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𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗏𝖾𝗇𝗍𝗎𝗇𝗈 → ᶤ'ᵛᵉ ᵍᵒᵗ ˢᵒᵐᵉᵗʰᶤᶰᵍ ᵗᵒ ᶜᵒᶰᶠᵉˢˢ

━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚

𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑩                    //                   𝒔𝒆𝒈𝒖𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆

episode 8 . . . . season three

༄ // ❝ persone comuni ❞















          Nei giorni successivi all'incidente con gli spettri, Rebekah non aveva permesso ad Audrey di lasciare il suo fianco.

Per come stavano le cose tra lei ed Elena, Rebekah era stata l'unica a cui Audrey aveva raccontato cosa era successo con i licantropi.

Non voleva far preoccupare Caroline, che aveva esitato a lasciare che la ragazza Gilbert se ne andasse da sola quella notte sapendo che ci sarebbero stati spettri pericolosi che si aggiravano per Mystic Falls.

Né Rebekah né Audrey avevano detto a Klaus cos'era successo, decidendo che era meglio non farlo preoccupare.

Le due ragazze erano nel campo con il resto della squadra delle cheerleader ━ la ragazza Mikaelson si era cambiata indossando i suoi abiti da allenamento mentre Audrey era seduta sulla panchina più vicina a guardare.

Tutte le ragazze stavano cercando di imparare alcuni dei trucchi da ginnasta che Rebekah conosceva e Audrey non era dell'umore giusto per provarli lei stessa, sapendo che in qualche modo sarebbe finita per rompersi un osso.

"Rey." con un piccolo sospiro, Audrey alzò lo sguardo dal libro che aveva in grembo, incrociando gli occhi con sua sorella. "Possiamo parlare?"

La Gilbert più piccola lanciò un'occhiata a Rebekah, che era troppo presa dalle ragazze che si era fatta amiche per notare l'arrivo di Elena. "Di che cosa?" chiese alzando un sopracciglio.

"Quello che ho detto, non era giusto." ammise onestamente la Gilbert più grande, facendo apparire uno sguardo sorpreso sul viso della sua gemella. "Ti stavo giudicando prima ancora di aver provato a capire. Non era giusto."

Audrey annuì. "Grazie." disse. "Senti, voglio spiegartelo, Elena. Ma ogni volta che penso di averlo capito, succede qualcosa di nuovo, e torno al punto di partenza. E comunque non è che abbia molte informazioni."

"Ma." Audrey trattenne l'impulso di alzare gli occhi al cielo ━ avrebbe dovuto prevederlo. Con sua sorella era sempre come fare un passo avanti e due indietro. "A proposito di Rebekah e Klaus, io-"

"Oh, bene." mormorò sarcasticamente Rebekah mentre appariva al fianco della gemella più piccola, non cercando di nascondere la sua espressione disgustata mentre guardava Elena. "Tu."

La Gilbert più grande la guardò con calma. "Speravo che potessimo parlare."

"Di cosa? Stefan?" chiese la bionda. "Non preoccuparti, lo lascerò in pace finché non comincerà a trattarmi meglio. Anzi, probabilmente dovresti imitarmi, ad essere sincera."

"In realtà, preferirei parlare di questo." tirando fuori una foto dalla sua borsa, la sollevò, facendo defluire il colore dal viso di Rebekah. Audrey la guardò incuriosita, vedendo un nome scolpito sulla parete di una caverna. "Sono curiosa di sapere perché da mille anni tu e Klaus fuggite da vostro padre."

La bionda cercò di nascondere lo sguardo che era apparso nei suoi occhi, schiarendosi la gola mentre si girava. "Devo tornare dalle ragazze. L'homecoming sta per iniziare."

Elena incrociò le braccia sul petto. "Bene, allora lo chiederò a Mikael quando lo sveglieremo."

Rebekah si girò all'istante verso di lei. "Stai bluffando! Non sai dove sia. Non lo sa nessuno."

"E quindi chi sta marcendo nel vecchio cimitero a Charlotte?" la Gilbert inarcò un sopracciglio.

