16- La più buona del mondo
Dafne
Campo estivo Hedi Waseem dodici anni prima
Finalmente! Dopo undici interminabili mesi di chiamate e rarissimi incontri fugaci, avremo modo di viverci davvero, per tutto il tempo che vogliamo.
Mamma dice che sono troppo piccola per avere un fidanzato e uscirci da sola. Non viviamo molto distanti, ma io non ho il permesso di prendere i mezzi per spostarmi, né tantomeno di stare fuori fino a tardi. Tra gli impegni scolastici, gli impegni sportivi e altro, lui è riuscito a raggiungermi cinque volte in tutti questi mesi.
Mi riempie di parole dolci come il miele. Sono terrorizzata dal fatto che possa lasciarmi da un momento all'altro per una ragazza più grande e più disponibile, in tutti i sensi. Lui dice che aspetterà me, ma lo vedo come lo guardano le ragazze. Lo sguardo che gli rivolgono mi fa venire l'orticaria. Quando cerco di farglielo notare, mi rassicura, dicendomi che non ci fa caso perché non ha occhi che per me. Ma siamo stati così poco insieme che potrei uscire dalla sua testa in un attimo. Non verrei mai a saperlo, se mi tradisse.
Questo posto non è mai stato così rassicurante come oggi.
Nell'aria, un profumo dolce di pesche invade tutti gli spazi. La signorina Evelin, ogni anno, prepara una strepitosa crostata di benvenuto e questo odore mi fa capire che l'estate è tornata.
Elias è già qui, lo sento dentro che c'è, ma ancora non ho avuto modo di vederlo. Sistemiamo le nostre cose nelle camere. Quest'anno ho una gran fretta di finire.
Pettino i capelli, metto il burro di cacao, un pantaloncino di jeans, una t-shirt enorme dei Guns N' Roses – fregata a Elias quando è riuscito a farmi una sorpresa per il giorno di San Valentino. L'aveva messa sotto la felpa.
Accarezzo le farfalle che stanno esplodendo nello stomaco e sono pronta. Lara mi osserva con un sorrisetto compiaciuto. Non sa di Elias, ma ha notato il mio disinteresse nel piegare i vestiti e riporli nell'armadio con la meticolosità che mi ha sempre contraddistinta. Butto tutto alla rinfusa. Ci penserò più tardi.
Esco di corsa dalla camera per raggiungere gli altri. La prima faccia conosciuta che vedo è quella che non avrei pensato di rivedere più al campo.
La faccia di cazzo di Matt che sorride beffarda, sembra avere più denti del normale. Il suo ghigno viscido nasconde ombre che spaventano.
Non pensavo di ritrovarlo.
Certo, ventuno anni è il limite di età per il campus ma, soprattutto i ragazzi, smettono di presentarsi tra i diciassette e i diciotto anni. Credono di essere troppo grandi per i giochi infantili del campus. Lui è di nuovo qui, purtroppo. Mi scruta con uno sguardo che mi fa rivoltare le budella. Ha diciannove anni, porca miseria, non dovrebbe guardarmi come se fossi nuda. Sono una bambina paragonata a lui. Si avvicina subdolo nel suo passo da macho ribelle e, con fare sospetto, si abbassa, sussurrandomi all'orecchio:
«Tu non sei sua. Sei mia.»
Che cazzo vuol dire?
Un brivido mi percorre la schiena, arriva in gola, quasi fino a farmi vomitare.
Non mi piace come mi guarda, non mi piace la sua vicinanza e non mi piacciono le sue parole. Non mi sono mai piaciute.
Si scosta subito, senza aggiungere altro, rimane a una distanza che non definirei di sicurezza. Voglio allontanarmi il prima possibile da questo essere, senza alimentare alcuna discussione. Non ne vale la pena.
«Mi sei mancata da morire, piccolo scarabocchio.» Elias mi sorprende, afferrandomi dai fianchi, fa tornare il sereno, mentre perdo un battito.
