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Nico è una capra ignorante.

Il cuore di Will galoppava veloce. Non era un batticuore paragonabile a quelli che lo assalivano le prive volte che si ritrovava in situazioni simile con Nico; non era prepotente, no gli riempiva le orecchie, rendendo tutto ovattato. La sensazione era la stessa, il suo cuore sembrava sempre voler schizzare fuori dal petto, ma almeno era in grado di sentire la voce divertita di Nico richiamarlo. <Will?>

Il biondino scosse la testa, troppo in imbarazzo per farsi vedere rosso in faccia. Aveva appena rivelato al suo ragazzo che quando era un ragazzino era stato la sua fonte di ispirazione.

<Will! Dai, stupido, sposta 'ste mani!> Sbottò il minore prendendogli i polsi.

Will lo scrutó incerto. Non gli piaceva per niente lo sguardo di Nico, erano gli stessi occhi che aveva all'inizio, scuri e troppo seri per un sedicenne.

<Will, sono felice che tu abbia preso me come...modello? Posso dire così?> Ridacchiò storcendo il naso. <Ma tu non ne hai bisogno. Tu sei forte. Lo sei sempre stato e lo sei ora. Voglio dire, chi altri avrebbe avuto il coraggio di far partorire il figlio del Coach Edge?>

Will ridacchiò, e Nico si godette la scena. Era un po' che non osservava Will ridere. Con tutto il tempo che passavano assieme, e considerando che Will rideva un secondo sì e quello dopo pure, ci aveva fatto quasi l'abitudine, ed era una cosa che lo terrorizzava.

Non voleva abituarsi a Will, non voleva che arrivasse così in fondo al suo cuore che se poi se ne fosse andato lui sarebbe rimasto vuoto più di prima. Non voleva smettere di guardarlo come in quel momento, stupendosi di come i suoi capelli sembrassero riflettere la luce del sole, o come le lentiggini gli si dilatassero sul naso mentre rideva, i piccoli sbuffi tra una risata e l'altra.

<Ti amo.> 

Will smise di ridere di colpo. Nico strabuzzò gli occhi, non aveva progettato di dirglielo, quindi perché l'aveva fatto. Non era affatto una cosa da lui.

Will si riprese in fretta dallo shock, aprendosi in un sorriso che avrebbe resuscitato i morti, e fidatevi, lui ne sapeva qualcosa.

<Ti amo anche io.>

Eccole, le farfalle scheletro che cercavano di fargli rigettare la cena di due giorni prima agitandosi furiose nello stomaco. Un'altra cosa a cui non voleva abituarsi era questa, sentirsi dire da Will quelle due semplici parole.

Per fortuna fu il biondino ad alzarsi in piedi e tendergli la mano, fosse toccato a Nico sarebbe ricascato a terra per la nausea che gli ara venuta. Stupidissime farfalle scheletro. <Forza su, è quasi ora di cena.>

Nico storse il naso, se per la cena o per il sorriso troppo allegro di Will il biondino non lo sapeva, fatto sta che alla fine allungò la mano e intrecciò le proprie dita alle sue.

<Per la miseria Will, ma perché scotti sempre?>

<Sei tu ad essere un blocco di ghiaccio. A volte mi sembra di stare con un cadavere.>

Nico aggrottò le sopracciglia. <Stai scherzando vero?>

Will si rese conto solo in quel momento di cosa aveva detto; portò gli occhi su Nico e scoppiò a ridere.

Il minore roteò gli occhi, dandogli uno spintone. <Sei un cretino. E io ti odio. Ti mollo. È finita. Non parlarmi mai più.> Decretò allontanandosi a passo spedito.

<Guarda che non puoi mollarmi ogni volta!> Gli urlò dietro Will. 

<Infatti questa è l'ultima!> Precisò Nico, facendo sospirare il maggiore, che lo ricorse prendendogli la mano.

Nico non lo allontanò, anzi, lasciò che le loro dita si intrecciassero e che la spalla di Will ogni tanto sfiorasse la sua mentre camminavano verso la mensa.

