All we have to decide is what to do with the time that is given us.
Il ragazzo dalla chioma rossa sospiro lentamente, prese una grossa boccato d'aria stirando il corpo stanco a causa di tutta quella tensione che lo aveva investito fino all'ultimo minuto, poi con un sorriso fin troppo luminoso disse che tutto era andato bene, che era stata un'operazione difficili ma che in poco tempo Namjoon avrebbe dovuto riprendere conoscenza e a quelle parole tutti si sentirono più sollevati.
Taehyung, il più vicino, tirò un poderoso schiaffo sulla palla del medico guardandolo piuttosto male, dicendogli che li aveva fatti preoccupare tutti con quell'espressione per poi abbellire quella frase con degli eleganti insulti fino a quando il rosso scoppiò a ridere , poi scosse le spalle e disse che comunque avrebbe impiegato un bel po' per guarire e per evitare che le ferite si riaprissero lo aveva messo in coma farmacologico, disse che in un paio di giorni avrebbe smesso la somministrazione dei farmaci e che poi si sarebbe svegliato evitando di fare danni al suo corpo con il minimo movimento.
Tu tirasti un grosso sospiro di sollievo nell'udire quella notizia sebbene il fatto di essere tanto preoccupata per quel ragazzo ti avesse lasciato piuttosto confusa, non lo conoscevi così bene o da così tanto tempo, anzi, fino a qualche ora prima lo odiavi, poi in una manciata di minuti eravate arrivati a combattere schiena a schiena salvando l'uno la vita dell'altra e ora il cuore sembrava essersi stretto nel tuo petto e lo stomaco oppresso da un grosso peso invisibile.
Pensasti a quella vulnerabilità che ti aveva mostrato, a quella luce gentile negli occhi scuri e a quel triste sorriso che ti aveva mostrato nel raccontarti della sua vita, di quelle esperienze che aveva odiato con ogni fibra di sé stesso e che lo avevano spinto su una strada dalla quale non era riuscito a scappare e che ora non poteva abbandonare perché quello era l'unico modo in cui poteva vivere qualcuna che era stato privato di ciò che viene definito normalità e poi tu lo sapevi meglio di molti altri, da quel mondo non c'era uscita, che tu lo volessi o meno.
Pensasti che lui non era così male, anzi, avevi gradito quel breve attimo di calma nel quale vi eravate concesso una piccola conversazione, avevi sentito che lui poteva comprenderti, che voi eravate più simili di quanto tu forse volevi ammettere e qualcosa in te cambiò nel realizzarlo, forse fu quel live calore che ti invase il petto o quel brivido che ti scosse le spalle, ma non vi prestasti molta attenzione scuotendo il capo per liberarti di quei pensieri, distratta infine dalla voce seria di Hobi.
Il rosso disse «Dovreste trovate un posto sicuro dove andare per il momento. Namjoon rimarrà qui dato che nessuno sa dove si trova e penso sia il luogo più sicuro dove prendersi cura di lui, tuttavia se voi rimaneste qui sarebbe sospetto. Data la situazione credo che dovreste rimanere uniti, in questo memento i vostri due gruppi sono molto vulnerabili, secondo me...» la sua opinione non erra errata e la lucidità con la quale stava affrontando il tutto ti sorprese, non così tanto ma non ti aspettavi che una persona all'apparenza così vitale e gentile potesse essere così acuta e controllata.
Appoggiasti in pieno la sua decisione per voltarti verso gli altri presenti che fecero lo stesso, sarebbe stato stupido perpetrare la vostra rivalità in una situazione del genere, quindi decideste di abbracciare il detto "il nemico del mio nemico è mio amico".
«So dove andare, faccio strada se volete» dicesti seria stringendoti nelle spalle ottenendo un cenno positivo da tutti gli altri e prima di andarsene Jimin chiese all'amico di informarli se le condizioni del moro fossero cambiate, il ragazzo ridacchiò e lo salutò con la mano dicendogli che ovviamente lo avrebbe fatto, che non aveva affatto bisogno che lui glielo chiedesse.