Rebekah si avvicinò a lei, arrabbiata e impaurita, ma Audrey si alzò rapidamente in piedi e si mise tra le due ragazze. Elena stava evidentemente provocando Rebekah, e le sue provocazioni stavano chiaramente facendo effetto. "Se risvegli Mikael, siamo tutti condannati!"

"Allora, dimmelo." la Gilbert più grande insistette.

"Perché lo vuoi sapere?"

"Perché non vuoi che lo risvegli?"

Rebekah la guardò per un lungo momento prima di scuotere la testa. "Devo tornare dalle ragazze." afferrando la mano di Audrey, si voltò e si allontanò da Elena, trascinando l'anima gemella di suo fratello con sé.

* * *

          Audrey era seduta sul divano accanto al caminetto con le mani strette attorno alla tazza di caffè che si era preparata da sola mentre Rebekah stappava una bottiglia di champagne.

Le due si erano dirette verso la villa dei Salvatore dopo l'allenamento e Rebekah aveva ordinato ad Audrey di invitare sua sorella a unirsi a loro mentre lei preparava ciò che aveva programmato. 

Apparentemente, era disposta a parlare con Elena, ma Audrey era scettica su come sarebbe andata la loro conversazione.

"Ehi!" Rebekah sorrise allegramente mentre la Gilbert entrava dalla porta d'ingresso. "Che c'è?"

Elena la guardò leggermente confusa. "Rey ha detto che mi hai invitato per parlare."

"Forza ragazze." Rebekah applaudì bruscamente, voltandosi verso l'ingresso della sala da pranzo. "Datevi da fare." sei ragazze uscirono nel soggiorno, ognuna indossava un vestito di colore diverso. "Okay, ora fate una piroetta." ordinò la bionda e le sei ragazze fecero come gli era stato detto prima di mettersi in fila davanti a loro.

Elena osservò incredula ciò che stava accadendo. "Le hai soggiogate per fare una sfilata privata di moda?"

"Ho bisogno di un vestito per il ballo." Rebekah scrollò le spalle prima di indicare le ragazze. "Allora, tu che dici? Scegline uno." poi lanciò un'occhiata ad Audrey. "Anche tu, Rey. Scegline uno per me, e uno per te. Non c'è modo che tu non partecipi all'homecoming."

"Non sono qui per aiutarti a fare shopping." Elena sbuffò in segno di rifiuto, lanciando uno sguardo alla originale. "Ma per sapere per quale motivo tu non vuoi che risvegli Mikael."

Uno sguardo infastidito apparve negli occhi di Rebekah, che si precipitò dietro una delle ragazze, afferrandole il collo con le vene sotto gli occhi.

La Gilbert più grande fece un piccolo urletto di stupore mentre Audrey sospirava, essendo che si aspettava che ciò accadesse ━ Rebekah non avrebbe permesso a Elena di prenderla in giro. "Ho detto di sceglierne uno, Elena."

"Quello rosso." sbottò la Gilbert più grande.

"Vedi. Non è stato così difficile, no?" rifletté la bionda, lasciando la ragazza in pace. Poi guardò Audrey. "Quindi?"

"Ehm..." Audrey guardò la fila di ragazze difronte a lei e dopo un momento, i suoi occhi si incollarono sulla ragazza alla fine della coda ━ un piccolo sorriso crebbe sulle sue labbra mentre guardava il vestito che indossava. "Quello."

"Perfetto." Rebekah sorrise. "Andate via e dimenticate tutto." ordinò e le ragazze si allontanarono mentre la bionda si avvicinava alla doppelganger con uno sguardo di avvertimento. "Tu non puoi minacciarmi. Tu saprai quello che ti concederò di sapere. È chiaro?" Elena annuì e Rebekah la superò, camminando verso il piano di sopra.

Le due gemelle si guardarono per un momento prima di seguire Rebekah, che le condusse nella stanza di Stefan. L'esitazione apparve istantaneamente sul volto di Elena quando la bionda aprì la porta ed entrò con noncuranza mentre Audrey si guardava intorno e la seguiva.

