❝𝐿'𝑢𝑜𝑚𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎 𝑚𝑎𝑖 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑜𝑝𝑖𝑛𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙'𝑎𝑐𝑞𝑢𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑛𝑎𝑛𝑡𝑒, 𝑒 𝑛𝑢𝑡𝑟𝑒 𝑖 𝑟𝑒𝑡𝑡𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒.❞

||𝑊𝑖𝑙𝑙𝑖𝑎𝑚 𝐵𝑙𝑎𝑘𝑒||

Tra tutte le persone che si sarebbe aspettata di vedere lì suo padre, o comunque i suoi genitori, non erano tra quelle.
I primi mesi passati in quel nuovo mondo li aveva cercati in lungo e in largo senza mai trovarli, quindi non si spiegava come potesse averlo davanti ai suoi occhi in quell'istante.

A giudicare dal suo abbigliamento faceva parte del gruppo di Tsukasa. Era certa sapesse che con lei c'era Senku, cosa che sicuramente non gli andava a genio.

La situazione non si presentava come una delle migliori. Convincerlo a schierarsi con loro era fuori discussione, avrebbe rifiutato, lo conosceva fin troppo bene.
Non aveva mai accettato il suo rapporto con Senku prima della pietrificazione, non vedeva perché avrebbe dovuto cambiare idea in quel momento. Però una parte di lei ci sperava.

«Papà...» Ripeté la castana, ancora nel pieno della sorpresa di quella scoperta.
«Come è possibile? Io vi ho cercati e-» Lui si avvicinò e l'abbracciò, interrompendo la frase della figlia.

Quest'ultima d'altro canto non poteva evitare di avvertire del sollievo nel petto.
Nonostante prima di tutto quello non andassero d'accordo, era comunque suo padre e gli voleva bene. Era parte della sua famiglia.

«Sei calda.» Constatò l'uomo, allontanandola appena per metterle una mano sulla fronte.
«Ti sei presa la febbre-» Questa volta fu Ikuyo a bloccarlo, non intendeva lasciare il punto interrogativo alle sue domande.

«No, no, non parliamo di questo, in confronto al tuo ritorno il mio non stare bene è una sciocchezza di poco conto.» Lo guardò.
«Ti ha risvegliato Tsukasa, non è così?» Subito dopo però riprese a parlare, prima che l'altro potesse rispondere.
«Che domanda stupida, certo che è stato lui...»

Probabilmente Tsukasa era a conoscenza del fatto che Kensuke fosse suo padre.
L'aveva mandato lì di proposito? Per portare Ikuyo nel suo territorio?

A pensarci bene sarebbe stata una mossa strategica di notevole impatto, considerando come era legata a Senku e Kinuyo. I due non l'avrebbero lasciata con lui. Il contesto sarebbe stato completamente differente da quello di Taiju e Yuzuriha.

Si diede della stupida una miriade di volte. Non doveva uscire dal villaggio per ammazzare la noia, avrebbe dovuto starsene ferma dov'era.

Fossilizzarsi su quello però era inutile, non poteva cambiare la sua scelta, quel che è fatto è fatto.

«Parleremo dopo di questo, nel frattempo devi venire con me, ti porterò al sicuro.» Le disse il genitore mettendo entrambe le mani sulle spalle di lei.

Ikuyo gli lanciò una breve occhiata prima di riportare lo sguardo sul padre.
«Se mi vuoi al sicuro allora devo tornare al villaggio, e tu dovresti venire con me, non il contrario.» Fu un azzardo il suo, essendo stato risvegliato da Tsukasa, Kensuke gli era indubbiamente fedele, così come la castana lo era nei confronti di Senku e del villaggio.

Quello era il dettaglio fondamentale, quello che teneva in piedi la loro determinazione nel non tradire i gruppi di cui facevano parte.

Ikuyo non avrebbe mai accettato l'offerta del padre, e lui avrebbe fatto lo stesso.

