
❨ 𝟬𝟭𝟬 ❩
𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝖽𝗂𝖾𝖼𝗂 → ᶤ ᵗʳʸ ᵗᵒ ᵗᵉˡˡ ʸᵒᵘ ʷʰᵃᵗ ᶤ ᵗʰᶤᶰᵏ ᵃᶰᵈ ᵖˡᵃʸ ᶤᵗ ᵒᶠᶠ ˡᶤᵏᵉ ᶤᵗ'ˢ ᵃ ʲᵒᵏᵉ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑨 // 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐
〔 episode 18 . . . . season two 〕
༄ // ❝ l'ultimo ballo ❞
Nell'appartamento di Alaric Saltzman, Katherine Pierce sedeva immobile su una sedia ━ con la paura negli occhi.
Aveva passato gli ultimi cinquecento anni a scappare da Klaus, e ora lui l'aveva trovata. Eppure era ancora viva, anche se ciò che desiderava era essere morta.
Klaus aprì l'armadio e fece una smorfia disgustata, guardando i vestiti che possedeva il proprietario del suo corpo.
"Oh. Chi è questo tizio, Safari Sam?" afferrò due camicie dalle grucce, tenendone una per mano per mostrarla a Katherine. "Allora, cattivo o più cattivo?"
Katherine emise un respiro tremante, facendo segno verso quella nella sua mano destra ━ cercando di nascondere la paura che le si era fermata in gola. "I colori scuri ti stanno meglio."
"Oh, grazie tesoro." Klaus sorrise, vestendosi con la camicia in questione. "Okay, facciamo un quiz. Il pugnale e la cenere bianca sono in possesso dei Salvatore, giusto?"
"Il pugnale è stato usato per uccidere Elijah." confermò. "Lo troverai nella cantina della casa dei Salvatore."
"Okay, quel pugnale deve rimanere esattamente dov'è." mormorò, roteando leggermente gli occhi. "L'ultima cosa che devo fare è resuscitare Elijah. Oh, quel tipo è un rompiscatole."
"Ricorda che sei ai ferri corti con la tua ragazza, Jenna." continuò Katherine. "Giusto." Klaus annuì. "La zia di Elena e Audrey. Per tutte le bugie su Isobel." poi guardò la doppelganger. "Cos'altro?"
Katherine considerò attentamente le sue prossime parole, sapendo che c'era qualcos'altro che poteva dirgli. Qualcosa che avrebbe rapidamente distolto la sua attenzione da lei per un po', ma decise di stare in silenzio. "Questo è tutto."
Non convinto, l'ibrido si avvicinò e le toccò lentamente il viso, sorridendo mentre lei sussultava. "Oh, perchè così nervosa?"
"Per favore, uccidimi e basta." lo implorò la Pierce, spostandosi leggermente sulla sedia ━ visibilmente a disagio. "Ti ho detto tutto quello che so."
Klaus mise le sue mani sui braccioli della sedia la guardò in faccia. "Senti, io credo che tu ne sia convinta, ma cos'è che tu non sai? Cosa potrebbero nasconderti? Dimmi." Lei lo guardò, incapace di non rispondere. "Stavano cercando di vedere se Bonnie potesse trovare un modo per uccidere un Originale senza un pugnale."
"Bonnie la migliore amica? Pensavo avessi detto che non aveva più i suoi poteri." chiese sospettoso. "Non li ha o non li aveva. Mi hai rapito, ricordi?" sottolineò. "Sono un po' fuori dal giro."
"C'è qualcos'altro." disse Katherine dopo un momento, cosa che attirò l'immediata attenzione di Klaus. "Qualcosa che credo nessuno di loro sappia ancora. Riguarda Audrey." Klaus inarcò un sopracciglio interessato. "Dimmi."
"Ha incominciato da poco a perdere sangue dal naso e avere dolori al petto." spiegò. "Da quando hanno pugnalato Elijah. Non capisce perché, quindi se l'è tenuto per sé. Me l'ha detto solo perché l'avevo vista mentre succedeva."
