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The fault, dear Brutus, lies not within the stars, but in ourselves

«Jungkook, cos'è quella macchia nera?» chiese  Rosalba accigliata, lui ingoiò a vuoto sotto il tuo sguardo dubbioso e quello di Michela inespressivo, si portò di riflesso la mano sul braccio sinistro, stringendolo con forza,  deglutì ancora una volta indietreggiando e disse, con voce incerta «Quale macchia? M-magari è solo un livido dato che mi fa male...» tu non credesti alle sue parole, non era affatto un buon bugiardo, guardasti la castana negli occhi e come foste stata una sola, scattaste una a destra e una a sinistra, tu che avevi qualche rudimento di arti marziali riuscisti a metterlo k.o. prima che potesse reagire.
Le tre ragazze lo trascinarono giù per le scale fino al salotto, lo misero seduto su una sedia in ferro che sarebbe stata difficile da rompere, facendo così in modo che il ragazzo non avesse potuto liberarsi dalle corde nelle quali era stato avvolto e tu che eri furente come lo eri stata poche volte nella tua vita decidesti che lo avresti fratto parlare, con le buone o con le cattive anche se, ad essere onesta speravi non avesse confessato così da potergli far capire cosa significava mettersi contro di voi e ferire una di voi, avrebbe capito solo quando il dolore lo avrebbe fatto cedere.
Rosalba, per quanto potesse essere adirata si rifiutò di presenziare all'interrogatorio, era certa che il castano non avrebbe tradito i suoi compagni dei Black Skull ed era per questo certa che sarebbero ricorse anche alla tortura se fosse stato necessario, per questo decise di andare nella stanza dove riposava Veronica, sapendo che la violenza innata non era qualcosa che ella avrebbe potuto compiere, sopportare o anche solo vedere.
Michela ti aveva lasciato campo libero, sembrava incuriosita da quelle tue reazioni inaspettate e disse che non ti avrebbe certamente tolto il divertimento, sparì per un po nella cucina per poi ritornare con un secchio pieno di acqua gelida, te lo porse con un sorriso per pi accomodarsi come se nulla fosse su uno dei divanetti da li poco distante, appoggiò il braccio sul bracciolo e così sostenne il viso con la mano, sembrava quasi fosse lì per godersi un film, cosa che ti fece quasi ridere, facendo tornare un po' di chiarore nella tua mente.
Tu gettasti il liquido in faccia facendo rinsavire Jungkook il quale si svegliò di soprassalto spalancando gli occhi confuso, si guardò intorno e quando mise a fuoco la tua figura la sua espressione divenne neutra e dura, rendendo così chiaro che non aveva intenzione alcuna di collaborare ed eri quasi certa che fosse stato addestrato a non cedere alla tortura, ma questo certamente non ti avrebbe fermata, grazie al bagno di acqua gelida il braccio era stato completamente ripulito e ora quel teschio svettava su di esso.
«Per tutti questi anni hai passatto informazioni ai tuoi amichetti immagino...» affermasti stizzita e acida, lui rimase semplicemente in silenzio, con lo sguardo basso sulle sue gambe e le labbra rosee pressate in una linea severa «Per chi lavori? Voglio dei nomi» chiedesti e ancora una volta tutto quello che ottenesti di rimando fu l'eco della tua voce, vedendo che non rispondeva gli tirasti uno schiffio abbastanza forte da risuonare nella stanza, ancora una volta non fece un singolo cenno, ti voltasti sentendo la voce di Michela «Ehi, (T/N) tieni, lo avevi lasciato in auto prima».
Ti lanciò il tuo tirapugni, non eri il tipo da combattimento corpo a corpo ma dovevi sempre essere preparata a ogni evenienza dato il tuo ruolo nel mondo della malavita, la rabbia stava tornando ad imperversare per le tue membra e nonostante nel tempo avesti imparato a mantenera la mente lucida e quanto più razionale possibile, a causa di quello che era successo a Veronica, non potevi farlo, motivo per il quale cominciasti a riempirlo di pugni, fino a che la resistenza che incontrasti divenne minore.
