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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟺𝟺

❝𝑈𝑛 𝑢𝑜𝑚𝑜 𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑙𝑖𝑒𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝘩𝑎 𝑟𝑖𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎 𝑒 𝘩𝑎 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜.❞

||𝑅𝑎𝑙𝑝𝘩 𝑊𝑎𝑙𝑑 𝐸𝑚𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛||

Molte volte Kayla si ritrovò a dover cercare di superare Akashi, oppure a prendergli palla, ma il ragazzo, proprio come aveva previsto lei, stava usando le sue capacità molto più accuratamente che in allenamento.

Il suo occhio dell'imperatore era micidiale, sconfiggerlo sembrava impossibile, però più i suoi tentativi andavano avanti e più la ragazza si adeguava al suo stile di gioco, avvicinandosi maggiormente ad una possibilità di poterlo battere.

Era sempre successo così, lei riusciva a porre delle modifiche ai suoi movimenti dopo un po' che qualcuno le faceva da avversario. Cosa a cui Akashi aveva sempre fatto molta attenzione, sapeva che la ragazza era capace di cambiare strategia in men che non si dica.

«Ci vuoi provare di nuovo?» Le domandò Seijuro quando la vide piazzarsi davanti a lui.

«Ci proverò fino allo sfinimento, e tu questo lo sai.»

Ma anche quella volta non riuscì nel suo intento. Ancora non aveva trovato il modo di battere il suo occhio dell'imperatore.

Il primo che ottenne qualche risultato fu Kagami. Entrando e immergendosi ancora di più nella zone aveva costretto Akashi a non provare a superarlo, cosa che invece prima aveva fatto senza troppi problemi.

In quella maniera gli impedì di avvicinarsi troppo a canestro. In quel momento era l'unico che potesse farlo arretrare, Kayla già da qualche minuto non riusciva a scontrarsi con il ragazzo, i compagni di squadra di lui la marcavano.

Da quando era entrata la sua velocità aveva dato loro dei problemi.
Per lei, una volta individuato il percorso da fare, non era difficile arrivare a canestro. E se qualcuno avesse provato a fermarla, allora la giovane avrebbe passato immediatamente palla ad un suo compagno, così che potesse andare a segnare.

Elaborava strategie e nuove mosse per superare gli avversarsi molto rapidamente, tanto che non sapevano mai come avrebbe potuto agire.

Quella sua attitudine, unita alla concentrazione e alla calma che mostrava nel mettere in atto le sue idee, creavano un senso di pressione negli altri giocatori della Rakuzan.

Quando la guardavano negli occhi ciò che vi trovarono fu una determinazione tale da destabilizzarli appena.

La Seirin riuscì a non farsi distaccare troppo con il punteggio. La strada che dovevano fare per la vittoria era parecchio faticosa, ma ancora potevano sperarci, se non si fossero buttati giù, dandosi per sconfitti, allora la vittoria non era da escludere.

Questo portò anche ad un cambio di strategia da parte dell'altra squadra, che però inizialmente nessuno capì.

Akashi era rimasto indietro, e non intendeva muoversi dalla sua posizione. Stava lasciando fare ai suoi compagni.

Kayla girò lo sguardo su di lui. Non aveva una buona sensazione in merito.

Non era uno che si arrendeva, quindi significava che aveva qualche piano in testa, e a giudicare dalla sua espressione sarebbe stato qualcosa di importante, in grado di cambiare il corso della partita.

Quando Kagami si fiondò verso il canestro a tutti venne svelato ciò che Akashi stava tenendo nascosto.

Il ragazzo fermò la Meteor Jump del rosso con una facilità incredibile, lasciando di stucco ogni giocatore della Seirin.
Quella mossa ad inizio partita non era riuscito a bloccarla in una maniera così diretta.

Spostando gli occhi sul capitano della Rakuzan si resero conto della forza che stava per abbattersi su di loro.

Akashi era appena entrato nella zone, e nessuno di loro aveva idea di come arrestare le sue azioni.

Da solo riuscì a percorrere l'intero campo e andare a canestro, sovrastando anche Kagami, che pur trovandosi nella zone non ebbe speranze contro di lui.

Riko, vedendo la piega che stava prendendo la partita, decise di chiamare il time out.

Dovevano riorganizzarsi in qualche modo, altrimenti non ce l'avrebbero fatta.

I giocatori però non si mostrarono agitati, dopotutto era sempre andata così con la Generazione dei Miracoli. Momenti simili li avevano vissuti più volte sulla loro pelle.

«Kayla.» La chiamò Kagami prima di rientrare in campo, lo sguardo della ragazza era così concentrato da far paura, sembrava esattamente quello che aveva lui quando giocava immerso nella zone.

«Sai che non rimarrò in disparte, vero?» Disse lei osservando la squadra avversaria mettersi nelle loro posizioni.

«Hai intenzione di sfidare Akashi nonostante sia nella zone?» Domandò l'amico, anche se già conosceva la risposta.