Katherine osservò l'espressione sul viso di Klaus mentre metteva insieme i pezzi proprio come aveva fatto lei. "I dolori al petto vengono dal punto esatto in cui si trova il pugnale nel petto di Elijah. So che è impossibile, ma-"
"Ah, Katerina." Klaus la interruppe scuotendo la testa. "Anche due doppelganger nello stesso arco di tempo dovrebbe essere impossibile, ma eccoci qua." disse emettendo una piccola risatina. "Elijah lo sapeva?"
"Non lo so." rispose onestamente la Petrova. "Mi aveva soggiogato per rimanere nella cripta. Non sono uscita finché non l'hanno ucciso, quindi non sono sicura di quanto tempo abbia passato con lei."
"Hmm." borbottò chiaramente interessato. "Per favore, uccidimi e falla finita." lo pregò Katherine. "E mostrarti gentilezza?" chiese scuotendo la testa.
"Ti ho cercato per oltre 500 anni. La tua morte durerà almeno la metà di quel tempo." lentamente tirò fuori dalla tasca un coltellino tascabile a lama singola, e aprendolo lo porse alla doppelganger. "Voglio che tu prenda questo coltello... e ti accoltelli."
Prendendo il coltello dalla sua mano, Katherine respirò profondamente mentre affondava la lama nella sua coscia, sibilando per il dolore.
"Ora tiralo fuori." le ordinò, mentre la ferita guarì all'istante. "Mentre sono via, voglio che tu lo faccia ancora e ancora e ancora e se ti annoi, cambia gamba."
"Dove stai andando?" chiese lei, asciugandosi il sangue che le si era accumulato sulla gamba. "Vado a posare gli occhi sulle mie preziose doppelganger." disse baciandole la fronte.
"Oh, non fare quella faccia, Katerina. Il divertimento è appena cominciato." e mentre se ne andava, sentii i suoi sussulti di dolore mentre si accoltellava da sola.
* * *
Audrey scarabocchiò la sua firma nei punti segnati sul contratto, poi passò la penna a Elena, che iniziò a fare lo stesso.
Le due erano andate a casa dei Salvatore presto quella mattina, e Bonnie si era unita a loro, in modo che potessero firmare i documenti con l'avvocato.
La gemella più giovane non era entusiasta di doversi trasferire nella Pensione dei fratelli Salvatore, ma stava cercando di dare una possibilità sia Stefan che Damon ━ anche se in fondo sapeva che non sarebbe durato a lungo.
"Quindi questo posto è tutto vostro?" chiese Bonnie incredula. "Per adesso." rispose Elena spostando lo sguardo dai fogli. "Come proprietarie, siamo le uniche che possono invitare determinate persone, se capisci cosa intendo."
"Il vostro rifugio personale." realizzò la ragazza Bennett. "Questa è l'idea." rispose Elena.
Bonnie si guardò intorno, osservando la grande casa per poi tornare a guardare le gemelle con un piccolo sorriso. "Non vorrei pulirla."
Elena e Bonnie ridacchiarono, mentre Audrey si limitò a scuotere la testa con un piccolo sorriso. La sua mano scivolò nella tasca dei jeans e le sue dita si avvolsero attorno al portachiavi di metallo all'interno.
Da quando John gliel'aveva ridato, aveva sempre tenuto vicino a sé il regalo che aveva fatto a suo padre, stringendolo per confortarlo quando ne aveva bisogno ━ cosa di cui aveva molto bisogno ultimamente, soprattutto dopo l'incidente con Isobel.
Una volta che i documenti furono firmati, Elena condusse l'avvocato alla porta d'ingresso, aprendola per mostrare Stefan e Damon che aspettavano fuori.
"Grazie, signor Henry." sorrise mentre se ne andava, sentendo Audrey ridacchiare mentre i fratelli entravano, rimanendo bloccati sulla soglia.
"Scusate, me ne ero completamente dimenticata." disse, sorridendo a Stefan. "Stefan. Ti andrebbe di entrare nella mia casa?"
"Mi piacerebbe molto, grazie." il Salvatore entrò sorridendo, baciandola dolcemente mentre Damon li guardava con disgusto. "Cos'è? Abbiamo dodici anni?"
