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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟻

❝𝐴𝑣𝑟𝑒𝑖 𝑣𝑜𝑙𝑢𝑡𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑙𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑐𝑜𝑚'𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜, 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖.
𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑞𝑢𝑖𝑙𝑜𝑛𝑖 𝑐𝘩𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑠𝑝𝑒𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑢𝑛𝑔𝘩𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑖 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑜, 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑟𝑖𝑒𝑠𝑐𝑎 𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑟𝑙𝑖 𝑣𝑖𝑎.❞

||𝐹𝑎𝑏𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜 𝐶𝑎𝑟𝑎𝑚𝑎𝑔𝑛𝑎||

Kayla non aveva voluto sentire ragioni, costringendo quindi il ragazzo a permetterle di seguirlo fino in biblioteca.

Lui d'altro canto intendeva scoprire quanto avrebbe resistito nel rimanere lì senza un vero scopo da portare a termine.

L'aveva vista scegliere un libro a caso da uno degli scaffali pur di salvare le apparenze, poco prima gli aveva detto di essersi ricordata di dover fare qualcosa anche lei.

Inutile dire che Akashi non ci aveva creduto già dal principio, era fin troppo ovvio che stesse solo cercando una scusa plausibile per restare senza cominciare a girarsi i pollici dalla noia.

Non aveva commentato quella sua scelta, si era divertito a guardarla portare avanti ciò che aveva affermato di dover fare.

E ora si trovava seduta di fronte a lui, con gli occhi puntati su delle pagine che non attiravano in alcun modo il suo interesse.

Doveva dargliene atto, la sua testardaggine era senza limiti.

Era ormai passata una mezz'oretta da quando erano arrivati e lei non si era ancora lamentata di quella situazione, dopotutto il rosso non le aveva detto più nulla, non le aveva prestato più attenzione.

Credeva che avrebbe provato a farlo parlare, invece l'unica cosa che fece fu sfogliare il libro che aveva preso.

«Quel libro non ti interessa per niente» commentò Akashi, scrutandola.

La sua voce sorprese la ragazza, non si aspettava sarebbe stato lui a far partire una conversazione.

«Non dovresti distrarti per vedere cosa sto facendo» rispose lei osservando una foto alla fine della pagina, ne aveva da poco letto la descrizione.

«Non l'ho fatto, ma è facilmente deducibile dalla tua faccia, basta un'occhiata per capirlo» ribatté con sicurezza l'altro, non distogliendo lo sguardo da Kayla.

Quest'ultima alzò gli occhi su di lui.
«Non ti starai trasformando in Sherlock Holmes, vero?» Domandò la giovane con una leggera risata.

«Però hai ragione» affermò subito dopo.
«Potevo sceglierne uno migliore. Per quanto possa trovarli carini al momento non mi interessa sapere vita morte e miracoli di uno degli animali più rari del mondo, il topo ragno elefante» disse riposando per un momento lo sguardo sulla foto.

«Kayla.» La chiamò Akashi, attirando nuovamente la sua attenzione su di lui.

«Perché sei voluta rimanere a tutti i costi?» Sapeva che la giovane non aveva altro da fare a Kyoto, era andata lì solamente per non permettere a lui di passarla liscia dopo averle dato buca. Quello era l'unico motivo.

«Se rispondo alla tua domanda tu risponderai alla mia?» Chiese Kayla di rimando, non staccando gli occhi da quelli del ragazzo.

«Ti riferisci a questa che hai appena fatto?»
«Lo stesso discorso varrebbe per te?» La giovane sarebbe potuta andare avanti con quel tipo di conversazione ancora un bel po', anche così si potevano ottenere delle risposte.

Un metodo indiretto e abbastanza complicato da reggere, ma si poteva ricavare comunque qualcosa.

«Rispondere ad una domanda con un'altra domanda, ottima strategia. Ma non ti porterà a nulla.» Le disse Seijuro, avrebbe fatto di tutto pur di non risponderle nemmeno in quella maniera, non era facile fregarlo.

«Nemmeno a te se è per questo, quindi perché non decidiamo di rispondere entrambi alla nostra domanda?» Propose Kayla, non insistendo su come, secondo lei, sarebbe riuscita a farlo parlare anche in una conversazione fatta di sole domande.

«Va bene, ma solo perché voglio che tu risponda alla mia.»

A quel punto la ragazza chiuse il libro e mise entrambe le braccia su di esso, quasi a sovrapporle.
«Uno dei motivi è, ovviamente, per non permetterti di darmi completamente buca.»

«Quindi ce ne è un altro» affermò, continuando a guardarla senza dire più niente.

La giovane fece un mezzo sorriso. Le aveva appena chiesto, senza usare una domanda, di dirgli quale fosse l'altro motivo.

Lo aveva fatto di proposito a rispondere in quel modo, voleva vedere fino a che punto si sarebbe spinta la sua voglia di sapere.

«Ne ho approfittato per passare un po' di tempo con il mio amico d'infanzia.» Non si aspettava chissà quale risposta da parte sua, quindi decise di andare avanti.
«Ora tocca a te rispondere.»