Tutti i ragazzi erano ancora impegnati con le attività. Nico era per modo di dire esonerato, nel senso che non lo era ma nessuno gli diceva mai niente. E Will per qualche motivo la faceva sempre franca. E poi essendo un medico a parte studiare continuamente e qualche allenamento di lotta e tiro con l'arco non aveva molto da fare in quel periodo. Era in qualche modo rassicurante vedere l'infermeria vuota.
Improvvisamente gli tornò in mente la conversazione del giorno prima con Percy.

<Allora dottorino, che pensi di fare con la scuola?>

Will strabuzzò gli occhi. <E adesso che c'entra questo?>

Nico scrollò le spalle. <Niente.>

<E allora perchè me lo chiedi?>

<Ieri mi stavo allenando con Percy, e mi stava raccontando del college a Nuova Roma che lui e Annabeth hanno deciso di frequentare, e così ho pensato che ti anche tu hai diciotto anni, giusto?>

<Beh sì.>

<E hai già finito il liceo.>

<Sì, l'ho frequentato online, ma ancora non capisco...>

<Hai detto che vuoi fare il medico, no? I medici devono per forza fare il college no?>

Nico non era particolarmente informato su come funzionasse il sistema scolastico, già quando era ragazzino non aveva mai frequentato molto la scuola, per via della sua situazione familiare...complicata, ecco.

Will annuì. Era uno strano discorso, specialmente visto che per frequentare il college avrebbe dovuto lasciare il campo, il che era fuori discussione. Vivere fuori di lì era troppo pericoloso, e poi come avrebbero fatto i ragazzi al campo senza nessuno che si occupasse dell'infermeria?

<È giusto, ma continuo a non capire dove vuoi arrivare. È impossibile per me frequentare il college, e poi allora anche tu dovresti tornare a scuola. Il liceo non l'hai nemmeno mai iniziato.>

Nico arrossì. <N-Non cambiare discorso! Dico solo che se è quello che vuoi possiamo farlo.> Borbottò offeso.

Will era sempre più basito. <Fare cosa?>

Nico sbuffò, alzando gli occhi al cielo. <Una torta Will, una torta. Ma cosa secondo te!? Possiamo lasciare il Campo! Quanto sei stupido a volte. Lascia stare, un dottore cretino come te non si è mai visto.>

Will rise. Anche mentre gli diceva una cosa del genere Nico era sempre Nico. <E chi sarebbe 'noi'?>

<Eh?>

<Hai parlato di un 'noi'.>

Nico avvampò di nuovo. Boccaccia maledetta. <Hai capito male! Dicevo che puoi. Andartene. E non tornare.> Precisò dandogli le spalle.

Will rise, abbracciandolo forte e stampandogli un bacio sul collo. Nico si contorse per il solletico.

<Allora che ne dici di accompagnarmi, così saremmo un 'noi'.>

Nico fece finta di rifletterci. <Va bene, e poi non sopravvivresti un giorno da solo. Verresti ucciso da un mostro o daresti fuoco a qualcosa.> Lo prese in giro, beccandosi un pugno sul braccio.

<Ne sei sicuro?> Chiese mentre il suono del corno riecheggiava nella valle, richiamando i ragazzi per la cena.

Nico annuì. <Ci ho pensato tanto, e per quanto sdolcinato e disgustosamente melenso possa suonare se è quello che vuoi a me sta bene, e poi te l'ho già detto, non ho niente qui al Campo che lo renda casa mia. O meglio, prima era così.>

<E ora cosa è cambiato?> Gli chiese Will fermo sull'entrata.

<Tu. Tu hai reso questo posto un luogo dove vale la pena restare. E se tu vai da qualche parte, allora quel luogo diventerà ugualmente degno. Io voglio stare dove stai tu. E voglio stare dove tu sei felice. E dopo questo discorso mangerò solo limoni perché mi sta venendo il diabete.> Concluse Nico annuendo per il suo ragionamento allontanandosi.

Will lo guardò sognante. Grazie agli dei per avergli mandato un angelo simile.

~spazio autrice

Isn't he lovely?

Will: He's a lil  squishy cutie pie.

Nico: -the fuck?

Ahahah. A parte gli scherzi:…burla. Non ho bulla da dire, solo che vvb e vvb. Ciaoo~

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