"Tu sicuramente sì." mormorò Audrey, alzando un sopracciglio quando sentì Stefan ridacchiare. "Se ti lasciamo entrare, prometti di obbedire alle proprietarie di questa casa?" chiese Elena seriamente.
"No." rispose lui. "Sul serio, Damon." disse Elena con fermezza, lanciandogli un'occhiataccia. "A modo nostro. L'hai promesso. Decidiamo noi, niente bugie, niente programmi segreti. Ricordi?"
Il vampiro dai capelli corvini alzò gli occhi al cielo prima di arrendersi. "Sì, Elena. Ho capito." Le labbra di Elena si piegarono verso l'alto in un sorriso vittorioso. "Allora prego, entra."
"Stai zitto." borbottò Damon, fissando suo fratello mentre entrava.
Bonnie entrò nella stanza per unirsi alla conversazione, porgendo alle gemelle le loro borse e giacche, facendo aggrottare le sopracciglia a Stefan. "Aspetta, dove stai andando?"
"A scuola." rispose Elena come se fosse ovvio. "No, no, no. Non abbiamo creato una casa sicura per farti uscire." disse immediatamente Damon.
Stefan annuì in accordo con il fratello. "Già ragazze, Klaus è là fuori. Lo sappiamo."
"Giusto, ma dove?" chiese loro Elena. "Nessuno lo sa. Senti, apprezzo davvero quello che state facendo. E la notte dormirò tranquilla sapendo che qui sarò al sicuro, ma non sarò una prigioniera, e nemmeno Audrey.
Damon la guardò per un momento prima di alzare le mani in segno di sconfitta. "Come volete, ragazze."
"Non preoccupatevi, sono pronta." disse Bonnie con sicurezza. "Se si fa vedere in giro lo affronterò, posso farcela."
"Per come la vedo io, il posto più sicuro in cui possiamo essere è accanto a Bonnie." Elena annuì prima di farsi strada verso l'uscita.
Con una sensazione di scetticismo nello stomaco, Audrey afferrò la borsa e seguì sua sorella ━ con le mani ancora strette al portachiavi mentre si allontanava.
* * *
Dopo il lento passare delle lezioni mattutine, Audrey uscì dalla classe per unirsi a Caroline e al comitato di ballo ━ come aveva promesso.
Si mise immediatamente al lavoro, incominciando a districare una lunga serie di lucine. La Gilbert si era seduta comodamente su una panchina, districando silenziosamente la stringa annodata di luci ━ rimanendo invisibile al resto dei suoi compagni eccetto Caroline.
"Ciao Dana." Caroline consegnò alla ragazza una pila di poster. "Puoi occuparti di questi?"
"Certo." annuì Dana. "Okay grazie." la bionda le sorrise, osservando Matt avvicinarsi a loro, felice di vederla.
"Ehi." invece di rispondere, il ragazzo la trascinò semplicemente in un bacio. "Per che cos'era quello?"
"Mi sto solo esercitando per stasera." rifletté Matt, baciandola di nuovo, facendo ridere la ragazza Forbes.
Audrey osservò la coppia, agitando giocosamente le sopracciglia mentre incrociava gli occhi con Matt. "Ciao Aud." disse lui ridacchiando. "Ciao Matty." gli sorrise maliziosamente la ragazza Gilbert.
Alzando gli occhi al cielo, il ragazzo riportò la sua attenzione sulla sua ragazza. "Allora...alla fine ho trovato un completo se vuoi ancora che mi travesta da JFK stasera."
"Perfetto." Caroline sorrise, baciandogli ancora una volta le labbra prima che Matt se ne andasse. Poi si girò, indicando la ragazza Gilbert. "Ho messo il tuo vestito nel tuo armadietto."
"Devo davvero vestirmi bene?" chiese Audrey con un sospiro. "Sei fortunata che ci vengo anche io. Non mi diverto mai a questi stupidi balli."
"Sì, devi vestirti bene!" le disse Caroline con fermezza. "Ho lavorato molto duramente per trovarti un vestito carino."
