 6, come dovrebbe fare a sbloccare quel motore a scoppio di cervello in un momento di crisi? Non riesce. Potrebbe apparire poco impressionato dalla questione, ma fidatevi, non lo è. La prima cosa che potrebbe venirgli da fare, in un momento di crisi, è il trovare un nascondiglio per chiarirsi le idee, anche se probabilmente non ne verrebbe fuori finchè qualcuno non venga a stanarlo in qualche maniera: difficile, visto quanto è bravo ad infilarsi in qualche pertugio senza farsi vedere e a non uscirne più. Potrebbe farsi metà del viaggio così senza problemi, anzi, ne sarebbe ben felice, specialmente perchè quando si tratta di interagire con altre forme di vita, Eliseo è un vero e proprio disastro. Sempre sulla difensiva, non è mai il primo ad attaccare bottone, e molto probabilmente non risponderebbe nemmeno se gli si venisse chiesto qualcosa. L'unica cosa alla quale risponde sono le provocazioni, non sopporta che gli si vengano messi i piedi in testa. O che gli si ricordi quanto si sia lasciato calpestare da bambino.

Sono tutti comportamenti che, come già detto, si è praticamente autoimposto badandosi sul giudizio degli altri; ma anche lui è umano, anche lui ha un'individualità, solo che non l'ha mai lasciata libera di esprimersi a causa della sua testardaggine. Se inizia a pensare che qualcosa è in una certa maniera, è impossibile fargli cambiare idea. Se si cerca di fargli pensare altrimenti, scrollerebbe via il commento con un silenzioso "vaffanculo". È decisamente molto volgare, perchè ha capito che l'usare insulti e parole pesanti è il modo più veloce per zittire qualcuno: mostrarsi ostile lo aiuta a starsene alla larga dai problemi.
Nonostante tutto, Eliseo è rimasto molto empatico. Si rende conto di un minimo cambiamento nell'atteggiamento di qualcuno in un attimo, senza nemmeno volerlo. E un po' si preoccupa. Si chiede cosa potrebbe esserci che non va in loro, ma poi sospira e torna a farsi i fatti suoi. I problemi degli altri non devono riguardarlo. Non riesce mai a portare a termine qualcosa: forse è più accurato dire che non gli interessa finire quello che inizia, tanto la vita continuerà comunque a fare schifo. Purtroppo, non è mai riuscito a lasciarsi scivolare addosso gli insulti. Li assorbe, li riascolta di notte, ci ripensa per giorni. È sensibile, e non ha intenzione di mostrarlo, perciò fa sempre finta di niente ed ignora i commenti, senza nemmeno degnarsi di rispondere a tono, in questi casi. Se ne sta semplicemente zitto, ed ha sempre l'impressione che si stia ridendo di lui, anche se la risata è iniziata a causa di qualche battuta divertente. Stanno ridendo di Eliseo, ed Eliseo lo detesta. Potrebbe mettersi a piangere.

sᴛᴏʀɪᴀ
Il passato di Eliseo è uno come tanti. Persino banale direbbe lui. Una donna viene per sbaglio messa incinta, il suo uomo la lascia. Lei non vuole il bambino, ma la sua famiglia è di forte stampo cattolico, così i genitori le impediscono di abortire. Gli stessi genitori, i nonni, prendono il bambino con sè, dopo aver appurato che la loro figlia aveva intenzione di darlo in adozione. Nulla di strano, nulla di anormale, niente di interessante. È sempre stato abituato ad andare in chiesa ogni domenica mattina. Ma, purtroppo, proprio durante una messa, il piccolo Eliseo iniziò a lamentarsi di non vedere bene, che l'occhio destro gli faceva male. I nonni hanno preso il dolore ed il rossore per congiuntivite, senza disturbarsi di portarlo dal medico: nessuno dei due aveva fatto caso alla patina bianca che lentamente cresceva sulla sua pupilla. E così, il piccolo Eliseo strinse i denti e sopportò il dolore, perchè se i nonni dicevano che sarebbe passato fra poco, allora era vero. Peggiorava sempre di più, ma nascondeva il rossore dietro i capelli, perchè quei nonni così gentili non meritavano di preoccuparsi per lui. Fino ad una settimana più tardi, quando si svegliò e si rese conto di non vedere affatto dall'occhio destro; si spaventò tanto che si mise a piangere -un po' dal dolore, un po' anche dalla preoccupazione di come avrebbe fatto sentire i nonni-, e finalmente si resero conto della gravità della situazione. Lo portarono immediatamente in ospedale. Gli venne diagnosticato un retinoblastoma, un tumore della retina. Se lo avessero portato subito, se non avessero perso tempo a dare poco peso ad i sintomi, allora sarebbero senza dubbio riusciti a salvargli la vista, ma spiegarono che fu fortunato, perchè si sarebbe potuto espandere anche all'occhio sinistro, e sarebbe rimasto irrimediabilmente cieco da entrambi. Aveva quattro anni, e non ricorda assolutamente nulla di quei giorni, ma si è convinto che è colpa della gente che lo ha cresciuto se adesso deve vergognarsi tanto da doverselo coprire.

