<<Piccola>> disse lui <<Vieni o no?>>

Io annuii e iniziai a camminare a fianco a lui.

<<Dove vuoi andare Melanie?>> chiese poi.

<<Non so, dimmi tu>>

Kai si guardò intorno. <<Uhm...I campi li hai visti prima, le aule anche...>>

Poi guardò l'orario. <<Hai fame?>> chiese.

In effetti ero affamata. <<Sì, in effetti sì, ma tranquillo, ho il pranzo dientro. Non scomodarti>>

<<Macchè scomodarmi! Ti porto alla mensa, non l'hai ancora vista>>

Detto ciò iniziò a camminare e io lo seguì.

Fu una bella pausa pranzo. Io e Kai parlammo di tutto e piano piano scoprii che non era maleducato e presuntuoso come pensavo Anzi, tutt'altro! E più parlavamo e più ero convinta di potermi fidare di lui...

Ero sul punto di rivelargli le mie origini quando la campanella annunciò l'ora di andare a casa.

<< È già ora?>> dissi, con un tono di tristezza.

<<Già...>> intimò Kai.

<< È stato interessante stare con te, baby. Ci si becca domani>>.

<<Hey Kai, posso chiederti una cosa?>> dissi io.

Senza dire nulla, lui mi prese il telefono di mano e scrisse un memo nelle note.

<<A domani, piccola Melanie>> disse poi girandosi.

Io, perplessa, aprii il memo. C'era scritto un numero di telefono e sotto una frase: "So che lo volevi, te lo si legge negli occhi. A domani. Kai".

Sorridendo senza accorgermene, andai a cercare Isei. Mi sedetti sui gradini e gli mandai un messaggio.

Dove sei?

Sono a casa, sono andato via un'ora fa. Ma se vuoi vengo a prenderti

No, tranquillo, vengo da sola. A fra poco

Così m'incamminai verso casa. La strada era illuminata dal sole che stava tramontando alla mia destra. Adoravo quella sensazione di calore che il sole trasmetteva alla mia pelle. Misi gli auricolari e feci partire una canzone che amavo: "Strawberries & Cigarettes" di Troye Sivan, il mio cantante preferito in assoluto. 

Ad un certo punto due ragazzi che apparentemente avevano l'età di Kai, cioè secondo anno di università, si fermarono davanti a me. 

<<Buonasera signorina. Che fa qui da sola?>> chiese uno.

<<Lasciatemi stare>> dissi, ma quelli si piazzarono proprio davanti a me, sbarrandomi la strada.

<<No, ehy. Sei così carina... Permettimi di portarti ad una festa stasera>>

<<Macchè festa!>> lo interruppe l'altro. <<Meglio una serata solo io e te>>

<<Vi ho detto di no, levatevi di mezzo!>> urlai loro contro.

<<No, aspetta solo un attimo>>

Uno dei due mi trascinò e mi appoggiò con forza al muro lì vicino. Il sole mi entrò negli occhi e m'impedì di vedere la faccia di quel tipo. 

Il secondo guardava verso la strada mentre il primo mise le mani sulla mia faccia. <<Non mi toccare!>> urlai, cercando di nascondere il mio terrore.

<<Non ti farò nulla, è solo che sei carina e mi piaci, tesoro>>

Inorridita, girai la faccia. Il ragazzo non si scompose. Spostò le mani sui miei fianchi e iniziò a sfregarle contro. Infine, appoggiò la sua bocca sul mio collo.

Stupida! Perchè ti sei girata?!

<<Mi fai male!>> urlai più forte che potei.

Temevo il peggio, quando sentii una voce gridare: <<LASCIATELA STARE IMMEDIATAMENTE!>>

Il tipo si girò e, vedendo la persona che aveva gridato, scappò trascinandosi dietro il suo complice.

<<Stai bene Melanie?>> 

Non risposi. Ero accasciata a terra, svenuta. Sentii solo che qualcuno, probabilmente il mio salvatore, mi prese in braccio e che, dopo un po' di passi, si fermò a massaggiarmi il collo in un punto dolente. 

Non capii più nulla e non riuscii ad aprire gli occhi.