Il viso del ragazzo molleggiava in avanti, delle gocce di sangue scivolavano giù dal suo naso, poi lungo l'arco di cupido, le labbra e il tessuto dei jeans che rivestiva le sue cosce muscolose e possenti, tirò poi a faticata il viso all'indietro per guardarti negli occhi con quel bagliore di dignità e ostinazione che era la sua affermazione di guerra, non avrebbe ceduto ma tu gli ponesti nuovamente la stessa domanda «Per chi lavori? » sibilasti nuovamente, lui piegò la testa di lato per poi sputare il sangue che gli si era accumulato in bocca a terra e dire «Non vi dirò nulla» a quelle parole ridesti, pensasti che primo o poi avrebbe ceduto, avevi ancora molte opzioni per fargli conoscere il dolore.
Michela si era girata interessata, probabilmente pregustando la visione applicata dell'idea che era certa tu avessi in mente, e sorrise in modo innaturale quando ti sfilasti il tirapugni, lo riponesti nella tua tasca anteriore sinistra, poi afferrasti l'indice della sua mano destra e cominciasti a premere leggermente verso l'alto sollevandolo, fino a farlo inarcare in modo innaturale, lo facesti lentamente sentendo un leggero sussulto quando cominciasti ad avvicinarsi al suo limite, lo avvertisti che non ti saresti fatta certamente problemi ma lui ti guardò con sguardo poco convinto, sapeva bene che lo avevi a cuore ma non ti conosceva probabilmente abbastanza da sapere che lo avresti fatto comunque.
Un urlo strozzato sfuggì alla sua gola per qualche secondo quando sentisti il rumore dell'osso che si spezzava lentamente e per lui dolorosamente, stavi perdendo la pazienza a causa di quel suo silenzio quando Michela ti appoggiò una mano sulla spalla invitandoti ad indietreggare poichè non stavi più ragionando, a quel punto decidesti di salire quei pochi gradini della scalinata per vedere come stava la mora e notasti Rosalba smanettare con un portatile.
Quando le chiedesti quello che stava facendo disse «Mi sono resa conto che Jungkook si è sempre portato diietro questo dannato portatile e che faceva sempre molto attenzione a questo, dunque mi è venuto il dubbio che in questo dispositivo possano esserci delle informazini o comunque qualche indirizzo email tracciabile, qualsiasi traccia andrebbe bene se vogliamo davvero scoprire chi punire per quanto accaduto. Ma c'è un problema, quasi ogni file di questo computer è criptato, è già stato dannatamente difficile aggirare la password, mi puoi dare una mano (T/N)?» chiese infine dopo averti spiegato brevemente la situazione ed il perché della sua decisione, tu allora prendesti una sedia e ti sedesti accanto a lei mentre cercavate di sbarazzarvi della sicurezza di quel  dannato portatile.
Al piano inferiore la castana, chiaramente rabbiosa, aveva cominciato a muovere l'osso rotto facendolo gemere dal dolore, Jungkook era certo che durante tutta la sua vita non ne avbesse sentito mai uno tanto forte, per questo si morse tanto il labbro da farlo sanguinare, cosa che inaspettatamente fece fermare la ragazza, la quale si allontanò di poco per sedersi sul bracciolo del divano, proprio davanti a lui che era legato tanto stretto da non riucire neppure a divincolarsi.
«Non posso davvero credere che tu sia arrivato a fare una cosa del genre.... Sapevo che c'era qualcosa di sospetto in te e credimi, un conto è fornire informazioni che non causano danni fisici ma solo economici, un conto è quello che è successo oggi...» disse con voce gelida e pungente, c'era cattiveria pura nel suo tono di voce sebbene le parole che aveva usato sembravano dirette a rimproverare un bambino, lui abbassò il viso nascondendo gli occhi umindi a lei quando rivisse nella sua mente la scena della ragazza dai caplli corvini ricoperta dal suo stesso sangue «Quello che hai fatto a Veronica non può essere perdonato, pe colpa tua e dei tuoi amici lei rischia di morire...» disse nuovamente, questa volgta con tono velenoso e accusatorio.
Lui si muoveva quasi avesse le convulsioni, come un serpente intrappolato che cerca di strisciare lontano da ciò che lo ha bloccato o da ciò che magari gli sta facendo del male, ma lei non era così gentile da permettere alla sua preda di salvarsi, non quando una delle persone a cui teneva era stata ferita e disse «Lei si fidava ciecamente di te, ha anche ceracto di convincermi che non eri tu la spia, chissà come ci rimarrà quando saprà che hai tentato di farla uccidere» sibilò una volta che si fu messa in piedi sulle sue gambe e che ebbe raggiunto con le sue labbra carnose, ma non molto, l'orecchio sinistro del ragazzo.