La vide annuire.
«È quello che voglio fare.» Spostò gli occhi su Kagami.
«Proprio come tutti gli altri, mi affiderò a te, ma se dovesse passarti in qualche modo io sarò pronta a contrastarlo. Non so quanto posso fare ora come ora, ma ci devo provare.»

Il ragazzo le mise una mano sulla spalla e sorrise.
«A me sta più che bene. Proviamoci con tutte le nostre forze!» Se quello che aveva avvertito era fondato, allora quello scontro avrebbe fatto uscire le potenzialità nascoste di Kayla.

L'incentivo che le serviva era proprio confrontarsi con Akashi ora che era al massimo della forza.

Quando la partita riprese la situazione non migliorò. Kagami trovava ancora delle difficoltà a gestire quella potenza, e Kayla più volte non era riuscita a contrastare lo spezza-caviglie di Seijuro.

Ormai aveva perso il conto delle volte in cui era caduta a terra a causa di quella mossa.
Il suo ritmo era mutato drasticamente, stargli dietro era pressoché impossibile.

Ma Kayla si rialzava sempre, e senza perdere tempo corse nella sua direzione, per dare manforte a Kagami.

«Perché vuoi fare tutto da solo?» Gli disse la ragazza una volta che si ritrovarono l'uno di fronte all'altra.
«Questo non è il tipo di forza a cui devi aspirare, Seijuro! I tuoi compagni possono affiancarti, possono farti raggiungere un livello che solo il gioco di squadra può darti!»

Lui la guardò con un leggero, e freddo, sorriso.
«Quello che è successo con te è diverso, non lo applicherò anche al gioco.»

«Voglio solo che tu ti senta finalmente in pace con te stesso.»

Desiderava che il ragazzo trovasse un punto d'incontro tra le sue due personalità, così da liberarsi del peso che si portava dentro e muovere i primi passi per poter allontanare le sue paure più radicate.

«Smettila di pensarci.» Convincerlo non era mai stato semplice, per poter accettare quello che provava per lei ci aveva messo mesi, quindi doveva aspettarsi una risposta simile.

Akashi fece ancora un volta lo spezza-caviglie.
«Non puoi chiedermi di smettere di pensarci» disse Kayla, riuscendo a mantenere l'equilibrio, senza finire a terra.

«Voglio che torni a divertirti quando giochi a basket! Esattamente come quando eravamo piccoli!» Lo guardò e dai suoi occhi Seijuro capì che anche lei era entrata nella zone.

Visto quanto Kayla migliorava rapidamente durante gli allenamenti aveva previsto che una cosa del genere potesse accadere.

I suoi compagni la guardarono sorpresi e con un pizzico di speranza in più, ora poteva aiutare Kagami molto meglio di come aveva fatto fino a quel momento.

Però nemmeno loro sarebbero stati da meno, erano determinati nel fermare gli altri giocatori, non gli avrebbero permesso di fare ulteriori punti.
Anche se il loro capitano intendeva andare avanti solo con le proprie forze, non potevano permettersi di lasciarli troppo liberi.

La velocità e i tempi di reazioni di Kayla erano aumentati, tanto che in poche mosse riuscì a prendere palla ad Akashi.

Quest'ultimo non si fece intimidire e subito cercò di riprendersela.

La ragazza era così determinata, nel fargli capire che il gioco che stava portando avanti in solitaria era sbagliato, da immergersi sempre più in profondità della zone, migliorando in quel modo ogni suo movimento.

Seijuro inizialmente la fermò, ma quando a lei si unirono Kagami e Kuroko, in una strategia creata su misura per poterlo battere e impedire tutte le mosse a cui stava pensando, non poté più fare nulla.

Si ritrovò ad essere bloccato troppe volte, cosa che lui non accettava, una cosa che non poteva concepire.

Era stato battuto, e non riusciva più a recuperare in alcun modo.
Tutti i suoi tentativi fallirono.

Per la prima volta da quell'episodio alle medie Akashi stava provando nuovamente cosa significasse subire una sconfitta, stava provando sulla sua pelle cosa significasse non avere più nessuna carta da giocare.

Questo lo destabilizzò, portandolo a fare sbagli su sbagli, tanto che l'allenatore chiamò il time out.

Tornati in panchina Kayla rivolse il suo sguardo verso Akashi.

Sapeva che aveva un lato fragile, lo aveva visto quando erano piccoli e lo aveva intravisto durante quei mesi, ma vederlo in quelle condizioni in quel preciso istante le fece venire voglia di andare da lui.

Non ce la faceva proprio a vederlo così, anche se forse quella era la maniera con cui avrebbe fatto i conti con se stesso.

Kagami le mise una mano sulla spalla, cercando di farla stare meglio, immaginava come potesse sentirsi la ragazza.

«Vorrei tanto andare lì, stargli vicina» ammise lei con un sospiro.
«Lo so.» Le rispose l'amico.

