The valiant never taste of death but once.
Parlaste un po' e decideste che Michela avrebbe prestato particolare attenzione a Jungkook, nonostante le lamentele avanzate dalla mora, le quali cessarono quando tu le spiegasti che non doveva preoccuparsi per lui, che se non aveva nulla da nascondere allora starsene sotto osservazione, a sua insaputa chiaramente, non avrebbe cambiato le cose, dicesti inoltre che in questo modo la castana sarebbe stata più tranquilla, dunque quella risultava essere la migliore soluzione.
Il discorso si chiuse con una tua battuta sull'evidenza dell'infatuazione di Veronica per il ragazzo, cosa che la fece diventare paonazza sulle gote normalmente candide come neve facendo scoppiare a ridere le altre due e ti parve che fece aumentare quella scintilla di fredda diffidenza riflessa nello sguardo di Michela, sapevi che questa fosse rivolta a lui e logicamente era molto probabile che fosse egli stesso la spia, ma come tu stessa avevi già detto, contro di lui non c'erano prove e tutti i membri del tuo gruppo potevano essere i traditori per quanto ne sapevi.
Aspettaste un altro paio di giorni prima di raccogliere le vostre cose, quelle che avevate con voi quando eravate scappate dalla sparatoria, Michela si portò dietro invece quel poco che possedeva e le sue armi, incredibilmente numerose, che impacchettate com'erano non era possibile dedurne la tipologia oppure la forma ed eri certa che fossero le sue precauzioni contro il ragazzo del quale sospettava.
Il viaggio in auto fu divertente, prendeste l'auto di Jungkook, lasciando che gli altri membri usassero la vostra, in modo da non essere facilmente individuabili infatti, in caso qualcuno vi avesse atteso avrebbe inseguito le persone sbagliate dandovi modo di rientrare in città senza problemi, era una buona idea, degna di te che eri il capo dell'organizzazione criminale, questo non spiega però le risate che risuonarono nella vettura.
Tu e Rosalba non riuscivate a fare a meno di ridacchiare, tentando almeno di non farlo in modo troppo evidente, Michela d'altro canto picchiettava tranquillamente le dita contro la plastica della portiera, più precisamente nel porta oggetti mentre con la coda dell'occhio guardava di fianco a sé Jungkook, seduto con postura impeccabile, rosso in viso, che faceva saettare nervosamente lo sguardo ovunque con la mora addormentata che si era appoggiata alla sua spalla e durante il sonno aveva stretto al suo petto fra le mani il braccio sinistro del ragazzo.
In poche ore giungeste nella città delle possibilità, dei sogni ma soprattutto nel luogo dove la criminalità organizzata proliferava: Las Vegas.
In tutto era passata una settimana da quando eravate tornati tutti ad occuparvi dei vostri affari, la tua famosa casa di moda fungeva da copertura per la tua seconda e ben più pericolosa attività secondaria, avevi eseguito molti controlli sul tuo "personale" e non avevi trovato assolutamente nessuna incongruenza, nessuno aveva tenuto comportamenti sospetti o avuto modo di conoscere quando e dove avevate organizzato determinati incontri puntualmente mandati in fumo.
Avevi notato come Jungkook avesse cominciato ad essere inquieto, si guardava continuamente a destra e sinistra, cosa che non ti incuriosì troppo perché più volte in quella settimana avevi notato che Michela lo teneva sotto stretta sorveglianza e che la ragazza spesso si divertiva a spaventarlo quando era concentrato, avesti compassione di lui, comprendendo la sua agitazione.
-Nel frattempo in un'altra zona di Las Vegas-----------------------------------------
Nella filiale elettronica più potente di tutti gli stati uniti un medico dalla chioma ramata perennemente in disordine e gli occhi stanchi ma vitali stava bevendo un bicchiere d'acqua nei corridoi di quella grande impresa, camminando lentamente con accanto uno dei suoi migliori amici.
Hoseok era abbastanza trasandato, con gli abiti sgualciti che aveva probabilmente infilati alla bell'e meglio la mattina, ancora distrutto a causa del difficile intervento che aveva dovuto eseguire senza preavviso la sera prima, salvando così la vita a una giovane paziente.
A suo contrario Taehyung camminava con una buona postura, i capelli leggermente lunghi, argentei e perfettamente curati, il corpo tonico ma non molto muscoloso era fasciato da un elegante completo nero, al collo pendeva una targhetta sulla quale appariva il suo ruolo, aveva il compito di occuparsi di finanze e marketing, motivo per il quale quando qualcuno lo vedeva passare faceva un cenno di saluto con il capo.