Sebbene entrambi ne erano consapevoli ci provarono comunque, nel tentativo di riunire quanto era rimasto della loro famiglia. Ma era un obiettivo irraggiungibile, almeno per il momento.
Una cosa che avevano in comune era la testardaggine, quindi sperare che uno dei due potesse cedere era impensabile.

«Tornare da Senku dici?» A quella domanda la ragazza si mosse di qualche passo all'indietro. Quando lo fece percepì un capogiro, ma continuò a guardare il genitore a testa alta, senza mostrare segni di cedimento dovuti alla febbre.

«Qualche problema?» Chiese di rimando la giovane.
Si erano rincontrati da poco e già cominciava con quel suo tono di disappunto all'idea di sapere Ikuyo con Senku.

Kensuke non era mai andato d'accordo con l'argomento scienza, a causa dell'insistenza della figlia a voler percorrere quella strada invece che quella che lui aveva deciso per lei. Di conseguenza non aveva mai visto di buon occhio la sua amicizia con il ragazzo.

Vedeva Senku come colui che aveva contribuito ad allontanarla sempre di più da quelli che dovevano essere i suoi studi futuri.

«Cerca di capire, è più sicuro con me che con lui.» Non voleva finire con il discutere con lei di quello, ma ogni volta che si toccava l'argomento la ragazza si metteva sulla difensiva.

«Sei incredibile!» Lo guardò assottigliando lo sguardo.
«Il mondo è completamente cambiato e tu ancora stai pensando ad allontanarmi da Senku e dalla scienza!» Alzò le mani al cielo, stufa di quel suo atteggiamento.

«Proprio perché il mondo è cambiato devi vedere le cose con un'altra prospettiva, il gruppo di Tsukasa può proteggerti da ogni pericolo, non credo che Senku invece possa farlo.»

Non c'è cosa peggiore che parlare senza conoscere l'intera storia.
Questo portò Ikuyo sul punto di perdere definitivamente la pazienza.

«Quando Tsukasa ha minacciato me, Kinuyo, Taiju e Yuzuriha per conoscere la formula del liquido del risveglio, Senku si è quasi fatto ammazzare per salvarci.» Lo guardò con severità, sguardo che non intimidì per niente Kensuke.

«Quando stavamo andando verso il villaggio, Senku ha salvato Kohaku, bloccata sotto il tronco di un albero a causa di Tsukasa. Ha guarito sua sorella dalla polmonite, che sarebbe morta senza il suo intervento.» Non gli diede il tempo nemmeno di aprire bocca per replicare.
«Quindi non venirmi a dire che Senku non è in grado di salvare le persone!»

«Queste sono piccolezze, non di poco conto, lo ammetto, ma contro un attacco diretto non può fare niente.» Fece una breve pausa.
«È come dice Tsukasa, in questo mondo a predominare è la forza, è inevitabile che succeda, è sempre andata così e così continuerà ad essere.»

«Per un momento ho sperato che tu potessi capire, sai?» Cominciò a dire Ikuyo.
«Abbiamo sempre discusso, ma speravo che dopo tutto questo tempo tu avresti provato ad accettare quello che voglio fare. In più di tremila anni non è cambiato, significa che i miei non erano capricci dovuti ad un atto di ribellione, io voglio davvero seguire la strada della scienza.» Prese ad allontanarsi, indirizzandosi verso il villaggio.

«Lo so, e non sto dicendo quello, sto solo pensando a quello che è meglio per te, sei mia figlia, tenerti al sicuro è il mio dovere da genitore, non ti lascerò in un posto pieno di pericoli.» Fece dei passi verso di lei.

«Da quando mi sono risvegliata me la sono cavata, l'unico pericolo che ho incontrato è stato Tsukasa, da cui tu vuoi portarmi.» Pronunciò l'ultima frase con ironia, seguita da una breve risata.
«Ikuyo! Fermati per un momento e pensa razionalmente! Se non si trattasse di Senku non ti faresti tutti questi problemi, vero?»

I due si guardarono per dei lunghi secondi senza dire più alcuna parola. La tensione si poteva quasi avvertire a pelle.

