
❨ 𝟬𝟭𝟰 ❩
𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗊𝗎𝖺𝗍𝗍𝗈𝗋𝖽𝗂𝖼𝗂 → ᵐʸ ʰᵉᵃʳᵗ˒ ᶤ ᶰᵉᵛᵉʳ ᶠᵉᵉˡ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑩 // 𝒔𝒆𝒈𝒖𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆
〔 episode 1 . . . . season three 〕
༄ // ❝ il compleanno ❞
"Ciao Ray."
"Ehi Red, portami una birra." ordinò Ray Sutton, prendendo il suo solito posto al bar. Nel giro di pochi istanti, una birra fu messa davanti all'uomo, che rivolse un sorriso di apprezzamento al barista.
Mentre beveva un sorso della sua bibita, si bloccò, vedendo qualcuno sedersi sullo sgabello del bar accanto al suo, nonostante ci fossero tantissimi altri posti vuoti da occupare.
Girando leggermente la testa, l'uomo incrociò lo sguardo con un paio di occhi marroni da cerbiatto, e dopo pochi secondi interruppe il loro contatto visivo per squadrare la sconosciuta dall'alto in basso. Le labbra della ragazza ricoperte di rosso si contrassero in un sorriso, spingendo una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio.
"Scusa, c'era qualcuno seduto qui?" chiese innocentemente. "Posso spostarmi."
"No, non ti preoccupare." lui scosse la testa. "Posso offrirti un drink?" il suo sorriso crebbe ancora di più. "Solo una birra, se me la offri."
"Red, lo stesso per la signora, grazie" Ray guardò il barista, che annuì e presto fece scivolare un'altra bottiglia lungo il bancone verso di loro. "Allora, cosa ci fa una ragazza come te qui tutta sola?"
"Oh, non sono sola. Sto solo aspettando i miei amici." spiegò, avvolgendo le mani intorno alla bottiglia. "È, ehm... in realtà è il mio compleanno."
"Ah sì?" chiese lui, avvicinandosi alla ragazza, con una mano avvolta alla birra mentre l'altra si abbassava lentamente e si posava sul suo ginocchio. "Beh, buon compleanno..." si interruppe, alzando un sopracciglio quando i loro occhi si incontrarono ancora una volta, entrambi guardarono in basso dove era posata la sua mano. "Come ti chiami, tesoro?"
"Audrey. Audrey Gilbert." rispose lei, avvicinandosi e spostando la mano sopra la sua. "E tu?"
"Ray." il suo sorriso si trasformò lentamente in un sogghigno, avvicinandosi di più alla Gilbert. "Ray Sutton".
Quasi istantaneamente, il sorriso di Audrey svanì. "È lui." affermò, ignorando lo sguardo confuso che l'uomo le rivolse. Gli afferrò la mano dal suo ginocchio, girandogliela dietro la schiena e spingendogli la testa verso il basso per inchiodarlo contro il bancone. "Era davvero l'unico modo per farlo? Mi sento cattiva."
"Non preoccuparti, tesoro. Non succederà più." Klaus apparse accanto a Ray, facendo un cenno ad Audrey. "Buon lavoro." poi abbassò lo sguardo sull'uomo, che gemette mentre Audrey gli torceva ancora di più il braccio, sentendo che cercava di liberarsi dalla sua presa.
"Ray Sutton, ti abbiamo cercato ovunque." l'ibrido sorrise. "Abbiamo iniziato in Florida. Lì ho incontrato un ragazzo con cui lavoravi prima di trasferirti a Memphis, che a sua volta mi ha indirizzato a due adorabili giovani donne. E loro mi hanno portato qui, da te."
"Lasciami andare." sbottò Ray, sbattendo le gambe contro il bancone. "Me ne devo andare."
"Io non lo farei se fossi in te." lo avvertì Stefan, avvicinandosi alle sue spalle. Audrey lasciò cadere la presa su di lui, permettendo a Ray di sedersi, alternando lo sguardo tra l'ibrido, la Gilbert e il Salvatore. "Vampiri".
"Sei molto sveglio Ray!" Klaus sorrise. "Sì! Il mio amico qui accanto a me è un vampiro. Ha soggiogato tutti nel bar, quindi è inutile cercare aiuto." poi indicò Audrey. "Audrey, lei è umana. Una doppelganger, se vogliamo essere tecnici. Una persona unica." spiegò vagamente. "Io invece, io sono qualcos'altro, un diverso tipo di mostro. Un po' vampiro e un po' lupo."
