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Tutto bene, sono qua

Ripensandoci avrebbe dovuto immaginarselo, Nico. Lui, Will, soli nella sua camera, con un lungo pomeriggio libero davanti. Non poteva finire bene.

Che poi dipendeva dai punti di vista.
Perché per lui starsene steso a letto con Will senza maglia che lo baciava era decisamente bene.

Stava probabilmente inzuppando le lenzuola di Will con i pantaloni ancora fradici di acqua e sapone dal bagnetto della Signora O'Lary. Quando lo fece presente a Will lui diede la risposta del secolo.

<Se vuoi te li levo.>

Nico sbuffò, sbattendolo sul materasso e salendogli sopra. <Sei senza speranze, Solace.>

Will rise, abbandonando la testa bionda sul cuscino. Chiuse gli occhi. <Fortuna che ci sei tu.>

Nico lo scrutò un paio di secondo e poi si chinò in avanti, mettendogli le mani ai lati della testa.

<Will?> Lo richiamò perché aveva ancora gli occhi chiusi. Il biondi li aprì e Nico rimase come sempre spiazzato da quanto fossero blu le sue iridi. Era come se qualcuno le avesse colorate con un pennarello.

<Che c'è?> Soffio Will sulla sua bocca. Nico si riscosse e aggrottò la fronte. <Non mi baci più?> Chiese e Will sorrise.

Gli prese i fianchi e premette la propria bocca bollente sulla sua infilandogli le mani sotto la maglietta. Il minore si godette la sensazione dei pollici di Will che delicatamente gli tracciavano piccoli cerchi sul ventre.

Era una delle cose che amava di Will: la gentilezza che metteva in ogni gesto che lo riguardava. Ogni carezza era un ti amo non verbale.

<Ti amo, Will.> Gli disse tra un bacio e l'altro e Will gli sorrise sulla bocca, stringendolo forte tra le braccia. <Lo sai, vero?> Insistette Nico allontanandosi un po'. Will annuì, accarezzandogli il viso.

<Lo so.> Assicurò prima di baciarlo di nuovo, accarezzandogli i fianchi nudi sotto la maglia.

Si separarono ansimando, senza fiato, e Nico si sporse iniziando a baciare la pelle abbronzata sotto la mandibola di Will. Come figlio di Apollo, Will era sempre abbronzato, dappertutto.

Dalla mascella scese sul collo e poi sulla clavicola, lasciandosi dietro una scia di segni rossi. C'era un punto, proprio alla base del collo, dove sapeva che la pelle di Will era sottile e sensibile. mentre ci lasciava un succhiotto riusciva a sentire la vita scorrergli nelle vene. E insieme ad essa l'effetto che quelle attenzioni avevano su Will: la presa sui suoi fianchi si faceva più stretta ed era sicuro che se Will avesse parlato avrebbe avuto la voce più roca e profonda.

Sollevò il busto lasciando che Will gli sfilasse la maglietta. Appena libero riportò immediatamente le mani alla base del suo collo, accarezzando i capelli alla base della nuca mentre Will si riappropriava della sua bocca.

Le mani di Will stringevano i fianchi di Nico, tenendolo ben fermo. Muovendoli un po' il moro riuscì a ottenere un gemito, che lo fece sorridere soddisfatto. Per ripicca Will gli morse un labbro, ridendo a sua volta. <Ti prendi gioco di me?>

<Può essere.> Lo sfidò il moro mettendosi a sedere. Will sollevò il busto e lo guardò dritto negli occhi. <Non ti conviene, Nico.> Lo avvertì. Con uno scatto Nico lo rispinse sul materasso, parlandogli quasi sulla bocca. <E perché?> Gli accarezzò piano i segni che gli aveva lasciato sul collo e intanto Will lo fissava, innamorato alla follia.

<Ti amo, Nico.>

Il moro fece un sorrisetto. <Lo so.> Rispose solo per poi baciarlo. Will gli strinse le cosce e Nico sussultò, strofinando involontariamente i proprio fianchi contro quelli di Will.

<Okay, adesso basta.> Decretò quello stringendo i denti e ribaltando la situazione. Nico, spiazzato, non ebbe nulla da ridire quando Will gli sfilò i jeans ancora umidi. Aveva le gambe bagnate e l'aria gli sembrò gelida, facendolo rabbrividire.