«Ti sbagli, di nuovo» rispose la castana, dandogli le spalle e cominciando ad avviarsi verso il villaggio.
«Non sarei comunque venuta con te nel regno di Tsukasa.» Si fermò un momento.
«Sono felice che tu ti sia risvegliato. Sono felice di vedere che stai bene. Speravo che tu volessi venire con me e abbandonare i tuoi pregiudizi, ma a quanto pare non è possibile.»

Non voleva andarsene così, avrebbe tanto voluto poter passare del tempo in tranquillità con il padre, senza discussioni o argomenti pesanti.
Stava prendendo in mano tutta la forza necessaria per tornare dal suo gruppo e lasciarlo indietro.

Nella testa della ragazza però vagava una domanda, che premeva per poter uscire e ricevere una risposta da parte di Kensuke.

«Papà...»
«Dimmi.» Dal suo tono si poteva capire come non volesse continuare quel battibecco.
«La mamma non l'hai trovata, vero?»

Temeva la risposta che avrebbe ricevuto.
Una parte di lei se l'aspettava. Se fosse stata risvegliata anche la donna sarebbe andata dalla figlia con il marito.

«L'ho trovata...» La pausa che derivò fece girare Ikuyo nuovamente verso il corvino, trovandolo con lo sguardo rivolto verso un punto indefinito del bosco.
«Ma?» Disse la giovane, incitandolo ad andare avanti.
«La sua statua è spaccata a metà, è praticamente impossibile riportarla da noi.» Spiegò a voce bassa.

L'unico gesto che fece Ikuyo fu annuire lentamente, mordendosi il labbro inferiore.
Aveva dovuto assorbire quella sensazione quando li aveva cercati senza successo, poco dopo essersi risvegliata, e ora doveva sentirla nuovamente.

Quella volta però ne aveva la certezza, non avrebbe più rivisto sua madre. Non c'erano più speranze che potesse tornare, come invece era successo con il padre.

Abbassò gli occhi sul terreno e fece dei profondi respiri. Non era una notizia facile da digerire.

In cuor suo lo sapeva. Lo sapeva dal momento in cui aveva visto solo il padre.
Ma nonostante tutto faceva male. Faceva molto male.

Improvvisamente avvertì delle braccia avvolgerla.
«Mi dispiace, avrei voluto dirti qualcosa di migliore» Le disse lui accarezzandole delicatamente la schiena.

Ikuyo ricambiò l'abbraccio, bisognosa di nascondere i suo occhi lucidi.
«No, hai fatto bene... Almeno ora ne sono sicura al cento per cento.»

«Mi dispiace...» Ripeté Kensuke, con un tono di voce appena percettibile.

La castana non capiva perché si stesse scusando ancora, non aveva sbagliato nel dirle la verità.
Per quanto essa possa far male è sempre meglio che vivere nel dubbio.

«Perché ti scusi di nuovo?» Domandò lei.
La risposta di Kensuke non arrivò immediatamente, come se fosse in bilico tra due decisioni da prendere.

«Per questo.» Ikuyo non fece in tempo a rispondere che sentì un colpo secco dietro al collo.

La vista le si annebbiò nel giro di un secondo e tutto diventò nero.
Svenne subito, senza poter dire o fare niente, mentre Kensuke la tenne, per poi prenderla in braccio a incamminarsi verso il loro accampamento.

xxx

Kinuyo stava facendo l'ennesimo giro del villaggio, alla ricerca dell'amica.
Una decina di minuti prima era andata al magazzino, per vedere come stesse e per farle un po' di compagnia, ma non l'aveva trovata.

Inizialmente aveva creduto di trovarla al fiume, o a lavorare di nascosto a qualcosa senza farsi vedere da Senku, che le aveva proibito di sforzarsi ad aiutarli, ma di Ikuyo non c'era traccia.

Iniziò a preoccuparsi proprio in quel momento, tanto che aveva chiesto a Kinro di aiutarla a cercare qualche indizio su dove fosse andata.

