Fools that will laugh on earth, must weep in hell
Dopo quella conversazione non successe nulla di eclatante per un paio di giorni, decideste di dare una pulita a qualche stanza della casa che avreste potuto utilizzare e notaste come fosse curioso che alcune parti della villa quali: cucina, bagno e salotto non fossero assediati da polvere e sporcizia, cosa che sarebbe stata normale a causa del tempo passato dall'ultima volta che qualcuno ci aveva vissuto, dunque questo vi stupì, poi, nel notare che invece la maggior parte della casa fosse stata lasciata all'incuria degli anni uno dubbio sorse in voi.
Era probabile che qualcuno avesse vissuto in quel luogo e che si fosse premurato di renderlo vivibile in quelle zone che aveva utilizzato ed era stata probabilmente la stessa persona a creare quelle sorta di tombe che avevate in seguito trovato nel giardino dell'abitazione, nella macchia verde accanto alla casa, dunque non troppo distante dall'edificio principale.
Provaste ad aprire ognuna delle porte chiuse disseminate nell'enorme abitazione e notaste come nulla fosse cambiato, eccetto che ogni oggetto era cosparso da ragnatele e polvere, questo si ripetè per ognuna delle stanze che incontraste, eccetto una, che non riusciste ad aprire, ovvero quella che era appartenuta a Michela e ne deduceste che lo sconosciuto inquilino avesse utilizzato quella stanza e che forse nel giro di breve sarebbe tornato, cosa che non vi preoccupò poichè non sarebbe stato difficile per voi convincerlo a sparire.
«Questo posto è inquietante, non ci sono rumori... » disse Veronica, seduta sul vecchio divano, guardando come la carta bruciasse lentamente divorata dalle lingue scarlatte del fuoco acceso nel caminetto, subito dopo questa sua frase il suono dei pneumatici che schiacciavano la ghiaia e l'erba alta, incolta, raggiunse la casa «Dicevi? » chiese retoricamente Rosalba afferrando il suo fucile di precisione posizionandosi poi sulle scale, tenendo la canna puntata verso la porta con l'occhio nel mirino, la mora preoccupata si appostò dietro l'angolo, con le mani che tremavano, stringendo la sua modesta ed inutilizzata calibro 38, mentre tu ti sporgesti dalla finestra, facendo attenzione al non farti vedere da chiunque avesse raggiunto il nascondiglio e, quando riconoscesti il profilo preoccupato di Jungkook i tuoi muscoli si rilassarono.
«Nulla di grave, è solo Jungkook, anche se non so come diavolo ci abbia trovate...» dicesti lievemente preoccupata per poi lasciare entrare il ragazzo e alcuni sottoposti del vostro gruppo "Killer's Blood Lust" lui, probabilmente sapendo bene quello che potevate pensare e quello che tu soprattutto volevi sapere, si sbrigò a rendere più chiaro come fosse riuscito a trovarvi «Non sapevo dove foste e non avevo idea di dove cercare, quindi sono venuto nell'unica zona dove speravo di non trovarvi e ho notato una residenza sotto il tuo cognome, credo non sia affatto un bene rimanere in questo luogo o anche solamente nelle sue vicinanze...» egli disse tali parole con evidente preoccupazione, continuando a vigilare sui dintorni della casa dal vetro opaco di una delle numerose finestre.
«Senti, invece di fare il misterioso, dicci semplicemente cosa c'è che non va, non abbiamo tutto il tempo se si tratta di qualcosa di greave» chiese infastidita la riccia, riprendendo in mano il suo M110, per poi scattare in piedi scendendo giù dalle scale per raggiungere il moro, seguita poi da Veronica che aveva riposto, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, la sua calibro 38, felice di aver evitato che la sua arma sparasse e sperava di contininuare ad esserne capace, nonostante il tipo di mondo nel quale si era rifugiata, seguendo te.
A quel punto Jungkook si voltò verso di voi emettendo un sospiro allungato, come se la sua intenzione con quel gesto fosse stata quella di eliminare parte della sua tensione e poi si decise a parlare dicendo «Il motivo per il quale sono venuto qui preoccupato è l'altamente probabile presenza di una ragazza diciottenne, rilasciata un anno fa e che da allora ha terrorrizato alcune gang della zona. La sua fama le è dovuta a come fu ritrovata al momento del suo arresto e sembra che ultimamente sia tornata attiva...» affermò per poi appoggiare la custiodia scura che aveva tenuto per tutto il tempo fra le mani e che tu non avevi notato, stranamente, poi la aprì e ne estrasse un portatile nero, prese a smanettare con la tastiera e cliccò una finestra, questa si aprì rivelando un articolo di giornale.
xx/xx/xxxx Il misterioso caso della villa dei (T/C).
