❝𝑃𝑟𝑜𝑚𝑖𝑠𝑒 𝑚𝑒 𝑦𝑜𝑢'𝑙𝑙 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑙𝑒𝑎𝑣𝑒 𝑚𝑦 𝑠𝑖𝑑𝑒,
𝑆𝘩𝑜𝑤 𝑚𝑒 𝑤𝘩𝑎𝑡 𝐼 𝑐𝑎𝑛'𝑡 𝑠𝑒𝑒 𝑤𝘩𝑒𝑛 𝑡𝘩𝑒 𝑠𝑝𝑎𝑟𝑘 𝑖𝑛 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑒𝑦𝑒𝑠 𝑖𝑠 𝑔𝑜𝑛𝑒.
[...]
𝑃𝑟𝑜𝑚𝑖𝑠𝑒 𝑚𝑒 𝑦𝑜𝑢'𝑙𝑙 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑙𝑒𝑎𝑣𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑖𝑑𝑒,
𝐶𝑎𝑢𝑠𝑒 𝐼'𝑚 𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖𝑛𝑔 𝑦𝑜𝑢 𝑦𝑜𝑢'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝐼 𝑛𝑒𝑒𝑑.
[...]
𝑆𝑜 𝑦𝑜𝑢 𝑐𝑎𝑛 𝑑𝑟𝑎𝑔 𝑚𝑒 𝑡𝘩𝑟𝑜𝑢𝑔𝘩 𝐻𝑒𝑙𝑙,
𝐼𝑓 𝑖𝑡 𝑚𝑒𝑎𝑛𝑡 𝐼 𝑐𝑜𝑢𝑙𝑑 𝘩𝑜𝑙𝑑 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝘩𝑎𝑛𝑑,
𝐼 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑓𝑜𝑙𝑙𝑜𝑤 𝑦𝑜𝑢 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑒 𝐼'𝑚 𝑢𝑛𝑑𝑒𝑟 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑝𝑒𝑙𝑙.❞

||𝐵𝑟𝑖𝑛𝑔 𝑀𝑒 𝑇𝘩𝑒 𝐻𝑜𝑟𝑖𝑧𝑜𝑛 - 𝐹𝑜𝑙𝑙𝑜𝑤 𝑌𝑜𝑢||

Lo chiamò a gran voce, pur essendo consapevole del fatto che non poteva sentirla.

Le gambe si mossero da sole.
Si alzò e corse verso il ragazzo, circondando le sue spalle con un braccio e tirandolo leggermente verso di lei.
Successivamente passò una mano sulla guancia di Senku, lasciandogli una leggera carezza.

Yuzuriha nel frattempo si era avvicinata a Kinuyo, anche loro devastate dal dolore.

«Me la pagherai, giuro che ne pagherai le conseguenze» disse con voce tremante, mentre stringeva a se il corpo del ragazzo.

Sentì Tsukasa fare un passo verso di loro e alzò la testa, fulminandolo con lo sguardo.

I suoi occhi erano lucidi, le lacrime erano già uscite senza che lei potesse fare niente per fermarle.

«Non osare fare un passo in più.»

Kinuyo la guardò, non aveva mai usato quel tono con nessuno prima d'ora.

Un tono freddo, più freddo del ghiaccio.

Lei, che cercava sempre di mantenere quel sorriso che caratterizzava gran parte del suo carattere, in quel momento sembrava così glaciale.

Ma in quella situazione non c'era proprio nulla di positivo, e la reazione della ragazza era più che normale.

«Se credi che io mi fermi, che non porti avanti la civiltà, ti sbagli di grosso.»

Non aveva paura di guardarlo in faccia, Tsukasa ammirava il coraggio che stava tirando fuori dicendogli quelle parole.

«Ne ho veramente abbastanza delle persone che ti chiedono di abbandonare la tua passione, i tuoi sogni, praticamente la tua vita, solo per i loro tornaconti.» Strinse leggermente la presa attorno le spalle del ragazzo.