"Ma quanto è divertente!" chiese Rebekah mentre tirava fuori un paio di boxer dal cassettone di Stefan.

"Non dovremmo essere qui..." mormorò Elena, sporgendosi sulla soglia della porta.

"Ma si che dovremmo! Andiamo, non hai mai voluto dare una sbirciatina?" sollevò le mutande di Stefan. "Boxer. È un cambiamento rispetto agli anni Venti."

"Hai intenzione di passare la serata a rovistare tra le sue cose o pensi di raccontarmi la tua storia?" chiese impazientemente la Gilbert più grande.

"Ah... sei proprio antipatica e non divertente." la originale sospirò, alzando gli occhi al cielo mentre rimetteva a posto i boxer del vampiro Salvatore. "Che vuoi sapere?"

Elena entrò ulteriormente nella camera. "Beh, Elijah diceva che tuo padre era un proprietario terriero in Europa. Come siete finiti qui?"

"I miei genitori erano spostati da poco quando la peste colpì il loro paese." spiegò Rebekah, mentre continuava a curiosare. "Persero un figlio per questo. Volevano fuggire e proteggere la loro futura famiglia dallo stesso destino."

Audrey corrugò un sopracciglio mentre si appollaiava sul bordo della scrivania di Stefan. "Pensavo che questa parte del mondo non fosse stata ancora scoperta?"

Rebekah la guardò con un sorriso, emettendo una piccola risatina. "No, secondo i vostri libri di storia, no." la corresse. "Ma mia madre conosceva la strega Ayana, che aveva saputo dagli spiriti di una terra mistica nella quale tutti erano sani... benedetti dai doni della velocità e della forza. Questo condusse la mia famiglia qui, dove noi vivemmo fra quella gente."

Le sue parole fecero scattare qualcosa in Elena, capendo di chi stava parlando. "I lupi mannari?"

"Per noi, erano solo vicini di casa." la originale scrollò le spalle. "La mia famiglia visse in pace con loro per oltre 20 anni, durante i quali i miei genitori ebbero altri figli, me compresa."

"A sentire te, sembra normale." commentò la Gilbert più grande.

"Lo era." ammise Rebekah onestamente, sembrando un po' persa nei suoi pensieri mentre continuava. "Una volta al mese la nostra famiglia si ritirava nelle caverne sotto il nostro villaggio. I lupi ululavano per tutta la notte e al mattino rientravamo in casa. In una notte di luna piena, Klaus e il mio fratellino Henrik uscirono di nascosto per vedere gli uomini trasformarsi in bestie. Era proibito. Henrik ne pagò il prezzo..." abbassò tristemente lo sguardo per un momento prima alzarlo di nuovo sulle gemelle Gilbert.

"Quello fu la fine della pace con i nostri vicini. E uno degli ultimi momenti in cui tutti noi vivemmo da esseri umani." gli accenni di tristezza sul suo viso scomparvero mentre il telefono di Elena vibrava nella sua tasca. "Faresti meglio a rispondere. Sarà Damon che vuole sapere dove sei."

Mentre Elena usciva per rispondere alla chiamata, Audrey guardò Rebekah preoccupata, ma la bionda le mandò un piccolo sorriso per tranquillizzarla.

Senza dire una parola, Rebekah tornò a curiosare e Audrey la osservò attentamente mentre lo faceva.

* * *

         Non ci volle molto perché Rebekah si distraesse e si sdraiasse sul letto di Stefan con uno dei suoi diari in mano, lasciando Elena ad aspettare che continuasse.

Audrey era seduta al tavolo accanto alla sua gemella, ma la sua attenzione era attratta dal libro che stava leggendo prima ━ non tentando di rompere il silenzio che era calato sulle tre.

Dopo un momento, Elena emise un sospiro annoiato. "Hai finito di curiosare? Possiamo continuare con la storia?"

Chiudendo di scatto il diario, Rebekah si alzò in piedi e si avvicinò al tavolo, prendendo una foto di Stefan ed Elena insieme. "Onestamente, non vi vedo come coppia."