Mi chiedo cosa sia l'amore e come si faccia a capire di essere innamorati.
L'amore è di sicuro la gentilezza con cui ti affibbia soprannomi che potrebbero risultare offensivi ma, detti da lui, diventano quella canzone di cui non ti stanchi.
Passiamo giorni a desiderarci, mentre lottiamo per contare le stelle, ma la realtà è che vorremmo solo stare appiccicati tutto il tempo.
L'amore è fatto di baci sotto le stelle, mentre fingi che ti importi di esse.
È davvero una tortura stare così vicini pur sapendo che, a breve, dovremo separarci.
L'amore è quell' istante in cui ti accorgi che il tempo è fatto di fugaci attimi che rimarranno impressi nel cuore per sempre.
L'estate corre veloce attraverso lampi indelebili. Attese estenuanti ad aspettare momenti solo nostri, nelle notti che sembrano rincorrersi e fregarsene del desiderio di due anime che sperano siano infinite.
"Le cose belle non sarebbero tali se durassero una vita."
Mia mamma mi racconta sempre che nonna Hadi non si stancava mai di ripeterlo. Credo sia vero. Se l'estate durasse tutto l'anno si perderebbe il gusto dell'attesa.
Anche questa è giunta alla sua fine.
Stamattina, fuori la porta, trovo una mini-torta di pesche a forma di stella. Non credo l'abbia fatta la signorina Evelin.
La riconoscerei. Questa ha un odore più delicato e un sapore paradisiaco. Le mie papille gustative fanno le capriole, mentre assaporano briciole di magnificenza.
«L'ha preparata un'amica di mia nonna, per te» afferma Elias, mentre mi osserva divorarla da lontano.
«Per me? Quando?»
«Lei e mia nonna sono venute a trovarmi all'alba solo per portarmi un paio di queste. Ho raccontato di quanto ti piaccia la torta di pesche della signorina Evelin.» Smette di parlare per avvicinarsi. «L'amica di mia nonna dice di saperla fare meglio e ora è curiosa di sapere cosa ne pensi.»
«Penso di non aver mai assaggiato nulla di più buono.»
«Il suo orgoglio è salvo, allora.» sorride e avvicina le dita per accarezzarmi una guancia.
Passiamo il resto della giornata con gli altri, a distanza. La sfortuna ha voluto che anche quest'anno io sia stata in squadra con Matt e non con lui.
Non ci perdiamo mai di vista, se non per pochi secondi, quando devo assicurarmi che Matt mi resti abbastanza lontano. Ogni tanto, quando mi distraggo per guardare il mio Elias, riesce nel suo intento di avvicinarsi.
«Lui non ti merita, mocciosa.» Non sopporto più questo suo modo di fare. «Cerca di convincerti di esserti devoto e fedele. Sì atteggia da fidanzatino premuroso, ma infila il suo uccello in tutti i buchi che incontra, questa è la realtà.» dice, cercando di non farsi sentire dagli altri. «Fai bene a non dargliela, capiamoci!» Non gli credo, ma è comunque disgustoso il modo in cui si permette di parlarmi.
«Elias non farebbe una cosa del genere» rispondo indignata.
«Ah no? Sa fingere benissimo. È un uomo, Dafne, cosa credi? Credi che tutte le sue scopate vadano a finire nella carta igienica?» Lo guardo con gli occhi gonfi di lacrime. «Oh mio Dio, mocciosa. Ci credevi? Quanto sei cucciola.» Mi sbeffeggia, sfiorandomi una guancia, ma io non sento più niente.
Elias non lo farebbe mai.
Certo che lo farebbe, è un uomo!
L'amore è fatto di secondi in cui credi sia stato tutto una finzione. Momenti di fragilità che ti spezzano, quando manca la fiducia in sé stessi.
Non mi importa quanto io sia rimasta male. Non ho motivo di dubitare di Elias.