«Tu sapevi che Senku non avrebbe mai abbandonato la scienza, non sei diverso da loro... Ma immagino che sia pieno di gente così» disse riferendosi ai suoi genitori, nessuno dei presenti però capì il collegamento.

Abbassò per un momento la testa, scuotendola.

«Chi sei tu per decidere chi risvegliare e chi no.
Fammi il piacere di scendere dal piedistallo, perché non sei al di sopra di noi, o devo ricordarti chi è stato a risvegliarti?»

Un vuoto si stava espandendo sempre di più dentro di lei, sentiva come un peso sul petto.

Tutto quel dolore, dovuto a quello che era appena successo, faceva male, tanto male.

Era come se tutto si stesse chiudendo attorno a lei, soffocandola.

Non credeva di poter sopportare un dolore simile, e non sapeva come buttarlo fuori.

Le sembrava di trovarsi in un tunnel senza uscita, immerso nell'oscurità.

«Non c'è bisogno di ricordarmelo, semplicemente voglio che questo sia un mondo popolato solo dai puri di cuore.
Quello che ho fatto è stato necessario.
Senku non avrebbe voluto questo, ma se dovessi diventare un problema dovrò fermarti.»

«È quello che dovrai fare allora, te l'ho detto, io andrò avanti.»

Gli occhi ripresero a pizzicarle, li strinse cercando di non piangere.

Il suo corpo era scosso da piccoli tremiti, nel vano tentativo di ricacciare indietro le lacrime.

Kinuyo le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.

Quella scena era straziante, era un loro amico e tutti stavano male per quello che era appena successo.

Tutti provavano rabbia e un dolore immenso.

Ma lei sapeva che Ikuyo aveva un legame più profondo con lui, lo aveva visto benissimo e ne aveva avuto la conferma.

Poteva solo immaginare come si sentisse l'amica.

Taiju dove sei!

Pensò la sorella.

Sembrò quasi come se lo avesse chiamato, perché proprio in quel momento arrivò, correndo e urlando il nome dell'amico.

Anche lui non poteva credere a quello che era successo.

Ad un centro punto però, si alzò e tirò su un grande masso, tutti lo guardarono, non capendo.

Successivamente lo lanciò in aria, Yuzuriha e Kinuyo subito corsero verso la polvere da sparo, avendo capito il piano del moro.

Come previsto Tsukasa lo colpì, il masso cadde sulla polvere nera, lanciata dalle ragazze, e ci fu l'esplosione.

«Ikuyo... Dobbiamo andare, porto io Senku» disse alla ragazza, che annuì per poi alzarsi lentamente.

Dopo che Taiju prese Senku tutti cominciarono a correre, il più lontano possibile da Tsukasa.

Ikuyo non seppe dove trovò la forza di alzarsi e scappare, visto che fino a poco prima di sentiva come bloccata.

Aveva cominciato a piovere, quel tempo rappresentava alla perfezione lo stato d'animo di lei.

Gli ho fatto una promessa, porterò avanti il progetto di Senku... E non posso farlo con Tsukasa nei paraggi, non me lo permetterebbe...

Si, questo mi ha permesso di trovare la forza di scappare.

Si fermarono a riprendere fiato, e nel frattempo Taiju provò a rianimare Senku in qualsiasi modo.

La castana si avvicinò, stando vicino al ragazzo, non aveva voglia di sentire i discorsi dei suoi amici.
La sua mente era altrove, più precisamente a tutti i ricordi che la collegavano a lui.

Poggiò una mano sul suo petto, stringendo appena il tessuto che gli faceva da vestito.

Voleva piangere, ma sembrava essere passata in uno stato di stordimento e di impassibilità.
Quest'ultima cosa fu quello che si vide dall'esterno, perché dentro di lei era il caos più totale.

Senku non puoi lasciarmi...
Ti prego...  Non puoi essertene andato davvero...

Tu... Sei uno scemo! Perché non hai pensato ad un'altra soluzione, perché?!