Akashi si poggiò sullo schienale della sedia, lasciando andare la penna sul tavolo.
«Fai pure la tua domanda.»

«Quando è successo?»
«Sii più specifica.» Le disse lui, immaginava dove volesse andare a parare, però voleva che glie lo chiedesse direttamente, senza rimanere sul vago.

«Il tuo cambiamento, questa tua durezza e questa tua freddezza, quando è uscito fuori tutto ciò?»
«Alle medie» rispose semplicemente il rosso.

«Cosa è successo?» Provò a chiedere la ragazza, sperando che per una volta avrebbe fatto un'eccezione alla regola.

La risposta di Akashi però non diede vita a quella sua speranza.
«Una domanda sola, Kayla. L'hai detto tu.»

Non sembrava incline a parlarne, più del solito, e considerando che Kayla voleva provare ad avvicinarsi a piccoli passi, scelse di non ribattere.

Visto il suo atteggiamento spesso distaccato non poteva pretendere qualcosa di diverso, però in qualche modo sentiva di trovarsi sulla buona strada.

Desiderava poter rivedere il loro rapporto come quello che avevano da piccoli, però non doveva avere fretta, o lo avrebbe solo allontanato ulteriormente.

I suoi pensieri furono interrotti da un brontolio di stomaco.

Kayla tentò di far finta di nulla, ma notò come Akashi la stava guardando.

«Non hai pranzato venendo qui?» Chiese lui, osservandola con attenzione.

La ragazza si sistemò meglio sulla sedia.
«No, mangerò qualcosa al ritorno, non preoccuparti» rispose, facendo vagare il suo sguardo fuori dalla finestra, che si trovava di fianco a loro.

L'esterno appariva tranquillo, esattamente come lo era lì dentro.

«Ti sei fatta tre ore di viaggio e non hai pensato al pranzo?» Domandò nuovamente Seijuro, arrivando alla conclusione che la giovane era stata così impegnata ad andare lì per fargli una ramanzina da dimenticarsi di mangiare.

«L'unico mio pensiero è stato il fastidio che il tuo gesto mi ha provocato, il cibo era l'ultimo dei miei problemi.» Sapeva anche lei di aver agito d'istinto, aveva preso ed era partita per Kyoto con l'unico scopo di fargli sapere quanto l'avesse seccata non vederlo rispettare un impegno, senza considerare tutto il resto.

Il rumore di un quaderno che si chiudeva, seguito poi dal libro, le fece spostare lo sguardo di fronte a lei.

Akashi stava riponendo le sue cose nella tracolla.

Si chiedeva cosa avesse in mente di fare, credeva sarebbe rimasto ancora per molto a studiare in biblioteca.

«Seijuro, cosa-»
«Devi pranzare.» La interruppe il ragazzo, finendo si sistemare il materiale scolastico.

«Dovevo farlo, si... Ma posso mangiare qualcosa anche dopo, o direttamente a cena.»
«Affermi tanto di voler migliorare per superarmi, ma non è saltando i pasti che lo farai.»

Kayla lo guardò per dei lunghi secondi senza aggiungere nulla.

Si stava forse preoccupando per lei?

Certo, aveva messo in mezzo ciò che la giovane aveva detto riguardo a come volesse migliorare, ma quello che stava vedendo era anche preoccupazione nei suoi confronti.

Se doveva essere sincera, pensava avrebbe reagito in maniera diversa, magari dicendole ugualmente che aveva sbagliato a non pranzare, però il resto non lo aveva previsto.

«Andiamo» ordinò Akashi alzandosi.
«Ti porto a mangiare qualcosa.» La ragazza rimase ancora più sorpresa nel sentirgli dire quella frase.

In quel preciso istante avvertì nuovamente la sensazione di calore avuta durante il loro incontro al bar.

Era piacevole e accogliente. Avrebbe voluto che durasse in eterno.

«Non accetto un no come risposta» aggiunse lui, girandosi appena verso la giovane.
«Quindi seguimi.» La osservò mentre si alzava.

«È carino da parte tua preoccuparti per la mia salute» commentò Kayla, afferrando il libro che aveva preso.

«Non è come pensi, come credi di poter superare qualcuno se non mangi come si deve?» Ribatté Seijuro senza che la frase precedente lo destabilizzasse.

«Certo, certo.» La ragazza sorrise appena.
«Poso il libro e ti raggiungo.»

xxx

La piccola svista di Kayla non portò solo ad effetti negativi, come il suo stomaco vuoto, ma anche a qualcosa di positivo.

Stava camminando al fianco del suo amico d'infanzia per andare da qualche parte a mangiare insieme, vedeva quell'avvenimento come una cosa più che positiva.

Inoltre per lei era qualcosa di molto importante.

Si sentiva bene.
Nonostante Akashi esternamente mostrava il suo solito atteggiamento, lei si sentiva bene.

Le bastava avere la certezza che il ragazzo avesse insistito perché preoccupato che magari potesse svenire per aver saltato il pranzo, era segno che aveva accorciato, anche se di poco, la distanza che li separava.

Lui ovviamente le aveva ripetuto il motivo di quel gesto, ma la ragazza ci aveva creduto solo in parte.

