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4: Non piangere

Ero molto stanca. Sembrava come se non avessi la forza di sopravvivere un intero sabato insieme ai miei genitori.

Mi sentivo debole. Troppo debole per litigare con loro, ma allo stesso tempo sentivo di doverlo fare.

❥︎❥︎❥︎

"Buongiorno dolcezza." La mamma mi ha salutata: "Come hai dormito".

L'ho guardata mentre mi sedevo, fingendomi irritata, "Da quando ti importa?"

La mamma sospirò drammaticamente, "Non di nuovo".

"Y/N non venire da noi con i tuoi stupidi stati d'animo da adolescente il sabato mattina." Mi ha rimproverata papà infastidito e ho cercato di mandare giù la rabbia che ha iniziato a crescere nel mio stomaco.

"Non mi sto comportando da stupida." Dissi, dovendo ammettere che suonavo come una ragazzina imbronciata, "Non vi importa mai di come mi sento. Non accettate i miei desideri, non mi permettete nemmeno di andare in una scuola comune né semplicemente di uscire. Vi rendete conto che anch'io ho dei diritti?"

La mamma ridacchiò. "Quali diritti? Non sei nemmeno maggiorenne. Noi, come tuoi genitori, siamo quelli che decidono quali diritti hai."

Quello che mi ha fatta scattare di più non sono state le sue parole, ma il fatto che sembrava trovarmi divertente.

Deglutii cercando di evitare che la mia rabbia aumentasse.

"Ascoltati. Sei ossessionata dal controllarmi."

"No Y/N." ha detto papà severamente: "Ti stiamo proteggendo".

"Proteggendo da cosa? È solo nella tua cazzo di immaginazione. Ho bisogno di essere protetta da te."

Mi sono schiaffeggiata le mani sulla bocca, scioccata dal fatto che ho davvero imprecato davanti a loro.

Mia madre chiuse gli occhi scioccata e si portò le mani alla bocca in modo drammatico.

Papà si alzò: "Ti stiamo proteggendo da te stessa. E ora vattene. Non vogliamo più vederti da nessuna parte qui vicino a noi".

Indicò la mia stanza al piano di sopra, ma io mi alzai e mi voltai verso la porta d'ingresso, correndo fuori.

Ho sentito mio padre chiamarmi ma non poteva fregarmene di meno.

Tutto quello che ho sentito è stata questa rabbia travolgente verso quei maniaci del controllo che a quanto pare sarebbero i miei genitori.

❥︎❥︎❥︎

Sono finita involontariamente nello stesso posto in cui ho incontrato il ragazzo poche settimane fa.

Sperando che i miei genitori non mi trovassero, sprofondai sull'erba bagnata e lasciai che le calde lacrime di rabbia finalmente mi rigassero il viso.

"Questo stupido-s-stupido-", ho singhiozzato e ho asciugato le lacrime in modo aggressivo.





"Yah~ smettila di piangere. Sei brutta quando piangi."

Saltai in piedi spaventata, solo per poi vedere il ragazzo che mi aveva perseguitata nei sogni.

"T-tu?"

"Io-Io."Rispose scherzosamente e mi fece cenno di avvicinarmi al recinto.

Lo osservai sospettosa. Indossava un cappotto nero sopra una camicia bianca, cosa che gli dava un aspetto misterioso ma elegante. Aveva i capelli bianchi arruffati come se si fosse appena svegliato-

-guardando la palla di pelo ai suoi piedi probabilmente si era svegliato per uscire con il suo cane.

Mi guardò mentre lo esaminavo e sorrise. "Sto bene?"

"Sì, stai bene." ho borbottato tirando su col naso senza rendermi davvero conto di quello che stavo dicendo.

Guardò il mio viso che era rosso dal pianto e gli occhi gonfi. Sicuramente ero brutta come l'inferno.

"Nahh smettila di piangere. Ad essere sincero non sopporto le ragazze che piangono".

Si avvicinò alla recinzione e tenne le sbarre di ferro come se fosse un prigioniero che cerca di liberarsi.

Appoggiò la testa al ferro freddo e mi fissò per un po'.

E di nuovo sono rimasta sorpresa dai suoi bellissimi, caldi, occhi. Questi occhi che erano così misteriosi ma caldi e gentili..

Ho distolto lo sguardo imbarazzata.

"Ehi, perché hai-"

"Hai detto che ero brutta mentre piangevo."

Sospirò. "Perché volevo che smettessi di piangere Y/N."

Il mio cuore ha smesso di battere.

Si ricorda il mio nome?

"Perché stavi piangendo?" Ha chiesto ulteriormente.

Non sapevo cosa rispondere. "I miei genitori sono un po'..."

"Severi?"

"No, penso che la parola giusta sia malati."

Aggrottò la fronte, ancora premuta contro le sbarre di ferro in modo che il suo grazioso nasino sporgesse dalla staccionata. "Vuoi dire mentalmente?"

Ho annuito e mi sono sentita in colpa a dirglielo perché non volevo sembrare una persona patetica o che si lamenta di continuo, "Hanno questa... ossessione di controllare ogni singolo movimento che faccio..."

"Che schifo." Ha detto comprensivo.

"Hanno persino messo delle telecamere in alcune stanze della nostra casa."

Ora sentivo di volergli dire tutto. "Non ho mai lasciato il nostro giardino né ho mai guardato negli occhi un'altra persona prima d'ora. Sei letteralmente la prima persona della mia età che incontro".

Mi fissò scioccato. All'improvviso ho avuto paura di averlo spaventato. Ma ancora una volta è la prima persona normale con cui ho parlato, quindi non ho molta esperienza nelle conversazioni.

Mi fissò per un po'. La sua bocca è leggermente aperta e i suoi occhi caldi e scuri penetrano nei miei.

Poi fece un passo indietro e sorrise.

"Non hai mai lasciato questo posto?"

Scossi la testa, curiosa di sapere cosa avrebbe detto dopo.

"Immagino che cambierò le cose."

Ha infilato la mano attraverso il recinto per scuotere la mia.

"Io sono Yoongi."

❥︎❥︎❥︎

N.A.

Ciao a tutti/e bellissimi/e

Spero che il capitolo vi piaccia!

Vi saluto!

Ci vediamo presto!
Purple you ♡

⚠︎ Tutti i crediti vanno alla scrittrice che ha inventato la storia e che l'ha scritta in lingua inglese (la lingua originale) BornToSpark

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