Blue Hair by TV Girl
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Settimanalmente pubblicai video di balli che provavo, da solo o con le ragazze.
In poco il mio volto e il mio nome si fecero strada nelle bocche dei giovani che mi ammiravano.

Facevo fatica a uscire anche solo per la spesa avendo molte ragazze che volevano autografi e foto.
Una addirittura mi chiese un bacio, che rifiutai, ma la abbracciai sebbene controvoglia.

Mi arrivò una mail sul telefono da parte del governo: volevano incontrarmi perché la mia fama non era passata inosservata e volevano farmi fare il passaggio di classe.
Che privilegio.
Il mio sogno si stava avverando.

Riuscii anche a ottenere un prestito dalla banca e pagai un avvocato che mi stesse accanto per tutte le carte da firmare al tribunale.
Anche lui era felice per me, e per sé stesso dato che era la prima volta che assisteva al passaggio dal vivo.

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Di solito infatti quando avveniva un passaggio di classe, ma solo per quelle alle classi superiori e non inferiori, il processo veniva filmato e trasmesso su televisione nazionale.
Così tutti i cittadini potevano festeggiare un nuovo membro alla classe e ricordare
il nome del fortunatx

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Cosìo incontrai prima di andare al processo, ero molto felice.
Mi feci spiegare tutto.
Mi disse che essendo io un quasi-medio avrei potuto fare quello che volevo come se fossi un classe media.

"Posso fare quello che voglio?" Chiesi ancora stupito.
"Finché non ci sarà l'incontro al tribunale si certo, come un normale classe media" rispose l'avvocato: "Cosa pensa di fare adesso?".

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Entrai nel locale col sorriso.
D'altra parte non ci andavo da molto, anzi no troppo tempo.
Han mi guardò, i suoi occhi curiosi erano confusi.
Andai al bancone.
"Un ginseng per favore" ordinai.
"... Subito" rispose.

Quando me lo presentò davanti guardai la tazza.
Una lacrima scese sulla mia guancia delicata, ero commosso.
Rivedere Han davanti a me e senza quel verme del suo ragazzo è stato uno dei momenti più memorabili della mia vita.
Almeno così credevo, il peggio non era ancora arrivato in città.

"Allora Han, come va?" Chiesi tanto per fare conversazione.
"Eh-?" Chiese lui che non si era ancora abituato al mio ritorno.
"Io sto bene, mi alleno molto ultimamente" dissi io per rompere il ghiaccio.
"Si ho visto" disse lui: "ti seguo".

Accennai un sorriso, quasi timido.
Ma prima che potessi riprendere a parlare lui si girò verso di me: "Ti spiace se vengo a vedere il tuo passaggio di classe?".
Rimasi stupito a questa domanda.
Non me l'aspettavo da Han, pensavo mi odiasse dopo aver discusso col suo ragazzo.

Non riuscii a rispondergli in breve tempo, ero come in tranche.
Poi esitante risposi: "Certo, se ti fa piacere a me va bene tutto".

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Finalmente il grande giorno arrivò.
Ero felice, avevo già preparato gli scatoloni in casa prima di spostarmi in città.
Avevo sistemato i vasi, piatti, pentole, tutto il poco che avevo in piccole e grandi scatole tutte impilate pronte per essere portate via.

Seungmin era contento per me e sarebbe venuto al processo (con Jeongin eheh), era anche dispiaciuto che me ne andavo ma almeno gli lasciavo l'appartamento libero.
Salutai i miei gatti prima di andare, sarei tornato più tardi a metterli neli trasportini.

Mi diressi verso il tribunale tutto eccitato e felice con la mia moto.
Per la prima volta mi sistemai i capelli e la cravatta del completo che non riuscii mai ad usare.

Entrai nella sala, nei posti a sedere tutti visi noti e non.
Le persone entravano a celebrare anche senza conoscere la persona come se niente fosse, era una "gioia".
Mi sedetti sulla sedia davanti al giudice con il tavolo e il certificato davanti.
Sorridevo.

Mi girai e sui primi posti vidi i miei amici Hyunjin, Changbin e Chan salutarmi, dietro c'era Felix e Han da solo.
Avrei voluto i miei mi vedessero, così che potessero essere fieri di me.
Nel mentre anche le telecamere per la trasmissione mi puntavano.

"Lee Minho" cominciò solennemente il giudice: "accetti questo tuo nuovo posto nella società e farai il bene?".
"Si vostro onore" dissi io.

"Giuri solennemente di rispettare le regole e di non opporti ai potenti?".
Esitai: "Si vostro onore".
Lui annuì e io presi la penna in mano pronto per firmare.

"Giurì di lasciare la tua vita alle spalle e non parlarne più in segno di morte e rinascita nella società?".
"Cer-" poi mi fermai.

Lasciare la mia vita passata?
Non parlarne più?
Che idiozia è mai questa?

Mi girai a guardare i miei amici, loro annuirono sorridendo invitandomi a firmare la carta.
In seguito la telecamera che riprendeva è immaginavo i visi delle persone che mi guardavano.
Poi guardai il giudice allibito.

"Come si permette Lei?" Iniziai: "Dimenticare da dove sono venuto? Tutte le fatiche che vengono affrontate lì? La povertà e schiavitù?".
Mi alzai di scatto: "Non accetterò mai queste condizioni, io parlerò e non mi fermerete certo voi del governo".

Mi girai e me ne andai senza nemmeno guardare i miei amici.