«So cosa ti stai domandando» disse poi Kagami, dopo averle dato un'occhiata, i suoi pensieri le si leggevano in faccia.
«Ti stai chiedendo se a questo punto tu sia riuscita a fargli arrivare il messaggio che volevi trasmettergli.»

Kayla si voltò verso di lui, annuendo.
«Non mi piace che si trovi in queste condizioni, però spero che ora capisca che quel suo modo di giocare non è quello che dovrebbe essere il basket» rispose con voce bassa.

«Sono sicuro che il messaggio sia arrivato.» Si intromise Kuroko, avvicinandosi a lei.
«Avrà tempo di pensarci, tu hai fatto il possibile. Ora sta a lui vedere come prenderlo.»

«Kuroko ha ragione» disse Kagami.
«Hai fatto quello che potevi, adesso puoi concentrarti in tutto e per tutto nella partita.»

La ragazza annuì, guardandoli con un piccolo sorriso.
«Grazie ragazzi!»

xxx

La partita era ricominciata e ciò che notò subito Kayla fu il modo in cui giocava Akashi, sembrava essersi ripreso, ma appariva anche diverso da prima.

Pur essendo uscito dalla zone era riuscito lo stesso a superare Kagami, e non si fece nemmeno cogliere impreparato da Kuroko quando cercò di fermarlo.

La ragazza si mosse per andare a bloccare il suo tentativo di arrivare a canestro, tutti i pensieri che aveva avuto prima nei confronti di Seijuro l'avevano fatta uscire dalla zone, non aveva mantenuto la concentrazione che serviva per poterci rimanere.

«L'ultima volta che ci siamo visti è stato quando avevi la febbre, Kay-chan.» Le disse lui con un dolce sorriso.
«È bello poter finalmente rigiocare insieme a te.»

Nel sentire quel soprannome l'espressione di Kayla cambiò, un numero infinito di emozioni passarono attraverso di esso.

Lo guardò con la bocca semi aperta e occhi sorpresi.

Quando erano piccoli la chiamava sempre in quel modo.
La sua seconda personalità non lo aveva mai fatto, quindi non poteva essere che la prima.

A prova di ciò furono i suoi occhi, ora entrambi rossi.

In essi non era più presente nessuna forma di eterocromia. Inoltre non c'era più nemmeno la freddezza che si era portato dietro per l'intero scontro.

Un sorriso sollevato si formò sulle labbra della ragazza, non poteva credere a quello che era successo, sembrava così surreale.

Gli occhi di Kayla trasmettevano un amore senza fine. Occhi che sentì inumidirsi per la commozione, non riuscì ad evitarlo.

«Ei.» La richiamò dolcemente, cosa che la fece sorridere ancora di più.
«Giochiamo questo ultimo tempo come abbiamo sempre sognato quando eravamo piccoli, al resto penseremo dopo.»

Kayla annuì, passandosi velocemente il dorso della mano sul viso.
«Va bene!» Lo guardò con gioia.
«Giochiamo come abbiamo sempre sognato.»

«Manteniamo ufficialmente la promessa che ci siamo fatti» concluse prima di affrontarlo.

Ciò che sentì era diverso da tutte le altre volte che lo aveva sfidato, durante quei mesi.

In quel momento le sembrava di essere ritornata indietro nel passato, a quando passavano i pomeriggi a giocare a basket per divertirsi.

Il suo cuore era ricolmo di felicità, aveva atteso così tanto di poter avvertire di nuovo quella sensazione mentre giocava con lui.

Il resto della partita passò più velocemente di quanto pensassero, ormai non c'erano più problemi da risolvere, l'unica cosa a cui dovevano puntare era la vittoria.

In poco meno di dieci minuti furono tante le cose che accaddero.

L'intera squadra della Rakuzan entrò nella zone, dando del filo da torcere agli avversarsi, che si ritrovarono ancora una volta in difficoltà.

Ma tra gli avvenimenti più importanti di quell'ultimo quarto fu l'utilizzo della vera zone, nella sua forma originaria, da parte della Seirin.

Tutti i giocatori si coordinarono con Kagami, andando a creare un gioco pulito e preciso, privo di sbavature ed errori.

La battaglia fu combattuta fino alla fine, nessuna delle due squadre intendeva mollare. I secondi scorrevano sul tabellone e loro volevano assicurarsi un vantaggio a tutti i costi.

Corsero da una parte all'altra del campo, fermandosi solamente quando sentirono il fischio di fine partita.

Kayla alzò lo sguardo sul punteggio, con il fiato affannato, a causa delle corse che stavano facendo per rimanere sopra alla Rakuzan, e con le braccia sui fianchi.

Dovette guardare per qualche secondo i numeri scritti sul tabellone, in modo da prendere coscienza di com'era finita la finale della Winter Cup.

La Seirin aveva vinto la partita, con un punteggio di 106 a 105.

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