Poi, iniziarono le scuole elementari. E gli incubi. Era il più debole, il più piccolino della classe, irrimediabilmente il ""preferito"" delle maestre, solo perchè vedevano quanto si isolasse dagli altri bambini, e provavano sempre a farlo avvicinare, senza successo. Ma quei bambini gli facevano paura, che poteva fare? Camminare dritto dentro la bocca del mostro? Non gli sembrava un'ottima idea. Non voleva essere preso di mira, non voleva ascoltarli, ed era per questo che si attaccava sempre ad i pantaloni delle maestre. Cosa che comunque gli ha valso prese in giro, ma almeno vicino a persone adulte si sentiva al sicuro. Aveva preso l'abitudine di innaffiare le piante sul balcone della classe, durante la ricreazione, e questo gli era valso il soprannome dispreggiativo di "fiorellino". Ma non poteva sapere che quello era solo l'inizio. Finite le elementari, le medie gli parvero il doppio peggiori. Sua nonna, spesso, andava di casa in casa a chiedere offerte per la chiesa, che puntualmente si sarebbe tenuta. E più o meno tutti lo sapevano. Se sua nonna era una ladra, allora, lo doveva essere anche Eliseo. Ha iniziato a detestare la sua famiglia in quel periodo, così come ha iniziato ad odiare sè stesso. Nessuno lo ha mai contraddetto, allora deve essere proprio così. Deve essere uno schifo essere suo amico, deve essere una rottura averlo attorno.
Si chiede se avessero potuto farglielo capire in maniera più gentile.
Tre anni fa, suo nonno venne a mancare di cause naturali, da come è ovvio per un vecchio, ma Eliseo, seppure quell'uomo fungesse da figura paterna, non ha versato nemmeno una lacrima.
Essere padre e fare il padre sono cose diverse, e non ha mai fatto nulla per esserlo davvero.

ᴄᴏsᴀ ɢʟɪ ᴘɪᴀᴄᴇ
Se lo chiede spesso anche lui. Cosa gli piace? Non lo sa. Mi complichi la vita così-

I fiori
Sono da ragazzine, sono così delicati da rovinarsi con un tocco, ma li ha sempre amati, li trova stupendi da osservare. Come si muovono, come riflettono la luce. Ma non lo direbbe mai a nessuno.

I dolci
In particolare qualsiasi cosa contenga marmellata di fragole. Vivrebbe di quella marmellata se solo potesse, i dessert sono l'unico cibo vagamente saporito che non gli da il voltastomaco.

I vestiti larghi
Prende sempre qualsiasi indumento due taglie più grandi del dovuto; non saprebbe spiegare il perchè, ma li preferisce così, in modo da poter nascondere le mani dentro le maniche.

Dormire
Non si metterebbe mai a dormire in un posto a caso, no. Ama la sensazione del morbido materasso sotto di sè, le calde coperte a proteggerlo, il fresco cuscino sulla guancia... è semplicemente perfetto.

ᴄᴏsᴀ ɴᴏɴ ɢʟɪ ᴘɪᴀᴄᴇ

I luoghi affollati
Che sia anche una decina di persone in una stanza sola, Eliseo cerca sempre di farsi davvero piccolo e di infilarsi nell'angolo più buio, a gettare occhiatacce a chiunque osi disturbarlo. Raramente esce di casa se non per andare a scuola.

Le persone
Perchè non lo lasciano stare? Non vuole avere niente a che fare con nessuno, detesta l'idea di dover essere rilevante per qualcuno. Si vede chiaramente che vuole essere lasciato in pace, perchè nessuno si fa i fatti propri?

La pioggia
Lo deprime più del dovuto. Anche solo il suono, o la vista delle gocce - quando piove si rintana in camera sua e non vuole uscirne. Oltretutto detesta il freddo, e la pioggia è fredda.

Essere toccato
Ognuno nel proprio spazio personale e nessuno si farà del male. Che hanno tutti da mettergli una mano in testa? Che problemi li affligono? Non fa certo una scenata se viene sfiorato, ma non lo sopporta.