Nel tardo pomeriggia del giorno xx di sette anni fa, una bambina di undici anni è entrata con espressione sconvolta nella città di X , tremante e sporca. Questa (R.A.) ha raccontato all'aggente di turno una serie di eventi spaventosi, fra le lacrime, che hanno fatto in modo che l'uomo allertasse le pattuglie mandandole all'indirizzo della villa (T/C).
La bambina ha raccontato che in un giorno come gli altri degli uomini sono entrati nella villa dove lei risiedeva in quanto i genitori vi lavoravano, ha parlato di come lei e le altre bambine si siano nascoste nell'armadio e siano scampate agli aggressori che invece hanno tolto la vita ai proprietari della villa e alle due famiglie lì impiegate. Sembra che queste si siano poi divise e che non sapesse che strava avevano preso, disse semplicemnte che una delle ragazze l'aveva aiutata nella fuga ma era rimasta nella casa.
Dunque, l'aggente, dopo aver allertato il comando si è premurato egli stesso di guidare le pattuglie fino all'indirizzo e quello che si trovarò davanti fu scioccante: una bambina di dieci anni ricoperta di sangue e cinque cadaveri (dai tratti distintivi erano presumibilmente parte degli aggressori) ai suoi piedi. Venne arrestata per cinque omicidi colposi dopo il referto del medico legale e la sua stessa deposizione. Su tre dei cinque corpi non erano presenti tracce di collutazione, solo un taglio preciso alla gola, dunque non si era trattato di autodifesa, ma ciò che sconvolse la corte fu la dichiarazione della ragazza: "(...) non ho intenzione di mentire. Ho ucciso quegli uomini ben cosciente di quello che facevo e loro lo hanno meritato. Non me ne pento dato che hanno ucciso i miei genitori." e dopo queste parole fu applicata la sentenza ovvero prigione a vita, poichè ritenuta un pericolo per la società.
Pochi giorni fa, il nuovo procuratore ha desiderato rianalizzare le prove e ha dichiarato che molte di queste non erano valide poichè alla ragazza non era stata fornita consulenza psichiatrica ed era dunque possibile che un terzo avesse ucciso quei uomini poichè la bambina non era ferita, nonostante due dei cadaveri presentassero contusioni di autodifesa ed il giudice, il signoro Monro, dopo aver riesaminato i fatti ha prosciolto l'imputata dall'accusa.
Questa ragazza è davvero un pericolo per la società o si tratta di una vittima dei fatti? A voi il giudizio.
Quando Veronica terminò di leggere quanto riportato da un giornale locale fra voi calò il silenzio, vi guardaste semplicemente in modo complice, prive di espressioni finchè non fosti tu a decidere di spezzare quell'atmosfera tesa «Può trattarsi di una sola persona, credo e se ho raggione significa che lei è...» non terminasti la frase solo perchè non eri sicura che quella persona potesse davvero essere Michela, anche se c'erano molte prove, ma era normale, nessuna di voi voleva ritrovarsi a sperare che la vostra amica fosse sana e salva per poi scoprire che non era così, tutte voi avevate sofferto già abbastanza, nonostante foste giovanissime.
Vi giraste poi verso Jungkook e sembrava che ci fosse qualcosa di strano, era teso come una corda di violino e manteneva una postura decisamente innaturale, il suo respiro era accellerato e sembrava volervi comunicare, tramite i suoi profondi occhi castani, di scampare a un pericolo che tuttavia non riuscitave a vedere, almeno fino a che delle lunghe dita scivolarono di lato al collo muscoloso di lui, ricoperte da una sorta di armatura lunga ed elaborata la quale, a causa del materiale ferroso e del colore, rifletteva i raggi di luce che riuscivano a filtrare dalle finestre opache.
Inizialmente Rosalba sbuffò, la vedesti inarcare un sopracciglio non comprendendo la paura riflessa nello sguardo del moro, tu però, nonostante ciò che rivastiva quelle dita sembrasse semplicemente un ogetto ornamentale non accantonasti la possibilità che si trattasse di qualcosa di pericoloso che a quanto pare si rivelò essere vero, dato che al solo sfiorare la sua pelle bianca fece sgorgare qualche goccia scarlatta «Perché non sollevi le maniche, caro?» sussussurrò una voce dall'impronta fin troppo familiare, lui ubbidì sebbene parve riluttante nei gesti e, a quel punto dalla schiena di lui spuntò una chioma castana, morbida e fluente e quel viso noto che stavate sperando di rivedere.
