❝𝑀𝑖 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑠𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑖𝑙𝑙𝑢𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐𝘩𝑒́ 𝑜𝑔𝑛𝑢𝑛𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑢𝑛 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎.❞

||𝐴𝑛𝑡𝑜𝑖𝑛𝑒 𝐷𝑒 𝑆𝑎𝑖𝑛𝑡-𝐸𝑥𝑢𝑝𝑒𝑟𝑦||

Una volta usciti da quella buca, grazie all'aiuto di Magma, che aveva fatto andare prima loro, tra Senku e Ikuyo ci fu un lieve imbarazzo.

La ragazza aveva agito d'impulso nel prendere la decisione di abbracciarlo, però era anche vero che non vedeva altre soluzioni per poterlo scaldare. Lei conosceva Senku meglio di chiunque altro lì dentro, quindi sapeva che non avrebbe resistito ad arrivare fino in cima, se ne era accorta molto prima dei loro compagni.

Doveva ammettere che non si aspettava ricambiasse il gesto, era tanto che non l'abbracciava in quel modo.

A quanto ricordava l'ultima volta che si erano abbracciati così era stato dopo che si era risvegliato, successivamente al colpo che Tsukasa gli aveva inferto.

Era passato veramente molto tempo.

Nonostante quel leggero imbarazzo i ragazzi riuscirono a recuperare il tungsteno senza nessun problema, ottenendo il pieno aiuto di Magma in quella missione.

«Ei, posso parlarti un minuto?» Domandò Ikuyo, affiancandosi al biondo, mentre gli altri due amici rimasero indietro, ancora a parlare di tutte le pietre che c'erano in quella grotta.

Il diretto interessato la guardò per un momento.
«Che devi dirmi?»

«Penso che anche io debba scusarmi con te» cominciò a dire la castana.
«Fin dall'inizio ho dubitato delle tue intenzioni, cosa non sbagliata, certo... Ma anche dopo che ci hai tirati fuori per primi dalla buca ho continuato ad avere dei sospetti, nonostante avresti potuto benissimo lasciarci lì.»

Ikuyo riuscì a scorgere l'uscita della grotta, a giudicare dalla luce il tramonto non era tanto lontano dall'arrivare.
«Ci hai salvati e non ti ho nemmeno ringraziato come si deve.»

«Ora ti ci metti anche tu con discorsi come quello fatto prima da Chrome?» Rispose lui, non sapendo cos'altro aggiungere il merito all'argomento.

La castana sapeva che Magma aveva detto loro già tutto ciò che pensava. Sapeva anche che era interessato a conoscere cosa aveva ancora da offrire la scienza, però ci teneva a scusarsi e ringraziarlo per quanto aveva fatto.

«Il mio è molto più semplice confronto a quello profondo fatto da Chrome» commentò con una piccola risata.

«Eh? Mi avete forse chiamato?» Chiese il moro, avvicinandosi a loro, seguito da Senku.

«Mh? No, no. Stavo solo dicendo che il tuo discorso di prima è stato molto filosofico e profondo.» Gli disse la ragazza girandosi verso di lui.

«Non mi ci far ripensare» affermò Senku, tirando nuovamente fuori l'espressione sconvolta che aveva fatto quando lo aveva sentito.
«Potrebbe tornarmi in voltastomaco.»

«Vi ricordo che l'ho detto solo perché mi sono fatto trasportare!» Esclamò Chrome con un broncio sul viso, poi si voltò verso l'amico, puntandogli un dito contro.
«Però con l'abbraccio che vi siete dati tu e Ikuyo non hai avuto questa sensazione! Ed era molto più intima la cosa!»

«Quello è diverso!» Rispose lui, evitando il suo sguardo.
«Stavo per schiattare congelato, non potevo pensare ad altro in quel momento.»

Il moro non ci credette nemmeno per un secondo, il Senku che conosceva lui avrebbe preferito rimanere congelato piuttosto che farsi abbracciare in quel modo da qualcuno. Era evidente che la motivazione fosse proprio Ikuyo.

Quando si trattava di lei Senku certe volte usciva dai suoi soliti schemi. La ragazza era l'unica che riusciva a fargli fare una cosa del genere.

«Si infatti.» Si intromise la castana.
«E io so che non resiste molto al freddo, in qualche modo doveva pur scaldarsi.»

Chrome spostò gli occhi sull'amica.
«Lo stai forse coprendo? Non credo ad una parola di quello che ha affermato poco fa.»

Ikuyo sorrise e alzò le mani davanti al suo petto, con i palmi rivolti verso il moro.
«Non lo sto coprendo, te lo assicuro!»

Ma la verità era che la ragazza voleva solo non rendere la conversazione più complicata per Senku.

Indipendentemente da ciò che aveva detto, lei sapeva che se non avesse voluto abbracciarla allora le avrebbe tranquillamente detto che non serviva. Non era un ragazzo che si faceva molti problemi a liberarsi di situazioni scomode, quindi se non l'aveva fatto era perché non gli aveva dato fastidio.