<Rischiamo che ci senta qualcuno.> Lo avvisò Nico, anche se in realtà sperava che Will se ne fregasse. Il biondo riflettè per qualche secondo sul da farsi e quando ebbe paura che si sarebbe fermato Nico gli avvolse le gambe attorno alla vita, tirandolo giù contro il suo corpo, e gli baciò la bocca a lungo bloccandolo con un braccio dietro al collo e una mano al lato del viso.

Will ridacchiò. <Concordo.> Rispose per poi iniziare a succhiare la pelle pallida del collo di Nico, che dovette mordersi un labbro per non fare rumore.

Le labbra di Will si soffermarono su un particolare punto alla base della mandibola, appena sotto l'orecchio e Nico sentì le ossa liquefarsi. Sospirò il suo nome, facendo venire la pelle d'oca a Will.

Si sollevò dal collo di Nico e venne intrappolato da due pozzi di petrolio lucidi. Erano così neri che non si distingueva la pupilla.

Gli avrebbe detto che era splendido, ma sapeva che a Nico infastidivano questo genere di complimenti, quindi si limitò a baciarlo ancora. Nel frattempo Nico prese fra le mani l'orlo dei suoi pantaloni, cercando di abbassarli senza dover interrompere il bacio.

Una volta riuscito nell'impresa si liberarono anche degli ultimi indumenti. Poi prese Will per le spalle e gli risalì sopra a cavalcioni. <Voglio farlo io.> Annunciò e Will superato lo stupore iniziale annuì, chiudendo le palpebre e buttando la testa all'indietro.

Non lo faceva spesso, in primo luogo perché lo imbarazzava, ma a volte Nico decideva di prendere l'iniziativa e a Will andava più che bene.

Nico faceva il triplo della fatica, e alla fine era distrutto, ma l'espressione di Will era più che sufficiente a ripagarlo. Il modo in cui arrossiva e come strizzava gli occhi, sentire il proprio nome e come Will praticamente lo ringhiava, ansimando forte. Poi ad un certo punto lo afferrava per i fianchi, muovendoglieli più velocemente e spingendosi più a fondo e Nico vedeva le stelle.

E alla fine diceva il suo nome con la voce roca e strozzata, riversando il frutto di quel che avevano fatto. Nico gemette, crollando sul petto di Will, e quando il biondo fece per uscire da dentro di lui gli afferrò le spalle, conficcando anche le unghie nella pelle. <Fermo.> Ordinò. <Resta qui.> Lo supplicò e Will lo avvolse con le braccia. Gli diede un bacio sulla fronte sudata e disse ti amo.

Nico rispose annuendo, perché sentiva che si stava già addormentando. Era esausto, il sole caldo del pomeriggio inoltrato gli scaldava la schiena, sulle lenzuola c'era l'odore del loro amore e con Will dentro di se si sentiva piacevolmente completo.

Qualche minuto dopo, quando credeva che ormai Nico si fosse addormentato, scivolò fuori dal suo corpo e ridacchiò per l'espressione contrariata che il viso del moro assunse anche nel sonno.

Tirò fuori delle salviette dal comodino e le usò per pulirsi. Era indeciso se lasciar Nico dormire o meno. Se l'avesse fatto poi il figlio di Ade l'avrebbe sgridato, ma decise che andava bene lo stesso. Lo coprì con un lenzuolo leggero e dopo essersi infilato dei vestiti puliti si sedette sul letto di fianco a Nico, leggendo il testo di medicina che aveva comprato per l'università.

Quando iniziarono a fargli male gli occhi fuori il sole stava quasi tramontando. Perciò richiuse il libro e lo mise per terra, voltandosi verso il suo ragazzo, che dormiva sereno. <Nico.> Lo chiamò piano. <Nico, svegliati dai.> Insistette spostandogli i capelli dalla fronte.

Nico mugugnò un vaffanculo e si mise a sedere. Will rise. <Beh grazie. Anche per me è stato bello fare l'amore con te, prima.>

Nico lo liquidò con un si, si, come vuoi e poi si stropicciò gli occhi assonnati. Aveva i capelli che erano un casino, e Will ridendo iniziò a snodarglieli passandoci piano le dita in mezzo. <Come hai dormito?>

Nico fece un mezzo sorriso. <Bene. Che ore sono?>

Will scrollò le spalle. <Non ne ho idea. Presumo intorno alle cinque.>

<Avresti dovuto svegliarmi.> Lo rimproverò Nico, e Will ridacchiò, continuando con quello che stava facendo.

<Fatto.> Annunciò dopo aver districato l'ultimo nodo.
<Posso avere dei vestiti?.> Chiese Nico accennando alla maglietta che Will gli aveva tolto e buttato per terra e ai boxer e ai pantaloni intonsi che erano sulla scrivania.