"Come potresti?" le chiese la bruna. "Tu non sai com'è lui veramente."

"So perfettamente chi è. È un vampiro. Siamo una razza di predatori." Rebekah si avvicinò al viso di Elena. "Non abbiamo tempo per interessarci agli esseri umani e alle loro vite inutili."

"Ah okay, grazie." disse Audrey sarcasticamente, alzando lo sguardo dal libro e lanciandole un'occhiataccia.

"È per questo che hai fatto quella sfilata prima? Perché non ti interessa il ballo dell'homecoming?" ribatté Elena, prima di scuotere la testa e alzarsi in piedi. "Sai una cosa, io me ne vado."

"Non hai ancora sentito metà della storia."

"E tu non me la racconterai." disse la Gilbert più grande consapevolmente. "Sei solamente annoiata e cerchi qualcuno da prendere in giro. Trovati qualcun altra con cui giocare... forse puoi soggiogarla e farti un amica." girandosi, Elena si diresse verso la porta.

"Stefan non aveva il diritto di regalare il mio ciondolo." affermò Rebekah, facendo fermare Elena sui suoi passi. "Apparteneva alla strega originale."

La doppelganger si voltò verso di lei. "Quella che impose la maledizione dell'ibrido su Klaus?"

"Non solo la maledizione dell'ibrido. Lei ci ha trasformò in vampiri." la informò la bionda mentre un sorrisetto spuntava sulle sue labbra, vedendo il cipiglio sul viso della bruna. "Ho sete. Vuoi da bere?"

Superandola, Rebekah tornò al piano di sotto, seguita da Elena, e poi successivamente da Audrey. "Quindi, il vampirismo era una forma di protezione?" la Gilbert più grande mise insieme i pezzi mentre le due seguivano la originale in biblioteca.

"Che altro poteva essere?"

"Una maledizione?"

Rebekah scrollò subitamente le spalle. "I miei genitori lo videro come un modo per mantenere i loro figli in vita."

"Si, ma perché restare, se avevano tanta paura dei licantropi?" Elena insistette sull'argomento. "Perché non... fuggire?"

"Per orgoglio." rispose la bionda. "Mio padre non voleva più fuggire. Voleva combattere ed essere superiore ai licantropo. Se loro mordevano, noi dovevamo mordere più forte. Se erano veloci, noi dovevamo essere più veloci. Agilità, forza, sensi. Ayana si rifiutò di aiutare, quindi mio padre affidò la responsabilità nelle mani di mia madre."

"Tua madre?" fu Audrey a parlare questa volta, alzando un sopracciglio. "Come poteva fare qualcosa?"

"Perché anche mia madre era una strega." le informò Rebekah, guardando divertita le loro facce scioccate. "La strega della famiglia originale. La strega originale?" sottolineò, mentre iniziava a cercare tra gli scaffali. "Dove sono le bottiglie migliori?"

Elena si fermò confusa, guardando la bionda. "Ma se tua madre era una strega, allora..."

"Lo sono anch'io?" finì Rebekah, guadagnandosi un piccolo cenno del capo. "No, una strega è una serva della natura. Un vampiro è un abominio della natura. Puoi essere l'uno o l'altro, mai entrambi. Mia madre lo fece per noi. Lei non si trasformò."

"Come vi siete trasformati?" chiese Audrey, che era diventata anche lei curiosa.

"Lei invocò il sole per la vita e invocò l'antica quercia bianca, uno degli elementi eterni della natura, per l'immortalità. Quella notte, mio padre ci offrì del vino mischiato al sangue. E poi ci trapassò il cuore con la sua spada." la voce della originale si fece calma mentre finiva.

Sia Elena che Audrey erano sbalordite. "Vi ha uccisi?" sussurrarono all'unisono.

"E non fu neanche delicato nel farlo." prendendo una bottiglia di vino, tolse il tappo e lo gettò nel camino. "Dovevamo bere altro sangue per completare il rituale. Era euforico! La sensazione di potere era indescrivibile... ma la strega Ayana aveva ragione sulle conseguenze. Gli spiriti si rivoltarono contro di noi, e la natura si vendicò... per ogni forza ci sarebbe stata una debolezza."