Durante il tragitto il rosso l'aveva guardata varie volte prima di chiederle dove volesse andare.
«Hai intenzione di dirmi cosa vuoi mangiare? Sei tu quella che ha lo stomaco vuoto.» Queste erano state le sue parole.

«Mmmh...» Kayla ci aveva pensato per un po' prima di prendere una decisione.
«Visto che non mi hai dato molta scelta... Mi andrebbe qualcosa del luogo, ti piace ancora lo Yodofu?»

Così si erano ritrovati in un tradizionale ristorante giapponese, in un immenso ristorante.

||Play: Blooming - Singto Conley||

Esso prendeva un bel pezzo di terreno ed era circondato dal verde.

Entrati al suo interno non sembrava nemmeno più di trovarsi in città, dalle finestre scorrevoli che affiancavano i tavoli la vista era rilassante.

Infatti, spostando gli occhi in quella direzione, si poteva vedere un prato ben curato, con molti alberi che lo costeggiavano.

Kayla doveva ammetterlo, Akashi sapeva scegliere bene i posti.

In quel momento stavano aspettando che il tofu si scaldasse, nella pentola posta al centro di tutti i tavoli.

«È sempre stato il tuo piatto preferito» osservò la ragazza, cominciando a scegliere cosa metterci sopra una volta pronto.
«Questo non è cambiato.»

«Già. Come puoi vedere, alcune cose sono rimaste uguali.» Nello sguardo della giovane riuscì a scorgere una nuova luce di speranza.

Ci teneva proprio tanto ad avvicinarsi a lui, e scoprire che c'erano delle cose che nel tempo non erano cambiate la sollevava, non provò nemmeno a nasconderlo.

«Quando eravamo piccoli eri sempre alla ricerca dello Yudofu, fosse stato per te lo avresti mangiato ad ogni pasto.» Un sincero sorriso si formò sul viso di Kayla nel ricordare quel fatto.

«Tu invece ti eri impuntata sul non volerlo assaggiare.» Non cercò di evitare il discorso, ma non per farle un favore, semplicemente non era sua intenzione troncare la loro conversazione.

«Però il tuo continuo parlarne poi mi ha fatto cambiare idea, ed è stato un bene, non sapevo cosa mi stavo perdendo.»

«Avresti dovuto darmi retta fin da subito.» Fece una breve pausa.
«Ma credo che faccia parte di te, è una cosa che ancora non fai» disse riferendosi a come lei avesse ignorato il suo consiglio di andare a casa.

Kayla ridacchiò leggermente.
«Che ci posso fare, seguire ciecamente quello che mi viene detto non mi riesce facile. Anche se dipende dalla situazione» affermò prima di portare nel piatto un pezzo di tofu, ormai pronto.

Oltre alle chiacchiere degli altri clienti si era aggiunto il gorgoglìo dell'acqua che bolliva. Un suono rapido e costante.

«Immagino sia questo a renderti interessante» commentò lui, imitandola e cominciando a condire il suo piatto con della salsa.

Tutti coloro che lo circondano non hanno mai provato a sfidarlo come invece ha fatto lei.

Hanno sempre fatto quello che il ragazzo diceva, senza contraddirlo, ma non Kayla.

La ragazza lo metteva davanti a delle situazioni che non poteva prevedere, che lo costringevano a prendere velocemente delle decisioni alternative, e questo lo intrigava.

La giovane fissò gli occhi sul suo viso, non era sicura di poter nascondere il lieve rossore che iniziava a sentire sulle guance.

Akashi Seijuro era l'unico ragazzo che riusciva a farla reagire in quel modo, e Kayla avrebbe tanto voluto conoscerne il motivo.

Anche quando era piccola succedeva, ma essendo solo una bambina non ci si era mai soffermata troppo.

Non si era fatto alcun tipo di problema nel pronunciare quella frase.

Le dicevano sempre di essere la persona più disinvolta e diretta che avessero mai incontrato, ma questo perché non avevano conosciuto Akashi.
Lui era diretto e disinvolto quanto lei, se non di più.

«Comunque sia, non ero l'unico ad assillare con un cibo in particolare.» Spostò gli occhi su di lei.

«Oh» disse Kayla, riprendendosi da ciò che la precedente frase le aveva provocato.
«Intendi con la liquirizia, vero?»

«Ne avevi sempre qualcuna dietro, eri fissata, peggio di come lo ero io.» Le fece notare, provocando in lei una risata.

«Mi dichiaro colpevole.» Con ancora un sorriso sul volto prese a condire il suo tofu, così da poterlo gustare.

In quel momento erano come due normali adolescenti, che avevano deciso di mangiare insieme, una cosa da niente, tra ragazzi si fa spesso se si è in rapporti d'amicizia.

Ma trattandosi di loro non era così.

Per i due era qualcosa di nuovo, visto che da quando si erano rincontrati non avevano mai passato una giornata come quella.

Avrebbero dovuto trascorrere più tempo in quel modo, Akashi sembrava anche più incline a parlare con lei.

Questo non fece altro che infondere ancora più determinazione in Kayla, non si sarebbe fatta sfuggire altre occasioni simili.

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