Lui spalancò gli occhi e delle calde lacrime cominciarono a scivolare lungo la sua pelle pefetta e pallida come quella di una bambola di porellana, tenne stretto fra i grossi denti bianchi il labbro inferiore che tremava come quello di un bambino spaventato, mentre lei lo sguardava soddisfatta ed in modo gelido, passò una manciata di secondi nella quale egli prese a singhiozzare per poi dire «Non è vero, non sono stato io, non le avrei fatto mai del male, io la amo!» sussurrò disperato piangente, incapace di trattenere la lingua anche se significava dire qualcosa di troppo, era troppo addolorato.
«Ho dato molte informazioni alle persone per le quali lavoro, non le tradirò mai perché per me sono come fratelli, ma so che loro non avrebbero mai fatto una cosa del genere, non volevano che nessuno si facesse del male e anche la sparatoria dell'altra volta, loro non l'hanno ordinata, credo sia stato quell'idiota che è entrato urlando che avrebbe avuto tutto il potere...» si fermò mordendosi la lingua fra le lacrime per poi urlare che non arebbe mai voluto una cosa del genere chebavrebbe preferito rischiare la sua vita che vedere lei in quelle condizioni.
La ragazza avendo compreso che più di quello non avrebbe detto lo lasciò da sola sapendo che comunque le informazioni che aveva ottenuto erano tutto furchè inutili, sapeva che poteva usare Jungkook come fonte di scambio se il legame che aveva con i ragazzi a capo dei Black Skull era così forte come diceva e sapeva bene che lui non aveva sopportato quello che era successo, ne era stata certa da come aveva trattato l'aggressore di Veronica ma quello non lo aveva reso meno colpevole ai suoi occhi, come il fatto che quanto successo non fosse probabilmente farina del sacco del boss di quella gang non li rendeva meno responsabili.
Una volta raggiunte le altre comunicò bevemente quanto era riuscita a cavare di bocca al castano sebbene non fosse molto, quando poi vennero fuori i sentimenti di lui per la mora a rimanerne sorpresa fu solo lei che, nonosante tutto, continuava a sostenere che lui non fosse una persona cattiva e che avevi esagerato, ti chiese, quando scoprì che gli avevi rotto un dito, come avesti potuto fargli una cosa del genere e tentasti di spiegarle che vi aveva tradite e che era maggiormente colpa sua se tutto quello era successo ma non volle sentire ragioni.
Com'è che si dice? L'amore è cieco e anche in questo caso a quanto pare si rivelò essere così, sebbene ella stessa non potesse negare di ressere rimasta ferita e delusa a causa del suo tradimento.
«Dannazione, siamo riuscite ad evadere tutte le protezioni tranne una, quella dei file che ci sarebbero davvero utili, il resto sono separati fra le informazioni che ha preparato da inviare, ma essendo solo documenti non abbiamo il destinatario e poi ci sono cose di lavoro e un diario... » tu che avevi fatto la maggior parte del lavoro eri esausta, gli occhi ti pizzicavano e non potevi farci nulla, non reggevi bene il lungo contatto con cellulare e computer, Michela si pizzicò il mento pensosa prima di scorrere lungo il resocontom personale della vita del ragazzo ascoltando Rosalba lamentarsi perchè era rimasto un solo tentativo e cè'erano troppe date da provare.
«Non è vero, ne basta una sola di data e so molto probabilmente anche quale. Una volta si era addormentato a lavoro e si era messo a farneticare qualcosa sul giorno più bello della sua vita...» «Beh, se avessi letto qualcosa del genere avrei provato quella data» «No, perché quando ha scritto quella pagina di diario non sapeva che sarebbe stato il giorno migliore... e trovata» disse la castana digitando un paio di numeri sulla tastiera sbloccando così tutti quei file che avrebbero potuto essere infinitamente utili e quando sconcertata Rosalba volle sapere cosa leavesse fatto venire quell'idea fece leggere a tutte a cosa quella data corrispondesse ovvero: il giorno nel quale ha incontrato Veronica per la prima volta.
Cosa che fece arrossire la molra, calmare inspiegabilmente te e che fece sentire tremendamente in colpa Rosalba.






























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