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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟽

❝𝑂𝑛𝑐𝑒 𝑎 𝑤𝑖𝑠𝑒 𝑚𝑎𝑛 𝑡𝑜𝑙𝑑 𝑚𝑒, '𝐹𝑎𝑚𝑖𝑙𝑦 𝑑𝑜𝑛'𝑡 𝑒𝑛𝑑 𝑖𝑛 𝑏𝑙𝑜𝑜𝑑,' 𝑏𝑢𝑡 𝑖𝑡 𝑑𝑜𝑒𝑠𝑛'𝑡 𝑠𝑡𝑎𝑟𝑡 𝑡𝘩𝑒𝑟𝑒 𝑒𝑖𝑡𝘩𝑒𝑟.
𝐹𝑎𝑚𝑖𝑙𝑦 𝑐𝑎𝑟𝑒𝑠 𝑎𝑏𝑜𝑢𝑡 𝑦𝑜𝑢.
𝑁𝑜𝑡 𝑤𝘩𝑎𝑡 𝑦𝑜𝑢 𝑐𝑎𝑛 𝑑𝑜 𝑓𝑜𝑟 𝑡𝘩𝑒𝑚.
𝐹𝑎𝑚𝑖𝑙𝑦 𝑖𝑠 𝑡𝘩𝑒𝑟𝑒, 𝑓𝑜𝑟 𝑡𝘩𝑒 𝑔𝑜𝑜𝑑, 𝑏𝑎𝑑, 𝑎𝑙𝑙 𝑜𝑓 𝑖𝑡.
𝑇𝘩𝑒𝑦 𝑔𝑜𝑡 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑏𝑎𝑐𝑘. 𝐸𝑣𝑒𝑛 𝑤𝘩𝑒𝑛 𝑖𝑡 𝘩𝑢𝑟𝑡𝑠.
𝑇𝘩𝑎𝑡'𝑠 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑙𝑦❞

||𝐷𝑒𝑎𝑛 𝑊𝑖𝑛𝑐𝘩𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟 - 𝑆𝑢𝑝𝑒𝑟𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙||

Nel momento stesso in cui gli sguardi di Ryoko e Todoroki si incrociarono il tempo sembrò rallentare tutto d'un botto.

Sembrava di trovarsi in un déjà-vu, come se fossero tornati a quando avevano parlato al parco, ma in una situazione completamente diversa, che entrambi avrebbero voluto evitare.

«La prima volta che ti ho vista perdere il controllo poi sono riuscito a farti tornare in te.» Iniziò a dire Todoroki, ricordando come avesse combattuto contro di lei quel giorno.

Quel giorno, però, era stato avvantaggiato dal fatto di non provare sentimenti così forti per lei, quindi aveva agito in base alla razionalità. Era giusto fermarla e lui lo aveva fatto senza molti problemi.

Ora invece avrebbe voluto evitare di scontrarsi con la ragazza, avrebbe tanto desiderato che le parole sarebbero bastate per farla ragionare, ma sapeva benissimo anche lui che non era così semplice.

«Quella volta però il potere della magia nera era molto inferiore confronto ad adesso» rispose Ryoko, per poi guardarlo rammaricata.
«Perché non mi hai lasciata in pace? Ti avevo detto di non cercarmi.»

«Pensavi sul serio che non sarei venuto a cercarti più?» Quella possibilità non gli era mai passata per la mente.
«Te l'ho anche detto, io riuscirò a salvarti.»

La corvina strinse le mani in due pugni, così forte che da esse fuoriuscì il fumo nero del suo potere.
«Non ho bisogno di essere salvata!» Esclamò, infastidita da quell'insistenza.

Se l'avesse lasciata in pace avrebbe potuto risolvere i conti in sospeso che aveva con i suoi genitori, così da liberarsi del peso che il loro abbandono aveva lasciato sul suo animo.

Lo attaccò senza dargli il tempo di replicare, impedendogli in quel modo di andare avanti nella conversazione che stavano per avere.

Todoroki si difese ergendo un muro di ghiaccio davanti a se stesso, contro il quale il colpo di magia nera di Ryoko si infranse, dissolvendosi nell'aria.

Maledizione... Devo provare a parlarle durante il combattimento. Pensò il bicolore, mentre attingeva a tutta la sua determinazione per organizzare un contrattacco.

«Non mi impedirai di parlarti.» Le disse Shouto mentre evitava un altro suo attacco.
«Puoi attaccarmi tutte le volte che vuoi! Io continuerò a parlarti, sempre!»

Il ragazzo notò come fosse diventata più rapida nei movimenti, non pensava che l'uso della magia nera l'avrebbe aiutata così tanto nel migliorare.

Entrambi evitavano i colpi dell'altro, lasciando il combattimento in uno stato di stallo, in cui nessuno dei due aveva la meglio.

Parte della responsabilità stava anche nel fatto che i sentimenti che provavano erano di ostacolo per un attacco efficace. Attaccavano, ma il loro obiettivo non era realmente quello di fare del male all'altro.