Audrey sospirò, ma alzò le mani in segno di sconfitta. Sapeva di non avere altra scelta, non contro Caroline, e ora anche sua sorella.
Elena aveva improvvisamente mostrato interesse per il ballo durante la lezione di storia, non dando a Stefan molta scelta se non di accettare il suo invito.
Un sorriso trionfante apparve sul volto di Caroline ━ che scomparve mentre tornava al lavoro, rimproverando alcuni ragazzi che stavano appendendo alcune decorazioni del colore sbagliato.
"Audrey." Alaric si avvicinò alla ragazza, porgendole un taccuino. "L'hai lasciato prima nella mia classe."
"Oh." la Gilbert batté le palpebre sorpresa. Non c'erano dubbi che fosse il suo taccuino, il suo nome era scarabocchiato sulla copertina e piccole macchie rosse dovute al sangue che perdeva dal naso decoravano le pagine. "Grazie, Ric."
"Come va?" le chiese. "Con tutto quello che sta succedendo, non abbiamo davvero avuto il tempo di parlare."
"Sì, sto bene." Audrey annuì con un piccolo sorriso. "Sei sicuro?" chiese Alaric, facendole alzare un sopracciglio. "Ho visto cos'è successo durante la lezione-"
"Non è niente." lo interruppe rapidamente Audrey, scuotendo la testa. "Solo un po' di sangue dal naso."
"Elena ha detto che sta succedendo frequentement-" l'insegnante di storia cercò di finire, ma venne nuovamente interrotto.
"Senti, possiamo semplicemente non parlarne?" disse con uno sguardo supplichevole negli occhi. "Non so perché li ho o come fermarli. Mi vengono spesso, ci sono abituata. Sto bene, non c'è nulla di cui preoccuparsi."
Audrey a questo punto si sentì come un'abile bugiarda. La verità era che non aveva idea se dovesse preoccuparsene o no.
Tutto ciò che Katherine le aveva detto le riecheggiava nella testa, ma non sapeva come chiedere alla donna altre risposte dato che era scomparsa ━ per quanto ne sapevano, Klaus l'aveva presa e uccisa.
"Bene." Alaric annuì, facendo uscire dalle sue labbra un piccolo sospiro di sollievo. "Ma Audrey, se vuoi parlarne, io sono qui, sempre."
"Lo so." la Gilbert annuì e gettò la pila di luci sul tavolo. Balzando in piedi, si mise la borsa in spalla e fece un piccolo sorriso all'uomo Saltzman.
Mentre si allontanava si fermò di colpo, lanciandogli uno sguardo onesto. "Ric? Spero che tu e Jenna riusciate a sistemare le cose." detto questo si fece strada all'interno della scuola.
Audrey fece appena cinque passi lungo il corridoio, quando un paio di mani le si aggrapparono alle spalle e i suoi occhi incontrarono quelli di sua sorella. "Dobbiamo andare." Elena si voltò, accompagnandola verso la porta. "Klaus è qui."
"Cosa dove?" chiese guardandosi attorno rapidamente. "Non lo sappiamo, ha soggiogato una ragazza. Qui non è sicuro." rispose Bonnie, trascinando le gemelle verso la sua macchina.
* * *
"Allora andiamo al ballo e lo troviamo." dopo aver lasciato la scuola, le tre ragazze si erano dirette alla pensione, spiegando la situazione a Stefan e Damon.
Elena era leggermente scossa e Stefan era preoccupato ━ camminando su e giù per il soggiorno. Audrey era la più calma al riguardo, poiché trovava difficile essere spaventata da qualcosa a cui non aveva assistito.
Klaus aveva specificamente preso di mira Elena, il che non era sorprendente dato che le serviva per il sacrificio ━ ma ciò fece riflettere la ragazza su ciò che Katherine le aveva detto.
Qualunque cosa le stesse accadendo, apparentemente avrebbe impedito a Klaus di farle del male, ma lei voleva sapere perché.
"Davvero? E come lo facciamo?" lo sfidò Stefan. "Non sappiamo nemmeno che aspetto abbia." Damon gli fece una smorfia. "Qualcosa mi dice che non avrà sedici anni e la faccia brufolosa."