Conducesti tutti quanti alla villa nella campagna, quella che solo Jungkook era riuscita a trovare, solo che non vi fermate lì, altri conoscevano quel luogo e non sarebbe stato intelligente fermarsi lì, prendeste solo alcune delle cose che erano rimaste lì prima di scendere in quella porta che, qualche anno prima, aveva condotto Rosalba fuori di lì sana e salva.
A rimuovere le assi di legno che la chiudevano fu Jimin con qualche colpo secco dato con un tubo in metallo trovato a terra, poi proseguite in quella stretta rete di cunicoli umidi e bui, camminaste lentamente senza curarvi del cattivo odore dovuto al collegamento fognario, tutti ti seguivano confusi, accompagnati solo dal suono dell'acqua che scorreva, dei vostri passi sulla pietra e dei vostri respiri tesi.
Tu camminavi davanti tranquilla, proseguisti dritta, proprio come aveva fatto la riccia da bambina, solo che ad un tratto, invece di continuare sempre in quella direzione girasti a sinistra, in un piccolo vicoletto che sarebbe stato piuttosto difficile da notare, ancora un po' ed imboccasti un altro vicolo a sinistra, poi qualche metro in avanti fino a che non incontraste una grata in ferro piuttosto robusta, i ragazzi cominciarono a credere che avesti sbagliato strada ma le tue amiche non erano di questa idea, infatti poi ti sfilasti dalla tasca dei jeans una piccola chiave che infilasti nella serratura, ti assicurasti che tutti fossero passati per poi chiudere il passaggio dietro di voi, non volevi lasciare traccia del vostro passaggio, in modo che non sarebbe stato così facile rintracciarvi o raggiungervi.
Continuaste a percorrere quel lungo corridoio appena illuminato da qualche lanterna appesa in quel luogo, poi incontraste una lunga scala che saliste fino a ritrovarvi in una stanza che sembrava una cantina.
Apristi poi con un'altra chiave la porta e saliste nuovamente lungo una rampa di scale a chiocciola fino a ritrovarvi in una piccola villetta circondata dal verde e da delle spesse mura di pietra, chiuse da un cancello alto e nero.
«I miei genitori avevano molte case e questa era per le emergenze, ho continuato a prendermene cura negli anni visto che poteva tornate utile ed è impossibile arrivarci facilmente qui, il cancello è elettrificato e ci sono dei sensori di movimento su tutto il perimetro delle mura quindi non avvicinatevi troppo, ok?» dicesti guardandoli, divertita dallo shock trasposto sui volti dei ragazzi, fino a quando fu Yoongi a parlare.
«I tuoi genitori erano nel giro?» chiese curioso attirando l'attenzione di tutti, tu facesti cenno di no con il capo e spiegasti che semplicemente erano persone davvero molto importanti e che avevano dei buoni ideali, che non si lasciavano corrompere o ingannate e che dunque era ovvio che, prima o poi, qualcuno avrebbe voluto sbarazzarsi di loro.
Nessuno chiese più nulla a riguardo e si premurarono di entrare in casa, di sistemarsi, scegliendo le camere che avrebbero occupato e decidendo chi avrebbe dovuto comprare il necessario, facendo dei turni in modo che non ci fossero obbiezioni e che tutti facessero qualcosa, inizialmente Taehyung non sembrò capire il motivo ma poi fu Michela a chiarire la situazione, continuando a tenersi il suo braccio e disse «Taehyung, è ovvio che dovremmo rimanere in un posto sicuro finché le condizioni di Namjoon non si saranno stabilizzate, anche volendo non potremmo neppure spostarci fino a che non starà meglio, quindi qui dovremmo passare un po' di tempo» sbuffò semplicemente sedendosi sul divano dopo aver recuperato un ago che aveva scaldato e dopo aver trovato un filo da sutura e si era messa a ricucire il suo braccio, dato che avevano poco tempo e non voleva sprecare tempo aveva deciso che ci avrebbe pensato da sola, lasciando tutti un po' confusi.
«Volete farmi una fato? Dura di piú. Non siate così sorpresi, mi sono serviti solo tre punti quindi non c'era motivo di sprecare tempo» disse per poi rimettere a posto il tutto, alzandosi tranquillamente dopo essersi bendata il bicipite.
