Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

❨ 𝟬𝟬𝟭 ❩

𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗎𝗇𝗈 → ᶰᵒ ᵒᶰᵉ ᵍᶤᵛᵉˢ ᵃ ˢʰᶤᵗ ᵃᵇᵒᵘᵗ ᵐʸ ˡᶤᶠᵉ

━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚

𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑨 // 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐

episode 8 . . . . season two

༄  // ❝ rose, travis e l'originale ❞











































         "Rey!"

Audrey si voltò sul posto, i suoi occhi incontrarono rapidamente quelli della sorella gemella, che corse al suo fianco. Offrì ad Elena un debole sorriso, che fu ricambiato.

Era stata una lunga notte per le sorelle Gilbert, ed entrambe erano più che felici di vedere la festa in maschera dei Lockwood, dopotutto.

Prendendo la decisione di tenere Elena e Audrey all'oscuro, Stefan e Damon avevano cercato di uccidere Katherine, con l'aiuto dei loro amici e del loro fratellino. Eppure, come era da quando era tornata a Mystic Falls, Katherine Pierce era sempre due passi avanti a tutti loro.

Di conseguenza, sia Elena che Audrey erano quasi morte, dopo che era stato scoperto che Katherine era legate alle due gemelle. Qualunque cosa le sarebbe accaduta, avrebbe afflitto anche a loro, e sarebbero morte se non fosse stato per Jeremy e Bonnie.

Eppure, Audrey Gilbert non era minimamente preoccupata.

Da quando avevano scoperto la verità sui vampiri, su cosa fossero veramente Stefan e Damon, le esperienze pre-morte erano diventate un evento normale.

La morte nel suo insieme era diventata un evento normale, ed era stato così sin dall'incidente che aveva causato la morte di Miranda e Grayson Gilbert.

"Come ti senti?" chiese Elena preoccupata mentre i suoi occhi controllavano la sorella. "L'incantesimo di Bonnie ha aiutato?"

"Lena, sto bene." Audrey annuì, allontanando le mani della ragazza. "Davvero, sto bene. Sono solo stanca."

"Sì, so come ci si sente." la più grande delle gemelle sospirò, massaggiandosi il viso con le mani. "Jeremy ci raggiungerà a casa, prima riporterà Bonnie a casa sua."

"Va bene." per un momento, le due camminarono in silenzio verso la loro macchina, finché Audrey non lo interruppe. Poteva capirlo dallo sguardo sul viso di Elena, qualcos'altro non andava, non solo quello che avevano appena passato. "Immagino che tu abbia parlato con Stefan?"

"Sì..." si interruppe con un cenno del capo, lasciando fuori un altro sospiro. "Non ritorneremo insieme, prima che tu me lo chieda."

"Perché no?" chiese Audrey senza mezzi termini, guadagnandosi in cambio uno sguardo sorpreso. La gemella più giovane si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

"Oh, andiamo, Elena. Ha solo cercato di uccidere la sua ex ragazza psicopatica per te. Penso che si sia più che guadagnato di nuovo il titolo di fidanzato." Elena si limitò a guardare in basso.

"Senti, Katherine se n'è andata, non c'è più niente che ti ostacoli. Non solo stai torturando lui in questo momento, ma stai torturando te stessa. Quindi metti fine alla sofferenza per entrambi e vai a prendere quel ragazzo."

Le sue parole misero un piccolo sorriso sul viso di Elena. "Sì... hai ragione." ammise, prima di annuire lentamente. "Va bene, gli parlerò. Solo, non adesso. Tutto quello che voglio fare in questo momento è andare a casa e mettermi nel letto."

"Okay, adesso posso tirarmi indietro."

Prima che una di loro potesse fare un altro passo verso la macchina, sentirono un braccio avvolgere la loro vita e un altro coprirgli la bocca prima che potessero gridare.

