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Secondo round?

Dopo essersi ripresi entrambi, decisero che era il caso di tornare al piano di sotto, così Will riprese Nico per mano e scesero le scale. Erano arrivati al pianerottolo quando sentirono il rumore della porta di ingresso che si apriva.

<Sono a casa!> Disse la voce di un uomo prima che l'uscio venisse richiuso.

Will sbiancò, bloccandosi ad un gradino dalla fine, e Nico capì subito che niente di buono sarebbe nato da quella situazione.

Anche la madre di Will doveva averlo capito perché guardò Nico dritto negli occhi e lui vi lesse il panico.

<Beh? Cos'è tutto questo silenz-> Le parole morirono sulla bocca dell'uomo assieme il sorriso che aveva quando era entrato nella stanza non appena vide Will.

La valigetta gli cadde di mano e per svariati minuti fu l'unico suono che venne emesso. Probabilmente avevano persino smesso di respirare. Nico ebbe una specie di deja vu.

E adesso che cazzo faccio!? Dovrei parlare? No, meglio se sto zitto. Però questo silenzio è troppo...

Alla fine Nico sollevò una mano, mettendola sul braccio di Will. <Ehi->

Il biondo si riscosse di colpo, e con lui anche gli altri presenti, come se fossero stati bloccati da un incantesimo fino a quel momento. Will rinsaldò la presa sulla mano di Nico e scese l'ultimo gradino, avviandosi all'uscita senza dire una parola.

Passando davanti a suo padre abbassò gli occhi, senza rivolgergli nemmeno uno sguardo. Al contrario di Nico, che nel panico non sapeva cosa fare e continuava a guardarsi intorno.

L'uomo però sembrava non essersi rassegnato, allungò una mano e la mise sulla spalla di Will. <Figliolo, ti prego, io->

<Non mi toccare.> Sibilò Will scacciando l'enorme mano del padre come scottato da quel tocco.

<Non Will, ascoltami, io devo->
<Non devi nulla!> Lo interruppe ancora alzando la voce. <Hai già detto abbastanza l'ultima volta che ci siamo visti. Non abbiamo nient'altro da dirci. Io non ho nient'altro da dirti, e tu non hai più niente che io voglia ascoltare. E non chiamarmi figliolo.> Concluse il discorso guardando per la prima volta il padre.

Nico rimase sorpreso dallo sguardo che gli rivolse, raramente aveva visto Will arrabbiato, e mai gli aveva visto addosso quegli occhi così cattivi. <Stammi lontano. Stacci lontano.> Precisò, e a quel punto l'uomo parve accorgersi che Nico era lì.

Lo squadrò un secondo e poi accennò un sorriso incerto, tendendogli la mano. Nico, che già normalmente non l'avrebbe stretta, si limitò a fissare l'uomo negli occhi, senza cattiveria o astio, solo per capire se la tristezza dipinta sul suo volto fosse vera o meno.

Ci pensò Will a interromperlo quello scambio. Scacciò la mano del padre von uno schiaffo. <Non provare a toccarlo. Mi fai schifo.>

<William!> Intervenne sua madre alzandosi di scatto.

Nico fece scorrere lo sguardo sui presenti non coinvolti nella discussione: avevano tutti lo sguardo basso tranne Luke, che era l'unico a osservare la scena, con una tale tristezza negli occhi che Nico pensò non fosse la prima volta che assistevano a quella scena.

L'uomo sospirò. <Will, ti supplico, dammi la possibilità di farmi perdonare, ho sbagliato lo so, ma io ti voglio bene!>

Alzando lo sguardo sul viso di Will, Nico colse immediatamente il luccichio delle lacrime che stavano per uscire.  Fu allora che decise di intervenire; si mise davanti a Will, incurante dell'occhiataccia che ricevette da suo padre. <Ora basta. Mi dispiace, ma adesso ce ne andiamo.>

Il padre di Will era un uomo muscoloso, alto e slanciato ma comunque massiccio. Era imponente, ecco il termine. Quando si trovò di fronte agli occhi severi di Nico ebbe un istante di esitazione, poi però si riprese, parlando con la voce grossa di chi si sta arrabbiando davvero. <Senti ragazzino, non so chi tu sia ma->

<No, lei mi stia a sentire. Io sono il suo ragazzo> Nel sentire quella parole l'uomo si irrigidì. <e adesso noi ce ne andiamo.Grazie di tutto, scusate ancora.> Aggiunse alla fine rivolgendosi alla madre di Will, che si limitò ad annuire sconsolata. Senza aspettare una risposta dall'uomo di fronte a se, Nico mise un braccio attorno alla vita di Will e lo accompagnò fuori di casa.