Leggere
Lo trova di una noia incredibile. Non sa perchè alla gente piace tanto. Sono delle parole buttate su un foglio, cosa c'è di interessante?

Gli aerei
Non ha paura di volare, è più che il cambio repentino di pressione gli ribalta lo stomaco. Si sente male. E lo odia.

ᴘᴀᴜʀᴇ

Degli aghi
Ha il terrore degli aghi. Non avvicinate quella roba ad Eliseo, potrebbe afferrarlo e lanciarvelo contro per eliminare due minacce in un colpo solo. È per lo più una paura irrazionale, ma... non li sopporta nemmeno alla vista, probabilmente per il tempo che ha passato in ospedale a causa del retinoblastoma.

Dell'acqua
In realtà è più un terrore (ben fondato, stavolta) di cadere in acqua e di annegare, non avendo mai imparato a nuotare: non ci entrerebbe nemmeno con i braccioli, ha troppa paura che si sfilino. E poi, sono ridicoli e per bambini.

ᴀʙɪʟɪᴛà
Restare al letto per quattro giorni di fila senza alzarsi vale come abilità? Heh, lo dubita, ma sembra incapace di fare qualsiasi altra cosa. È un ragazzo normale, quali abilità dovrebbe avere?

La pazienza
Può stare fermo senza far nulla, da solo, e non si annoierebbe. Avrebbe i suoi filmini mentali da guardare e riguardare, e nemmeno si renderebbe conto del tempo che sta passando. Così come, se proprio deve, potrebbe mettersi davanti a qualcuno ed interrogarlo sullo stesso argomento per ore.

La parlantina
Non parla mai, ma se deve farlo è chiaro e diretto, e sa bene come ferire con le parole ed arrivare rapidamente al punto. È anche bravo con le bugie, sa inventare scuse credibili abbastanza in fretta.

ᴅᴇʙᴏʟᴇᴢᴢᴇ

La forza fisica
Non facendo movimento fisico, ha la stessa forza muscolare di una bambina di dieci anni. Non riesce nemmeno ad aprire i barattoli di marmellata senza che qualcuno lo faccia per lui.

I riflessi
In parte a causa del fatto che vede solo da un occhio, è molto lento nei riflessi. Se gli si lancia qualcosa è difficile che riesca a prenderla al volo, ed altrettanto difficilmente riesce ad evitare un pericolo improvviso.

ᴀʀᴍᴀ
È convinto che se avesse scelto qualche genere di pistola si sarebbe solo slogato un polso, o entrambi, e non può permettersi di sollevare pesi eccessivi, non ce la farebbe proprio. Così, ha optato per una vecchia, sana balestra da caccia. Non è leggera, ma dovrebbe essere l'arma più semplice da usare per lui.

ᴄᴀʙɪɴᴀ
Che cambia? Una cabina è una cabina, a lui interessa che ci sia un materasso morbido ed una fornitura decente di coperte pesanti. Le pareti nere lo tenterebbero, certo, ma non avrebbe voglia di chiederle. La terrebbe così, proprio come l'ha trovata.

ᴏʀɪᴇɴᴛᴀᴍᴇɴᴛᴏ sᴇssᴜᴀʟᴇ ᴇ ᴅɪsᴘᴏɴɪʙɪʟɪᴛà ᴀ ʀᴇʟᴀᴢɪᴏɴɪ
Omosessuale (che ti aspettavi :v), è disponibile ad una relazione. Sempre che qualcuno capisca come trattare questo ciccino depresso :c non lasciatelo solo ne hA BISOGNO