Il suo tono falsamente gentile si sospese nell'aria, spezzato dallo schioccare infastidito della sua lingua contro il suo palato, poi senza dire nulla a riguardo lo lasciò libero di muoversi per poi mostrasi davanti a voi, con le labbra carnose e rosee contratte in un lieve sorriso «Direi che è da un po' che non ci vediamo, ragazze» disse in modo calmo e sollevato lasciando a voi la possibilità di saltarle a dosso, proprio come si aspettava che avreste fatto, chiaramente si premurò di evitare di sfiorarvi con le sue mani, giusto per non farvi del male.
Eravate tutte eccitate nel riaverla al vostro fianco, avevate i cuori gonfi di gioia nei vostri petti e per questo vi risultava impossibile trattenere quei luminosi sorrisi che si erano affacciati sui vostri volti radiosi e proprio in quel clima di contentezza presentaste il moro alla vostra amica, la quale lo esaminò con la sua solita espressione imperscrutabile, con il suo profondo sguardo castano puntato in quello di lui, come alla ricerca di qualcosa che non andasse, motivo per il quale Veronica tentò di tranquillizzarla.
«Miki, non preoccuparti, è apposto, è con noi da due anni ormai» esclamò facendo comparire un sorriso timido sul viso di lui che, forse fu una tua impressione, parve arrossire leggermente, puntasti lo sguardo sulla castana, sapendo che questa non avrebbe cambiato idea tanto facilmente a riguardo «Non mi interessa, io non mi fido e appena mi darà anche un solo, piccolo motivo per confermare i miei sospetti su di lui gli mosterò cosa si può imparare in sette anni di prigione e quanto è pericoloso avere me contro» sibilò minacciosamente per poi sottolineare che aveva ascoltato le vostre conversazioni per tutto il tempo e, anche se non ve ne eravate rese conto, lei era stata lì sempre, da quando avevate messo piede in quella casa e disse, in fine, che non avrebbe più parlato di cose importanti in presenza di estranei.
Motivo per il quale vi dirigeste al piano superiore e chiudeste a chiave la porta della camera che avevate scelto per parlare, in modo che ella potesse essere certa di non essere osservata o ascoltata da qualcuno di inopportuno e vi spiegò che era riuscita a farsi liberare avendo prove di cose conpromettenti riguardo a molti politici e giudici, sembrava proprio che credessero che non sarebbero mai stati beccati in una prigione a fare cose poco dignitose ai prigionieri e spiegò anche di come molti avessero cercato di strapparle la verginità e di come qualcuno ci fosse disgustosamente riuscito ed infine, disse che in quella prigione c'era anche il capo dei Black Skull e che ci aveva pensato lei ad applicargli la giusta pena.
«Questo significa che non dovremmo più vendicarci? Ah, non mi interessa, voglio vedere quel gruppo affondare!» disse rabbiosa la riccia nel rammentare i corpi massacrati dei suoi genitori, stessa immagine che balenò nella tua mente, per quanto tu avesti cercato di spingere in un angolo nascosto di te quei dolorosi ricordi, a quell'affermazione la castana ridacchiò «Credete davvero che voglia fermarvi? Vi sto solo dicendo come stanno le cose ora, non dimenticate che sono un'assassina e una davvero brava, felice del suo lavoro, che sta pensando di mettersi in affari con voi. Non sono semplicemnte brava, sono la migliore e per me incredibilmente non è stato difficile diventarlo, mi è bastato fare furi i professionisti e c'è un motivo se non sono riusciti a torcermi neppure un capello...» disse l'ultima parte della frase con tono cupo, lasciandoti intendere che forse dovevate fidarvi del suo istinto e forse un po' meno del moro.
Ci pensasti e sapevi che probabilmente non aveva torto ma non c'erano prove contro di lui, si era sempre comportato bene e se davvero fosse stata lui la spia nel vostro gruppo sareste già state trovate e uccise, a dirla tutta probabilmente non sareste nemmeno risucite a incontrare Michela, eravate forti ma contro un intero gruppo, reduci da una lotta con un'altra gang e piene di ferite forse non ce l'avreste fatta.
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