Audrey si dimenò violentemente, finché non sentì un panno scivolarle sul viso, l'odore che inalò le face sentire le palpebre pesanti.

Nonostante i suoi costanti sforzi, il suo corpo divenne presto molle tra le braccia dell'estraneo ━ il mondo divenne nero mentre i suoi occhi si chiudevano.

* * *

          Audrey ricordava di essersi svegliata dopo l'incidente. Si era svegliata in un letto d'ospedale, con un Jeremy in lacrime seduto accanto a lei, stringendole saldamente la mano.

Sua zia Jenna sedeva accanto a lui, stringendole la mano libera mentre l'altro braccio era avvolto attorno ad un Elena altrettanto in lacrime.

Quel momento, in tutta onestà, fu il momento peggiore della vita di Audrey. Pensava che sarebbe quasi annegata, eppure era sopravvissuta e i suoi genitori erano morti.

Nessuno sapeva come Elena e Audrey fossero sopravvissute a quell'incidente, non fino a quando Stefan non ammise la verità, ovvero che le aveva tirate fuori prima che potessero morire.

Non era sicura del perché stesse pensando a quel giorno.

Non pensava a quel giorno da mesi, eppure era al centro della sua mente quando Audrey aprì gli occhi.

A differenza di quando si era svegliata in ospedale, non c'erano luci intense che le bruciavano gli occhi, né c'era il forte odore sterile che derivava dall'essere ricoverata in ospedale.

Strofinandosi gli occhi, la ragazza Gilbert si mise a sedere, osservando il nuovo ambiente.

Per prima cosa guardò sua sorella, che giaceva priva di sensi accanto a lei. Le finestre della stanza erano delimitate, con sottili fasci di luce che filtravano dalle fessure, polvere e ragnatele sparse ovunque.

"Lena." Audrey scosse il braccio di sua sorella, mantenendo la voce calma. "Elena, svegliati."

Elena si lasciò sfuggire un piccolo gemito, stropicciandosi gli occhi mentre si avvicinava lentamente. "Rey?" si mise a sedere, guardandosi intorno. "Stai bene? Lei ti ha fatto male?"

"Lei?" ripeté Audrey confusa. "Chi diavolo è lei?"

"Una delle persone che ci ha portato qui. Mi sono svegliata mentre ci stavano portando dentro, ci stava paragonando a Katherine." spiegò Elena alzandosi in piedi.

Si diresse dritta verso l'ampia scalinata, appoggiando le mani sulla ringhiera mentre ascoltava attentamente. "Penso di poterli sentire."

Audrey si alzò in piedi, camminando dietro la sorella per ascoltare. Sentì rapidamente delle voci, un uomo e una donna da quello che riusciva a capire.

Le gemelle si scambiarono uno sguardo, prima di salire le scale il più silenziosamente possibile, dirigendosi nella direzione da cui provenivano le voci.

Le due si fermarono in fondo al corridoio, scrutando attentamente dietro l'angolo mentre ascoltavano, cercando di dare un'occhiata alle due persone che le avevano rapite.

"Insomma, hai fatto arrivare il messaggio a Elijah oppure no, Rose?" l'uomo scattò in tono frustrato.

La donna, Rose, non sembrava turbata dal suo tono. "Dicono che l'ha ricevuto."

"Magnifico... che altro?"

"È tutto, Trevor." gli disse Rose con calma. "Che l'abbia avuto o no, possiamo solo aspettare."

Trevor si morse ansiosamente il labbro, massaggiandosi il viso con le mani. "Non è troppo tardi." disse dopo un momento. "Possiamo lasciarle qui. Non siamo tenuti ad andare fino in fondo".

Rose perse la pazienza a questo punto, fissandolo. "Sono stufa di scappare!"

"Sì? Beh, scappare ci impedisce di morire." replicò lui, il suo sguardo pareggiava quello di lei.

