❨ 𝟬𝟮𝟲 ❩
𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗏𝖾𝗇𝗍𝗂𝗌𝖾𝗂 → ᶜᶤᵗʸ ˡᶤᵍʰᵗˢ ᵃᶰᵈ ᵇᵘˢᶤᶰᵉˢˢ ᶰᶤᵍʰᵗˢ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑩 // 𝒔𝒆𝒈𝒖𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆
〔 episode 13 . . . . season three 〕
༄ // ❝ nel portare fuori i morti ❞
Tutto sembrava giusto.
No, sembrava tutto perfetto. Audrey pensava che ci sarebbe stato imbarazzo tra loro due, ma le cose sembravano semplicemente essere scattate all'istante tra lei ed Elijah ━ e la coppia era molto più vicina di prima.
Dal momento in cui si era svegliata con lui di fronte a lei, i due non si erano persi di vista per più di un secondo. Dopo il loro lungo abbraccio in soggiorno, Elijah aveva portato Audrey al piano di sopra come una principessa, assicurandosi di lavarle via il sangue seccato.
La coppia poi si era addormentata insieme, con i loro corpi che giacevano sopra le coperte e il braccio di Elijah stretto in modo protettivo attorno alla vita di Audrey.
Con un piccolo sbadiglio, la Gilbert si girò nel letto mentre si svegliava, vedendo che Elijah non era accanto a lei. Corrugando la fronte per la confusione, si mise subitamente a sedere mentre si guardava intorno alla ricerca della sua anima gemella.
"Buongiorno." i suoi occhi scattarono dall'altra parte della stanza, vedendo Elijah che le faceva un piccolo sorriso dalla porta. Era vestito con un completo nuovo, i capelli appena tagliati erano perfettamente ordinati ━ quasi come se negli ultimi mesi non fosse successo niente. "Come ti senti?"
"Meglio." Audrey annuì con un piccolo sorriso che le tirava le labbra. "Molto meglio."
"Ne sono felice." Elijah annuì, avvicinandosi e sedendosi sul bordo del letto accanto a lei. Lui appoggiò la mano accanto alla sua e entrambi i loro occhi guizzarono verso il basso mentre le loro dita si toccavano, allacciandosi presto insieme. "Mi dispiace tanto che tu abbia dovuto soffrire a causa mia."
"Elijah, non è colpa tua." Audrey lo guardò seriamente mentre scuoteva la testa. "Non avevi idea che tuo fratello ti avrebbe messo pugnale nel petto. Klaus e Rebekah si sono presi cura di me, e ora sei tornato." gli strinse leggermente la mano mentre si avvicinava. "Sto bene, lo giuro."
Gli occhi marrone scuro dell'originale si incrociarono con quelli color nocciola della doppelganger, mantenendo uno sguardo di soggezione e leggera confusione. "Ma saresti potuta-"
"Ma non è successo." lei lo interruppe e appoggiò delicatamente la fronte contro la sua mentre si avvicinava di nuovo. "Non è successo, e ora è finita. Quindi smettila di pensarci."
"Tu, mia cara, sei molto più comprensiva di quanto chiunque meriti." disse lui gentilmente mentre le posava la mano libera sulla guancia, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Audrey sentì il suo sorriso crescere e, guardandolo per un lungo momento, incominciò ad avvicinarsi lentamente. Elijah impiegò alcuni secondi per registrare l'azione e, con tutte e due le mani, le prese il viso e premette le labbra contro le sue. Le dita di Audrey si posarono lentamente sul suo collo mentre ricambiava il bacio, assaporandone ogni secondo.
La bruna sentì quella sensazione alla bocca dello stomaco accendersi mentre i due si fondevano l'uno nell'altro. Tante cose avevano portato a quell'unico momento, e nessuno dei due fece alcun tentativo di porvi fine.
Eventualmente, Elijah si staccò, mantenendo comunque la fronte appoggiata contro la sua. "Purtroppo, mia cara, ho delle faccende di cui devo occuparmi stamattina." disse, posandole un delicato bacio sulla fronte. "Ma continueremo più tardi, ti do la mia parola."
