45-La lettera del profeta
Sei nelle mie mani, piccola feccia. Esse si richiuderanno sul tuo misero corpo, stritolando ogni parte di te, dal suo interno. Sta arrivando il giorno che ho atteso, silente, dietro le quinte, mentre osservavo come portavi avanti la tua squallida vita. Una vita fatta di nulla, di vuoto.
Tutti i fili combaciano alla perfezione. Li ho selezionati, minuziosamente. Fili trasparenti che ti hanno sempre manovrato, portandoti sull'orlo dell'abisso.
Quante volte hai provato a non sprofondare riemergendo da acque sempre più increspate? Erano solo piccoli spiragli di luce che ti donavo, non per essere indulgente, ma per creare l'illusione che ce l'avessi fatta, di nuovo.
La tortura era diventata così divertente che non avrei mai voluto smettere. Ma ogni film ha il suo finale e, ahimè, tutte le cose belle terminano prima o poi. Mi sono tanto divertito con te, tutte le volte.
Ti stai chiedendo come sia possibile che ci fossi sempre io dietro tutto, senza che tu te ne rendessi conto? Semplice. Io sono un essere supremo, ignoto e invisibile. Al mio fianco ho sempre avuto fedeli seguaci che mi idolatravano.
I loro racconti, spesso esilaranti, mi hanno coccolato durante questo martirio.
Lunga, estenuante attesa, resa più dolce a ogni tua caduta. La mia goduria nel vederti annaspare in acque tiepide, diventerà pura delizia, quando annegherai nelle stesse, ormai, diventate gelide. Un piacere per i miei occhi delusi dalla vita, da te.
Non è stata la sorte a volere la tua estrazione, ma tocca a te contare.
Uno.
Due.
Tre.
A chi vedi, vedi a chi no, no!
Riuscirai a trovarmi, lurida feccia?
Sto correndo più veloce di te.
Tana!
Il tempo scorre, non ne è rimasto ancora molto. Nascosto da una vita, spetta a te trovarmi, ma non ti assicuro che, quando ci riuscirai, tu ne rimarrai indenne. Anzi, ti faccio una promessa. Non accadrà. Pregherai che la morte venga a prenderti senza farti espiare le tue colpe.
A presto... P.
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