Todoroki sperava che Ryoko mollasse, abbandonando le idee che si era fatta, e che aveva confuso con quelli che erano i suoi veri desideri.

La ragazza d'altro canto stava cercando di trovare il coraggio per attaccarlo con tutte le sue forze, così da non permettergli di intralciarla ancora.

«Io non capisco, dici che non puoi tornare sui tuoi passi... Solo perché hai pensato ad un possibile piano di vendetta nei confronti dei tuoi genitori?» Domandò l'eterocromatico.
«È un discorso che non ha senso!»

«Invece lo ha! La magia nera mi ci ha portata, e quando avrò portato a termine questa mia vendetta, non potrò semplicemente tornare ad essere quella di prima» replicò lei con sicurezza.

«Puoi benissimo usare la magia nera senza che questa ti conduca alla vendetta» continuò a dirle lui.
«Tutti possono tornare sui loro passi, mettendo da parte l'orgoglio!»

Riuscì ad avvicinarsi abbastanza da afferrarla per le spalle.
«Sarà anche una cosa diversa, ma credi che per me sia stato facile accettare di utilizzare il potere che mio padre mi ha fatto odiare per tanto tempo?»

La guardò negli occhi. Il fatto che, nonostante ciò che aveva affermato, lo stesse ascoltando, era qualcosa di positivo.
«Non lo è stato, e non lo è stato nemmeno per te accettare la magia nera! Quello che stai facendo sta vanificando ogni tuo sforzo di non cedere alla paura di questo tuo potere.»

Ryoko strinse i denti e scattò, facendogli lo sgambetto per farlo finire a terra. Però Todoroki non aveva intenzione di mollare, ragion per cui la tirò verso di se, finendo come l'ultima volta, solo che in quell'istante era lui a trovarsi con la schiena sul cemento.

«Stai preferendo lasciarti andare all'oscurità invece che di combattere per riportare il tuo potere ad uno stato di equilibrio!»

La corvina strinse la mani, tremando appena.
«Quelle persone, che dovevano essere dei genitori per me... Mi hanno abbandonata e hanno vissuto come se niente fosse» cominciò a dire con voce incerta.
«Hanno lasciato un vuoto dentro di me! Un peso! Mi sono sentita sbagliata per tanto di quel tempo che mi è sembrato infinito!»

Fece una breve pausa, cercando di regolarizzare il suo respiro.
«È vero, stavo per lasciarmelo andare alle spalle, però poi ho pensato. Ho pensato al fatto che mentre io soffrivo a causa di quello che mi avevano fatto, loro se ne stavano tranquilli a casa loro! Sicuramente senza un briciolo di sensi di colpa! Devono pagare per questo!»

I suoi occhi si erano inumiditi senza che lei potesse fare niente per evitarlo.
«Shouto... Dimmi... Che razza di persone abbandonano la propria figlia e hanno il coraggio di andarsene senza voltarsi indietro? Che razza di persone continuano a vivere la propria vita dopo quello che hanno fatto?» Una fredda risata uscì dalle sue labbra.

«Persone che hanno cancellato dalle loro menti il fatto di avere una figlia, immagino non ci abbiano più pensato dopo quel giorno. Mi hanno fatta soffrire e non se ne sono preoccupati minimamente! Mi hanno gettata via come fossi un vecchio oggetto che non serviva più!»

Todoroki non si mosse, era la prima volta che la ragazza si sfogava in quel modo riguardo il suo passato.

Quando glie ne aveva parlato era stata pacata, non aveva mai mostrato un minimo di rabbia, come invece stava facendo in quel momento, e probabilmente l'averla trattenuta così a lungo non le aveva fatto bene.

«Io non voglio di certo giustificare ciò che hanno fatto, al solo pensiero provo solamente del disgusto nei loro confronti» disse sinceramente il bicolore, non aveva intenzione di capire le loro motivazioni, ciò che avevano fatto era stato sbagliato fin dal principio, a prescindere da ciò che avevano provato.

«Però penso che ti abbiano condizionato la vita per troppo tempo, e non devi permettergli di farlo ancora.» Non aveva staccato per un solo istante gli occhi da quelli della ragazza.

«Qui hai una famiglia che è pronta a dare tutto per aiutarti. Hai il professor Aizawa, lui è come un genitore per te, no? Hai i tuoi amici. Hai Takeshi, che è venuto a cercarti sapendo che magari potevi non volerlo nella tua vita.» Si fermò per qualche secondo.
«Hai me.»

I pugni di Ryoko, dapprima stretti con forza tra di loro, si allentarono.

«Credi che tutto migliorerà dopo che ti sarai vendicata? Beh, ti sbagli. Tu non sei come Yusuke, lui potrà anche conviverci e stare bene con se stesso, ma tu sei diversa» disse ancora, con un tono basso di voce, ma che lei poté sentire.

«Se tu andassi avanti con questa tua idea di vendetta... Non riusciresti a sopportare quello che hai fatto e ti farai avvolgere completamente dall'oscurità.»

Todoroki notò il silenzio provenire dalla ragazza, segno del fatto che tutto ciò che aveva detto era corretto, non gli serviva una risposta diretta per poterlo capire.