"Va bene." lei sorrise dolcemente e gli baciò ancora una volta le labbra prima che lui si alzasse.
Quando se ne fu andato, Audrey si sdraiò sul letto con un sorriso a trentadue denti ━ non essendosi sentita così felice da tanto tempo.
* * *
Quando Elijah informò Klaus e Audrey che aveva organizzato una cena con i fratelli Salvatore, la Gilbert era scettica sull'idea.
Apparentemente, lui e Damon avevano raggiunto un accordo e quella organizzata sarebbe stata una serata per negoziare una qualche forma di pace tra tutti. Ma era chiaro che l'ultima cosa che Stefan voleva era la pace, e lui non avrebbe facilitato il raggiungimento di un accordo.
Ma la Gilbert aveva accettato di andare fino in fondo, confidando nel giudizio di Elijah.
Vestita elegantemente per l'occasione, Audrey scosse la testa, lanciando un'occhiata alla sala da pranzo mentre scendeva al piano di sotto, vedendo le cameriere soggiogate in corti abiti dorati.
"È stato un tocco di Niklaus." la informò Elijah, camminandole dietro e appoggiandole le mani sulle spalle.
"Immaginavo." ammise la bruna, sollevando un sopracciglio verso l'ibrido in questione. "Veramente?"
Klaus le mandò semplicemente un sorriso in risposta. "Ehi, chi ha detto che fare un accordo deve essere noioso?"
Audrey si diresse verso la porta mentre il campanello suonava, aprendola per vedere Stefan e Damon che aspettavano sull'uscio.
La bruna non dedicò nemmeno uno sguardo al Salvatore più giovane, e al contrario, avvolse le braccia attorno a Damon, abbracciandolo forte. "Grazie." mormorò al suo orecchio.
Il vampiro dai capelli corvini non esitò a ricambiare l'abbraccio, dandole il suo solito sorrisetto malizioso quando si staccò. "Beh, non ho molti amici, piccola Gilbert. Sarebbe stato un peccato perderne una quando era così facile salvarla."
"Accomodati pure." lei scosse la testa con un piccolo sorriso, facendosi da parte. "Klaus, Elijah, i nostri ospiti sono arrivati." urlò da sopra la spalla mentre i due vampiri entravano in casa.
Tuttavia, prima che Stefan oltrepassasse completamente oltre la soglia, Audrey gli spinse la porta contro la spalla con forza, fingendo un sorriso innocente mentre lui la fissava. "Ops."
Klaus ridacchiò e fece un sorrisetto quando Audrey raggiunse i due Mikaelson nella sala da pranzo, limitandosi a sorridere di rimando mentre si spostava al fianco di Elijah. "Damon. Stefan." Klaus salutò i due. "Elijah mi ha detto che volete farvi ascoltare. Molto audace. Discutiamo i termini del nostro accordo da persone civili, d'accordo?"
Elijah intrecciò la sua mano con quella di Audrey mentre la conduceva al tavolo, lanciando uno sguardo ai due uomini. "È meglio accontentarlo."
"Non sono venuto qui per cenare, Klaus." Stefan incrociò ostinatamente le braccia sul petto. "Anzi, io non volevo venire qui affatto. Ma mi è stato detto che dovevo fare perché tu ci avresti ascoltato."
Klaus non sembrò turbato dal suo atteggiamento. "Bene, possiamo sederci e cenare oppure posso mettervi una mano in gole e tirarvi fuori le budella. La scelta è vostra."
Damon lanciò un'occhiataccia a suo fratello e, con riluttanza, Stefan si sedette al tavolo. Elijah tirò fuori una sedia e guidò Audrey a sedersi su di essa, sistemandola al tavolo prima di sedersi accanto a lei.
Il cibo fu servito una volta che Klaus si sedette e le cameriere soggiogate versarono da bere a ciascuno di loro, rimanendo ai lati della stanza nel caso che qualcuno avesse bisogno di qualcos'altro.
