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35: Alba

Quando qualcuno
Ti aiuta
Anche loro stanno lottando
Questo non è un aiuto
Questo è amore








L'aria fredda mi colpì la pelle quando uscii di casa.

Guardai il telefono.

5 del mattino

La scuola sarebbe iniziata tra tre ore.









Non sapevo dove andare. I miei piedi mi hanno trascinata dove volevano loro e mi sono semplicemente goduta la libertà che avevo.

Il fiume vicino al quale stavo camminando, scintillava nel leggero sole mattutino che stava lentamente sorgendo sopra lo skyline di Seoul.

Era un'immagine affascinante, il motivo per cui tendo ad alzarmi prima.

Solo per vedere la luce rosso sangue inondare la città, colorando ogni casa col suo colore unico.

Ma c'era anche un'altra ragione per la quale mi alzavo così presto. Le strade erano quasi vuote, nessuna persona che era fuori si sarebbe preoccupata che io andassi in giro.

La solitamente affollata Seoul può essere un luogo tranquillo se guardata dalla giusta angolazione.

Sono salita sul grande ponte di pietra che porta sul fiume, con l'intenzione di passare sopra l'acqua scintillante.

Ed è stato allora che l'ho visto.

Si appoggiò alla ringhiera, osservando il flusso perlaceo sotto il ponte.

La sua faccia era nascosta da una mascherina e i suoi capelli erano coperti da un berretto nero.

Nonostante il camuffamento l'ho riconosciuto facilmente.

La postura era troppo una sua caratteristica. Il suo corpo è quasi sempre accasciato sulla difensiva. Il suo linguaggio corporeo trasmette un chiaro "vai via".

Non l'avevo notato allora quando l'ho incontrato per la prima volta. Ma al tempo non avevo molta esperienza con le altre persone.

Le sue mani pendevano dalla ringhiera di ferro mentre se ne stava lì.

Lo fissavo e cominciavo a chiedermi se mi avesse già notata.

Stagli vicino.

Prendendo alla lettera il consiglio di mia madre, mi avvicinai e mi fermai proprio accanto a lui.

Guardai il suo profilo laterale, i suoi occhi erano coperti dal berretto e la sua bocca era nascosta dietro la mascherina nera. Non riuscivo affatto a leggere le sue emozioni.

"Pensavo ti piacesse dormire. Cosa ti ha fatto alzare così presto?"

All'inizio non reagì, la sua unica risposta fu un leggero cenno della testa.

Dopo quella che sembrò un'eternità finalmente parlò:

"Mi sento irrequieto, credo."

La sua voce era roca ma roca - e innegabilmente sexy - come se non parlasse da un po'.

Adesso lo fissavo con noncuranza. La persona che pensavo fosse il ragazzo più forte, più indipendente e più premuroso del mondo.

La mia mano raggiunse il suo berretto e lo gettò a terra, seguita dalla sua mascherina che tolsi delicatamente.

Era ancora più pallido del solito. I suoi occhi erano rossi e le sue vene brillavano attraverso la sua pelle sottile come la carta.

E le sue labbra tremavano. Ho visto come si leccava le labbra secche e screpolate, facendo del suo meglio per mantenere la calma di fronte a me.

Per non piangere davanti a me.

"È ok" sussurrai e sentii le sue braccia circondarmi.

Mi tenne stretta mentre nascondeva il viso nell'incavo del mio collo. L'unica cosa che mi segnalava che stesse piangendo erano le goccioline bagnate che presto mi toccarono la pelle.

Non ha detto niente. Mi ha tenuta stretta, come se fossi l'ancora che lo teneva in questo mondo e farei qualsiasi cosa per poter rimanere quella persona per lui.

"I-io non ho lavorato da allora." Mi sussurrò Yoongi sul collo. "Non ho fatto niente. Mi sento inutile."

Gli accarezzai delicatamente i capelli e ribattei: "A volte è ok se l'unica cosa che hai fatto oggi è stata respirare."

Yoongi si sistemò meglio nell'incavo del mio collo.

"È morto pensando che lo odiavo. Non avrò mai più la possibilità di farmi perdonare."

"Mi odio."

Sospirai e continuai ad accarezzargli i capelli.

"Va tutto bene..." Ho borbottato: "Ti amo abbastanza per entrambi."

Questo lo fece solo piangere ancora di più.







Siamo rimasti così per molto tempo. Non c'era bisogno di dire niente. Yoongi non aveva bisogno di alcuna parola di conforto.

Ciò di cui aveva bisogno era forza. E gli darei volentieri tutta quella che ho io.

Fino a morire dallo sfinimento.









Yoongi's Pov

Quello è stato il giorno in cui ho capito che una persona che ti ama davvero sarà lì per te in ogni situazione di merda in cui ti avrebbe posto quella puttana chiamata vita.

E lei per me era quella persona.

Finimmo per sederci su una delle panchine che erano poste lungo il fiume, ancora abbracciati l'uno all'altro, come se da questo dipendessero le nostre care vite.

Forse era così.

"Y/N." sussurrai, facendole alzare lo sguardo verso di me.

I suoi grandi occhi brillavano. Adoravo il modo in cui brillavano solo per me.

"Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta. Non avrei mai pensato che saresti diventata così importante per me. Grazie."

Mi ha regalato un sorriso genuino, facendomi sentire tutte queste strane sensazioni che non avevo mai provato prima di lei e tutto ciò che volevo fare...

"E ora baciami. Per favore."

❥︎❥︎❥︎

N.A.

Ciao a tutti/e bellissimi/e

Ci stiamo avvicinando anche alla fine di questa storia. Mancano ancora pochi capitoli!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Vi ricordo di votare e commentare.

Vi saluto e ci vediamo presto!
Purple you 💜💜

⚠︎ Tutti i crediti vanno alla scrittrice che ha inventato la storia e che l'ha scritta in lingua inglese (la lingua originale) BornToSpark

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