"Elijah è  un uomo di parola. Se accetta il nostro accordo, siamo liberi." Audrey sentì il respiro bloccarsi in gola mentre Rose si voltava e socchiudeva gli occhi verso di loro, sentendo un asse del pavimento cigolare sotto i piedi di Elena.

"Che state facendo! Qui intorno non c'è niente per miglia. Se credete di poter uscire da questa casa, siete fuori strada. È chiaro?"

"Chi è Elijah?" chiese Audrey coraggiosamente quando le due sorelle entrarono completamente nel loro campo visivo.

Rose si lasciò sfuggire una risata secca con un piccolo accenno di compassione sul viso mentre guardava le due. Tuttavia, sparì velocemente come era apparso, mentre rispondeva. "Il vostro peggior incubo."

* * *

"Perché siamo qui?"

Rose spostò lo sguardo da quello che stava facendo, vedendo sia Elena che Audrey in piedi sulla soglia della porta. Alzò gli occhi al cielo verso la coppia. "È inutile che continuate a farmi domande, tanto non rispondo."

"E per quale motivo?" ribatté Elena.

Lei alzò di nuovo gli occhi al cielo. "È un'altra domanda."

"Ci hai preso, okay? Non possiamo andare da nessuna parte." le fece notare Elena, mentre Audrey restava in silenzio al suo fianco.

A differenza di sua sorella, pensava che fosse meglio non mettere alla prova i vampiri che le avevano prese. "Il minimo che tu possa fare è dirci cosa vuoi da noi."

"Personalmente non voglio nulla." Rose disse loro onestamente. "Devo solo fare una consegna."

"Ad Elijah?" indovinò Audrey consapevolmente.

"Oh, così parli." mormorò Rose, guardandola leggermente divertita. Audrey le lanciò uno sguardo vuoto. "Sai che non è educato origliare."

"Chi è? Un vampiro?"

"Uno dei grandi." la corresse. "Gli originali."

Elena sembrava confusa. "Chi sono gli originali?"

"Ancora domande." Rose sospirò, scuotendo la testa. "I Salvatore non ti hanno insegnato un po' della storia dei vampiri?"

"Realmente, no." Audrey scosse la testa, appoggiandosi al muro dietro di lei.

"Quindi conosci Stefan e Damon?" chiese Elena, ignorando completamente la domanda.

"Ne ho sentito parlare." Rose la corresse ancora una volta, scuotendo la testa. "Secoli fa, una mia amica cercò di farmi uscire con Stefan. Disse che era uno di quelli buoni." scrollò le spalle, un piccolo sorrisetto le tirò le labbra. "Io però preferisco i cattivi ragazzi, ma sto divagando."

Audrey fece una smorfia, pronta a provare a cambiare argomento. "Chi sono gli originali?"

La risposta di Rose le confuse ancora di più. "Io e Trevor fuggiamo da 500 anni. Siamo stanchi, vogliamo smettere. Vi useremo per negoziare la nostra uscita da un vecchio pasticcio."

"Ma perché proprio noi?"

"Perché siete le doppelgänger della Petrova. La chiave per spezzare la maledizione." affermò come se fosse ovvio mentre il suo sguardo alternava tra le due.

"La maledizione?" ripeté Elena, facendo una smorfia. "Quella del sole e della luna?"

"Oh, quindi hai studiato." lei inarcò un sopracciglio.

"Perché siamo noi la chiave?"

"Mi sono espressa male." Rose scosse la testa. "Solo una di voi è la chiave. È necessario un solo doppelgänger per spezzare la maledizione."

Le sorelle Gilbert si guardarono, Rose alternò di nuovo lo sguardo tra le due. "C'è sempre stato un solo doppelgänger per volta. Katherine, essendo un vampiro, è diventata l'eccezione. Ma doppelgänger gemelle? Mai sentito."