"Grazie amore." Damon lanciò un sorriso a una delle ragazze, mentre lei gli riempiva il bicchiere.
Klaus lanciò un'occhiata a Stefan, che sedeva con un'espressione vuota sul viso, spingendo il cibo nel piatto. "Hai perso l'appetito."
"Mangia." Damon gli diede una gomitata, lanciandogli di nuovo un'occhiataccia. "Pensavo fossimo d'accordo che avremmo lasciato Stefan il musone a casa."
Alzando gli occhi al cielo, il Salvatore più giovane diede un morso a una delle sue patate, e Klaus si appoggiò allo schienale della sedia divertito. "Questo è lo spirito. Non è bello? Noi cinque insieme a cena? Che piacere." rifletté, bevendo un sorso di vino mentre guardava i due. "È questo che avevi in mente quando hai tolto il pugnale dal petto di mio fratello?"
"Beh, so cosa prova per te, così ho pensato, più siamo, meglio è." Damon strizzò l'occhio scherzosamente a Elijah, prima che i suoi occhi si posassero su Audrey. "E, naturalmente, doveva salvarle la vita."
Audrey alzò gli occhi al cielo e Klaus parlò di nuovo prima che lei potesse dire qualcosa. "Elijah ed io abbiamo avuto le nostre divergenze nel corso dei secoli. Ma le abbiamo sempre superate."
"Un po' come te e Rebekah, no?" ribatté Stefan. "E dov'è, a proposito? L'ultima volta che l'ho vista aveva ancora il pugnale nel cuore perché temevi il suo giudizio."
Audrey lanciò un'occhiata a Klaus, vedendo il suo sorriso divertito diminuire leggermente.
Quando Elena aveva consegnato loro Rebekah, che aveva pugnalato la notte dell'homecoming, Klaus aveva deciso di non togliere il pugnale dal suo petto.
Rebekah era arrabbiata con lui, abbastanza arrabbiata da permettere a Mikael di tentare di ucciderlo, cosa che Klaus aveva usato come scusa per giustificare il fatto di tenerla addormentata.
Audrey aveva provato a parlargli, ma lui non l'aveva ascoltata.
"Se ti riferisci al fatto che Rebekah sa che ho ucciso nostra madre, l'ho già confessato a Elijah." l'ibrido scrollò le spalle.
"Ehi, Stefan, ricordi quando hai ucciso papà?" intervenne Damon. "Magari puoi rimandare i giudizi al dessert."
"Siamo qui per negoziare, Damon." rispose Stefan, mentre il giudizio e il risentimento non lasciavano il suo tono. "Non per leccargli il culo per sette portate."
"Dico solo che sarà una lunga serata. Datti una calmatata."
Audrey si escluse dalla conversazione quando sentì il suo telefono vibrare, vedendo un messaggio di Caroline sullo schermo. Nel momento in cui lesse cosa c'era scritto, si tolse il tovagliolo dal grembo e si alzò in piedi, facendo cadere gli occhi di tutti su di lei.
"Devo andare, ti spiego dopo." promise, divagando rapidamente. "È importante."
"Vai pure." Elijah annuì in modo comprensivo, senza insistere per una spiegazione. Poi le premette un breve ma dolce bacio sulle labbra. "Ti aggiorno più tardi."
La Gilbert annuì con gratitudine e afferrò la giacca dall'attaccapanni, uscendo di casa il più in fretta possibile.
* * *
"Caroline!"
Caroline, che seduta sui gradini del portico di casa sua, alzò lo sguardo mentre il sollievo le riempiva il viso quando incrociò gli occhi con quelli di Audrey.
Balzando in piedi, la bionda corse verso di lei e si gettò tra le sue braccia, aggrappandosi alla sua amica mentre seppelliva il viso tra i suoi capelli. Audrey la abbracciò forte, sentendo la ragazza Forbes tremare leggermente mentre iniziava a singhiozzare contro la sua spalla.
"Care..." mormorò Audrey in un sussurro, chiudendo gli occhi mentre sentiva delle lacrime formarsi nei propri occhi.