Si fermarono solo quando raggiunsero un punto più appartato, dovevano mantenere un profilo basso quando parlavano di certe faccende, cosa che un po' per la stanchezza, un po' per il suo essere ingenuo il rosso non calcolò, chiedendo a voce alta se l'altro avesse qualche notizia di Jungkook, motivo per il quale gli arrivò una gomitata nelle costole «Dannazione Hobi, quante volte ti abbiamo detto di parlare a voce bassa? Lo sai che sarebbe un grosso problema se qualcuno ci sentisse...» sibilò il ragazzo in risposta, poco dopo alla loro conversazione si unì Jimin, anche lui vestito di tutto punto, tuttavia, al posto del pass, aveva una targhetta di metallo appuntata sulla giacca, su questa vi era inciso il suo incarico "director desining".
Si aggiunse con la mascella serrata e gli occhi castani puntati sui due amici «La verità è che non abbiamo sue notizie, non credo lo abbiano scoperto, sono certo che se così fosse ci avrebbero contatto per farci uscire allo scoperto e magari farci fuori, gli altri stavano sperando di poter trovare la sua posizione, ma dubito che ci riusciranno dato che tutti i nostri dispositivi sono fatti in modo da non rendere questo possibile...» lasciò la frase in sospeso, pensoso, per qualche istante prima di dire «Forse hanno qualche sospetto e lui sta tentando di tenere un basso profilo...» terminarono la loro conversazione quando Namjoon, Jin e Yoongi si avvicinarono loro dicendo che il massimo che avevano potuto fare era stato vedere se dal suo cellulare c'era stata qualche attività e così era, dunque appoggiarono la teoria precedentemente esposta dal più basso.
Erano tutti preoccupati, una naturale reazione dal momento che sapevano bene quale pericolo doveva affrontare il loro amico e in quale tipo di situazione, ciononostante non potevano certamente andare a cercarlo o tentare di contattarlo.
Erano angustiati ma non stupidi, dunque sapevano bene che avrebbero rischiato di peggiorare la situazione se si fossero mossi, fu difficile prendere quella decisione ma era la cosa migliore, nonostante Kim Namjoon, il loro capo, non riuscisse a mandare giù la sua impotenza e neppure la sua estenuante preoccupazione verso il più giovane.
Il clima di lavoro che circolò nella durata di quei giorni nella "Kim software and new technology" era davvero pessimo in ogni reparto poiché non un singolo errore veniva accettato, ma era comprensibile in quella situazione, i cinque ragazzi non avevano altrro modo di sfogare la loro frustrazione e chissà, magari tu, in una situazione pararallela avresti fatto lo stesso.
Loro non erano riusciti a soprire molto su quella gang che aveva cominciato a dar loro problemi diventando a tutti gli effetti una grossa rivale sul meracato, sapevano solo poche basilari informazioni che erano riusciti a ricavare negli anni, come il fatto che tu, (T/N) eri a capo di tutto, aiutata da due ragazze, le uniche con le quali parlavi interamente dei tuoi piani, avevano scoperto che avevate dei motivi per essere in quel mondo, che lo odiavate ma eravate incapaci di lasciarlo poiché dopo tutto quello che era accaduto la vita comune non faceva più per voi.
Non avevano molto, non erano riusciti a trovare un punto debole vero e proprio nella vostra organizzazione ma era stato facilmente scoperto che la più mansueta e mano adatta a quel tipo di ambiente fosse Veronica, si erano resi conto che non eravate quel genere di criminali che si fanno pagare per uccidere, che facevate solo cose che potevano giovare a voi, facendo in modo che non potessero avere conseguenze troppo positive su terzi e che certamente odiavate il loro gruppo, ovvero i Black Skull.
Avevano scoperto che era raro per voi muovervi per cose minori come contrabbando di droga o cose di questo tipo, avevano capito che vi esponevate personalmente solo quando dovevate incontrare gang rivali per fare accordi, per terrorizzarle; che vi muovevate quando avevate bisogno di riciclare denaro, ottenere informazioni o quando si trattava di qualcosa di importante e avevano scoperto anche, più o meno, il tipo di armi che utilizzavate e dunque lo stile di combattimento peggiore per voi.
Sapevano che la meno combattiva fra voi aveva una pistola comune, che tu avevi due desert eagle, pistole potenti dal grosso calibro, personalizzate nell'estetica, ma ciò che ignoravano era che tu facessi utilizzo di proiettili speciali, spesso con delle miscele da te ideate, sapevano però che Rosalba aveva un fucile da precisione, che aveva una buona mira e che aveva l'attrezzatura necessaria per sparare anche di notte ma ancora non sapevano che a voi si era aggiunto un nuovo membro, uno davvero pericoloso e questo perchè la spia che avevano all'interno del vostro gruppo, ovvero Jungkook, non aveva avuto ancora modo di comincarlo loro.