Non posso perdere una delle persone che mi ha sempre capita...
Sei troppo importante per me, non posso accettare l'idea che te ne sia andato per sempre.

[ℱ𝓁𝒶𝓈𝒽𝒷𝒶𝒸𝓀]

Senku stava lavorando ad uno dei suoi esperimenti, mentre Ikuyo stava studiando qualcosa su un libro che aveva preso dal ragazzo.

Si trovava china sul bancone, proprio di fronte a lui.

«Mi spieghi perché ogni volta mi chiedi sempre in prestito i miei libri?» Chiese ad un certo punto il ragazzo.

Lei alzò gli occhi dal libro e li puntò su di lui.

«Non ho voglia di parlarne.» Stava per riportare gli occhi sulle pagine di fronte a lei, ma si vide sfilare il libro dalle mani.

Senku lo aveva preso e lo aveva chiuso, poggiandolo di fianco a lui.

La stava guardando negli occhi, alla ricerca una risposta.

«Non avevo ancora finito.» Gli fece notare la castana non riuscendo a distogliere lo sguardo.

«Lo so» rispose lui.
«Ma la tua risposta non ha assolutamente senso.»

«Oh andiamo-»
«Ikuyo, mi va bene che tu mi chieda di aiutarti, non sei stupida, ne sono certo al millemila per cento, quindi non è una perdita di tempo spiegarti quello che non sai o che non hai capito.
Ma non capisco una cosa, potresti benissimo chiedere ai tuoi genitori di comprarti i libri, perché non lo fai?»

Lei sbarrò leggermente gli occhi, non si aspettava una domanda del genere.

Ma doveva aspettarsela da lui.

«Ti ho detto che non-»
«Ho sentito, non sono sordo.»
«Perché ti interessa così tanto?»

Lo vide avvicinarsi con il viso, appoggiando le braccia sul bancone come sostegno.

«Perché voglio capire, te l'ho detto.
Forse sei tu ad essere sorda sai?»
«Non sono sorda.» Assottigliò lo sguardo mentre pronunciava quelle parole.

Voleva solo cercare un modo per evitare il discorso.

Non poteva semplicemente non chiedere?

«Guarda che ho tutto il tempo del mondo.» Le disse ad un certo punto, beh non era del tutto vero visto che doveva andare avanti con i suoi esperimenti.

«Scommetto che non mi ridarai il libro fino a che non te lo dirò, vero?»
«Oh puoi starne certa.»

La ragazza sospirò, non aveva altra scelta.

Inoltre Senku era stato l'unico ad aiutarla, le prestava ogni libro che le serviva, le spiegava sempre tutto.

Aveva anche Taiju, Kinuyo e Yuzuriha, che molte volte avevano cercato di aiutarla, ma senza ottenere molti risultati.

Erano veramente carini mentre provavano con ogni mezzo a darle supporto in qualche modo.

Proprio per quello le avevano fatto conoscere Senku, con una delle tante strategie di Kinuyo.

E tutto perché Ikuyo non voleva disturbare i compagni del club di scienze per i suoi problemi, visto che quando ci aveva provato non era andata bene.

Doveva solo trovare la persona giusta, e in quel momento ce l'aveva davanti, quel giorno aveva fatto bene ad accettare il suo aiuto.

«Va bene» sussurrò distogliendo lo sguardo.

Lui fu il primo a saperlo, non lo aveva mai detto a nessuno.

«Mi è sempre piaciuta la scienza, in particolar modo la chimica, e ho tutte le intenzioni di studiare su questo campo...
Ma i miei genitori non sono dello stesso avviso, loro vogliono che studi economia, così da prendere in mano l'azienda di famiglia.
Come puoi immaginare non l'hanno presa bene quando mi sono impuntata a non abbandonare i miei sogni.
Non sto qui a spiegarti nei minimi dettagli tutte le discussioni e l'atmosfera che c'è in casa, puoi arrivarci da solo.» Lo guardò per un secondo, ascoltava attentamente senza proferire parola.