Una volta all'esterno Will sospirò, passandosi una mano sul viso. <Porca puttana!> Sbraitò liberandosi della stretta di Nico e raggiungendo la macchina a grandi falcate.

<Merda.> Adesso fa un casino, si disse Nico raggiungendolo.

Il biondo aveva iniziato a prendere a calci i bidoni della spazzatura che stavano sul marciapiede, spargendo il contenuto per strada.

<Will smettila.> Niente.

<Will fermati, maledizione!> Ancora niente.

<Porca puttana, Will, smettila ho detto!> Sbottò alla fine Nico strattonandolo per un braccio.

<Lasciami stare, cazzo!> Sbraitò allora Will voltandosi di scatto.

Nico, che mai aveva visto Will arrabbiarsi in quel modo con qualcuno, men che meno con lui, trasalì, allontanandosi velocemente da lui.

Quando Will si accorse della sua reazione rimase impalato a fissarlo. Poi si prese la testa fra le mani e mormorò: <Scusami...scusa, Nico. Non ce l'ho con te.>

Nel sentire la sua voce incrinarsi a Nico si strinse il cuore.

Non era da se, ma vedere Will piangere era una cosa che non poteva sopportare, perciò gli mise le mani sulle guance stampandogli un bacio sulla fronte. <Amore, non fa niente, non pensarci più.> Gli disse cercando di imitare il tono dolce che lui era solito usare quando era Nico a stare male.

Will sorrise, pensando a quanto dovesse costare fatica a Nico tutta quella dolcezza. Gli avvolse la vita con le braccia, sollevandolo da terra per quei pochi centimetri di altezza che li separavano. <Ti amo, non sai quanto.> Gli disse inspirando il profumo della sua maglietta.

Nico annuì, rosso in viso e con il terrore che qualcuno lo vedesse in quel momento.

<Will?>

<Sì?>

<Potresti mettermi giu?!>

Il biondi ridacchiò, sentiva la rabbia e la tensione fluire velocemente via dal suo corpo, come se Nico fosse le suole di gomma delle sue scarpe che gli permettevano di non morire fulminato. Rimise il proprio ragazzo per terra. <Meglio?>

<Decisamente. Andiamo?>

Una lampadina si accese nella mente di Will, e un sorriso furbo si espanse sul suo viso. <Oh sì.>

<Cos'è quella faccia? Io la conosco quella faccia. È la faccia da 'so qualcosa che non sai non vedo l'ora sto pianificando qualcosa che non ti piacerà'. Non mi piace quella faccia!> Disse tutto d'un fiato Nico ritraendosi.

Will rise, prendendolo per mano e tirandoselo addosso. <Fidati di me.> Poi si avvicinò con la bocca al suo orecchio e aggiunse: <Ti piacerà.>

Come se qualcuno gli avesse dato la scossa a Nico formicolarono i polpastrelli e rabbrividì, immaginando cosa stesse frullando nella mente di Will.

Per tutto il viaggio in auto rimase nervoso e teso come una corda di violino. Non ne capiva il motivo, il che lo rendeva ancora più nervoso. Non era certo la prima volta che lui e Will facevano...sì beh, quello.
Eppure...

Era così sovrapensiero che quando Will parcheggiò non si rese nemmeno conto che si erano fermati, e quello dovette richiamarlo perché si decidesse a scendere.

<A-arrivo!> Balbettò raggiungendolo sull'ingresso.

<Mi spieghi che hai?> Chiese Will ridacchiando.

<I-io? N-niente!>
Ma la smetti di balbettare, stupida bocca!? Pensò infastidito Nico.

Will aggrottò lo sopracciglia, poi annuì e aprí la porta.

Per prima cosa, una volta dentro, si lasció cadere a peso morto sul divano, lasciandosi andare ad un lungo sospiro. <Quanto lo odio...>

Nico storse la bocca nel sentire quelle parole. <Will, non credi che->

<Nico, io ti amo alla follia, ma se dici quello che stai per dire ti verso dell'arsenico in gola.> Lo minacciò facendo ridere il minore.

<Will Solace non saresti in grado di uccidere nemmeno una mosca, figurati me.> Lo prese in giro portandogli un bicchiere d'acqua. <Avanti, bevi.> Lo incoraggiò sedendosi a gambe incrociate vicino al divano.