È vero, scherza con tutte. Ma nel suo modo di stare al gioco non vedo la malizia che le altre riservano a lui.
Sally, una ragazza dai capelli rossi arrivata l'estate scorsa, lo marca stretto dal primo momento, ma lui non le dà corda. La gelosia mi consuma ugualmente ogni volta che lei si avvicina. Come al suo solito, Elias mi tranquillizza con un solo sguardo. Mi legge dentro e, con i suoi sorrisi confortanti, riesce a farmi sentire l'unica al mondo. Matt è stato brusco e, probabilmente, ha detto tante cazzate. Mai come ora quelle stesse menzogne diventano per me una realtà.
Elias conquista chiunque gli stia intorno e, semmai non fosse ancora successo, accadrà a breve. Si accorgerà di quanto io sia infantile. Per quanto mi sforzi di pensare che lui sia diverso, la verità è che, un adolescente, non aspetta la sua principessa verginella così a lungo.
L'amore è trovarsi a un bivio dove una strada conduce all'amor proprio, ma tu sceglierai sempre lui.
«Mocciosa, dovresti muoverti con questa grafica.» Matt mi riscuote. Mi ero persa con i pensieri tra fogli e pennarelli. «Dobbiamo consegnare il cartellone tra quarantacinque minuti.»
«Scusami, Matt. Ero sovrappensiero», dico con un filo di voce a causa del magone che ho in gola.
«Cosa c'è, Dafne?» È la prima volta che mi chiama per nome. «Spero non sia per colpa mia? Io ti prendo in giro. Non dicevo sul serio prima.» Si avvicina e arriccia ciocche dei miei capelli.
«Il problema è che credo tu abbia ragione. Sono una mocciosa che non osa spingersi oltre con il suo ragazzo.» L'estate sta finendo, e io non ho concluso nulla, rischio di allontanarlo. «Non sono neanche sicura che quello che provo sia amore. Non avevo mai provato qualcosa di simile prima.» Non conosco l'amore e questo mi manda in confusione.
«Be', lui ti ama. Credo che, per poter capire se anche tu provi lo stesso, dovresti andare a letto con lui.» Tenta di consigliarmi.
«Ma io non mi sento ancora pronta. Come dovrei fare?»
«Pensare solo a quello che vuoi è da egoisti. A mio parere, ti stai già rispondendo da sola.» Prende un grosso respiro prima di sputare la sua sentenza. «Tu non lo ami.»
«Io vorrei renderlo felice, ma è una cosa troppo importante per vanificarla. Se poi lui mi lasciasse?»
«È un rischio che dovrai correre» risponde perentorio.
Ha ragione!
Non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto concordare con Matt. Sembra essere davvero interessato ad aiutarmi. In fondo, è amico di Elias e vuole il suo bene.
«Sai cosa faremo, Dafne? Stasera, dopo cena, vediamoci nella comune. Berrai qualcosa con noi per aiutarti a sciogliere la tensione e prendere coraggio.» dice, afferrandomi la mano con dolcezza. «Dopo un sorso sarà tutto in discesa» sussurra in un orecchio per non farsi sentire dagli altri.
«Ma è illegale, Matt!» Nessuno di noi ha compiuto ventun anni.
«Tu pensaci. Un goccino non ha mai fatto male a nessuno.»
Durante la cena, Elias mi suggerisce di vederci al nostro solito posto, anche se ora fuori piove e dubito riesca a venire, se dovesse peggiorare.
Rientrata in camera, sto ancora pensando alla proposta di Matt. Non farò cazzate, ubriacandomi per riuscire ad andare a letto con Elias.
Nella stanza trovo Lara parlare sottecchi con una delle nostre compagne. Spettegolano su quella Sally. Incuriosita, mi avvicino per ascoltare meglio.
«Il ragazzo è fregato.» Le sento bisbigliare. «Sally ha detto che stanotte farà in modo di portarselo a letto.» Piccola sgualdrina. «Elias l'ha rifiutata tante di quelle volte che ormai è diventata una sfida. Oggi gli ha infilato perfino la mano nelle mutande» afferma, mentre sghignazza con l'altra, portando le mani alla bocca.