«Ho qualche libro di chimica dai miei nonni...
Ma non possono comprarmi tutti quelli che mi servono, insomma... Non ce la fanno, e ai miei genitori non posso chiedere.
Inoltre non lavoro quindi non posso nemmeno pensarci io.
Ecco perché chiedo a te, sei stato l'unico ad accettare di prestarmi i libri senza chiedermi nulla, almeno... Fino ad ora, ma ti sono grata per non avermelo chiesto subito...
Non mi piace raccontare i fatti miei al primo che passa.»

Alzò lo sguardo quando vide che il ragazzo le stava porgendo il libro di prima.

Ikuyo lo prese lentamente guardandolo.

«Ora capisco perché ci metti tanto impegno e passione.
Va bene, continuerò ad aiutarti e a prestarti i libri.» Fece una piccola pausa prima di riprendere il discorso.

«Non lo dirò a nessuno, puoi stare tranquilla.»

Lei non sapeva che dire, si aspettava la solita frase del "mi dispiace".

Invece le parlò come sempre, non poteva chiedere risposta migliore.

E mantenne la promessa, non proferì parola in merito a quella discussione, e la castana non lo raccontò, nemmeno agli altri suoi amici.

Il ragazzo dagli occhi cremisi si stava allontanando ma Ikuyo gli afferrò la mano, ancora sul bancone.

«Grazie» disse stringendo appena la presa.

Forse è successo in quel momento.

Forse aveva cominciato a provare qualcosa in quell'istante.

No, è sicuramente successo in quel momento.

Una cosa che però represse involontariamente, senza nemmeno rendersene conto.

[ℱ𝒾𝓃𝑒 𝒻𝓁𝒶𝓈𝒽𝒷𝒶𝒸𝓀]

È ironico tutto ciò, io ammetto finalmente che provo qualcosa per te e tu ora non ci sei più...

Buttò uno sguardo verso i suoi amici, stavano come pensando a qualcosa, e si erano allontanati un po', lasciandole i suoi spazi.

Gli era grata per quello, aveva bisogno di starsene un po' da sola.

Riportò lo sguardo su Senku, riprendendolo poi tra le sue braccia.

Si sporse leggermente verso di lui, poggiando delicatamente le sue labbra su quelle del ragazzo.

Gli diede un leggero bacio, cosa che voleva fare da tempo, ma che non aveva mai avuto il coraggio di fare, ma soprattutto, non aveva avuto il coraggio di ammetterlo a se stessa.

Si staccò, allontanandosi e rimanendo accanto a lui.

Dopo un paio di minuti circa, che ad Ikuyo sembrarono anni, Taiju si avvicinò parlando.

«Cos'era quel vizio? Non ce l'ha sempre avuto...» Il moro prese Senku e gli guardò il collo, la castana lo lascio fare, non capendo a cosa si riferisse.

«Perché si fissava sempre sul collo e lo faceva scrocchiare di continuo?»
«Lì sul collo ha ancora una parte pietrificata!» Esclamò Yuzuriha.

«In effetti... Quando ha neutralizzato la pietrificazione sul tuo piede, Senku ha detto... Che quando la pietrificazione viene annullata, anche i piccoli danni subiti spariscono!» Continuò il ragazzo.

«È vero... Lo ha detto» confermò la sorella, girandosi verso Yuzuriha, che nel frattempo aveva preso il liquido del risveglio, per poi passarlo a Taiju.

Ikuyo annuì silenziosamente, sperando che funzionasse, anche se nel loro ragionamento non c'era niente di sbagliato.

Le parole che disse dopo il moro colpirono emotivamente le tre ragazze, perché le pronunciò con le lacrime agli occhi.
La loro era una fantastica amicizia.

«Svegliati! Lo so che tu non sei il tipo da morire qui, così!
Senku! Tu... Sei la stella della speranza per il genere umano... E per la civiltà!
Ti prego! Torna qui!
Apri gli occhi Senku!»