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Ad un certo punto del loro cammino verso casa Magma prese e portò via Senku in fretta e furia, lasciando confusi sia Ikuyo che Chrome, che non avevano la minima idea che quello fosse tutto un piano per fargli vedere la sorpresa del telescopio.

Inizialmente Senku credette che la maggioranza dei componenti del villaggio avesse scelto di consegnarlo a Tsukasa per evitare di essere attaccati, però quando gli tolsero la benda dagli occhi la sua espressione si fece meravigliata, a tratti incredula.

«Un telescopio... astronomico?» Disse lentamente, il suo sguardo aveva assunto una forma totalmente diversa da quella sicura e sfacciata che aveva solitamente.
«No... È un vero osservatorio?!»

Nella sua mente passarono vari ricordi, per esempio quando aveva affermato per la prima volta che sarebbe andato nello spazio.

Pensò al padre e al fatto che fosse riuscito ad andarci, dopo tanti sforzi.

E pensò anche ad un momento specifico, quando per la prima volta Ikuyo aveva osservato il cielo con il telescopio che aveva a casa sua.

«È magnifico.» Aveva detto quel giorno la castana, con un sorriso sul volto, incapace di distogliere lo sguardo dalle stelle, ma soprattutto dalla luna, che si vedeva benissimo e sembrava talmente vicina da essere a portata di mano.

«Quindi tu vuoi andare nello spazio.» Aveva commentato poi Ikuyo.
«Sono sicuro che ci andrò.» La risposta di Senku era stata così rapida e sicura che la ragazza aveva sorriso.

Dopo pochi secondi lo aveva guardato.
«Allora portami con te.» Il sorriso non se ne era andato dal suo volto.
«Senku, portami con te nello spazio.»

Ricordava quel giorno come fosse ieri. A causa della pietrificazione la promessa che le aveva fatto non poteva essere mantenuta nell'immediato, ma non escludeva la possibilità di riuscire ad andarci.

Sarebbe andato nello spazio, e l'avrebbe portata con sé.

Gli venne poi spiegato che era stato fatto tutto per il suo compleanno, e a quel punto il giovane si era affacciato, gli altri abitanti del villaggio si trovavano sotto l'osservatorio, ognuno di loro aveva lavorato per portare a termine quel progetto.

Ikuyo nel notare il piccolo sorriso presente sul viso di Senku non poté non sorridere a sua volta, era felice di vederlo così. Quello era il regalo perfetto per lui, e sicuramente non si aspettava di riceverlo.

«Ei, non vorrai commuoverti tu al posto suo.» Le disse Kinuyo con una piccola risata.

«No, tranquilla. Sono solo contenta di vederlo così, l'espressione che ha ora... Non si vede sempre su di lui.» Le rispose Ikuyo, guardandola.

«Già, hai ragione. È molto rara.» L'amica le diede ragione, quello però era anche segno del fatto che il regalo aveva avuto il risultato sperato.

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Quando tutti andarono a dormire all'osservatorio rimasero solo Ikuyo e Senku. La ragazza ancora doveva dargli il regalo che aveva fatto.

Lui non le chiese perché si fosse trattenuta, pensava avrebbe dato l'impressione di non volerla lì, quando invece era tutto il contrario.

La castana si avvicinò di qualche passo verso l'amico.
«Avendo partecipato indirettamente a questo progetto, ho pensato di farti qualcosa anche io, pur essendo molto più semplice di tutto questo» disse guardandosi attorno.

«Immagino perché hai lasciato fare tutto a loro» commentò Senku prima di voltarsi verso di lei.

«Beh, con il mio aiuto sarebbe stato tutto molto più semplice, no?» Sorrise lievemente.
«Non avrebbe avuto lo stesso effetto.»

Senza aspettare una sua risposta mosse le mani, poste precedentemente dietro la schiena, verso di lui, avvolgendolo poco dopo con una sciarpa rossa, esattamente come quella che gli aveva dato quel giorno in cui avevano fatto le compere di Natale insieme.

Anche quel pomeriggio era stata lei a mettergli la sciarpa attorno al collo, per farlo stare al caldo.

Senku abbassò lo sguardo sull'oggetto. Anche il regalo di Ikuyo aveva a che fare con il ricordo di quella giornata, proprio come quello che aveva fatto lui alla ragazza solo qualche mese prima, per il suo compleanno.

«Te l'avevo detto che era semplice» disse la castana con una risatina.

«Però non è qualcosa che hai semplicemente fatto a caso.» Il ragazzo portò una mano sull'oggetto.
«Ha un significato.»

Ikuyo sorrise nel sentire quella considerazione, immaginava non si fosse dimenticato di quel dettaglio. Non erano solo le più piccole cose della scienza quelle di cui si ricordava sempre, insieme ad esse c'erano anche tanti altri momenti che lui custodiva gelosamente nel suo cuore.