"Così ci hanno detto." disse Audrey a bassa voce, pensando a Katherine. Non era la prima volta che sentivano di lei. Il fatto delle gemelle doppelgänger aveva persino incuriosito Katherine quando aveva incontrato le due, anche se all'epoca non sapevano perché.

Ora tutto stava iniziando ad avere un senso. Ma Audrey spinse i suoi pensieri nel profondo della sua mente, concentrandosi su ciò che Elena le aveva detto dal suo viaggio a Duke. "La pietra di luna spezza la maledizione."

"No, la pietra di luna è ciò che la vincola." rispose Rose consapevolmente. "Il sacrificio è ciò che la spezza."

Elena sbatté le palpebre alle sue parole. "Il sacrificio?"

"Il sangue della doppelganger. Voi siete le doppelgänger. Il che significa che, per spezzare la maledizione, una di voi deve morire."

* * *

          Il pensiero di morire non spaventava Audrey Gilbert.

Dall'incidente al Ponte di Wickery, era quasi morta più e più volte. L'intera idea della morte non la terrorizzava più.

Tuttavia, quando Rose rivelò del sacrificio, si sentì obbligata ad andarsene. Elena aveva cercato di fermarla, ma si era affrettata a liberarsi dalla presa della sorella maggiore, tornando nella stanza in cui si erano svegliate.

Si sedette sul vecchio divano, tenendosi la testa tra le mani mentre cercava di respirare.

Sapeva quale sarebbe stato il risultato.

Una delle doppelgänger doveva morire e sapeva che sarebbe stata lei. Non per scelta o per coraggio. Sarebbe stato così perché Audrey non era lei. Non era Elena.

Elena e Audrey erano molto simili, non solo perché erano esattamente uguali, ma non era mai sembrato avere importanza.

Tutti gli occhi cadevano sempre su Elena, e ad Audrey non era mai importato.

Aveva sempre preferito i margini ai riflettori, non aveva mai invidiato l'attenzione che riceveva dai ragazzi, o il modo in cui interagiva con quelli all'interno del loro gruppo di amici.

Quando Stefan e Damon erano arrivati a Mystic Falls, non le era importato nemmeno dell'attenzione che Elena riceveva da loro.

A questo proposito, si era classificata come fortunata, non essendo stata messa in mezzo tra i costanti litigi dei Salvatore.

Anche quando la parola 'normale' aveva assunto un significato ben diverso, era riuscita a mantenere un senso di calma e di ordinario, mentre Elena si era presa tutto il peso sulle sue spalle.

Alla fine, sarebbe stata lei quella che avrebbero protetto.

Alla fine, Audrey sapeva che sarebbe stata lei a morire. Era così che sarebbe andata, e sapeva che non c'era nulla che potesse cambiare la sua fine.

"Audrey?" la ragazza sollevò la testa dalle mani, guardando sua sorella. Elena era goffamente in piedi di fronte a lei con la preoccupazione scritta sul suo viso.

Si mosse per sedersi accanto a lei, posandole delicatamente una mano sulla gamba. "Troveremo una via d'uscita da qui."

Come sempre, Elena era ottimista. Lo era sempre stata, e quella era un'altra cosa che non sarebbe mai cambiata.

Audrey si costrinse a mettere un piccolo sorriso sul viso, appoggiando la mano sopra quella di sua sorella e dandole una piccola stretta. "Si, forse..."

"Lui è qui." potevano sentire il panico nella voce di Trevor ben prima ancora che entrasse nella stanza. Rose entrò dietro di lui, rimanendo calma, ma c'erano tracce dello stesso panico anche sul suo viso. "Tutto questo è stato uno sbaglio."

"No, vedrai che sistemeremo la cosa, fidati di me." gli ricordò Rose, mettendo via alcune cose in una borsa. "Devi fidarti di me."

"No!" gridò lui, camminando per la stanza. "Lui mi vuole morto, Rose!"

Lei indicò le due sorelle, che si rannicchiavano più vicine sul divano. "Vuole di più loro due."