«Quando?» chiedo di getto, con un magone che mi comprime lo stomaco.
«Dafne!» sussulta per lo spavento. «Non mi ero accorta fossi arrivata.» Lara mi sorride e mi fa cenno di sedermi accanto a lei. Io resto immobile, sotto shock. «Quando eravamo nella comune, alle prese con i cartelloni. Lui era in piedi, lei lo ha abbracciato da dietro. Ha tirato l'elastico della tuta...» Quel fastidio allo stomaco sale fino al petto, «e ha infilato la mano proprio lì.» sogghignano entrambe, divertite da quest'affermazione, inconsapevoli che, per me, ogni parola è una coltellata. «Lui le ha tolto subito la mano, capiamoci, ma ora, per Sally, è diventata una gara per farlo cedere.» Non è possibile. Non sta succedendo davvero. «Gira voce che lui abbia una ragazza che non vuole dargliela. E, a meno che non si sia scopato qualcuna nel frattempo, penso abbia bisogno di svuotarsi.» ridono entrambe, ma io non ci vedo più dalla rabbia.
Le mie gambe percorrono, in automatico, il sentiero che porta alla sala comune dove vedo Matt con un bicchiere in mano.
Mi accoglie con un sorriso e il suo sguardo sembra illuminarsi di una nuova luce.
«Sapevo saresti venuta. Siediti con noi, Dafne. Preparo subito il tuo drink. Cosa preferisci?»
«Pesca, qualcosa che sappia di pesca.» rispondo, accomodandomi sul sofà in pelle marrone.
Non faccio altro che pensare che se non mi do una mossa, Elias accetterà qualunque proposta gli venga offerta da Sally.
L'amore è sacrificio per non perdersi.
Un amico di Matt cerca di tenermi a discorso, ma io non vedo e non sento niente. Non appena qualcuno mi passa il bicchiere, bevo senza neanche assaporarne il gusto. Non sembra ci sia alcol. È dolce con una punta acida. Probabilmente, Matt ci è andato piano per farmi un favore.
Dopo qualche minuto, la stanza inizia a girare e io non ho più paura.
Ho voglia di fare l'amore con Elias, perché lo amo e devo dirglielo subito. Matt aveva ragione! Avevo solo bisogno di una piccola spinta.
Anche se, la piccola spinta, mi vortica in testa, come se fossi su una giostra che, gira, gira e gira, senza mai fermarsi.
Mi alzo dal divano e vado via, senza salutare nessuno. Avrei voluto ringraziare Matt, ma è sparito. Cerco di raggiungere le tende sulla spiaggia. La sabbia bagnata, sembra trattenermi dai piedi. Perdo l'equilibrio, cado un paio di volte, forse. Sono fradicia. L'acqua non ha smesso di venire giù dal cielo, questa notte.
Eccolo il mio Elias, mi stava aspettando. È troppo buio e la pioggia troppo densa.
Inciampo allo scalino in legno del gazebo e lui mi solleva, tirandomi da un braccio. Non c'è la solita delicatezza nei suoi modi. Mi strattona contro il petto e sento la sua maglietta zuppa, mentre la stringo nel pugno e mi alzo in punta di piedi per baciarlo.
È un bacio diverso dal solito. Non ha niente a che vedere con il romanticismo al quale sono abituata. È qualcosa di viscido, di sporco e sento salire un senso di nausea, ma non voglio rovinare tutto.
«Ti amo.» confesso, nel momento in cui mi lascia respirare.
Non risponde, riprende a baciarmi, spezzandomi il fiato. Sono baci violenti, morsi. Non ho neanche la forza di respingerlo o di urlare. Sento i muscoli liquefarsi con la pioggia che schizza, quando sbatte sulla staccionata. Faccio fatica a tenere gli occhi aperti. Soffoco, ma non è più la sua lingua che cerca la mia.
