ꨄ︎ 𝓥𝓲𝓿𝓮𝓻𝓮 𝓟𝓮𝓻 𝓘𝓵 𝓢𝓾𝓸 𝓢𝓸𝓻𝓻𝓲𝓼𝓸 ꨄ︎

Le lezioni era iniziate da poco e tu, come sempre, stavi cercando di dare il massimo per seguire appieno la spiegazione così che a casa avresti potuto riposarti dopo quella lunga, lunghissima e stancante giornata di scuola.

Erano appena scoccate le nove del mattino e tu non riuscivi a concepire come i professori avessero tutta quella voglia di spiegare in un orario del genere. Non riuscivi più a prendere appunti dalla lezione precedente a causa di una torsione al polso, e loro osavano pure pretendere che tu prendessi appunti per altre cinque ore? Pazzi, ecco come li consideravi. Tu però, nonostante avessi l'infrenabile voglia di prendere un cuscino e metterti a dormire sul banco, stavi comunque cercando di dare il massimo, attendendo una pausa e l'altra così da poter, anche per solo venti secondi, tirare un sospiro di sollievo.

"Prevedo che sarà una giornata molto pesante..." pensavi, mentre scrivevi sul tuo quaderno ad una velocità tale che pareva potessi bucare il foglio da un momento all'altro. Era vero che non dovevi lamentarti dato che quella stancante attività era normale per qualunque studente, ma tu non riuscivi proprio a rimanere con la mente lucida. Sembrava come se stessi ancora nel mondo dei sogni, evidentemente poiché la sera prima avevi deciso di rimanere sveglix tutto il tempo a studiare per tutte le verifiche che avresti affrontato durante la settimana. Mancava ancora qualche mese alla fine della scuola e tu non sapevi se saresti sopravvissutx alla fine, e quella giornata pareva essere la peggiore di tutte per la pesantezza. Avresti davvero voluto buttare in aria carta e penna e fuggire dall'aula, peccato che la tua buona condotta ti impedisse di dare sfogo al tuo es, alla tua componente irrazionale che sentiva il solo bisogno di dare sfogo a tutte le sue pulsioni.

Ma mentre stavi per cambiare pagina per l'ennesima volta così continuare a scrivere, ecco che davanti a te vedevi girarsi improvvisamente il tuo vicino di banco Cater Diamond, il quale, senza farsi vedere dal professore, ti aveva lasciato un bigliettino sul banco. Provando curiosità, avevi poggiato la penna e velocemente avevi letto il suo messaggio sotto al tuo banco, facendo attenzione a non farti beccare da nessuno. Esso citava queste parole: "Presta attenzione alla scemenza che sto per dire."

Tu allora avevi alzato lo sguardo verso di lui, il quale era di nuovo girato di schiena. Non riuscivi a capire cosa aveva intenzione di fare quel ragazzo, né tantomeno perché ti aveva mandato quel bigliettino, tuttavia dovevi ammettere che ti incuriosiva sapere cosa girava nella mente dell'arancione, di quel ragazzo che è sempre stato amichevole con tutti e con te non di meno. Pochi secondi erano passati ed ecco che un gesto compiuto dall'altro aveva colto la tua attenzione ancora una volta: Cater aveva alzato la mano, pronto per porre una domanda al professore.

Quest'ultimo non aveva aspettato a lungo e aveva subito risposto al suo segno. «Mi dica pure, Diamond. Qualcosa non le è chiaro?» aveva domandato, con tono serio ma pacato. Anche se era quasi completamente girato, riuscivi comunque ad intravedere sul suo volto il solito ghigno che lo caratterizzava, il quale indicava che avrebbe sicuramente detto una cavolata e non si sarebbe vergognato di dire ciò anche davanti al suo superiore. Dopo poco, l'arancione aveva parlato, trattenendosi dallo scoppiare a ridere: «Sa qual è il colmo di un taglia legna, professore?»

«No, ma questo è scemo...» riuscivi ad udire i bisbiglii dei tuoi compagni, che parevano però concordare con il tuo pensiero. Veramente Cater aveva il coraggio di dire una freddura davanti al professore? Rischiava di essere buttato fuori dall'aula, e per cosa poi? Perché rischiare così tanto?
Tu non riuscivi proprio a concepire il suo gesto, ma una cosa era certa: eri proprio curiosx di sapere come sarebbe andata a finire la questione.

«Diamond, è il caso di fare queste battutine da quinta elementare nel bel mezzo della mia spiegazione?» lo aveva schernito l'adulto, guardandolo con acidità. L'interpellato, tuttavia, non sembrava minimamente intimorito, così aveva ripreso a parlare senza paura. «Ma professore, la risposta era "avere una moglie scollata"! Uffa, pensavo la sapesse, peccato.» Il professore era furibondo dal comportamento del ragazzo e senza pensarci due volte gli aveva indicato la porta. «Signor Cater Diamond, credo proprio che lei voglia andare a farsi un giro fuori dalla mia classe. Prego, io non la blocco.»

«Ed io credevo che avesse il senso dell'umorismo. Vabbè, pazienza!» L'arancione si era alzato e, facendo finta di essere sconfortato, si era diretto verso l'uscita dell'aula. Poco prima di uscire, tuttavia, aveva girato lo sguardo verso di te e subito ti aveva lanciato un occhiolino per poi andarsene chiudendo la porta alle sue spalle. La lezione era subito ripresa, ma tu non riuscivi proprio a seguirla. Il gesto del ragazzo ti aveva assai colpitx poiché dal solo sguardo avevi capito che aveva fatto quella battuta con il solo scopo di attirare la tua attenzione distraendoti da quella noiosa spiegazione, e ce l'aveva fatta! Pensando a lui non potevi fare a meno di sorridere, poiché lui aveva immediatamente capito che quella giornata per te non era rosa e fiori come le altre e così aveva fatto in modo di potertela migliorare, anche solo di un minimo facendoti ridere.

Cater era fuori dalla classe, ma riusciva comunque ad intravedere dalla porta socchiusa tu che sorridevi. Alla vista del tuo dolce sorriso il cuore del giovane pareva sciogliersi come il ghiaccio si scioglie al calore e ciò lo rendeva la persona più felice del mondo. Anche se era appena stato punito, non poteva essere più contento di realizzare che la causa del tuo sorriso era proprio lui, di quello stupido e solare ragazzo che era.

"Adoro vedere il suo volto colmo di gioia," pensava l'arancione, poggiandosi al muro del corridoio "riesce sempre a rendere il mio cuore sereno. Oh, potrei vivere solo per il suo sorriso e basta, mi basta esso per essere la persona più felice del mondo."