Namjoon, Jin, Yoongi,Taehyung e Jimin avevano deciso unanimamente di non interferire con alcuni degli incontri, era una buona tattica perché così c'era la probabilità che voi credeste che erano riusciti a intercettare solo qualche voce e che non fossero a conoscenza degli incontri particolarmente importanti che avevate, quando in realtà li conoscevano tutti, dunque decisero che non avrebbero messo mano sull'incontro che si sarebbe effettuato quella sera stessa.
Tuttavia non erano stati troppo attenti e non sierano resi conto che qualcuno era rimasto lì ad ascoltare e che mirava alla posizione di capo, non si resero conto che nonostante le loro intenzioni avevano creato un'occasione per uno scagnozzo qualunque di tentare di far crollare il loro potere, che avevano messo in un terribile pericolo il loro amico e stavano fornendo una motivazione più che valida per quel gruppo di avrecela con loro abbastanza da volerli ferire profondamente.
Così quella notte in un magazzino isolato dalla vitale Las Vegas notturna le ragazze erano ferme, stavano concludendo un patto con alcuni grossi spacciatori indipendenti della zona quando un gruppo ben assortito di uomini, con in bella vista quel tatuaggio di un teschio nero, fece breccia nell'edificio cominciando a sparare in modo casuale, Veronica, che era sul retro dell'edificio, preoccupata si era affaciata per vedere cosa stesse succedendo.
Il suo sguardo aveva intravisto Rosalba, nella confusione generale, appostarsi in un piano rialzato cominciando a fare fuoco con precisione, poi Jungkook, con la chioma scura e lunga inumidita dal sudore che sfiorava il suo sguardo rabbioso impugnare la sua CZ scorpion Evo 3 facendo fuoco sui nemici, vide te che con le tue fidate pistole stavi facendo piazza pulita dei nemici mentre Michela ti guardava le spalle.
Non capiva da dove fossero venuti fuori quegli uomini e come facessero a sapere di quell'incontro, in quel momento però sapeva di non potersi fermare a riflettere, non era capace di fare del male a qualcuno e neppure lo desiderava, dunque si girò su sé stessa per uscire il più velocemente possibile dalla porta sul retro, il pavimento ormai era zuppo di sangue, poteva sentirlo sporcare le suole delle sue scarpe e non le piaceva affato, stava per uscire quando sentì la voce profonda e rauca del castano fendere l'aria, chiamando il suo nome, poi il suono di uno sparlo e un dolore lancinante alla gamba.
Stava per cadere ma Jungkook la riprese appena in tempo, sostenendola, aspettò che arrivasse Rosalba, la più esperta fra voi in quelle cose, aiutata da te e da Michela riuscì a fare in modo di bloccare momentaneamente l'emoragia dovuta al colpo, lui si alzò e svuotò il caricatore in faccia a chi le aveva sparato, senza curarsi dei colpi disperati di quello che gli avevano lisciato la spalla, aprendo un taglio sulla sua pelle e fu mentre si asciugava il poco sangue che era colato sul suo bicipte che la riccia vide qualcosa di scuro, come un tatuggio emergere appena, cosa che fece nascere in lei un dubbio che non voleva assecondare.
Non poteva pensarci in quel momento, dovevate giungere in un luogo siuro, solo dopo avrebbe espresso il suo pensiero, la possibilità che fosse proprio lui la spia, così raggiungeste uno dei numerosi rifuggi che avevate per tutti gli stati uniti, chiaramente uno estremamente vicino a quella zona date le condizioni della ferita.
Si trattava di una piccola casa, all'apparenza disabitata ma interiormente perfettamente curata e una volta entrati appoggiaste la ragazza su uno dei letti presenti al piano superiore, non sapendo però così fare.
Rosalba non sapeva come estrarre un proiettile, il castano neppure e tu a volte dubitavi persino di saper utilizzare i cerotti, ma poi si fece avanti Michela che estrasse da sotto la maglietta un coltello fino a punta, si abbassò sulle ginocchia sospirando, si legò i capelli e disse «Qualcuno le tenga la mano perché le farà male, ci credete che ho imparato anche questo in prigione? Una guardia ha sparato a un tipo e questo per farsi salvare mi ha insegnato a farlo...» il castano si offrì per farlo, le fecere mordere un lembo di stoffa delle coperte mentre la ragazza le cacciava il proiettile, fortunatamente integro.
Stringesti i denti furente, le dita in pugni nella tua impotenza in quel momento e giurasti che non l'avresti fatta passare liscia a chi aveva causato tutto quello, guardavi la mora piangere copiosamente, stringere con forza la mano del ragazzo per poi svenire a causa del dolore e a quel punto a distoglierti dai tuoi piani di vendetta fu la voce rabbiosa della riccia che accusava Jungkook di essere una spia.
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