Il giovane sapeva che a quel punto non l'avrebbe più attaccato o colpito, non era quello che lei voleva veramente, però decise ugualmente di aggiungere altre parole a quelle che aveva già pronunciato fino a quel momento.

«La scelta è tua, se decidi di non volermi ascoltare e continuare ad attaccarmi, fallo pure. Io non mi muoverò da qui, non cercherò di contrattaccare.» Le disse, osservando il suo sguardo incerto.

«Ma se invece sei pronta ad accettare quello che ho detto, allora fatti aiutare.» Spostò gli occhi sul cielo nero che si era venuto a creare a causa del potere di Ryoko.

«E aiutaci a sconfiggere Yusuke. Sai che è pericoloso, soprattutto per te.»

«Per me?» Sussurrò in domanda la corvina, da quando Todoroki aveva cominciato quel suo discorso la ragazza non aveva detto più nulla.

«È talmente ossessionato da te e dall'averti accanto che, se dovessi scegliere di affidarti a noi, ti attaccherà senza esitazioni.» Spiegò il giovane, facendosi forza sulle braccia per mettersi seduto.

Ryoko glie lo lasciò fare, però rimase comunque vicina a lui.

Tutto ciò a cui riusciva a pensare in quel momento era a quanto fosse stata stupida a farsi condizionare in quel modo da Yusuke.

Non era proprio da lei lasciarsi andare in quella maniera. L'aveva seguito credendo che fosse l'unico in grado di aiutarla, ma ciò che stava facendo era soltanto aumentare la presa che il potere oscuro aveva sulla sua mente.

Quello che l'aveva frenata dal non finire succube dell'oscurità era l'amore che quella che era la sua vera famiglia aveva dimostrato per lei. Dall'amore che Todoroki aveva trasmesso anche per tutti loro, attraverso le sue parole e i suoi gesti.

Si era convinta che quell'amore fosse una debolezza. Si era convinta che il piano di vendicarsi dei suoi genitori, appoggiato con gran piacere da Yusuke, fosse giusto.

Si era convinta che quella era la strada che l'aspettava.

Però in quel momento si ricordò di quello che era il suo vero sogno.

Ryoko voleva salvare le persone, così che nessuno soffrisse più in alcun modo. Voleva portare felicità nella vita delle persone, esattamente come aveva fatto Aizawa con lei quando l'aveva presa con se.

Spostò lo sguardo dietro di lei, trovando il professore alle prese con delle ombre di Yusuke. Lo stavano tenendo a debita distanza per evitare che annullasse il Quirk del ragazzo, e con tutta quell'oscurità nell'aria quell'emanazioni erano abbastanza forti da tenere lontano Aizawa.

Guardò poi in direzione di Takeshi e Bakugou, entrambi stavano combattendo contro Yusuke, nel tentativo di fermarlo in via definitiva.

Si sorprese della collaborazione che il biondo stava mostrando nello scontrarsi con il nemico affiancato da un suo compagno di classe.

«Tutti vogliono salvarti. Bakugou addirittura sta facendo squadra con tuo fratello, tutto per poterti aiutare» disse Todoroki, cercando di comprendere al meglio quella che era l'espressione della ragazza.

Quest'ultima riportò gli occhi sul bicolore. Poco dopo gli prese le mani, stringendole tra le sue.
«Scusa... Per ogni cosa.» Il tuo tono era flebile, appena udibile.

«Hai ragione... Su tutto quanto. Mi dispiace, avrei dovuto rivolgermi a voi prima, ma ero spaventata, avevo paura.» Nel dirlo aveva spostato per un istante gli occhi a terra.

«Scelgo di affidarmi a voi, non voglio dover combattere contro la mia vera famiglia» affermò prima di chiudere gli occhi e far confluire l'oscurità che aveva liberato attorno a loro nuovamente dentro di sé.

Nello stesso momento Takeshi sentì il collegamento con il potere della sorella essere ripristinato. Quello era segno del fatto che Todoroki era riuscito nel suo intento.

Sorrise. Ora Yusuke non aveva più vie per poter vincere quello scontro, a breve avrebbe perso tutto il vantaggio che Ryoko gli aveva dato con la magia nera.

«Ryoko... Ce la fai ad assorbirla tutta?» Domandò Todoroki quando si rese conto che l'obiettivo della ragazza era quello di far sparire ogni traccia di oscurità, così da poter portare loro in una situazione di vantaggio rispetto al nemico che stavano affrontando.

«Si. Basta tirarsi indietro.» Aprì gli occhi per poterlo guardare.
«Userò gli allenamenti fatti contro Yusuke, userò la magia, sia nera che bianca, contro di lui.»

Shouto rimase bloccato quando vide il colore dei suoi occhi. Essi avevano assunto una colorazione particolare. Non erano completamente verdi, c'erano anche delle tracce del rosso che prendevano quando utilizzava la magia nera.

Gli occhi di Ryoko erano verdi, ma con delle striature rosse, che li rendevano ancora più belli e affascinanti per chi li osservava.

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