"Potrebbe essere ovunque, in qualsiasi momento. Ha soggiogato una persona a scuola." sottolineò Stefan, lanciando uno sguardo a Elena e Bonnie. "Immagino che non sia così sicuro come pensavate, eh?"
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Alaric entrò. "Eccoti" disse Damon quando lo vide. "Scusa, sono in ritardo." il Saltzman annuì.
"Ho bisogno che tu venga come accompagnatore con me al ballo stasera." disse il Salvatore più vecchio. "Klaus ha fatto la sua prima mossa."
"Okay, quindi lo troviamo e poi cosa facciamo, hmm?" chiese Elena scettica. "Qual è il nostro piano d'attacco?"
"Me." disse Bonnie con sicurezza. "Io sono il piano. Non ha idea di quanto potere posso incanalare. Se riuscite a trovarlo, posso ucciderlo."
"Non sarà così facile." intervenne Alaric, osservando attentamente Bonnie mentre parlava. "Voglio dire, è il vampiro più grande e più cattivo della storia."
"Alaric ha ragione. Voglio dire, e se lui-" Damon si precipitò verso Bonnie ma lei lo lanciò dall'altra parte della stanza con i suoi poteri, senza neanche toccarlo.
Audrey non poté farne a meno, i suoi occhi si illuminarono divertiti e non tentò nemmeno di soffocare le sue risate. Con fierezza nei suoi occhi, Audrey guardò Bonnie con speranza.
Stefan ridacchiò leggermente, incrociando le braccia sul petto. "Mi hai colpito."
"Non importa se è un originale. Posso abbattere chiunque mi venga incontro." spiegò Bonnie con sicurezza. Guardò le gemelle e i suoi occhi si posarono specificamente sulla sua migliore amica, cercando di rassicurarla. "Posso ucciderlo, Elena. So che posso."
"Beh, io non ci vado." intervenne Audrey dopo un momento, facendo cadere tutti gli occhi su di lei. "Se la giornata di oggi ha provato qualcosa, è che Klaus è dietro a Elena. Sono più che contenta di stare qui, in una casa in cui nessun vampiro può entrare."
Elena scosse lentamente la testa. "Rey, non pens-" Audrey la interruppe. "Lena, è una mia scelta, starò bene."
"Bene." Damon annuì mentre si alzava in piedi. "Se rimane qui, abbiamo una doppelganger in meno di cui preoccuparsi. L'attenzione può rimanere su Klaus." fece l'occhiolino alla gemella più giovane. "Ti terremo controllata, quindi è meglio che tu risponda al telefono."
Lei alzò gli occhi al cielo, ma annuì in accordo.
* * *
Come previsto, quella sera Audrey rimase sola.
Dopo che tutti gli altri se ne andarono per il ballo, fece quello che avrebbe fatto qualsiasi altra sera. Come promesso, Damon chiamò due volte nel giro di poche ore per fare controllare che fosse tutto okay e lei assicurò a lui ea coloro che stavano ascoltando che stava bene.
Ad un certo punto della serata finì seduta in biblioteca, sfogliando una pila di libri sul tavolo accanto a lei ━ sperando di poter trovare qualcosa di utile in uno di essi.
Non era sicura di cosa stesse cercando, sperava solo di saperlo quando l'avrebbe trovato.
Sentendo la porta d'ingresso chiudersi, tornò nel soggiorno e si fermò confusa per quello che vide. Sua sorella era seduta sul divano, con una coperta avvolta intorno alle spalle e lacrime che le rigavano le guance.
"Lena?" chiese, avvicinandosi e sedendosi accanto a lei. "Elena, cosa c'è che non va?"
"Lei-" Elena non riusciva a pronunciare le parole, e invece di parlarle scoppiò in lacrime, gettandosi tra le braccia di Audrey.
Con gli occhi spalancati per la sorpresa e la confusione, Audrey abbracciò sua sorella, massaggiandole dolcemente la schiena. "Ehi, va tutto bene. Va tutto bene." disse gentilmente, inarcando un sopracciglio verso Stefan. "Cosa diavolo è successo?"