Rebekah si versò un bicchiere di vino mentre spiegava. "Il sole divenne nostro nemico. Restavamo chiusi per settimane. E anche se mia madre trovò una soluzione, c'erano altri problemi. I vicini che ci avevano accolti nelle loro case, adesso ci chiudevano fuori."

I suoi occhi si abbassarono per un momento sul suo anello. "I fiori alla base della quercia bianca bruciavano e ci impedivano la compulsione. E l'incantesimo stabiliva che l'albero che ci aveva dato la vita poteva anche togliercela... così li bruciammo tutti. Ma la conseguenza più cupa era una cosa che i miei genitori non avevano previsto... la fame. Il sangue... ci aveva riportato in vita e il sangue bramavamo più di qualsiasi altra cosa. Non riuscivamo a controllarci." 

La sua voce si fece fredda. "E così, era nata una razza di predatori."

* * *

          Rebekah aveva cacciato le due ragazze poco dopo.

Aveva raccontato loro di come Klaus aveva innescato la sua maledizione che Audrey si ricordava dato che gli era stata raccontata da Elijah.

Poi anche come Mikael aveva ucciso la madre dei suoi figli, accecato dalla rabbia dopo aver scoperto la verità su chi fosse veramente Klaus. 

La strega originale aveva cercato di correggere i suoi errori, lanciando una maledizione su suo figlio e praticamente rinnegandolo ━ ma l'orgoglio era sempre stato la più grande debolezza di Mikael, sia da umano che da vampiro.

E quando seppellirono la loro madre, Rebekah, Klaus ed Elijah giurarono di sostenersi l'un l'altro, qualunque cosa accadesse. Non avrebbero fatto gli stessi errori dei loro genitori. Erano una famiglia e si sarebbero protetti a vicenda, sempre e per sempre.

Audrey era seduta nella cucina dei Gilbert, mandando un messaggio a Rebekah per assicurarsi che stesse bene, mentre spingeva con la forchetta il cibo che aveva preparato nel piatto. 

Appoggiando il telefono accanto a sé, sospirò e si alzò in piedi, pulendo il piatto e mettendolo nel lavandino. Quando iniziò a lavarlo con l'acqua, alzò lo sguardo per guardare fuori dalla finestra, vedendo il suo riflesso a causa di quanto fosse buio.

E poi notò il sangue.

Spalancando gli occhi, Audrey afferrò un tovagliolo di carta e se lo portò al naso, asciugandosi il sangue che le colava dalle narici.

La sua mano libera strinse la sua collana mentre una sensazione di confusione la percorreva, guardandola con un cipiglio ━ lo scopo di quel gioiello era di impedire che ciò accadesse.

Sentendo dei passi avvicinarsi, si assicurò che il sangue fosse stato ripulito prima di gettare via il tovagliolo di carta.

"Devi sapere." Elena apparve sulla soglia della cucina. "Rebekah ha sbagliato, Klaus non le ha mai detto la verità. È stato lui ad uccidere la loro madre." le disse onestamente. "Non Mikael."

"Cosa?" Audrey sbatté le palpebre.

"È vero. Ti dirò di più domani, ma..." Elena guardò la sua gemella con uno sguardo severo. "Klaus l'ha uccisa e ha passato anni a mentire a Rebekah, usando questo per avere un controllo su di lei. Proprio come ha un potere su di me e su Stefan. Non ci si può fidare di lui, Audrey. E devi rendertene conto, per la tua sicurezza." detto questo, se ne andò e la lasciò sola.

Audrey fissò il punto dove si trovava sua sorella, cercando di elaborare cosa aveva detto, ma non riusciva a concentrarsi. I suoi occhi saettarono nuovamente sulla sua collana, sollevandola per guardarla da vicino, vedendo una crepa nel cristallo ━ che diventava sempre più grande.















𝘵𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘪𝘨𝘩𝘣𝘰𝘶𝘳𝘩𝘰𝘰𝘥 ⸻ 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘴𝘴

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