Dopo aver ubbidito sospirò. <Credi che stia sbagliando, vero?>

Nico si grattò la nuca a disagio. <No...non esattamente, non sono la persona più indicata per dare consigli in quanto a rapporto con il proprio padre, considerando che il mio passa il suo tempo h24 tra i morti, però magari potresti, che so...dargli una chance? Non lo so, che cosa hai da perdere? Lo odi già, al massimo confermerai l'opinione che hai di lui.> Concluse con un'alzata di spalle.

Will lo squadrò attentamente.

<Ora non incazzarti anche con me ok? Sei tu che mi hai chiesto di-> Le parole si persero nella bocca di Will.

Fu solo un bacio a stampo, e poi il biondo si staccò sorridendogli. <Da quando sei così saggio?>

Nico sbuffò. <Da sempre, sei tu che non mi prendi sul serio.>

Will rise, avvicinandosi di nuovo al viso di Nico. <Oh, Nico, io ti prendo molto su serio.> Soffiò a un palmo di distanza.

Nico deglutì, scattando in piedi come una molla. <Hai fame? Io ho fame! Non abbiamo quasi toccato cibo tra una cosa e l'altra. Vado a vedere che c'è in frigo.> Annunciò praticamente scappando in cucina.

Aprí la porta del frigo sperando di potercisi tuffare dentro ed essere finalmente al sicuro da Will e il modo in cui si era sentito quando si erano baciati in camera sua. Sospirò, cercando di rilassare le spalle.

Quando finalmente sentiva di essere riuscito a liberarsi di un po' della tensione che gli si era appiccicata addosso la portella del frigorifero venne chiusa di scatto, facendo sobbalzare Nico, che per la sorpresa si ritrovò a imprecare in italiano. <Cazzo!>

Will rise, afferrandolo per la vita e facendolo sedere sul bancone della cucina come se pesasse meno di niente, il che era vero probabilmente.

Prima che potesse dire mezza parola le loro labbra erano già incastrate e Will lo teneva ben stretto per i fianchi perché non scappasse.

Il cuore di Nico martellava così forte nel petto che aveva paura sarebbe davvero morto. Il tocco di Will era più bollente del solito, gli scottava la pelle in una maniera vergognosamente piacevole.

Le sue mani si mossero da sole, prendendolo per le spalle per avvicinarsi di più, fino a che
non furono uno addosso all'altro.

Era la seconda volta in un giorno -anzi, nel giro di meno di un'ora- che si ritrovavano in quella situazione, e questa volta nessuno li stava aspettando al piano di sotto.

Quando si separarono per respirare Nico notò il segno violaceo che aveva lasciato prima sul collo di Will, e si disse che ci stava benedettamene bene sulla sua pelle abbronzata. Così ne lasciò un'altro appena sotto, e poi un'altro, e un'altro ancora, finché la stretta che Will esercitava sui suoi fianchi divenne dolorosa e si allontanò per guardarlo negli occhi.

Will gli sorrise in quel modo che gli mandava a puttane il cervello. <Cosa hai detto in camera prima? Non ne ho idea?>

All'improvviso Nico sentiva di avere le labbra secchissime e dovette passarvi sopra la lingua per inumidirle. La reazione Will fu soddisfacente al punto che il suo cervello doveva essersi di nuovo scollegato per produrre pensieri del genere.

Avvicinò il viso di Will al suo tenendolo per i capelli fin quando le loro labbra era abbastanza vicine che parlando si sfioravano. <Vuoi scoprirlo, eh, William?>

<Da morire.>

<Allora scopami.>

Quello che fecero quella volta non era amore, ma sesso, e non perché non si amassero, ma perché l'amore non è così sporco.

Anche quando si ritrovarono stesi sul divano, con Will che accarezzava piano i capelli di Nico, a sua volta intento a tracciare percorsi immaginare tra le lentiggini che gli ricoprivano gli avambracci, se ripensava al modo indecente in cui le mani del biondo avevano percorso il suo corpo per tutto il tempo e ai suoni vergognosi che lui stesso aveva prodotto non poteva definire quello amore; passione forse. Quella passione che i cristiani credano sia un peccato. Lussuria.

Nico era pazzo per il modo che avevano loro di fare l'amore, la gentilezza e l'attenzione che Will metteva per farlo sentire amato in ogni momento, ma se avesse dovuto scegliere in quel momento avrebbe detto che voleva quella lussuria che li aveva guidati quella sera. Perché quando aveva guardato negli occhi di Will si era visto amato sì, ma sopratutto desiderato, e il pensiero gli faceva ancora venire i brividi.

<Hai freddo?> Chiese Will preoccupato.