"Non posso farlo, Rey." mormorò Caroline tra i singhiozzi mentre si allontanava, scuotendo la testa. "Non posso dirgli addio. Io- io non sono pronta a perderlo."
"Lo so." Audrey annuì. "È tuo padre. Nessuno è mai pronto a dire addio a una persona così importante."
Nel momento in cui Audrey aveva visto il messaggio di Caroline, aveva capito che non avrebbe dovuto essere altro che al suo fianco.
Bill Forbes era morto, ma era morto con sangue di vampiro nel suo sistema e aveva preso la decisione di non completare la transizione. Odiava i vampiri ━ cosa che aveva quasi rovinato la sua relazione con sua figlia quando aveva scoperto la verità su Caroline.
Ma lui era ancora suo padre, e per quanto la ragazza Forbes sapesse che avrebbe dovuto odiarlo per quello che le aveva fatto, lei lo amava ancora.
Le due ragazze andarono a sedersi insieme sotto il portico ━ Audrey tenne un braccio avvolto intorno alla spalla della bionda e Caroline le appoggiò la testa sul petto.
La Gilbert sapeva meglio di chiunque altro com'era perdere un genitore, lei era stata abbastanza sfortunata da perderne quattro durante la sua vita. E quando era arrivata la notizia della morte dei suoi genitori, Caroline era stata una delle prime persone al suo fianco ━ e Audrey avrebbe fatto lo stesso per lei.
"Sei carina." disse piano la bionda, asciugandosi gli occhi. "Ho interrotto la tua serata, vero?"
"No." la bruna scosse la testa con fermezza. "Sono esattamente dove devo essere."
Caroline riuscì a sorridere debolmente alle sue parole, sollevando lentamente la testa dal suo petto. "Come hai fatto tu?"
Audrey abbassò lo sguardo per un momento mentre rifletteva, voltandosi in modo da potersi appoggiare contro la ringhiera. "Non l'ho fatto." ammise dopo un momento, guardandola di nuovo. "Non ho mai avuto la possibilità di dire addio, almeno, non di persona."
La bruna le mandò un sorriso triste. "E so che non sei pronta e che non vuoi lasciarlo andare. Ma devi correre il rischio, Caroline. Dì tutto quello che devi dire, prima che sia troppo tardi. Non lasciare che ci siano rimpianti."
Caroline fece un piccolo cenno mentre abbassava lo sguardo, considerando le parole di Audrey mentre cercava di dare un senso a tutti i suoi altri pensieri. "Lo so, non c'è bisogno che tu lo dica." le disse piano. "Questa... è una cosa che devo fare da sola."
"Sei sicura?" chiese Audrey gentilmente, prendendole la mano. "Perché posso restare se vuoi. Posso semplicemente sedermi qui nel caso avessi bisogno di me, Care. Non è un problema."
"Non ti preoccupare." Caroline fece un piccolo sorriso rassicurante. "Vai. Torna dalla persona per cui ti sei vestita così bene." le guance di Audrey diventarono leggermente rosse, facendo ridere la ragazza Forbes nonostante tutto. "A proposito, mi aspetto di incontrare Elijah prima o poi. Ha ancora bisogno della mia importantissima approvazione."
"Te lo prometto sui nostri anelli, lo incontrerai un giorno." la Gilbert promise con tutto il cuore prima di avvolgere la sua amica in un altro abbraccio. "Sei sicura che starai bene?"
"No." Caroline scosse leggermente la testa mentre la teneva stretta. "Ma lo sarò, eventualmente."
Eventualmente.
Con il modo in cui le cose sembravano andare ultimamente, era tutto quello che potevano chiedere. Che le cose sarebbero migliorate eventualmente.
* * *
Con i tacchi in mano, Audrey risalì il sentiero verso la porta della villa, controllando il telefono con gli occhi.
Alla fine, dopo che Liz aveva insistito, Audrey era rimasta a casa Forbes per un po'. La bruna era rimasta seduta in soggiorno con Liz mentre Caroline parlava con suo padre ━ dato che lo sceriffo sapeva che Caroline avrebbe avuto bisogno di Audrey se la conversazione non fosse andata bene.
