42-La lettera del Profeta
Senti questo suono irregolare e incessante dello scorrere del tempo, battere sull'orologio? Un picchiettio ridondante nella tua piccola e vuota scatola cranica, inizia farsi spazio nei vacui meandri della tua mente, piccola feccia. Il tuo tempo sta finendo. Ho tessuto una dolce tela, fitta di risentimento, in tutti questi anni. La stessa, che ha intrappolato te, lurido escremento.
Mi hai tolto la possibilità di vivere la vita che avrei sempre voluto vivere, convinto di essere nel posto giusto del mondo.
L'unicerso girava intorno a me ed era una sensazione celestiale. Mi toccava dentro, mi rendeva padrone di me stesso. Nessuno poteva scalfirmi. Nessuno poteva avvicinarmi. Mi nutrivo di futili emozioni passeggere.
Sono state loro la mia droga. Offrivano attimi d'intenso piacere che, spesso, non lasciavano traccia del loro passaggio. Pochi vizi, nessuna ossessione.
Poi sei arrivato tu e hai rovinato tutto, strappandomi via quell'amore che bramavo da tempo.
Ho ceduto all'istinto di sopravvivenza.
Ho ceduto al desiderio di onnipotenza e al desiderio di vendetta.
Schiavo di un universo che mi ha sempre remato contro.
Il mondo che avevo costruito era fatto di polvere che è scivolata, inesorabile, tra le dita.
Aspetto da tempo di godermi la mia vendetta. Quella che ti sputerà in faccia delle verità che bruceranno sulla pelle come acido fluoridrico.
Hai creduto di volerti vendicare di qualcosa che neanche conoscevi, cercando risposte che riuscirai a trovare, solo, scavando una fossa con le tue stesse, luride mani nude.
Le verità di una vendetta che non ti è mai appartenuta...
La stessa che è sempre spettata solo a me.
Il gioco continua, piccola feccia. P.
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