Trevor si rifiutava ancora di ascoltare, passandosi una mano tra i capelli e scuotendo la testa. "Io non posso farlo." dichiarò. "Tu gli consegni loro due, e con te sarà clemente, ma io devo andarmene."

"Ehi!" Rose scattò, camminando in avanti e afferrandolo per le spalle. Trevor sospirò ancora una volta, non avendo altra scelta che guardarla negli occhi. "Che cosa siamo noi?"

"Una famiglia." disse dopo un momento, cominciando finalmente a calmarsi. "Per sempre."

"Avete paura." disse Elena alternando lo sguardo tra i due vampiri mentre la paura riappariva sui loro volti quando sentirono dei forti colpi provenire dalla porta d'ingresso.

Rose la ignorò, tenendo gli occhi fissi su quelli di Trevor. "Tu resta qui con loro e non fiatare." detto questo, tornò di sopra per rispondere ai colpi, lasciando Trevor a camminare avanti e indietro con ansia.

Alzandosi in piedi, Elena lasciò cadere discretamente un foglio accartocciato nelle mani di Audrey, prima di incrociare le braccia e camminare lentamente.

Audrey aggrottò la fronte confusa, prima di sistemare il foglio come meglio poteva ‒ i suoi occhi scrutarono le parole scarabocchiate su di esso.

Stefan e Damon stanno venendo a prendervi. B

Ciò non portò ad Audrey alcun tipo di conforto, ma diede ad Elena un cenno del capo mentre i loro occhi si guardavano, nascondendo rapidamente il foglio nella tasca posteriore dei pantaloni.

Il rumore dei passi che si avvicinavano raggiunse le loro orecchie, e Audrey balzò in piedi, spostandosi al fianco di Elena e afferrandole la mano.

Rose apparve per prima, seguita da un uomo, vestito elegantemente con un completo. Lui si fermò sui suoi passi, i suoi occhi caddero sulle sorelle Gilbert in un istante, mentre loro lo guardavano con espressioni spaventate.

Prima che una delle due ragazze potesse sbattere le palpebre, l'uomo apparve proprio di fronte a loro, lasciando a malapena dello spazio.

Elena si ritrasse, mentre lui si avvicinava e inspirava profondamente, allontanandosi con interesse e stupore negli occhi.

"Umana. È impossibile." il suo sguardo si spostò quindi su Audrey, che rimase calma e immobile rispetto a sua sorella, cercando di non mostrare la paura mentre lo guardava. "Ciao Audrey, Elena."

Audrey non riusciva a capirne il motivo, ma più si guardavano, più la paura che una volta provava cominciava a svanire lentamente. Una nuova sensazione le ribollì alla bocca dello stomaco, una sensazione che non riusciva a riconoscere.

"Tu sei Elijah." dichiarò tranquillamente.

"Giusto." lui annuì, facendo un passo in modo da essere proprio di fronte a lei. Le portò la mano alla guancia, le sue dita le sfiorarono dolcemente la pelle.

Per un secondo, giurò di aver visto un sorriso tirargli le labbra, ma lui si allontanò prima che potesse pensarci di più. "Sarà meglio andare, ci aspetta un viaggio abbastanza lungo."

Elena guardò disperatamente Rose. "Vi prego, non lasciate che ci porti via."

Rose guardò in basso quando sentì le sue suppliche, mentre Elijah alternava lo sguardo tra le due doppelganger. "Ho un'ultima faccenda da sbrigare, poi andiamo."

L'originale si voltò e andò verso Trevor, che di conseguenza guardò a terra. "Aspetto questo giorno da molto tempo, Elijah. Mi dispiace davvero tanto."

"Oh no, le tue scuse non sono necessarie." rifletté Elijah, girandogli lentamente intorno.

"Si. Si invece." disse Trevor con fermezza, scuotendo la testa per la vergogna. "Tu mi avevi affidato Katerina e io ti ho deluso."

