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𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗏𝖾𝗇𝗍𝗂𝖼𝗂𝗇𝗊𝗎𝖾 → ᵒʰ ᵇᵃᵇʸ ᶤ'ᵐ ᵃ ʷʳᵉᶜᵏ ʷʰᵉᶰ ᶤ'ᵐ ʷᶤᵗʰᵒᵘᵗ ʸᵒᵘ

━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚

𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑩                    //                   𝒔𝒆𝒈𝒖𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆

episode 12 . . . . season three

༄ // ❝ legami vincolanti ❞















          Nei giorni successivi al compleanno di Caroline, Jeremy era partito per iniziare la sua nuova vita a Denver e Audrey era arrabbiata con se stessa per non aver avuto l'occasione di salutarlo di persona.

Ma dopo che Stefan l'aveva quasi buttata giù dal Ponte Wickery, Klaus era diventato più deciso a non perdere di vista la ragazza Gilbert. Quella notte era tornata alla villa silenziosa, con gli occhi rossi e gonfi per il pianto, e aveva trascorso la notte dormendo a malapena a causa dei sogni. Incubi, più precisamente, della notte in cui aveva perso i suoi genitori.

Con l'aiuto di Caroline, Audrey stava lentamente superando il problema, grazie a un sacco di telefonate notturne e pigiama party dell'ultimo minuto ━ ma era ancora un tasto dolente.

Tuttavia, la partenza di Jeremy non aveva impedito ad Audrey di parlargli, e i due avevano parlato al telefono per alcune ore quando era arrivato a Denver. Il piccolo Gilbert si era anche assicurato di dirle che non si doveva preoccupare perché non lo aveva salutato di persona.

E Audrey era grata che lui si sentisse così, ma si sentiva comunque in colpa.

Non aveva avuto notizie da Elena da quella notte. Dopo che Stefan aveva abbandonato le due sul ponte, Elena non aveva lasciato il suo fianco finché Damon non era venuto a prenderle. Ma, nonostante tutto il conforto che si erano offerte l'un l'altra dopo l'incidente, questo non aveva cambiato quanto si fossero allontanate di recente.

Audrey sapeva che Elena non avrebbe mai compreso appieno il suo legame con Elijah, o perché si fidava di Klaus e Rebekah, ma sperava di averle fatto capire il punto. Non importava quello che provasse per gli originali, la sua vita era in pericolo. E, sotto sotto, sperava che questo significasse qualcosa per Elena e che non cercasse di uccidere Klaus.

Erano le prime ore del pomeriggio quando Audrey aveva trovato la motivazione per alzarsi dal letto, trovando la casa vuota. Essendosi svegliata presto quella mattina con il sangue che le usciva dal naso, non aveva visto il male nel cercare di dormire ancora un po' dopo essersi ripulita.

Sedendosi in cucina, rimase ferma a spingere i cereali che si era versata nella ciotola, per niente affamata ━ al contrario di quello che aveva pensato precedentemente. La sua fronte si aggrottò quando il latte iniziò a cambiare colore, notando delle goccioline rosse cadere nel liquido bianco, capendo istantaneamente quello che stava succedendo.

Con un sospiro, Audrey allontanò la ciotola e si tenne con due dita il ponte del naso, asciugandosi rapidamente il sangue con un tovagliolo di carta.

"Ancora?" i suoi occhi scattarono verso la porta, dove ora si trovava Klaus, che la stava osservando preoccupato. "Sono passate solo poche ore da quando ti è successo l'ultima volta."

"Sto bene." borbottò Audrey mentre abbassava lo sguardo.

"No, non stai bene." lui scosse la testa. Avvicinandosi, le prese il tovagliolo di carta dalle mani nonostante le sue proteste, asciugandole delicatamente le macchie di sangue che le erano sfuggite.

"Sta peggiorando." Klaus sospirò, premendole la mano sulla fronte ━ il suo cipiglio si fece più profondo all'istante. "Sei più calda del normale. Questo spiega perché sei così pallida."

Audrey sentì formarsi un nodo in fondo alla gola. "Sto finendo il tempo, vero?"

"Non dire così." lui scosse la testa. "Starai bene. Non ti lascerò morire." poi alzò leggermente gli occhi al cielo. "Non voglio sperimentare quello che mi farebbe Elijah se lo facessi."

Un piccolo sorriso le tirò gli angoli delle labbra, spingendo leggermente la sua spalla. "Sai, potresti semplicemente dire che ci tieni a me."

Un sorriso si formò sul volto di Klaus mentre la accompagnava dalla cucina al soggiorno, facendola sedere sul divano. "Perché dovrei farlo? Sembra che tu lo sappia già." inarcò un sopracciglio. "Resta qui e riposati, okay? Torno tra poco. Ho un piano."

Audrey gli lanciò un'occhiata e lui si limitò a sorridere in risposta. "Non preoccuparti, tesoro. Nessuno, te compresa, morirà oggi. Ci vediamo dopo."

Audrey lo guardò uscire in silenzio, aspettando di sentire lo scatto della porta principale che si chiudeva. "Non ne sarei così sicura." borbottò prima di sdraiarsi comodamente sul divano, chiudendo gli occhi con un sospiro.

* * *

          Klaus non era ancora tornato quando Audrey si era svegliata di nuovo. A giudicare da come si sentiva, il fatto che si fosse svegliata era probabilmente una buona cosa.

Adesso si sentiva accaldata, quindi scalciò la coperta con cui aveva cercato di riscaldarsi prima. Anche se non le era scesa nessuna goccia di sangue dal naso mentre dormiva, la sensazione di bruciore al petto era diventata più forte, e così anche i dolori al petto diventavano sempre più insopportabili di secondo in secondo.

Decise così di non provare nemmeno a sedersi, rimanendo immobile sul divano mentre si stringeva un cuscino al petto, cercando di distrarsi.

"Klaus!" Audrey sospirò quando sentì una voce familiare che urlava, usando il cuscino per coprirsi il viso. "Klaus!"

"Non è qui." mormorò, gemendo mentre sentiva dei passi entrare nella stanza. "E prima che tu lo chieda, non so dove sia."

"Accidenti." brontolò Damon infastidito. Poi guardò Audrey, osservando il suo aspetto mentre lei si toglieva il cuscino dal viso. "Non hai un bell'aspetto." disse dopo un momento, riflettendo attentamente sulle sue parole.

La Gilbert rise seccamente. "Sto morendo, Damon. Scusa se non mi sono vestita bene per l'occasione."

"Ho sentito." il Salvatore annuì, appollaiandosi sul tavolino davanti al divano dove giaceva la gemella della donna che amava. "Allora è vero?"

Audrey si limitò ad alzare un sopracciglio. "Ti importa?"

"Sì, Audrey, mi importa." Damon sbuffò, lanciandole un'occhiataccia. "Pensavo che l'avessimo stabilito molto tempo fa."

"Dato tutto quello che è successo, lo trovo difficile da credere." borbottò Audrey prima di coprirsi la bocca con la mano, tossendo rumorosamente. Dopo un momento, allontanò la mano e vide dei puntini rossi sul suo palmo. "Non è un  buon segno..."

"Che cosa?" Damon le afferrò il polso e le guardò la mano, spalancando gli occhi per la sorpresa. "È già successo prima d'ora?"  Audrey scosse semplicemente la testa, chiudendo gli occhi mentre si rannicchiava di più sul divano ━ si sentiva solo stanca.

"Piccola Gilbert..." sussurrò il Salvatore, scostandole delicatamente alcune ciocche di capelli dal viso. "Tutto questo sta succedendo perché quel pugnale è ancora bloccato nel petto di Elijah?"

Audrey annuì appena, senza aprire gli occhi. "Ma Stefan non vuole consegnare le bare, quindi il mio legame con lui mi sta uccidendo."

Damon gemette ancora una volta mentre il senso di colpa e molte altre emozioni scorrevano attraverso i suoi occhi azzurri. Spostandosi da dove si era appollaiato, si inginocchiò davanti alla ragazza Gilbert, stringendole delicatamente la spalla.

"Ti ho promesso un po' di tempo fa che non avrei permesso che ti accadesse niente. Mi importa. Tu sei tanto importante quanto Elena." lui abbassò lo sguardo. "E sono stato pessimo nel dimostrarlo, ma sistemerò tutto a partire da ora."

Il fratello più grande dei Salvatore si alzò in piedi e si diresse verso la porta, fermandosi e lanciandole un'occhiata. "Resta sveglia, Audrey. Presto andrà tutto bene."

Mentre Damon usciva fuori dalla casa con la sua velocità da vampiro, Audrey rimase immobile sul divano con il petto tremante che si alzava e si abbassava.

E come era stato per tanto tempo, il suo naso ricominciò a sanguinare, solo che non se ne rese conto ━ proprio come non si rese conto che del sangue ora le usciva anche dalle orecchie.

La sua mano scivolò inconsciamente dal punto in cui l'aveva appoggiata sul suo stomaco, pendendo inerte dal bordo del divano.

* * *

         Klaus stava passando le dita sul coperchio della bara di Rebekah mentre uno dei suoi ibridi ne spingeva altre tre nella stanza.

Dopo essere riuscito a ottenere la posizione della vecchia casa delle streghe e aver minacciato gli spiriti che vi ci abitavano, era riuscito a recuperarne tre. Ne mancava ancora una ━ la più importante ━ che era stata spostata da Damon Salvatore prima che lui arrivasse.

"Audrey, tesoro!" gridò, guardando in direzione del soggiorno. Non l'aveva più controllata da quando era tornato, dato che si era concentrato sul portare le bare al sicuro. "Vieni qui, tesoro. Dobbiamo parlare."

"Hai di nuovo la tua famiglia. Finalmente." disse l'ibrido che l'aveva aiutato, Daniel, mentre portava dentro la stanza l'ultima bara. "Non vuoi aprirle?"

"Non ancora." rispose Klaus mentre i suoi occhi guardavano verso il soggiorno, questa volta pieni di preoccupazione. Si mosse verso la porta mentre parlava, voltandosi a guardare Daniel, che iniziò a seguirlo. "Devo prima sistemare alcune faccende in sospeso."

Daniele inarcò un sopracciglio. "Quali faccende?"

Quando Klaus aprì la bocca per rispondere, Daniel emise un rantolo mentre si contorceva per il dolore e il suo corpo si seccava, cadendo a terra. L'ibrido originale lo fissò scioccato mentre i suoi occhi incontravano chi si trovava dietro il corpo, con il cuore insanguinato di Daniel in mano.

"Allora Niklaus..."

La bocca di Klaus era leggermente aperta, congelandosi sul posto mentre fissava suo fratello maggiore. "Elijah."

Elijah guardò suo fratello con uno sguardo incredibilmente calmo sul suo volto mentre lasciava cadere il cuore a terra e si faceva avanti.

"Che mi sono perso?" tirò fuori un fazzoletto dalla tasca della giacca e si asciugò il sangue dalla mano. "Sembri sorpreso di vedermi. Quindi non sei stato tu a togliermi il pugnale dal petto."

"Vorrai bere qualcosa, non è vero?" disse Klaus con calma dopo un momento, notevolmente teso. "Abbiamo molti argomenti di cui parlare, accomodati?"

Elijah non disse nulla, avvicinandosi a lui e colpendolo in faccia con un pugno, lanciandolo poi all'indietro. Klaus gemette mentre si schiantava contro una serie di doppie porte, colpendo il pavimento con un tonfo. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Elijah si precipitò in avanti e lo colpì di nuovo, inchiodando suo fratello contro il muro. "Le hai spezzato il collo!"

"Elijah, io-"

"No, Niklaus!" sbottò, interrompendolo furiosamente. "Lei è off limits per te, mi hai capito? Non sarà una vittima delle tue paranoie." lo spinse leggermente indietro, costringendo Klaus a guardarlo negli occhi. "Hai capito?"

"Perfettamente." Klaus annuì, guardandolo seriamente. "La ragazza fa parte della famiglia, Elijah. Non la toccherò."

Quando il silenzio calò sui due, l'ibrido colse l'occasione per liberarsi dalla presa di Elijah, guardandosi attorno mentre si ricordava di una cosa. "Audrey?" disse, vedendo Elijah guardarsi intorno velocemente quando furono accolti dal silenzio. "Tesoro?"

Quando non ricevette di nuovo risposta, Klaus si precipitò nel soggiorno, seguito da suo fratello. Audrey giaceva sul divano, con tracce di sangue secco che le cadevano dal naso e dalle orecchie e il braccio pendente dal bordo.

Prima che potesse fare qualsiasi cosa, Elijah lo spinse da parte mentre si chinava di fronte a lei, scosso da mille emozioni in un solo momento. "Audrey?" la sua voce uscì dolcemente, prendendole il viso tra le mani mentre ascoltava attentamente.

Elijah non aveva mai provato tanto sollievo come in quel momento, sentendo il battito del suo cuore. Le accarezzò dolcemente la guancia con il polpastrello del pollice, avvicinandosi di più finché la sua fronte non si posò contro la sua. "Svegliati, mia cara." supplicò.

Lentamente, gli occhi di Audrey si aprirono, sussultando leggermente quando la luce li colpì. La prima cosa che notò fu che non c'era più ━ il dolore lancinante al petto era scomparso, quasi come se non ci fosse mai stato.

Per la prima volta in mesi, Audrey si sentiva come se potesse respirare di nuovo, senza la costante paura che quello potesse essere il suo ultimo respiro.

I suoi occhi color nocciola incontrarono quelli color marrone scuro della sua anima gemella e, proprio come la prima volta che li vide, sentì una strana sensazione formarsi alla bocca dello stomaco.

"Elijah?" prima che lui avesse la possibilità di dire qualcosa, Audrey si mise sedere e lo strinse in un abbraccio stretto, seppellendo il viso nell'incavo del suo collo.

Elijah non fece altro che sorridere mentre la avvolgeva tra le sue braccia e ricambiava l'abbraccio, premendole le labbra sulla fronte mentre la stringeva.















𝘳𝘪𝘤𝘬𝘺 𝘮𝘰𝘯𝘵𝘨𝘰𝘮𝘦𝘳𝘺 ⸻ 𝘭𝘪𝘯𝘦 𝘸𝘪𝘵𝘩𝘰𝘶𝘵 𝘢 𝘩𝘰𝘰𝘬

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