Mi ritrovo in uno strano limbo. Sono estranea al mio corpo. Non riesco a percepire le emozioni. Sento un dolore lancinante che mi dilania.
«Guarda, Dafne.» La voce è ovattata, ma non è la sua. «Guarda come ti ha lasciata nelle mie mani.»
Mi prende dal viso e lo gira verso il punto in cui dovrei guardare. Sforzo per aprire gli occhi, non vogliono collaborare, ma riesco ad allargarli in due fessure sottili. In lontananza, riconosco una figura appannata e distorta. C'è qualcuno voltato di spalle che va via. È di nuovo tutto buio. Per un attimo, sento tante voci in testa, ma non vedo più niente.
Ormai, non rimane altro che l'oscurità.
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Mi risveglio con i capelli intrisi dalla sabbia, con un braccio avvinghiato tra le mie cosce. Non è quello di Elias. È quasi l'alba. Mi alzo di scatto, perdo l'equilibrio e cado a terra.
La mia gonna è a brandelli, stracci zuppi raccolgono granelli di sabbia. Sono confusa.
«Buongiorno, principessa!» Matt è nudo, avvolge la mano intorno al suo membro eretto. «Come vedi, siamo entrambi felici di vederti!» dice, rivolgendomi un sorriso viscido.
«Cosa mi hai fatto?» chiedo in un urlo disperato.
«Niente che tu non volessi, Dafne. Abbiamo fatto sesso tutta la notte ed è stata la scopata più bella di sempre.»
«No, no, no! Non eri tu stanotte! Io ero con Elias!»
«Elias ti ha portato da me. Lo hai visto tu stessa. Il tuo grande amore ti ha voltato le spalle. È rimasto a guardare, mentre ti scopavo.»
Non ricordo quasi nulla. Cerco di rievocare i pochi flash nella mia mente. Una voce diversa da quella che avrebbe dovuto essere riecheggia nella memoria.
È vero!
Non ero con Elias.
«Come può essere successo?» sussurro, a me stessa, tra le lacrime.
«Volevi me ed Elias ti ha dato una piccola spinta per capirlo, semplice.» Incrocia le mani dietro la testa, disteso sulla sabbia.
Mi sta crollando l'universo addosso. Ho bisogno di trovare Elias e capire.
«Dove vai?» Mi domanda, mentre scappo da quell'inferno. «È andato via. È inutile che corri.» Non è vero, non può essere. Tutto questo è un incubo e io sto ancora dormendo.
Entro nella mia camera per trovare i primi stracci e coprirmi. Per fortuna, dormono tutte. Mi vesto e vado ad attendere fuori dal suo dormitorio. Aspetto sulle scale, dondolando fisso un punto sul terreno sotto di me e continuo a pregare di svegliarmi. Il tempo passa e inizio a sentire il vociare dei ragazzi più mattinieri.
Non ce la faccio più, devo entrare.
Apro la porta della sua stanza.
Elias non è nel suo letto.
L'armadio è vuoto. È andato via.
Mi ha lasciata nelle mani di un mostro ed è scappato.
L'amore è un'illusione che brucia sulla pelle mentre muori dentro. L'amore è solo qualcosa che non esiste.
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Parentesi dell'autrice.
Atti di questo genere sono disdicevoli al solo pensiero.
La mia è una narrazione di pura fantasia, di fatti che purtroppo accadono realmente.
Mentre scrivevo questo capitolo ho cercato di essere il più delicata possibile. Il racconto di queste scene non è e non sarà mai esplicito come le prime parti.
Ho voluto, di proposito, cancellare la memoria di Dafne, perché, il pensiero che una vittima possa ricordare ciò che è accaduto, mi provoca un dolore disarmante e non sarei riuscita ad andare avanti.
Questo non significa che lei non ne abbia sofferto, ma quantomeno non rivive costantemente quelle scene aberranti nella sua mente.
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