Quando era diventato chiaro che l'addio tra la bionda e suo padre sarebbe andato bene, Audrey se n'era andata per dare un po' di privacy alla famiglia Forbes, ma aveva comunque continuato a controllare nel caso Caroline avesse deciso di richiamarla.
Prima che Audrey potesse dire qualcosa mentre entrava, un corpo si scontrò con il suo, facendola urlare di sorpresa quando una ciocca di capelli biondi le riempì la vista.
"Finalmente!" urlò una voce familiare nel suo orecchio, mentre la figura la abbracciava forte. "Stavo per venire a trascinarti qui per i capelli."
"Rebekah?" Audrey la guardò sorpresa mentre un sorriso le si formava sulle labbra. Rebekah sorrise a sua volta mentre si allontanava, e in pochi secondi le due ragazze si abbracciarono di nuovo. "Mi sei mancata."
"Anche tu mi sei mancata." mormorò Rebekah, prima di tirarsi indietro e tenere lontana la ragazza a braccia tese. I suoi occhi la squadrarono dall'alto in basso, esaminando attentamente il vestito che indossava. "Il tuo stile è migliorato mentre ero via. Forse c'è un lato positivo in quello che mi ha fatto quella mocciosa di tua sorella."
Audrey aprì la bocca per ribattere, ma una nuova faccia apparve tra loro con un sorrisetto che gli tirava le labbra. I suoi vestiti erano vecchi e pieni di buchi, i suoi capelli castani erano arruffati e i suoi occhi scuri erano pieni di malizia.
"Bene, bene, bene. Questa è lei, allora?" rifletté l'uomo, alzando un sopracciglio. "Come ti chiami, dolcezza?"
"Audrey." disse la Gilbert cautamente.
Il sorrisetto dell'uomo crebbe mentre le prendeva la mano, sfiorandole le nocche con le labbra. "Kol Mikaelson." dopo essersi presentato, lui la attirò più vicino a sé e le avvolse un braccio intorno alle spalle. "Non preoccuparti, dolcezza. So quanto può essere noioso il mio fratellone. Io sono qui ora per aiutarti a farti divertire."
"Kol." lo avvertì Elijah a bassa voce.
Il nuovo fratello Mikaelson alzò gli occhi al cielo, alzando le mani innocentemente. "Mi stavo solo presentando, Elijah. Audrey dovrebbe conoscere il resto della sua famiglia, no?"
Il nobile originale gli lanciò un'occhiataccia mentre Audrey camminava verso di lui, accettando la mano che lui le aveva appena teso. "Mi dispiace, mia cara."
"Non ti preoccupare." lo rassicurò, scuotendo la testa con un piccolo sorriso. "Sono solamente un po' confusa su quello che sta succedendo."
Quando Elijah incominciò a rispondere, una nuova voce intervenne. "Sono qui per ricongiungere di nuovo la mia famiglia." Audrey alzò lo sguardo e vide una donna anziana a pochi metri da lei, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e che indossava un vestito che Audrey non poteva datare.
"Tu devi essere Audrey Gilbert." la bruna annuì. "È un piacere conoscerti finalmente. Io mi chiamo Esther." gli occhi di Audrey si spalancarono e lanciarono un'occhiata a Elijah, che fece un cenno di conferma.
Un sorriso a labbra serrate si dipinse sul volto della madre dei Mikaelson, osservando la Gilbert con un'espressione illeggibile mentre la bruna guardava i suoi piedi a disagio. "Non vedo l'ora di darti un vero e proprio benvenuto in famiglia."
Una strana sensazione si formò alla bocca dello stomaco di Audrey mentre i suoi occhi seguivano la madre dei Mikaelson che si voltò e uscì dalla stanza. Qualcosa non andava, non sapeva cosa o perché si sentiva così, ma ne era sicura.
C'era qualcosa di molto sbagliato.
𝘴𝘢𝘥𝘦 ⸻ 𝘴𝘮𝘰𝘰𝘵𝘩 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳
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