Fratelli
L'aereo atterrò con quasi un'ora di ritardo a causa di alcune turbolenze che, tra l'altro, avevano svegliato il povero Nico.
Per la prima volta Will vide la paura condensarsi sul suo viso: bianco come un foglio di carta stringeva i braccioli del sedile pregando in greco Zeus di risparmiarli.
Will era abbastanza sereno invece; finché non pensava al fatto che Luke e James lo aspettavano al varco come due mastini pronti ad assalire lui e il suo ragazzo.
A proposito, non l'aveva ancora avvertito. Si voltò verso di lui, distogliendo lo sguardo dal nastro trasportatore del recupero bagagli. Era ancora pallido, e si mangiucchiava le unghie colorate di nero con il pennarello nervosamente.
No, non era il caso di dirglielo niente. O avrebbe fatto un colpo.
Se non glielo dici farà un colpo quando vedrà arrivarsi addosso quel giocatore di Rugby mancato che è Luke.
E se glielo dico mi presenterò con due valige e un cadavere.
In effetti...è un fallimento in ogni caso. Fattene una ragione.
Will sospirò proprio mentre Nico lo avvisava che i loro bagagli lo stavano superando.
Uscirono dalle porta automatiche dieci minuti dopo. L'aeroporto di Phoneix era grande, anche se non come il JFK, e gli ci vollero quasi altri dieci minuti per attivare all'uscita, contando la pausa bagno di Will.
'O la faccio o esplodo.' Si era giustificato di fronte alle proteste di Nico, che voleva solo uscire da quel posto infernale. (Battuta)
Mentre lo aspettava con entrambe le borse sulle spalle, una bambina era corsa incontro a Nico saltellando. <Ehi!>
Il moretto aveva sollevato gli occhi su di lei. Era bionda e bassetta, con due codini rossi in testa e portava una canottiera arcobaleno scolorita con due ciliegie stampate sopra assieme a dei pantaloncini di jeans e delle infradito gialle.
E questa adesso chi è?
Una bambina. Una bambina adorabile.
A me sembra più un mostriciattolo.
<Che stai facendo?> Chiese il nano con una faccia a dir poco terrificante.
Ti sta sorridendo. Ti sta fottutamente sorridendo.
E fa paura.
<Non sono affari tuoi.> Sputò il ragazzo acido.
Ora aveva stampato in faccia un broncio molto simile a quello di Will quando Nico lo mollava per scherzo.
<Come ti chiami?> La delusione durò poco, purtroppo.
<Nemmeno questi sono affari tuoi.>
<Io sono Ellen Rose Kovinski.>Si presentò lei muovendosi scompostamente.
Nico si guardò attorno.
Ma i genitori? Questa... cosa non è di nessuno?
Come puoi chiamare cosa una bambina!
Will muoviti questa parla, sorride e si muove troppo.
<Allora, adesso mi dici come ti chiami?> Insistette la piccola.
Nico girò gli occhi per su. Insopportabile. <E va bene. Il mio nome è Fattigli.>
Lei aggrottò la fronte. <Fattigli?>
Nico annuì. <Fattigli Affarituoi. Ora pussa via nano.>
<Nico!> Lo riprese una voce alle sue spalle.
La bambina spalancò gli occhi. <Mi hai detto una bugia!> Lo accusò puntandogli addosso un dito piccolo e paffuto.
Nico guardò Will con l'aria colpevole di chi è stato colto sul fatto ma anche lo sguardo sollevato di chi sa di poter tagliare la corda, o almeno lo spera.
<Ciao, io sono Will Solace, tu come ti chiami?> Le disse gentile il biondo abbassandosi alla sua altezza.
La piccoletta spalancò l bocca in un sorriso bucherellato e si presentò di nuovo, con più solennità di prima, stringendo la mano grande di Will.
<E dimmi Hellen, dove sono i tuoi genitori?>
Lei parve accorgersi solo in quel momento della loro assenza. Si guardò attorno e poi si coprì la bocca con entrambe le mani, preoccupata. <Acciderboli!>
Questo mostriciattolo parla in modo buffo.
Io non dico più niente. Tanto è inutile.
Will rise.
Ma che ti ridi!? Uno gnomo ti si piazza davanti dicendoti che non sa dove sono i suoi e tu ridi!? Sto con un cretino!
Il cretino sei tu.
Muta.
Will si alzò finalmente da terra, allungando una mano verso la bambina. <Forza, andiamo a cercarli. Che ne dici?>
La bambina annuì con energia, scuotendo le code bionde. <Mh!>
<Eh? Cosa? Perché? No, Will, aspetta!> Protestò Nico sbracciandosi.
<Forza Death Boy, andiamo.> Will si curò poco o niente di lui, facendo salire la nana bionda sulle sue spalle.
<Io lo ammazzo.> Decise seguendoli trascinando i piedi.
Quando, venti minuti dopo l'annuncio fatto all'altoparlante dell'aeroporto, i genitori di Hellen arrivarono a recuperarla Nico trascinò letteralmente Will per il colletto della felpa.
<Solace, sei nei guai fino al collo.> Lo avvertí guardandolo male.
Will stava per rispondere quando i suoi occhi notarono qualcosa fuori dalle porta a vetri, e il sorriso gli morì sulle labbra. <Non sai quanto...>
Un campanello d'allarme si accese nella testa di Nico, che subito portò una mano nel borsone, stringendo l'elsa della sua spada. Ma seguendo lo sguardo di Will tutto ciò che vide su uno sciame di gente che entrava e usciva. Poi un cartello attirò la sua attenzione: Bentornato Will!