Nico rise. <Ci saranno minimo venticinque gradi. Non ho freddo, tranquillo.> Rispose, godendosi il leggero bacio a stampo che ricevette poi.

<Oggi é stato un disastro, su tutta la linea.> Decretó Will riappoggiandosi al bracciolo del divano con la testa. <Ma tra noi...è stato fantastico.> Aggiunse ridacchiando.

Nico arrossì. <Stai zitto.> Sbottó affondando il viso nell'incavo del suo collo.

Will rise, girandosi su un fianco e mettendogli un braccio attorno alla vita. <Adoro quando arrossisci.>

<Cioè sempre?> Chiese infastidito Nico.

Il biondo annuì divertito. <Beh sì, in effetti io ti adoro sempre, death boy.>

Nico drizzò immediatamente la testa, guardandolo male. <Ti ho detto mille volte che non mi piace quando mi chiami così.>

<Hai ragione, scusa amore.>

Nico roteò gli occhi. Poi riportò lo sguardo sul visi di Will e non riuscì a smettere di sorridere.
Osservo il suo collo, coperto di quei segni viola che per lui volevano dire 'sei mio'.

Senza pensarci sporse e prese a baciarli piano uno a uno, sfiorando appena la pelle di Will.

<Nico, mi fai il solletico.> Protestò il biondo, allora il minore cominciò applicare più pressione nei baci, fin quando non si ritrovò a cavalcioni su Will, intento a lasciargli una nuova scia di succhiotti che gli attraversava anche il petto.

Quando fu soddisfatto portò la sua bocca a livello di quella di Will, che già con gli occhi languidi e la voce roca gli disse sulle labbra: <Secondo round?>

Nico ridacchiò, sentendo già la scarica di eccitazione percorrergli la schiena su e giù dalla prima all'ultima vertebra un paio di volte. <Secondo round.>

Will sorrise soddisfatto, afferrandolo con forza per i fianchi e sbattendolo sul divano, rovesciando le posizioni, unendo le proprie labbra non alla bocca di Nico, ma alla pelle bianchissima delle sue clavicole.

<Will-> Gemette il minore tirandogli i capelli.

<Se io sono marchiato come tuo. Tu devi esserlo come mio.> Spiegó tra un bacio e l'altro.

Nico lo guardò negli occhi. <Sono tuo.>

Verso le dieci crollarono entrambi. Nico, più distrutto di tutti e due, prese sonno quasi subito, e Will si sentì quasi in colpa al pensiero che il giorno dopo avrebbe avuto il primo giorno di scuola.

<Will?> Lo chiamò debolmente, sbadigliando.

<Dimmi.>

<Non credo di farcela per il terzo round.>

Will scoppiò a ridere. <Tranquillo Nico, ci rifaremo, okay?>

Lui annuì. <Ho sonno, portami a letto.> Ordinò poi allungando le braccia di fronte a se.

Will rise. <Va bene, principessa.>

Lo prese a mo di sposa e lo portò così fino alla loro camera, mettendolo sotto le coperte come la sera prima. <Meglio?>

Il moro annuì, sollevando il lenzuolo per fargli segno di mettersi di fianco a lui. Will lo accontentò, abbracciandolo perché sapeva che se non l'avesse fatto gli incubi di Nico sarebbero arrivati anche quella notte.

<Will?>

Il biondo rise. Sembrava un bambino quando lo chiamava così. <Che c'è?>

<Se domani mi fa male il culo ti spezzo.>

<E come sarebbe colpa mia scusa?>

Nico aprí gli occhi nonostante il sonno perché sentiva di dover guardare male Will per quella risposta.

<Ma cosa posso farci io, scusa?> Ridacchiò il maggiore.

<Non è che tu sia stato molto delicato.> Gli fece notare Nico accoccolandoglisi contro.

<Sei tu che mi hai provocato tutto il tempo.> Protestò Will lasciandogli un bacio sulla fronte.

Un sorrisino furbo si fece spazio sul viso di Nico. <Hai ragione. Buonanotte.>

<Buonanotte, amore.>

<Ma se mi fa male ti spezzo lo stesso.>

~spazio autrice

DUE AGGIORNAMENTI IN DUE GIORNI!
E CHE AGGIORNAMENTI!!1!1!1
La mamma che c'è in me piange ancora per l'innocenza di Nico
Allora? Vi sono piaciuti questi ultimi due capitoli? 🤩

Ah, per quanto riguarda l'immagine a inizio capitolo...del buon, sano vecchio trash ci sta sempre bene. Nel prossimo capitolo la parte due.

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