"Beh sì, tu sei il colpevole e Rose ti ha aiutato perché ti era leale nei tuoi confronti, e questo lo rispetto." annuì lui, lanciando un'occhiata a Rose che guardava ancora in basso. "Ma dov'era la tua lealtà?"

"Imploro umilmente il tuo perdono."

"Concesso." quando Trevor iniziò a sorridere sollevato, Elijah fece scorrere il braccio in avanti con un movimento fluido, staccandogli la testa dal corpo.

Rose gridò, mentre Elena sussultava e indietreggiava ancora, stringendosi saldamente al braccio di Audrey. La sorella minore non si mosse, sentendosi come se i suoi piedi fossero incollati a terra. Sbatté le palpebre rapidamente con un nodo in gola.

"Tu!‒"

"No, Rose." la avvertì Elijah, mentre si asciugava il sangue dalle mani con un fazzoletto. "Non ora che sei libera." poi guardò Elena e Audrey. "Venite."

"No." Elena scosse la testa. "E per la pietra di luna?"

Lui la guardò interessato. "Cosa sai della pietra di luna?"

"Io so che ti serve." rispose con un leggero tremolio nella voce. "E so anche dov'è. Posso fartela avere."

"Si?"

"Elena." sibilò Audrey, affondando le unghie nel braccio della bruna per attirare la sua attenzione. "Smettila."

Sul viso di Elijah apparve un misto di divertimento e fastidio. "Stai forse negoziando con me?" chiese, guardando Rose in cerca di risposte.

Rose si limitò a guardare attraverso le lacrime. "È la prima volta che ne sento parlare." gracchiò.

Elijah la guardò ancora per un momento, prima di tornare a guardare Elena, facendo un passo avanti verso di lei.

La guardò direttamente negli occhi, aprendo la bocca per dire qualcosa, quando i suoi occhi si posarono sul suo collo. Guardando direttamente la sua collana.

"Che ci fai con questa verbena appesa al collo?" gliela strappò e la gettò via. Le prese la testa e la soggiogò. "Dimmi dov'è la pietra di luna."

"Nella cripta." rispose, facendo sospirare Audrey. Non aveva mai capito perché sua sorella non bevesse la verbena. Era molto più sicuro della sua collana. "Sotto le rovine della chiesa."

Lui sembrava incuriosito. "Perché si trova lì?"

"È con Katherine."

"Interessante." Elijah si irrigidì quando sentirono del vetro rompersi in un'altra stanza. "Cos'è stato?"

Rose scosse la testa in confusione. "Non lo so."

La sua voce si fece più esigente, mentre un altro rumore arrivava alle loro orecchie. "Chi altro c'è in questa casa?"

Rose scosse di nuovo la testa, chiaramente all'oscuro di quello che stava succedendo. "Non lo so." ripeté, agitata.

Elijah non chiese di nuovo, afferrando rudemente il braccio di Elena e stringendo gentilmente la mano di Audrey prima di trascinarle con sé.

* * *

          L'originale trascinò le due verso l'ingresso della casa, con Rose che li seguiva a pochi passi dietro loro.

Si fermarono vicino alle scale, mentre delle figure sfocate si precipitavano davanti a loro, allertando Elijah di una presenza sconosciuta.

Lasciando cadere la presa su di loro, spinse le gemelle tra le braccia di Rose, guardandosi intorno attentamente.

"Rose." disse lui con un tono pericolosamente calmo.

"Io non so chi sia." gli assicurò onestamente.

"Quassù." urlò una voce dalla cima delle scale. Elena e Audrey si guardarono, mentre Elijah usava la sua velocità da vampiro per raggiungere la cima delle scale, riconoscendo la voce di Stefan.

"Quaggiù." la voce di Damon riecheggiò per la stanza, facendo si che Elijah tornasse indietro, non riuscendo a vederlo.