Sotto di esso, due ragazzi si sbracciavano come degli idioti. Uno sembrava un giocatore di rugby, e l'altro era forse un terzo del compare.
<E quelli che sono?> Chiese Nico al limite della sopportazione.
Will ridacchiò nervoso. <Giuro che te lo volevo dire. È solo che...scusami. Sono un fidanzato tremendo. Quelli sono i miei fratelli.>
Nico sbarrò gli occhi. <I tuoi c-cosa!?> Strilló con voce acuta tornando a guardare i due ragazzi, che ora stavano entrando nell'edificio.
Aveva affrontato tante cose spaventose, ma non era nella maniera più assoluta pronto ad affrontare la famiglia del suo ragazzo.
<Will! Ehi, fratellino!> Esclamò il più massiccio dei due quando erano già troppo vicini perché Nico potesse scappare.
Quanto avrebbe voluto poter usare i viaggi ombra in quelle situazioni.
<Luke, ciao.> Rispose Will, sorridendo un po' frastornato, mentre il fratello lo prendeva per la vita sollevandolo come pesasse niente. <Ci sei mancato tantissimo!> Esclamò mentre Will diventava di un rosso acceso.
Ben gli sta. Pensò Nico.
<E tu sei...?> Chiese l'altro ragazzo rivolgendo a Nico uno sguardo dubbioso.
Will, che ora poteva respirare di nuovo, intervenne per lui. <Lui è Nico Di Angelo. È il mio...> Rivolse uno sguardo a Nico, e il rossore che si espanse sul suo viso lo fece sorridere. <lui è il mio ragazzo.>
Nico sbuffò. <Sai che odio quando mi chiamo così.> Borbottò imbarazzato.
Will roteò gli occhi. <L'abbiamo già affrontata questa conversazione. Come vuoi che ti chiami?>
<Il povero disgraziato a cui mi piace dare fastidio e che per pietà ha deciso di sopportarmi.> Rispose acido lui.
Will rispose con quel sorriso che sapeva farlo innervosire tanto, dimenticando per un secondo che i suoi fratelli erano lì e li guardavano a metà tra il confuso e il divertito.
<Come vuoi.> Si rivolse di nuovo ai suoi fratelli. <Lui è Nico Di Angelo, il povero disgraziato a cui mi piace dare fastidio e che per pietà ha deciso di sopportarmi.> Ripeté.
<Vaffanculo.> Concluse Nico.
Luke scoppiò a ridere. James invece indicò entrambi con un sopracciglio alzato. <Voi due fate sempre così o...?>
Will rise e Nico fece uno sbuffo divertito. <Normale amministrazione.>
Luke allungò la mano enorme verso Nico. <Piacere, sono Luke, il fratello maggiore di Will.>
Nico annuì, strungendogliela. In confronto a quella di suo fratello la sua mano sembrava ancora più piccola e ossuta.
<E io sono James, il fratello maggiore di entrambi.> Aggiunse beccandosi una linguaccia da Luke.
<La mamma?> Chiese Will nervoso. Nico notò che gli tremavano un po' le mani. Prima non se n'era accorti, forse perché era troppo impegnato a insultarlo. Ci pensò su un secondo e poi gliela strinse.
A Luke praticamente vennero gli occhi a cuore.
<A casa. Papà avrebbe sospettato qualcosa se fossimo usciti tutti e tre assieme. È partito questa mattina presto, e lei lo accompagna sempre, non poteva non farlo anche oggi.>
Will annuì.
<Quindi tuo padre non sa nulla?> Chiese Nico.
Will scosse la testa.
<E pensi di dirglielo?>
Will scosse la testa di nuovo.
<Sei sicuro?>
Will annuì.
Nico fece spallucce. <Come vuoi. Possiamo andarcene? Mi mette ansia stare qui.> Sbottò Nico guardandosi attorno. Troppe persone.
Will annuì. <Aspetta, adesso cerchiamo un taxi.>
<Non se ne parla.> Intervenne James. <Se la mamma scopre che ti abbiamo fatto prender un taxi è la volta buona che Ingrid e Mike si ritrovano con due fratelli in meno. E se muoio per compa tua quella peste di tua sorella mette le mani sulla mia collezione di figurine di Mitomagia io ti faccio nero.> Spiegò facendo cenno a Will di seguirlo.
Nico drizzò le orecchie nel sentire il nome del gioco che anche lui adorava da piccolo. Poi si ricordò di Bianca, e un peso enorme gli si appoggiò sul petto.
<Ehi, amore che c'è?> Chiese preoccupato Will piazzandoglisi davanti.
Il cuore di Nico perse un battito e le farfalle scheletro nel suo stomaco si rianimarono di nuova vita. Oltre la spalla di Will vide Luke lanciare uni sguardo furtivo nella loro direzione e stritolare il braccio James urlando con voce stridula 'L'ha chiamato amore! Hai sentito James!?'
Nico ridacchiò, riportando gli occhi in quelli di Will. Aveva passato tutta la giornata a preoccuparsi e stare in ansia, senza pensare che stava per andare a vivere con Will, solo loro due, ed era incredibilmente felice.
<Ti amo.> Gli disse stampandogli un bacio sulle labbra.
<SI SONO BACIATI~> Tubò Luke, facendo sorridere Will sulle sue labbra.
<Vi prego ragazzi smettetela, o mi stacca il braccio.>
Will rise e Luke protestò.
Nico sorrise. Forse sarebbe sopravvissuto dopotutto.
~spazio autrice
CIAUUUUZ
Vi sto abituando troppo bene. Prima o poi sparirò di nuovo, sappiatelo. Ahahaha
❤️❤️
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