«Ei, trovato niente?» Domandò la castana al ragazzo quando lo vide tornare.
«No, niente di niente.» Le rispose Kinro fermandosi davanti a lei.
«Non capisco dove sia potuta andare con la febbre.» Pensò ad alta voce il ragazzo, incrociando le braccia al petto.

«Oh fidati, Ikuyo con la febbre è capace di andare ovunque, ma vista la situazione in cui ci troviamo la cosa non mi tranquillizza.» Diede un'altra occhiata attorno a loro, nella speranza di vederla spuntare da un momento all'altro, magari ridendo per le facce che avrebbe visto sui volti dei due, ma non successe.

«Dovremmo dirlo a Senku.» Propose il moro girandosi appena nella direzione dove il gruppo della scienza stava lavorando.
«Lo so, solo che non vorrei che poi facesse qualcosa di stupido per trovarla, forse dovremmo pensarci noi, senza coinvolgerlo» rispose Kinuyo seguendo il suo sguardo.

«Non lo farà» disse Kinro con sicurezza.
«Sono certo che si comporterà come sempre.»

«Ma stiamo parlando di Ikuyo, non so se l'hai notato ma-»

«L'ho notato.» La interruppe lui prima di andare avanti.
«Però conosciamo Senku, tu più di me, non metterebbe in pericolo tutto il villaggio per poter andare a cercare Ikuyo alla cieca. Piuttosto inizierà a pensare a come fare entrambe le cose, trovarla e proteggere la sua gente.»

La castana lo guardò meravigliata. Si era schierato dalla parte della scienza, ma non aveva mai appoggiato l'operato di Senku così apertamente.

Erano cambiate tante cose da quando il ragazzo era arrivato lì.

«Si, hai ragione.» Fece un lieve sorriso.
«Ha sempre detto che avrebbe salvato tutti.» Dopodiché si incamminò verso il gruppo della scienza, dove vi era anche il neo capo villaggio.

«Senku, hai visto Ikuyo per caso?» Teoricamente avrebbe dovuto andare dritta al punto, però quella domanda le uscì dalla bocca senza controllo, aveva detto la prima cosa che le era passata per la mente.

«Sei andata al magazzino? L'ho lasciata lì questa mattina» rispose non staccando gli occhi dalla soluzione che stava versando in un'ampolla di vetro.
«Si, e l'ho anche cercata per tutto il villaggio.» A quel punto Senku alzò lo sguardo verso di lei, chiedendole silenziosamente dove volesse andare a parare, che se aveva qualcosa da dire allora doveva farlo senza troppi giri di parole.

«Non l'ho trovata da nessuna parte, sembra sia sparita...»
«Maledizione» disse lui a denti stretti.
«Dovevo immaginare che non sarebbe stata ferma senza fare niente.»

Ogni cellula del suo corpo gli diceva di alzarsi e andarla a cercare, di non perdere altro tempo e placare quella sensazione di preoccupazione che stava pervadendo il suo corpo.
Senku stava combattendo contro quell'impulso, lo stava tenendo a freno con tutto se stesso, ma era complicato in un modo oltre l'immaginabile.

«Senku...» Lo chiamò l'amica, avendo notato la sua espressione.
«La troveremo, ma per farlo in sicurezza dobbiamo allontanare il gruppo che Tsukasa ha mandato da noi» affermò lui riportando lo sguardo davanti a se.
«Dobbiamo sbrigarci a completare le katane.»

Pronunciare quelle parole, prendere quella decisione, era la cosa più difficile che aveva fatto durante la giornata.

Voleva apparire come il solito Senku, ma chi lo conosceva bene sapeva che il suo animo era turbato da quella scelta, poteva mascherarlo quanto voleva ma non poteva nasconderlo a tutti.

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Angolo autrice:
Buonasera❤️
Come statee?

Al capitolo scorso non vi ho messo la foto, ma questo è il prestavolto di Kensuke, il padre di Ikuyo:

Ilas🎐