ᴄᴏᴍᴇ sɪ ᴄᴏᴍᴘᴏʀᴛᴇʀᴇʙʙᴇ ᴅᴀ ɪɴɴᴀᴍᴏʀᴀᴛᴏ ᴇ ᴄᴏʟ ᴘᴀʀᴛɴᴇʀ?
Il suo subconscio sembra essere convinto che la parola "amore" suoni molto come "odio". Anzi, sono proprio la stessa cosa per lui. Se Eliseo si dovessere rendere conto di star iniziando a sentire qualcosa per qualcuno, cercherebbe in ogni maniera di negarlo. Lui, innamorato? Impossibile. Ha bisogno solo di se stesso e di stare da solo, non può essersi innamorato. Inizierà a comportarsi ancora peggio verso il destinatario di tali sentimenti, arrivando a sbattergli porte in faccia, ad insultarlo da lontano per cacciarlo via. Come liberarsi di sentimenti tanto indesiderati? Pensa e riflette fin troppo per essere un'abitudine sana, perciò, prima o poi, dovrà arrivare il momento in cui si rende conto che, in qualche modo, dovrà risolvere la situazione. Gli mette troppa ansia rimanere interdetto. E se dovesse capire che confessare i suoi sentimenti sarà il modo più veloce per liberarsene, allora lo farà. Cercherà un momento in cui si trovano da soli, e sorprendentemente farebbe la prima mossa. Ma, lo direbbe a voce talmente bassa e parlando così velocemente che, molto probabilmente, non si capirà proprio nulla, obbligandolo a ripetersi. Lo odierebbe, sarebbe il momento peggiore della sua vita. Non avrebbe mai pensato di poter cadere in una trappola come quella dell'amore, e invece ci è finito dritto dentro, come un'idiota. Se dovesse venir rifiutato scrollerebbe le spalle, mormorerebbe un "tanto lo sapevo" e se ne andrebbe velocemente senza nemmeno voltarsi, ripetendo a sè stesso che non ci sta male, che non ne ha davvero bisogno, che doveva solo levarsi quel peso dalle spalle.
In caso dovesse ricambiare, Eliseo rimarrebbe naturalmente di stucco. Ha sentito bene? Com'è possibile? Non piace mai a nessuno, cosa sta succedendo?
Ah, starà sognando.
Meglio andare a farsi una dormita.
Ma, si sveglierebbe, e non sarebbe cambiato nulla. Ancora ricambia.
... e che dovrebbe fare adesso??
Stanno insieme?
Non stanno insieme?
Dovrebbe... abbracciarlo??
La quantità di problemi che si farebbe sarebbe inquietante. Per ogni, piccola nuova cosa, Eliseo esiterà, convinto che sarà un disastro. Insomma, ha sempre detestato il contatto fisico, ma perchè adesso si riduce persino a cercarlo?!?
Eliseo è convinto che non si abituerà mai, e continuerà così per circa un anno, poi si darebbe una calmata. Deve piacergli davvero se l'ha sopportato per un intero anno, giusto? Non è dolce, nemmeno un po', ma si metterebbe di impegno e cercherebbe di dare tutto ciò che ha, alla sua nuova ed unica ragione di vita. Starà esagerando?

ᴄᴏsᴀ ᴘᴇɴsᴀ

ᴅᴇʟ ʙɪɢʟɪᴇᴛᴛᴏ
Ah, devono aver inventato qualche nuovo metodo di stampa. Perchè quel grigio è particolarmente strano. Non gli ha dato alcun peso, comunque.
Non gli è sembrato di aver partecipato a qualche concorso a premi, perciò dubita fortemente del "non è una presa in giro"; tutta la sua vita lo è stata. E la parte della "colorata avventura" gli è sembrata più che stupida. Ci ha pensato diverso tempo prima di decidere di accettare. Che male gli avrebbe fatto cadere in una qualche trappola ed essere ammazzato da qualcuno che avrebbe venduto i suoi organi al mercato nero? Eh, non gli interessa. Gli darebbero solo una mano a farla finita, perciò accetta.

ᴅᴇʟʟᴀ sᴛᴏʀɪᴀ sᴜɪ ᴄᴏʟᴏʀɪ
Probabilmente nemmeno la ascolterebbe, preso dall'evitare qualsiasi contatto visivo e fisico con gli altri. E gli sarebbe comunque sembrata stupida, non ci avrebbe creduto.

ᴅɪ ᴀʏᴀᴋᴀ
Non è un nome da femmina? Guardare tutte quelle sfumature di grigio fa male agli occhi.
Non sopporta il modo in cui si comporta. Sembra sempre così allegro e vitale, che ha da ridere e da scherzare? Avrebbe davvero preferito finire nelle mani di una gang ed essere ammazzato piuttosto che sopportare questo nanetto iperattivo. Forse era meglio rimanere a casa. Generalmente non reagisce affatto ad i suoi scherzi, è abituato ad ignorare i fastidiosi moscerini. Al contrario, non riesce ad ignorare tutti quei doppisensi che sembra trovare ovunque. Lo lasciano in imbarazzo come nient'altro, se dovesse fargliene uno si girerebbe, e tenterebbe di nascondersi ancora di più. Parla troppo, vuole sapere troppo, e ad Eliseo non interessa averci qualcosa a che fare.

ᴅᴇʟ sᴜᴏ ᴍᴏɴᴅᴏ
È un mondo normale. È il suo mondo. Crede non abbia nessun problema o mancanza, è lui ad essere di troppo, lì.