<Subito.> Will gli passò i vestiti e Nico se li infilò in fretta. Poi frugò nella tasca della giacca da aviatore e ne tirò fuori un'elastico rosso. Si sedette a gambe incrociate sul bordo del letto e indicò la porzione di pavimento davanti a se. <Siediti.> Ordinò a Will.

Il biondo obbedì. Chiuse gli occhi e lasciò che Nico gli raccogliesse i capelli in un codino. Il moro aveva un segreto amore per i capelli di Will. Okay, forse non molto segreto. Erano super morbidi al tatto.

Una volta finito Will si voltò sorridendo e alzandosi gli premette un bacio sulla guancia. <Grazie, amore.>

<L'ho fatto solo perché sennò sembri un barbone.> Brontolò imbronciandosi imbarazzato. Ovviamente era una bugia, e ovviamente Will lo sapeva.

<Oh, certo. Io ora dovrei andare in infermeria, Sam era di turno oggi, ma so che i ragazzi di Ares avevano in programma una sfida al muro di arrampicata e di sicuro si sarà fatto male qualcuno. Mi accompagni?> Chiese mentre si infilava le infradito.

Nico sbuffò, anche se era felice che Will gliel'avesse chiesto. <Come vuoi.> Gli prese la mano e dopo aver controllato che il capo fosse libero sgusciarono fuori dalla stanza di corsa.

Prima di uscire dalla cabina Will mise fuori la testa per controllare che non ci fosse nessuno nei paraggi. <Mi sento tipo 007> Ridacchiò e Nico alzò gli occhi al cielo, spingendolo fuori dall'ingresso.

In infermeria Sam stava litigando con una figlia di Afrodite e due di Ares. Will e Nico si scambiarono uno sguardo e poi la raggiunsero.

<Ehi, ragazzi, che succede?> Trillò Will con un tono forzatamente allegro.
Sam lo guardò come fosse un dio sceso in terra e la figlia di Afrodite, una ragazza afroamericana con due splendidi occhi color caramello, puntò l'indice affusolato contro Will. <Sei tu Will Solace?>

Will sembrava preoccupato mentre Nico pensava che se quella non moderava i termini glielo avrebbe spezzato, quel ditino ossuto.

<Ehm, perché?>

Lei afferrò senza troppi complimenti il braccio del ragazzo al suo fianco e lo mostrò al povero Will. La pelle era piena di piccole cicatrici e nell'interno gomito c'era un piccolo tatuaggio.

<Non capisco.> Confessò Will.

Lei lo guardò male. <Ma sei cieco!?>

Will stava per ribattere ma Nico fece più in fretta. <Vedi di darti una calmata, è chiaro?> Sibilò.

<Non parlarle così.> Sbottò il figlio di Ares.
<Okay. Adesso basta. Non voglio litigi in infermeria.> Si intromise Will. <Ora, posso sapere qua l'è il problema.

La figli di Afrodite sbuffò. <Il mio ragazzo e i suoi fratelli stavano facendo una stupida sfida al muro d'arrampicata e io lo stavo guardando dalla base quando uno di loro mi è caduto addosso.>

<Tu?> Chiese Will indicando il ragazzo in piedi.

Lui scosse la testa e indicò l'altro. <È lui. Ed è fortunato ad essere mio fratello o l'avrei fatto a pezzi.>

L'altro lo guardò male. <Ti ho già detto che mi dispiace.>

Will prese in mano la situazione e Nico si sedette sula branda alle sue spalle.

La ragazza tese il braccio tumefatto e gonfio piegato in un doloroso angolo al centro dell'avambraccio. Nico si chiese come facesse a non urlare di dolore.

San intervenne. <Le ho dato dell'ambrosia, per il dolore. Ma non sono in grado di saldarle la frattura senza lasciare tracce, e...>

<Non mi farò toccare se non mi assicurate che sarò come nuova.> Si impuntò lei.

Will le sorrise gentilmente. <Te lo giuro.>

Lei parve reticente ma lasciò Will fare. <Ora, devo rimettere le ossa in posizione prima di saldarle, potrebbe farti male.>

Lei si agitò, e il suo ragazzo le prese la mano. Un gesto che lasciò lievemente spiazzato Nico. Non si immaginava i figli di Ares come persone premurose, poi gli venne in mente Clarisse e come si era presa cura di Chris Rodriguez.