Il suono di un colpo suonò nell'aria, e improvvisamente, Audrey sentì la schiena pressata a un muro con una mano sulla bocca. Cercò di urlare, fino a quando i suoi occhi incontrarono quelli blu ghiaccio di Damon, che le fece segno di stare in silenzio.

Audrey emise un piccolo sospiro di sollievo, dando a Damon un piccolo cenno del capo, che poi rivolse la sua attenzione su Rose. Mosse la mano dalla bocca di Audrey a quella di Rose, guardandola attentamente.

"Scusate." urlò la voce di Elijah dalla zona principale. "Ehi, se c'è qualcuno in ascolto, commettete un grande errore se credete di potermi battere, perché non potete. Avete sentito?" li avvertì, rompendo un attaccapanni in legno e trasformandolo in un paletto.

"Lo ripeto, non potete battermi, conterò fino a tre e voi mi ridarete le ragazze, o rotolerà qualche testa. Sono stato abbastanza chiaro?"

Elena apparve in cima alle scale. "Verrò con te, ma non uccidere i miei amici, volevano solo aiutarmi."

Lui si precipitò sulle scale verso di lei, socchiudendo gli occhi. "Dov'è tua sorella?" chiese. "A che gioco stai giocando?"

Elena non disse nulla, gettandogli la bomba alla verbena in faccia, abbassandosi mentre esplodeva. Elijah lanciò un grido di dolore, mentre la verbena lo bruciava. Guardò in alto mentre iniziava immediatamente a guarire, dirigendosi immediatamente verso Elena.

"Ehi, quaggiù!" Audrey corse verso il basso delle scale, facendolo voltare per guardarla. "Vuoi una doppelgänger? Beh, lo sono anche io."

Prima che potesse fare un passo verso di lei, Stefan apparve con un fucile in mano, sparandogli. Vedendo che non gli facevano alcun effetto, il più giovane Salvatore gettò l'arma a terra, e si gettò su Elijah.

Audrey si spostò rapidamente di mezzo, mentre la coppia cadeva verso il fondo delle scale; Elijah arrivò in piedi prima che Stefan potesse muoversi.

Non ebbe però la possibilità di fare nulla perché Damon arrivò all'improvviso e impalò l'originale attraverso il cuore con l'altra estremità dell'attaccapanni rotto.

Nel tentativo di assicurarsi che fosse morto, Damon spinse Elijah contro la porta, provocando la comparsa di vene grigie sulla sua pelle.

Rose uscì da dove Damon l'aveva nascosta e guardò il corpo di Elijah per un momento, prima di scappare rapidamente. "Lasciala andare." urlò Elena dalla cima delle scale, fermando Damon che stava per inseguirla.

"Ehi, vieni qui." disse Stefan, mentre lei correva giù per le scale, gettandosi tra le sue braccia con un sorriso. "Sei ferita? Stai bene?" Elena annuì appena, mentre lo abbracciava più forte, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

Audrey li osservò con un piccolo sorriso, guardando indietro dove Elijah era attaccato alla porta mentre la strana sensazione di prima riappariva alla bocca del suo stomaco.

Una mano si bloccò sulla sua spalla, allontanandola dai suoi pensieri. "Stai bene, piccola Gilbert?"

Lei alzò gli occhi al cielo sentendo il soprannome, scrollandosi la mano di Damon di dosso. "Sto bene." la sua voce fece sì che Elena si staccasse da Stefan, camminando e tirando la sorella in un abbraccio, che lei ricambiò lentamente.

Audrey non stava bene, ma nel profondo, sapeva che a nessuno interessava.

E a lei andava bene così.












































𝘤𝘶𝘳𝘳𝘦𝘯𝘵 𝘫𝘰𝘺𝘴 ⸻ 𝘯𝘦𝘸 𝘧𝘭𝘦𝘴𝘩

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro