
❨ 𝟬𝟮𝟯 ❩
𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗏𝖾𝗇𝗍𝗂𝗍𝗋𝖾 → ʷᵒʳᵈˢ ᵃʳᵉ ᵐᵉᵃᶰᶤᶰᵍˡᵉˢˢ ᵃᶰᵈ ᶠᵒʳᵍᵉᵗᵗᵃᵇˡᵉ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑩 // 𝒔𝒆𝒈𝒖𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆
〔 episode 10 . . . . season three 〕
༄ // ❝ sogni prigionieri ❞
Audrey si era sempre chiesta come sarebbe stata la morte.
Pensava che sarebbe morta quando l'auto dei suoi genitori era sterzata giù dal Wickery Bridge, ma grazie a Stefan Salvatore, sia lei che Elena erano riuscite ad uscire con le loro vite intatte.
In seguito aveva sfiorato la morte diverse volte, specialmente dopo che il mondo soprannaturale era diventato una parte importante della sua vita. Ogni volta, però, era riuscita a evitarla e vivere un altro giorno.
Quando Klaus le aveva spezzato il collo, Audrey era morta, eppure non sembrava che fosse successo. L'intera esperienza era sembrata come un sogno e, alla fine, era riuscita ancora una volta a sfuggire alla morte permanente.
Questa volta invece era diverso.
Ricordava la sensazione del pugnale che veniva spinto dentro di lei e il dolore acuto che si impossessò di tutto il suo corpo. Ricordava di aver sentito il freddo, che crebbe mentre il dolore acuto svaniva e si trasformava in intorpidimento.
Ricordava tutti i suoni intorno a lei fondersi in uno solo ━ finché tutto tacque.
E ricordava la sensazione delle sue palpebre che diventavano pesanti, la sensazione simile a quando si era stanchi, finché alla fine si erano chiusi e il mondo si era avvolto nel nero.
Audrey si svegliò lentamente, ma all'inizio i suoi occhi non si aprirono, vedendo solamente l'oscurità totale. Però riusciva a sentire, percependo il rumore di passi accanto a lei e dei borbottii di frustrazione provenire da una voce familiare.
Audrey poteva sentire il suo corpo formicolare, non più intorpidito come prima. Concentrandosi intensamente, riuscì a muovere le dita, aggrappandosi a quelle che sembravano morbide lenzuola sotto di lei.
Il più piccolo dei sorrisi si contrasse sulle sue labbra, concentrandosi ancora una volta intensamente mentre lentamente i suoi occhi si aprirono ━ sussultando quando la luce la colpì, spostando la mano per bloccare leggermente la sua faccia mentre si adattava.
"Finalmente." disse una voce. La Gilbert poté vedere Klaus fermarsi accanto a dove lei giaceva con uno sguardo di sollievo negli occhi. Appoggiandosi sul bordo del letto, l'ibrido l'aiutò a mettersi seduta. "Come ti senti?"
"Bene. Un po' stanca, ma bene." Audrey annuì lentamente, guardandosi intorno. La stanza in cui si trovava era abbastanza grande e l'odore di vernice fresca era forte nell'aria. Il letto sotto di lei, che stava al centro delle quattro mura, era molto più grande del letto matrimoniale che c'era nella sua stanza a casa sua. "Dove siamo?" chiese mentre alzava un sopracciglio, arricciandosi il naso.
"Casa." rispose Klaus semplicemente. "Beh, quella che sarà casa. I lavori di ristrutturazione sono ancora in corso, ma ho finito in fretta la stanza tua e di Elijah. Non ti potevo lasciare nelle mani dei tuoi cosiddetti amici dopo quello che è successo." affermò, con un cipiglio sul volto. "Ricordi cosa è successo?"
"Sì..." la bruna si interruppe, guardandosi lo stomaco. Il suo abito era stato sostituito da vestiti freschi e puliti ━ senza nessuna traccia di sangue. "Vividamente."
"Allora." cominciò Klaus. "Fortunatamente, quando Mikael ti ha pugnalato, avevi il mio sangue nel tuo sistema. Con l'aiuto aggiuntivo della collana, sei guarita invece di trasformarti. Però-" fece una pausa, e tirò fuori una catena d'argento dalla tasca, che lei riconobbe all'istante.
Era la sua collana, ma il cristallo era sparito. Tutto ciò che restava era il gancio che lo teneva attaccato alla catena. "Sembra che la magia che ha usato per aiutarti abbia fatto crescere la crepa finché il cristallo non si è frantumato."
Uno sguardo preoccupato apparve sul volto della Gilbert, e un sospiro sfuggì dalle sue labbra. "Audrey... c'è una cosa che devi sapere."
E mentre le raccontava tutto quello che era successo quando il suo mondo era diventato nero, ad Audrey Gilbert venne in mente una cosa. Forse anche questa volta era riuscita a sfuggire alla morte, ma sembrava che la sua fortuna stesse per esaurirsi.
* * *
Come si era scoperto, ci erano voluti alcuni giorni prima che Audrey si svegliasse.
Anche se la combinazione di sangue di vampiro e del potere della collana le aveva salvato la vita, il suo corpo sembrava aver deciso che aveva bisogno di qualche tempo affinché guarisse completamente.
Quando era 'morta' in quella notte dell'homecoming, Klaus era riuscito a uccidere Mikael, usando il paletto di quercia bianca con cui suo padre aveva intenzione di ucciderlo.
Stefan gli aveva salvato la vita e, in cambio, Klaus lo aveva liberato dalla compulsione. Con la sua ritrovata libertà, Stefan aveva colto l'occasione per vendicarsi di tutto ciò che Klaus gli aveva portato via e, per rappresaglia, aveva rubato le bare che contenevano gli altri fratelli Mikaelson.
Non c'era stato alcun segno dal vampiro Salvatore dopo quella notte, e si era scoperto che anche Rebekah era scomparsa.
Il suo telefono era esploso di messaggi e chiamate perse. Principalmente da Elena e Caroline, e alcuni da Bonnie e Jeremy. Tutti chiedevano dov'era e se stesse bene. I messaggi della gemella includevano anche delle scuse, confessando che non era mai stato parte del loro piano che Mikael le facesse del male mentre cercava di uccidere Klaus.
Audrey però ignorò quell'ultima parte. Rispose a tutti loro con un semplice messaggio con scritto 'sto bene', poi aveva iniziato a esplorare la casa.
Klaus aveva comprato la villa più bella e più grande di tutta Mystic Falls ━ con stanze sufficienti per far vivere tutta la sua famiglia sotto lo stesso tetto.
La stanza che le era stato detto appartenere a lei ed Elijah era una delle poche che avevano finito di ristrutturare. Era semplice, con mobili in legno scuro, un balcone privato e bagno annesso.
C'era anche una grande cabina armadio, che Klaus aveva già fatto riempire con le cose di suo fratello per metà, essendo che l'altra parte era riservata ad Audrey. Tutto ciò che era appeso lì era il vestito dell'homecoming, che lui le aveva fatto pulire e ricucire, e le poche cose nuove che aveva comprato mentre lei dormiva.
Aveva messo in chiaro che non aveva altra scelta se non trasferirsi, e lei non aveva provato nemmeno per un secondo a discutere.
Con tutto quello che era successo, pensava che mettere un po' di spazio tra lei e la sua gemella fosse la cosa migliore.
Questo era ciò che aveva spinto Audrey a tornare a casa, sapendo che aveva bisogno di fare le valigie per trasferirsi.
"Rey!" il corpo di Elena si scontrò quello della sorella, e le sue braccia si strinsero attorno al corpo di Audrey nel momento in cui la ragazza entrò. "Grazie al cielo!"
Audrey non fece alcun tentativo di ricambiare l'abbraccio. "Sì... ciao."
"Ciao?" Elena le lanciò un'occhiata mentre si allontanava. "È tutto quello che hai da dire? Audrey, dove sei stata?! Stai bene?"
"Sto bene?" ripeté Audrey, lasciandosi sfuggire una smorfia. "No, Elena, non sto bene. Sono morta. Sono morta, di nuovo!" la sua voce si alzò, costringendo Elena a fissarla scioccata. "Avevate architettato questo brillante piano per uccidere Klaus, e avete ucciso me! Mi hai escluso, ancora una volta, dopo esserti scusata per averlo fatto proprio il giorno prima. Sto tutt'altro che bene, Elena!"
"Non volevamo farti del male!" ribatté la gemella più grande, difendendosi. "Il piano era che Mikael 'uccidesse' Katherine al posto mio."
"Oh giusto." Audrey annuì, alzando gli occhi al cielo. "Questo sì che migliora le cose."
"No certo che no." Elena scosse la testa, emettendo un sospiro. "Stavamo cercando di fare la cosa giusta, Rey."
"La cosa giusta per te non è sempre la cosa giusta per tutti gli altri." Audrey scosse la testa, facendo un passo indietro. "Non rimarrò. Sono solo venuta a prendere delle cose, starò con Klaus."
Elena aprì la bocca per ribattere, ma Audrey non le diede la possibilità di farlo. "Non è una tua scelta, Elena. È mia, e la mia scelta è definitiva." detto questo, la gemella più piccola salì le scale e chiuse la porta della sua camera da letto, sbattendola rumorosamente.
Mentre i suoi occhi si guardavano intorno, Audrey si perse nei suoi pensieri.
Forse era stata troppo dura con sua sorella. Eppure, sapeva nel profondo, che Elena aveva bisogno di sentire quello che aveva detto. Perché anche se affermava che quello che avevano fatto era la cosa giusta, l'avevano uccisa, e Audrey era stanca.
Aveva una voce, aveva una vita e avrebbe preso il controllo di entrambi.
La Gilbert tirò fuori una valigia dal suo guardaroba, l'aprì e la posò sul letto, mettendosi al lavoro per mettere via le sue cose.
* * *
Audrey era furiosa.
Con la balestra di Alaric stretta tra le sue mani, si diresse verso il soggiorno della villa in ristrutturazione, fissando un ibrido che la indirizzo rapidamente verso Klaus.
Poco prima stava sistemando le valige, ma si era fermata quando aveva sentito le urla terrorizzate di Elena e Alaric fuori dalla casa, guardando fuori dal finestrino giusto in tempo per vedere l'insegnante di storia che tirava fuori Jeremy dalla traiettoria di un'auto.
Il suo fratellino non prendeva più la verbena grazie a Tyler, sotto l'influenza del suo legame di asservimento con Klaus, e aveva ordinato a uno dei suoi altri ibridi di investirlo senza il suo anello.
Se non fosse stato per Alaric, Jeremy sarebbe morto. Per fortuna però, il Saltzman sarebbe stato bene dato che aveva il suo anello.
Dopo aver aiutato sua sorella a riportare dentro casa sia Alaric che Jeremy, la gemella più piccola afferrò un'arma appoggiata nel corridoio e se ne andò, con un solo obbiettivo nella mente.
"È mio fratello!" gridò Audrey, socchiudendo gli occhi sull'originale. Klaus la guardò sorpreso mentre lei si dirigeva verso di lui con la balestra puntata contro il suo petto. "Non mi importa se sono arrabbiata con lui, o con Elena, o chiunque altro. Lui è mio fratello! Non puoi ucciderlo!"
Klaus la guardò con calma. "Tesoro-" le sue parole vennero interrotte da un gridò di dolore, mentre Audrey gli scagliava una freccia nel fianco. "Maledizione!"
"Niente scuse, Klaus!" ribatté con decisione, senza abbassare l'arma. "Voglio le bare tanto quanto te, ma Jeremy non sarà una vittima nel processo per riaverle."
"Ti rendi conto che è a causa della tua famiglia che sei morta?" sottolineò Klaus, grugnendo di dolore mentre estraeva la freccia. "A causa del loro complotto per uccidermi, potresti ancora morire se non scopriamo dov'è Stefan Salvatore."
Audrey non smise di fissarlo. "Lo so!" urlò. "E questo mi terrorizza, ma loro sono la mia famiglia, Klaus! Proprio come te, Rebekah ed Elijah." il viso dell'ibrido si addolcì leggermente alle sue parole.
"E ho perso abbastanza familiari nella mia vita. I miei genitori, Jenna, e persino John! Non posso perdere nessun altro, non importa quanto sono arrabbiata con loro." gettò la balestra sul tavolo, passandosi una mano tra i capelli per la frustrazione. "Riavremo indietro le bare, okay? Troveremo un modo, ma non quello. Okay? Non quello."
Klaus rimase in silenzio per un lungo momento mentre la guardava. Poteva vedere una piccola traccia di sangue che le cadeva dal naso, ma lei non l'aveva notato. Si era sforzata troppo.
Afferrando un panno da uno dei tanti tavoli di ristrutturazione, si avvicinò e le asciugò delicatamente il sangue prima di posarle una mano sulla spalla. "Va bene." disse piano, incrociando gli occhi con quelli marroni di lei. "Troverò un altro modo, te lo prometto, tesoro."
Audrey annuì piano, prima di avvolgerlo tra le sue braccia, appoggiando stancamente la testa sulla sua spalla. Klaus sospirò mentre ricambiava l'abbraccio, notando il leggero tremolio del suo corpo.
Sia Audrey che Klaus sapevano che quello stava a significare il ritorno dei dolori al petto, ma nessuno dei due osò dirlo ad alta voce.
Perché non sapevano quanto tempo avevano a disposizione per trovare le bare, ma se i suoi sintomi erano un segno, si stava esaurendo rapidamente.
𝘥𝘦𝘱𝘦𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘰𝘥𝘦 ⸻ 𝘦𝘯𝘫𝘰𝘺 𝘵𝘩𝘦 𝘴𝘪𝘭𝘦𝘯𝘤𝘦
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