"Tu cosa?" Ray sbatté le palpebre incredulo. "Un ibrido, Ray. Sono entrambi." chiarì. "Vedi, voglio creare altri come me. Tu sei il primo lupo mannaro che incontrò da molte lune, la battuta è voluta Ray! E devi portarmi dal tuo branco. Perciò, dove trovo gli altri?"
"Non puoi soggiogarmi." Ray gli disse ostinatamente. "Non funzionerà." Klaus resistette all'impulso di alzare gli occhi al cielo, guardando Stefan e facendo un cenno del capo ━ il Salvatore si girò e iniziò a prendere qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni.
"Puoi tirare fuori le freccette per favore?" il biondo fece un cenno al barista, prima di voltarsi di nuovo verso Ray. "Ti dico una cosa Ray, adesso faremo un piccolo gioco di bevute. Mi piace chiamarlo verità o strozzalupo." tirò fuori un sacchetto della sostanza letale per i lupi e se la versò in mano, schiacciandola con le dita.
Klaus sorrise ancora di più, con la cattiveria negli occhi. "Oh, sarà divertente." lanciò un'occhiata ad Audrey, che era di nuovo appollaiata su uno sgabello da bar mentre giocherellava con la bottiglia di birra. "Coraggio, tesoro. Il divertimento è solo all'inizio." le strinse le spalle.
Lei sospirò, portando la bottiglia alle labbra mentre lui si allontanava di nuovo. "Sì, proprio come volevo trascorrere il mio compleanno."
* * *
Se Audrey doveva essere onesta, gli ultimi mesi sarebbero potuti andare molto peggio.
Dalla notte in cui avevano lasciato Mystic Falls, aveva cercato di non pensare alla casa e alla famiglia che si era lasciata alle spalle.
All'inizio era stato difficile, soprattutto perché ogni volta che guardava il suo telefono, si ricordava del passato. Leggere i vecchi messaggi e guardare tutte le foto che aveva salvato aveva reso ancora più sofferente il dolore costante che aveva al petto. Alla fine, spegneva il cellulare e lo nascondeva tra le poche cose che era riuscita ad accumulare, dicendosi che non aveva più bisogno di portarselo dietro.
Klaus e la sua caccia ai licantropi la tenevano abbastanza occupata. Audrey era per lo più messa da parte a meno che non fosse necessaria una distrazione. Klaus faceva le domande e, quando gli veniva ordinato, Stefan uccideva chiunque non fosse di alcuna utilità.
Purtroppo, Klaus ebbe ragione quella notte in cui lasciarono Mystic Falls. Le urla erano diventate più facili da sentire, poiché erano un rumore costante nella nuova vita di Audrey ━ più di quanto potesse immaginare.
Come promesso, oltre a cercare i lupi, Klaus stava anche cercando qualcosa per aiutare la ragazza Gilbert. Più tempo passava, più peggioravano le perdite di sangue dal naso e i dolori al petto, e sapevano che sarebbero continuati finché Elijah rimaneva pugnalato.
Tuttavia, sembrava che la soluzione di rimuovere il pugnale fosse fuori discussione. Quando Audrey lo chiedeva, Klaus diceva che non era il momento giusto, poi si rifiutava di discuterne ulteriormente.
Per quanto l'ibrido la frustrasse, e a volte la spaventasse, non aveva mai fatto nulla per ferire Audrey.
In effetti, aveva fatto tutto il necessario per proteggerla e continuava a trattarla come qualcuno tratterebbe un amico o addirittura un membro della famiglia. Ciò la faceva sentire a disagio, perché dopo quello che aveva fatto a Jenna ed Elena, Audrey sapeva che avrebbe dovuto odiarlo.
Aveva ucciso sua zia e aveva sacrificato sua sorella ━ Klaus Mikaelson era un mostro.
Eppure, nonostante tutto il male che continuava a vedergli fare, non riusciva a odiarlo veramente. Forse aveva qualcosa a che fare con il suo legame con Elijah, una sorta di estensione per la sua famiglia. Almeno, questo era ciò a cui si riferiva quando ci pensava.
Audrey era seduta a gambe incrociate su uno sgabello del bar, con un drink accanto a lei e un libro aperto in grembo.
Alzò lo sguardo dalla pagina che stava leggendo e rimase impassibile mentre guardava Ray, che era inchiodato al muro sanguinante. Le freccette uscivano da diverse zone del suo corpo e la testa penzolava mentre emetteva grugniti di dolore.
Questa non era la peggiore tortura che gli aveva visto infliggere.
"Salve signor Klaus." la Gilbert spostò lo sguardo verso l'originale sentì la voce, vedendo una donna al suo fianco. "Ho delle informazioni per lei." si avvicinò al suo orecchio. "Mi aveva detto di avvertirla se avessi visto qualcosa. Ho visto il fratello Damon alla fattoria."
Un cipiglio si formò sul volto di Klaus. "Bene, grazie Claudine. Di' ai tuoi amici di continuare l'ottimo lavoro di sorveglianza della zona." mentre la donna si allontanava, Stefan si avvicinò, alzando un sopracciglio. "Mio fratello è ancora sulle nostre tracce?"
"Si sta avvicinando." Klaus annuì. "Dovrò sistemare questa storia." Stefan gli afferrò rapidamente il braccio. "No, no, no! Lascia che me ne occupi io."
"Perché dovrei lasciarti andare?" l'ibrido alzò un sopracciglio. "Perché, sai che tornerò." ribatté onestamente il Salvatore. "Davvero?" chiese dubitante Klaus. "Hai salvato la vita a mio fratello, sono al tuo servizio." gli ricordò il biondo.
"Ah, fai tutto in modo così noioso e come se fossi costretto." Klaus alzò gli occhi al cielo, indicando Ray con un sorriso. "Non ti diverti neanche un po'?" Stefan lanciò un'occhiata a Ray, impassibile mentre si voltava di nuovo verso l'ibrido.
A questo punto, Audrey immaginava che fosse diventato insensibile. Aveva trovato un modo per bloccare le emozioni, senza davvero spegnere la sua umanità. Aveva sicuramente fatto qualcosa, perché lo Stefan che conosceva, non avrebbe mai voluto ridiventare la persona che era secoli fa ━ probabilmente non si era nemmeno accorto che era proprio quello che aveva fatto.
"Farò in modo che mio fratello non ci disturbi più." e con questo, il Salvatore uscì dal bar.
Klaus lo guardò allontanarsi prima di voltarsi verso Audrey, che stava leggendo il suo libro concentrata. "Trovato qualcosa?"
"No." mormorò lei con un sospiro. "Molto stranamente, non c'è scritto niente su un'anima gemella doppelganger di un vampiro originale." rifletté sarcasticamente mentre alzava lo sguardo su di lui. "Soprattutto su una doppelganger che tecnicamente non doveva esistere."
"Beh, la tua fortuna sta per cambiare, tesoro." Klaus le prese il libro dalle mani, appoggiandolo sul bancone. Tirò fuori dalla tasca una scatola blu rettangolare, porgendola alla Gilbert. "Buon compleanno."
Audrey lo guardò sorpresa per un momento prima di prendere la scatola e aprirla con cautela, spalancando leggermente gli occhi su ciò che c'era dentro. "Non è il gioiello più bello, ma ho pensato che la funzionalità fosse più importante rispetto all'aspetto."
All'interno della scatola c'era una collana, con un lungo ciondolo di cristallo rosso collegato alla catenella da un fermaglio d'argento. "È..." Audrey si interruppe, ammirandolo attentamente mentre lo estraeva dalla custodia. "È bellissimo."
"L'ho acquistato da una strega di cui mi fido, che pensava potesse essere una soluzione al nostro problema." spiegò. "Il cristallo è stato infuso con il sangue di mio fratello, motivo per cui è rosso. Finché lo indossi, gli effetti del pugnale dovrebbero svanire."
Prendendolo con cura dalle sue mani, Klaus glielo strinse delicatamente intorno al collo. Le mani della Gilbert giocherellarono con il cristallo, alzando poi lo sguardo per incontrare gli occhi di Klaus.
"Ti prometto, Audrey, che un giorno ti riunirò a mio fratello. Non ti lascerò morire per questo. Solo che adesso sto cercando di riunire tutta la mia famiglia, e tu sei inclusa." la fissò ancora per un momento prima di allontanarsi per occuparsi di Ray.
* * *
"Allora, è un processo in tre fasi, Ray. Questo è la fase uno. Voglio che tu beva dal mio polso."
Mentre Stefan era andato a occuparsi di Damon, Klaus aveva preso il suo posto ed era riuscito a farsi dire la posizione del branco di Ray. Una volta fatto, l'aveva tolto dal muro e l'aveva adagiato sul tavolo da biliardo.
"Ti ho già detto dove trovare il branco." disse Ray debolmente. "Cosa altro vuoi da me?"
"Non hai sentito una parola di quanto ti ho detto?" Klaus emise un leggero grugnito. "Ho grandi progetti per te." si tagliò il polso e spinse il sangue nella gola del lupo. "Mi ringrazierai più tardi. Ecco fatto, ma che bravo!"
Stefan rientrò proprio mentre Klaus toglieva il polso dalla bocca di Ray. "Cosa farai adesso?" chiese il lupo, più forte di prima mentre il sangue lo guariva. "È il momento della fase due, Ray." rispose l'ibrido, spezzandogli il collo. L'originale poi si voltò a guardare il Salvatore, che lo guardò senza capire. "Sei tornato."
Stefan fece un piccolo cenno del capo. "Hai dubitato di me?"
"Nemmeno per un secondo." Klaus scosse la testa, il sorriso malvagio che aveva prima ricomparve. "Sapevo che avresti superato il test. Tieni ancora a tuo fratello, alla tua vecchia vita."
"No." Stefan fece un mezzo sorriso, senza emozione. "Non mi interessa più di niente ormai." Klaus lo fissò per un momento, sapendo che stava mentendo, e anche Audrey. "Sai recitare molto bene, Stefan." gli disse. "Potrei quasi crederti. Speriamo, per il bene di tuo fratello, che ci creda anche lui. Non si smette mai di tenere alla famiglia, vero? Ma, ogni volta che ti nutri, il sangue rende più facile dimenticare."
Prendendo il corpo di Ray dal tavolo da biliardo, Klaus uscì per andare in macchina, e Stefan lo seguì poco dopo. Con un sospiro, Audrey afferrò la giacca dallo sgabello del bar accanto a lei e si diresse verso il parcheggio.
Individuò all'istante la figura di Stefan che si allontanava dal bar, verso la direzione in cui avevano parcheggiato l'auto. Incrociando le braccia al petto, si avvicinò lentamente a lui, vedendo il suo telefono premuto contro il suo orecchio.
Il Salvatore si voltò a guardarla, sentendo il rumore della ghiaia che scricchiolava sotto i suoi piedi. Per la prima volta da quando avevano lasciato Mystic Falls, vide delle vere emozioni sul suo volto mentre le lacrime gli si formavano negli occhi.
Avvicinandosi, la Gilbert prese il telefono dalla sua mano tremante, portandolo all'orecchio.
"Stefan?" Audrey si bloccò. Riconobbe subito la voce uguale alla sua e, in pochi secondi, le lacrime cominciarono a formarsi anche nei suoi occhi. Le sue labbra si aprirono mentre cercava di dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riusciva a far uscire le parole dalla sua gola.
Tutto quello che riuscì a fare fu un sospiro tremolante mentre la sua voce si incrinava leggermente. "Audrey?" disse Elena dopo un momento. "Sei tu?" la Gilbert avrebbe voluto singhiozzare, per dire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma non poteva proprio.
"Anch'io ti voglio bene." le disse Elena dolcemente. "Se sei tu, Audrey, sappi ti voglio bene. Starai bene, e anche Stefan. Starete entrambi bene. Sarò anche la più grande, ma sappiamo entrambe che sei sempre stata tu la più forte."
Audrey annuì e allontanò il telefono dall'orecchio, terminando la chiamata prima che facesse qualcosa di stupido. I suoi occhi incontrarono quelli di Stefan, e in un attimo, si buttò tra le sue braccia. Le sue mani si aggrapparono alla sua maglietta, singhiozzando contro il suo petto mentre quello che era appena successo la travolgeva ━ e Stefan non disse nulla. Si limitò a ricambiare l'abbraccio, stringendola forte mentre calde lacrime gli rigavano le guance.
𝘨𝘦𝘯𝘦𝘴𝘪𝘴 ⸻ 𝘨𝘳𝘪𝘮𝘦𝘴
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