«È vero, lo ha. Come lo aveva anche il tuo» rispose alzando il braccio, mostrandogli il bracciale che lui le aveva dato, e che ancora indossava.
«Buon compleanno, Senku.» Lo guardò con un dolce sorriso, che il giovane avrebbe potuto ammirare per l'intera giornata, senza stancarsi mai.

«Quante smancerie» commentò lui, portando lo sguardo fuori dall'osservatorio, ma con un piccolo sorriso sulle labbra.

Ikuyo si lasciò andare in una candida risata prima di avvicinarsi al telescopio e guardare il cielo. Doveva ammettere che gli abitanti del villaggio avevano fatto proprio un bel lavoro, tutto ciò che Senku aveva mostrato loro gli era tornato utile, e lo avevano usato alla perfezione.

«È tanto che non ci trovavamo insieme davanti ad un telescopio» affermò il ragazzo dopo qualche minuto passato in silenzio, in cui la castana si era messa ad osservare tutto ciò che le capitava sott'occhio.

«Hai ragione, è letteralmente passata una vita.» Si raddrizzò, per poi girare la testa verso di lui, trovandolo con gli occhi rivolti in direzione del cielo.
«Ti ricordi la prima volta che ho guardato le stelle e la luna con il telescopio che avevi a casa tua?»

«Certo, ci sei stata per ore. Avresti persino non dormito per poter guardare il cielo tutta la notte» rispose senza far passare troppi secondi.

«Per uno spettacolo tanto bello il sonno poteva essere rimandato.» Anche Ikuyo puntò gli occhi verso quei puntini luminosi che coprivano il cielo, andando a diminuire il buio che aveva preso possesso di esso.

«Quello è stato anche il momento in cui mi hai promesso che sarei venuta con te nello spazio.» Fece una breve pausa, assumendo un'espressione nostalgica.
«Credi riusciremmo ad andarci?»

«Aaah, lo faremo, stanne certa. La scienza ti ha mai delusa prima d'ora?» Domandò Senku, mettendo entrambe le mani sui fianchi.

«No, non lo ha mai fatto.» Sorrise.
«Non mi ha mai delusa.»

Dopo un po' alla ragazza venne un'idea e si precipitò nuovamente verso il telescopio, sotto lo sguardo confuso di Senku, che non capiva il motivo di tanta fretta.

«Ovviamente non possiamo pretendere di vedere perfettamente le stelle, ma sai cosa farò ora?» Lo osservò con la coda dell'occhio.
«Darò il tuo nome ad una stella che vedrò! Sarà il simbolo di questo osservatorio!»

Senku fece una breve risata.
«Senza delle coordinate precise ti sarà difficile ritrovarla» commentò lui, curioso però di sapere dove sarebbe andata a prenderla.

«Non importa» affermò la castana.
«Ciò che è veramente importante è che noi sappiamo di questa cosa. Sappiamo che c'è una stella a cui avremo dato il tuo nome.»

Ikuyo si chinò appena per poter rivolgere il telescopio verso il cielo. Lei aveva già in mente dove andarla a cercare.

«Hai visto la stella polare?» Chiese la ragazza.

«Certo, è difficile non notarla, visto che è la più luminosa.» Senku fissò i suoi occhi su di essa, attendendo che l'altra continuasse con il suo discorso.

«La stella che ho scelto si trova lì accanto, è la più vicina alla stella polare.» Annunciò poco dopo.
«Quella è la stella Ishigami.»

Senku stava vivendo tanti di quei momenti, simili a quello che stava avendo quella sera, che piano piano li stava trovando piacevoli.

Ma questo era dovuto al fatto che li stava passando con la persona per lui più speciale, con chiunque altro li avrebbe trovati noiosi come aveva sempre fatto.

«Perché hai scelto quella più vicina alla stella polare?» Chiese il giovane, non staccando gli occhi dalla stella appena nominata.

«La stella polare è vista come una guida.» Ikuyo sorrise mentre gli spiegava il motivo di quella sua scelta.
«Non potendo scegliere quella ne ho presa una lì vicino, perché tu per il villaggio Ishigami sei una guida. Qualcuno da seguire e di cui ci si può fidare. Sei un punto di riferimento.»

Senku non poté non sorridere appena nel sentire ciò che Ikuyo gli aveva detto.

Lui non faceva molto caso a cose come quelle, gli bastava andare avanti con i suoi progetti nel miglior modo possibile, però da quando era diventato il capo villaggio era a tutti gli effetti diventato una guida per tutti loro.

Ikuyo aveva ragione. Come sempre lei notava anche le sfumature di cui lui non si preoccupava, era una cosa che le riusciva facilmente.

«È una bella responsabilità» commentò Senku, facendo sorridere la ragazza.

«Ma non devi portarla da solo sulle spalle, tutti noi siamo qui per aiutarti.» Lo guardò, piena di fiducia.
«E poi tu sei perfettamente in grado di ricoprire questo ruolo.»