Stefan sospirò, abbassando lo sguardo tristemente per un momento, prima che i suoi occhi incontrassero di nuovo quelli di Audrey. La storia che le raccontò la fece sentire vuota ━ non c'era altro modo per descriverla.
Per non si sa quanto tempo, Klaus aveva avuto il controllo del corpo di Alaric, proprio sotto il loro naso mentre pianificavano di ucciderlo. Aveva usato ciò a suo vantaggio e aveva ucciso Bonnie.
Il potere che Bonnie aveva sfruttato per ucciderlo era troppo potente da gestire da sola, e lo sapeva. Era disposta a morire per uccidere Klaus, e alla fine, lui era sopravvissuto mentre la magia l'aveva sopraffatta a tal punto di non riuscire più a gestirla.
Bonnie era morta.
Damon aveva lasciato che Bonnie si uccidesse per fermare Klaus, e non era servito a niente.
Si sentiva male. Il suo stomaco si rivoltò e lentamente deglutì il groppo che le si stava formando in gola, temendo di vomitare davvero.
La sensazione crebbe quando qualcosa divenne chiaro nella sua testa. Quel giorno, mentre stava sbrogliando le luci con Caroline, Alaric era venuto a restituirle il taccuino, ma non era con Alaric che aveva parlato.
La porta si aprì e il secondo in cui Damon fece un passo all'interno, Elena si alzò rapidamente in piedi precipitandosi verso di lui. "Che cosa le hai fatto?!"
Il corvino non si degnò di guardarla. "Puoi calmarla per favore?" disse guardando Stefan. "Non parlare come se non fossi proprio di fronte a te!" sbottò Elena.
Damon la guardò sospirando. "Ti puoi calmare per favore?"
"Lo sapevi, vero?" domandò Elena mentre la sua rabbia sembrava solo peggiorare. "Sapevi che se avesse usato tutto quel potere sarebbe morta, vero?"
"Sì." ammise Damon dopo un momento. "Sì lo sapevo." Era tutto ciò che Elena aveva bisogno di sentire e la sua mano si avventò sulla sua guancia, schiaffeggiandolo freddamente.
Il Salvatore rimase impassibile, limitandosi a guardarla con calma. "Devi ascoltarmi e prepararti a quello che sto per dire."
"Bonnie doveva morire. Quando abbiamo saputo che Klaus stava usando il corpo di Alaric ci ha presi di sorpresa. Non era preparata per questo E lui non si sarebbe fermato, e non saremmo stati in grado di fermarlo finché non avesse saputo che era morta...doveva crederci." le sue parole fecero sì che tutti e tre lo guardassero confusi. "Ha fatto un incantesimo. Bonnie sta bene."
Damon si allontanò dopo aver finito, e Stefan lo seguì, apparendo pochi istanti dopo con un laptop.
Audrey non rimase con loro e tornò in biblioteca, cercando di dare un senso ai pensieri che la tormentavano. Qualcosa le era chiaro adesso, più chiaro di quanto non fosse mai stato prima.
Forse Damon le aveva detto la verità ━ avrebbero fatto qualsiasi cosa per tenere Elena e lei al sicuro adesso, anche se significava che persone come Bonnie dovevano morire.
Audrey sapeva che non poteva succedere, e sapeva che sua sorella provava lo stesso. Nessuno sarebbe morto per loro.
Passandosi una mano tra i capelli, fece una scelta. Una volta che tutti gli altri furono saliti di sopra per dormire, Audrey scese silenziosamente nel seminterrato, pregando che nessuno la sentisse.
Aprendo la porta della cella, si chinò accanto al corpo di Elijah e gli tolse il pugnale dal petto. Lasciandolo cadere sul pavimento accanto a lei, si si sedette contro il muro stringendo le ginocchia al petto.
E mentre osservava il suo corpo, aspettando il vampiro originale si svegliasse, non notò che il dolore che sentiva al petto stava lentamente scomparendo.
𝘨𝘢𝘸𝘬 ⸻ 𝘢𝘭𝘪𝘦𝘯𝘴 𝘣𝘭𝘶𝘦𝘴
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro