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Arrivo a casa

Lo so che la foto con c'entra, ma dovevo.

Appena messo piede fuori dall'aeroporto Nico capì che gli ci sarebbe voluto più del previsto ad abituarsi alla California, specialmente se il clima era come quello dell'Arizona.

Ci era già stato in passato, la solo di passaggio. L'idea di immergersi a lungo termine in quel caldo torrido e afoso gli dava l'impressione di soffocare.

Il sole era alto nel cielo limpido, e per quanto possa sembrare l'inizio di un romanzo romantico e struggente a Nico sembrava molto più simile alle porte dell'Inferno. E potete fidarvi, lui le aveva viste.

Le persone giravano in infradito e le donne indossavano quasi unicamente prendisole e vestiti leggeri con stampe floreali dai colori tenui e luminosi.

Luke e James erano qualche passo avanti a loro e discutevano animatamente a proposito di qualcosa.

All'improvviso sentì le dita calde di Will sfiorare le sue e i loro palmi incastrarsi l'uno contro l'altro.

D'istinto sollevò un'angolo della bocca in un mezzo sorriso. Poteva sopportare l'asfissiante caldo dell'Arizona per Will.

Arrivarono nel parcheggio dell'aeroporto e i due fratelli di Will si fermarono davanti ad un suv nero.

<Quando hai preso la patente?> Chiese Will.

<Due anni fa.> Rispose Luke al posto del fratello. <Tra un mese toccherà a me!> Aggiunse emozionato.

<E la macchina?> Continuò Will.

<É mia. Me la sono comprata con il mio stipendio e i risparmi.> Spiegò James ingranando la retromarcia per uscire da quel labirinto di auto.

<Già, e quando prenderò la patente potrò guidarla anche io.> Esclamò quasi euforico Luke.

James inchiodò di colpo, e Nico cacciò un'imprecazione in greco antico che fece vergognare Will di starci assieme. Gli diede uno schiaffo sulla coscia. <Il linguaggio signorino.>

<Vuoi litigare Solace?> Lo sfidò il moretto, alzando il mento.

Will lo squadrò un secondo, poi ridacchiò e gli stampò un bacio sulla bocca. <No, ho paura di te.>

<Bravo.>

<E QUANDO MAI AVREI DSTTO UNA COSA DEL GENERE!?> Sbraitò James guardando preoccupato Luke, che invece si era perso a fare la cocorita fissando Nico e Will.

<Non l'hai fatto. Ma la tua opinione è superflua.> Lo liquidò con un gesto della mano.

James cercò il supporto del fratello minore con lo sguardo, ma lui era troppo impegnato a ridere per poter essere di aiuto.

<Beh, tu la mia macchina non la tocchi.> Sentenziò immettendosi in strada.

<Vedremo fratello, vedremo.>

Per le seguenti cinque ore di tempo che ci si impiega per percorrere il tragitto da Phoneix a San Diego in macchina Luke continuò a parlare praticamente da solo e Will e Nico dormirono appoggiati l'uno all'altro.

Il primo ad addormentarsi fu Will, con la schiena premuta contro la portiera e le braccia strette attorno al busto di Nico, stringendolo contro di se. Alla fine, bloccato in quella affatto scomoda posizione, anche Nico cadde fra le braccia di Morfeo, appoggiando la testa alla spalla di Will.

Luke scattò una quantità di foto sufficiente a passare per maniaco prima che James gli dicesse di smetterla. <Tu lo sapevi?> Chiese senza distogliere gli occhi dalla strada.

<Sapevo cosa?> Chiese Luke scorrendo le foto. In una Will sbavava sui capelli a Nico.

<Che Will ha un ragazzo.>

<No.> Rispose semplicemente il minore.

<E non ti da fastidio?>

A quel punto Luke alzo lo sguardo severo. <No. E tu?>

James vi rifletté un secondo. <No, non credo. Sono felice che sia di nuovo qui, e questo Nico sembra uno a posto. Solo...vorrei che ce l'avesse detto.>

<Perché?>

James fece spallucce. <Non credi che sia una cosa da dire a tuo fratello maggiore. Anche solo per un consiglio...mi sento tagliato fuori.>

Luke fece un sorriso dolce. <Capisco.>

La macchina accostò al marciapiede circa quaranta minuti dopo.

I due fratelli si voltarono a guardare i nuovi arrivati dormire tranquillamente.

<Chi ha il cuore di svegliarli?> Uggioló Luke quasi commosso.

James rotolò gli occhi. <SVEGLIA SIAMO ARRIVATI!> Annunciò quasi urlando.

Will si svegliò con un balzo. <Non sono un'ostetrica!>

Nico rise di gusto, stropicciandosi gli occhi. <Ancora traumatizzato eh?>

Quando Will si rese conto di essere in macchina di James e non di fronte a...lasciamo stare, sospirò sollevato.

<Non sai quanto?>

<Vorreste spiegarci?> Chiese Luke confuso.

Nico e Will si scambiarono uno sguardo. <Troppo complicato.> Si limitò a dire, aprendo la portiera.

Will scese e quasi gli mancó il fiato. Erano davanti a casa sua. La casa dove era nato e cresciuto.

Era rimasta uguale. Il prato tagliato a regola d'arte, la facciata bianca invasa dall'edera e le enormi portefinestre sempre spalancate.

La scaletta di ferro scrostata che si inerpicava lungo il fianco della scogliera fino alla spiaggia, qualche decina di metri più in basso.

Si sentiva il rumore delle onde fin dalla strada.

<Perché siamo qui?> Chiese Will appena si rese conto che avrebbero dovuto andare all'appartamento di Zia Rose, e che stando lì c'era il rischio di imbattersi in suo padre.

James fece spallucce, superandoli e avviandosi in casa.

<Io non entro.> Sentenziò Will incrociando le braccia. Nico osservava la scena indifferente, non aveva assolutamente fretta di conoscere la famiglia del suo ragazzo al completo, perciò avrebbe fatto ciò che lui avesse ritenuto meglio.

<Will, sta tranquillo. Papà non c'è. Starà via una settimana per un viaggio di lavoro. Non ti devi preoccupare. Dai, mamma ci sta aspettando con la cena pronta.> Lo incitò precedendolo sul vialetto.

In quel momento, come per dirsi d'accordo, lo stomaco di Will emise un brontolio basso e molto eloquente.

Il biondo sospirò per poi voltarsi verso il proprio ragazzo. <Tu che dici?>

<Che devi decidere tu. Io non ho problemi qualunque sia la tua decisione.

<Ma io voglio un consiglio.>

Nico ci pensò un secondo. Osservò la bellissima e enorme villa Hollywoodiana di fronte a se s poi il ragazzo che amava. Pensò che non aveva esperienza con le questioni di famiglia. E la poca che aveva era decisamente un esempio da non imitare. <Secondo me dovresti entrare. Tuo padre non è in casa no?>

<Ma c'è mia madre, mio fratello e mia sorella. Saranno tutti e cinque là. E se volessero spiegazioni? E se mi chiedono di te? E se ti fanno qualche domanda scomoda? E se ti chiedono della tua famiglia? E se poi non approvano? E se...>

<Mamma Solace che palle. Facciamo che decido io e basta. Mi hai proprio ritto il cazzo.> Sputò afferrando la mano grande e calda di Will e trascinandoselo dietro.

Al biondo sfuggì una risata. <Va bene, capo.>

<Così mi piaci. Ubbidiente.> Lo elogiò Nico annuendo convinto.

<Guarda che sono più grande di te.>

<Seh, nel duemila e credici.>

Arrivarono al portone di ingresso e Will si limitò ad una lieve spinta per aprirlo. Mise piede in casa e subito venne investito da due cose molto familiari: l'odore delle enchiladas di sua madre, caldo e invitante, e il groviglio di ricci biondi di sua sorella.

<William!> Strillò aggrappandoglisi addosso come un koala.

Anche se tecnicamente aveva due anni più di lui, era decisamente piccola e esile, poco più bassa di Nico persino.

<Ciao Ingrid.> Gracchiò il fratello reggendola per le coscie.

<Mi sei mancato un sacco!> Urlò ancora dritto nei suoi timpani.>

Nico sperò di avere ancora un ragazzo alla fine di tutto questo.

<E ti mancherà ancora di più se lo uccidi.> Le fece notate un altro ragazzo, alto e slanciato con indosso una camicia viola e un cardigan bianco e i mocassini ai piedi.

E questo da dove esce? Da una rivista di giocatori di Polo?

Evita commenti acidi sulla famiglia del tuo fidanzato.

Forse hai ragione.

Aspetta che? Ripeti un po'...

<Mike! Ciao, come stai?> Lo salutò Will facendo scendere con delicatezza la sorella, che si accorse solo in quel momento di Nico, rivolgendogli uno splendido sorriso.

Era davvero carina, pensò, ma non come Will.

Senti che lecchino.

Ma baciami il culo.

<Ciao fratello, abbiamo sentito molto la tua mancanza.> Rispose Mr. Polo dando una pacca sulla spalla a Will.

<Allora Will, che fai, non ci presenti il tuo amico?> Lo rimproverò la ragazza con un sorrisino che, Nico ne era certo, non prometteva nulla di buono.

<Oh, sì, scusate. Nico, loro sono Mike e Ingrid, mio fratello e mia sorella maggiori. Lui è Nico di Angelo, noi due...>

Ma perché cazzo arrossisco sempre!? Imprecò Nico sentendo le guance bollenti all'improvviso.

Will sorrise, circondandogli le spalle con un braccio. <...stiamo insieme.>

<Ma devi proprio dirlo a tutti quelli che incontriamo!?> Borbottò Nico sbuffando.

Will annuì. <Assolutamente.>

Mile era a bocca aperta. <Parli sul serio?>

Ingrid invece era più simile a una molla, saltellava euforica da un posto all'altro. <Il mio fratellino è fidanzato! E lui è pure super bello!>

Al complimento Nico arrossì di più. Forse avrebbe dovuto trascinare Will lontano da quella casa. Lo guardò di soppiatto parlare con Mike e pensò che non l'aveva mai visto così felice.

Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso. Forse poteva sopportare l'imbarazzo per quel sorriso.

~spazio autrice

Eccooooomi qua
E anche per oggi abbiamo aggiornato. Fatemi sapere che ven ne pare fin'ora della storia. Pls è molto importante per me.

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