La figlia di Afrodite strizzò gli occhi e cacciò uno strillo quando Will le tirò il braccio e le ossa si riallinearono con un pop! che fece venire i brividi di disgusto a Nico.

<Tutto bene?> Chiese Will, dispiaciuto. Lei annuì, mordicchiandosi un labbro. Il biondo le mise le mani sul braccio e cantilenando un po' in greco riuscì a percepire le ossa risaldarsi sotto le sue dita.

Quando alzò le mani il braccio era come nuovo. <Prova a muoverlo.> Suggerì e la ragazza sorrise nel constatare che era perfetto. Sorrise a Will e tutta la bellezza delle figlie di Afrodite le si condensò sul volto. <Grazie.> Trillò felice.

Poi si alzò e raggiunse Nico sulla branda. Lui la guardò storto e lei ridacchiò. <Mi spiace per il mio comportamento.>

Okay. Un figlio di Ares premuroso e una di Afrodite gentile. Che sta succedendo? Si chiese Nico preoccupato. <Um, okay. Non fa niente, credo. No dovresti scusarti con me, comunque.>

Lei annuì. <Poi mi scuserò anche con il tuo ragazzo.>

Nico arrossì e lei rise. Perché tutti dovevano sottolineare questa cosa?

Ora Will era passato al figlio di Ares, che in qualche modo aveva nascosto fino a quel momento un lungo squarcio sul braccio, provocato da uno degli spuntoni del muro. Sam l'aveva fasciato, e sembrava avesse smesso di sanguinare.

<Devi farmelo vedere.> Insistette Will.

<No! Tu vuoi sistemarmelo!> Lo accusò l'altro.

<È ovvio che voglio guarirti!>

<Ma io voglio la mia cicatrice! Sai quanti punti vale una cicatrice del genere!?>

Will battè le palpebre. <Come scusa?>

<Punti.> Ripetè il fratello dell'infortunato. <A fine mese facciamo il conto delle cicatrici. Chi totalizza meno punti deve lavare i cessi.>

Will guardò sua sorella, preoccupato. Poi si rivolse di nuovo ai due ragazzi di Ares. <Posso almeno disinfettare la ferita? O morire è una specie di bonus.>

Probabilmente il ragazzo stava ripassando le regole mentalmente perché ci mise un po' prima di lasciare che Will disfacesse la fasciatura.

Il fratello disse qualcosa al figlio di Apollo e poi si avvicinò alla sua ragazza e a Nico. <Io vado, Sherman vuole sapere come sa.> Spiegò accennando al fratello. <Ci vediamo al falò?>

La ragazza annuì, raggiante. <A dopo.> Si salutarono con un bacio e poi lei gli disse: <Ti amo.>

<Anche io, piccola.> Rispose lui. Poi si voltò verso Nico. <Di Angelo.> Fece con un cenno.

<Ciao.> Rispose il figlio di Ade con uno sguardo gelido.

L'altra ragazzi rise. <Perché ti danno così fastidio i figli di Ares?>

<Non lo so. E poi non mi danno fastidio.>

Lei scrollò le spalle. <Come ti pare.> Poi gli diede un'occhiata. <Mi faresti un favore?>

<Perché dovrei?>

<Perché il tuo ragazzo ci metterà ancora un po' e poi perché potresti fare una buona azione.>

Lui diede un'occhiata a Will. Scrollò le spalle. <E va bene. Ma solo se smetti di dire che è il mio ragazzo.>

Lei aggrottò la fronte. <Perché? Non è così?>

Nico arrossì. <N- cioè, sì. Ma...vabbè, lasciamo stare.>

Lei sorrise. Balzò in piedi e battè le mani. <Bene. Noi andiamo.>

Will si voltò di scatto, facendo sussultare di dolore il ragazzo a cui stava disinfettando la ferita. <Andiamo? Dove?>

Nico fece per rispondere ma l'altra lo interruppe. <Un segreto. Dei, sei così appiccicoso? Ciao.> Concluse trascinandosi dietro Nico.

~spazio autrice

Punto primo non so scrivere queste cose (le scene esplicite, ecco) apprezzate lo sforzo, secondo scusate se ieri sono sparita ma ho iniziato e finito Hanako-san of the toilet. E niente, volo. Lo amo. È bellissimo. E non so se è la mia mente ad essere sporca ma penso stra male di quello che può essere successo tra lui e suo fratello scusate lo sfogo ora me ne vado promesso cia.

Ps, ieri stavo attraversando Pinterest e ho trovato questo:

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