C'era un po' di polvere dato che era passato un po' di tempo da quando avevi avuto tempo di occuparti di quella casa, motivo per il quale decideste i dedicarvi un po' alle pulizie, sotto le direttive di Jungkook che si era autoproclamato fatina delle pulizie e di Rosalba che temeva dei disastri da parte dei ragazzi, Yoongi invece si occupò di controllare la connessione internet di quel luogo e di far funzionare tutti i nuovi apparecchi tecnologici che non erano stati ancora collaudati, ma che tu ti eri premurata di fare installare in caso fossero potuti essere utili.
Michela non poteva fare parte del gruppo delle pulizie data la sua ferita, motivo per il quale la mandasti insieme a Jimin con il compito di tenere d'occhio il ragazzo e fare in modo che a casa tornasse del cibo vero e non solo cose pronte o dolciumi cosa che a quanto pare fu una buona mossa dato che quando furono di ritorno Michela raccontò di come il ragazzo avesse quasi scordato la metà delle cose.
Una volta finiti i preparativi per rendere quell'ambiente vivibile era già calata la sera ed eravate tutti stanchi morti, sia perché non avevate riposato molto la sera precedente a causa di quello che era accaduto a Namjoon, sia perché avevate fatto molti sforzi sia fisici che mentali perché quella convivenza non sfociasse in una rissa fra tutti voi.
Ti abbandonarti sul divano sfinita guardando la televisione, presto seguita da Taehyung, Veronica, Rosalba e Jungkook mentre ripensavi felice che quella casa fosse sotto falso nome e che dunque non sarebbe stato possibile farla risalire a te, una sicurezza in più che certamente non guastava in quel tipo di situazione.
Jin stava facendo i piatti dato che avevate appena terminato di consumare la vostra cena, mentre la ragazza dalla chioma viola era in uno dei bagni a cambiare nuovamente colore di capelli per riportarlo ad uno più sobrio, sembrava avere intenzione di tornare al suo castano naturale, nonostante avesse deciso di lasciare le punte colorate, per non perdere la sua stravaganza.
Jimin invece era nella sua stanza a leggere un libro, aspettava che Yoongi terminasse la sua doccia dato che stava usando il bagno più vicino e io certamente non aveva intenzione di fare qualche metro o salire qualche rampa di scale solo per potersi concedere una doccia.
La calma che aveva investito quel luogo sembrava non appartenere ad una casa nella quale erano racchiuse due gang, una volta rivali e che ora non potevano permettersi delle faide e che anzi, stavano fraternizzando fra loro.
Il giorno seguente proponesti di fare una sorta di riunione generale per avere più chiara la situazione e sapere meglio come sarebbe stato più positivo muoversi in quel momento dato che eravate all'angolo, accerchiati da ogni direzione.
Dunque vi siedeste tutti attorno al tavolo ovale presente in sala da pranzo, a quel punto Suga aveva deciso di spiegare bene dove fossero situate tutte le loro basi per poi dire «Credo che nessuna di queste sarà sicura per noi. L'unica opzione che abbiamo ora per sperare di sopravvivere è quella di spostarci ed è per questo che io pensavo alla Corea del Sud» ci fu un attimo di silenzio nel quale tutti rifletteste su cosa sarebbe stato meglio fare, sulle cose positive e negative nello spostarsi e tu giungeste alla conclusione che quella sarebbe stata la mossa migliore, l'America era troppo pericolosa per voi in quel momento e sarebbe stato stupido continuare in quel paese se sapevate di rischiare la vita.
«Per noi non sarebbe un porblema dato che ho una filiale piuttosto famosa del mio marchio di moda là ma dovremmo fare in modo di non perdere influenza qui, ho anche negli altri stati provaranno a sovvertire il nostro potere» dicesti pizzicandosi il mento preoccupata, a quel punto intervenne Michela.
«Per quello non è un problema, posso chiedere a dei miei amici che sono da poco usciti di prigione, ora hanno la mia protezione perciò non saranno toccati e beh, mi conoscono abbastanza da non avere la minima voglia di tradirmi. Insomma vogliono vivere» disse ridacchiando all'ultima affermazione, per poi ricevere l'approvazione di tutti, era l'unica cosa che poteva essere fatta in quella situazione.
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