ᴘᴇʀᴄʜè ʜᴀ ᴀᴄᴄᴇᴛᴛᴀᴛᴏ ʟᴀ ᴍɪssɪᴏɴᴇ?
Non lo sa, e si maledice per averlo fatto. Che stava pensando? Forse era vagamente curioso sul come si sarebbe svolta la situazione, ma onestamente avrebbe preferito osservare da fuori. Un po' come una serie tv. Non sarebbe stato male. La parte dell'esserne uno dei protagonisti è la parte che non gli piace affatto.

ᴄᴏᴍᴇ ʀᴇᴀɢɪʀà ᴅᴀᴠᴀɴᴛɪ ᴀʟ ᴄᴏʟᴏʀᴇ?
Perchè fa così male alla vista? Deve essere una questione di abitudine, immagina. Non si mostrerà stupito o scioccato, avrà la sua faccia di sempre. Non gliene frega davvero nulla, onestamente. Potrebbe vivere senza, anche se deve ammettere che così i fiori sono decisamente più belli.

ᴄᴏᴍᴇ ʀᴇᴀɢɪʀᴇʙʙᴇ sᴇ ᴠᴇɴɪssᴇ ᴛʀᴀᴅɪᴛᴏ? ᴇ ᴄᴏsᴀ ғᴀʀᴇʙʙᴇ sᴇ ᴄᴏʟᴜɪ ᴄʜᴇ ʟᴏ ᴛʀᴀᴅɪsᴄᴇ è ʟᴀ sᴜᴀ ᴄᴏᴛᴛᴀ?
Se venisse tradito si arrabbierebbe solamente nel caso avesse stretto un qualche genere di amicizia con chi lo ha tradito. Ma, a dirla tutta, sarebbe probabilmente lui a voltare le spalle a tutti per primo, per quanto gli interessa la questione.
Nel caso fosse la sua cotta a tradirlo, se non si fosse ancora confessato, allora, semplicemente, si arrabbierebbe con se stesso. Come ha fatto a non capirlo prima? Se invece si fossero già messi insieme al momento del tradimento... non farebbe proprio nulla. Quel barlume di speranza, quella piccola convinzione che lo avrebbe aiutato a riprendersi dal circolo vizioso di odio per sè stesso, svanirebbe. E getterebbe via l'orgoglio, riducendosi a piangere. Non serve a nulla se non per essere usato, ed a quel punto Eliseo ne avrebbe persino le prove.

ᴀʟᴛʀᴏ
•Non se la cava male con la cultura giapponese, fino ad un annetto fa leggere manga era il suo passatempo preferito: peccato abbia perso del tutto l'entusiasmo.

•Ha la mania di sistemarsi la frangia davanti all'occhio ogni due per tre, per assicurarsi che sia ancora al suo posto. Non vuole che venga visto.

•Non riesce a dormire se non stringe un peluche. Ed ovviamente non se l'è portato, perciò avrà difficoltà ad addormentarsi di notte.

ᴀғғɪɴɪᴛà ᴄᴏɴ ɪ ᴄᴏʟᴏʀɪ

🍀🅥🅔🅡🅓🅔
Testardo come un mulo, se un'idea si annida in quella testa è impossibile che ne venga fuori.

⚘🅡🅞🅢🅢🅞
Se si arrabbia sul serio, allora si è persa ogni occasione di possibile riconquista di quella fiducia che quasi mai offre. Insomma, se lo fate arrabbiare davvero lo avete perso.

🦋🅑🅛🅤
Più che di sangue freddo, con Eliseo si parla di vera e propria negatività verso la vita; per questo riesce a riflettere anche in situazioni di pericolo senza alcun problema.

🌸🅡🅞🅢🅐
È accurato dire che sotto tutto quell'orgoglio c'è una persona molto dolce. Il problema è che non lo sa nemmeno lui, è convinto di aver completamente perso quel lato di sè.

💜🅥🅘🅞🅛🅐
Ugh, i doppisensi lo imbarazzano. Ma, eliminando questa spessa barriera, molto probabilmente si metterebbe a farli anche lui.

🌻🅖🅘🅐🅛🅛🅞
È solare... con i suoi fiori.

🍁🅐🅡🅐🅝🅒🅘🅞🅝🅔
È tutto il contrario di coraggioso e determinato, ma quello che è vero è che è difficile spezzarlo: lo hanno abituato a sopportare anche le peggiori delle tempeste. Le supererà tutte.

*

[4968 parole]

Oh mammina, eccolo qui

Ci sono stato tutto oggi-- sarà troppo depresso? Ho esagerato???
Non so- E NON È FATTO APPOSTA CHE HA I CAPELLI VERDI, ho scelto il prestavolto e scritto il carattere, poi per ultimo ho fatto le affinità-

Im so sorry-

Crazy_Moon11 uwu spero vada bene~

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