Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟻

❝𝑁𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑑𝑖𝑟𝑎̀ 𝑎𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎, 𝑛𝑒𝑚𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑏𝑢𝑖𝑎. 𝑃𝑒𝑟𝑐𝘩𝑒́ 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑟𝑎 𝑐𝑜𝑟𝑡𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑐'𝑒̀ 𝑢𝑛'𝑎𝑙𝑏𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑐𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎.❞

||𝐾𝘩𝑎𝑙𝑖𝑙 𝐺𝑖𝑏𝑟𝑎𝑛||

Todoroki sapeva già cosa lo aspettava al suo ritorno al dormitorio, ne era perfettamente consapevole.

Aizawa non era una persona facile da ingannare, di sicuro si era reso conto quasi subito di ciò che avevano fatto i ragazzi e probabilmente già aveva fatto loro la ramanzina.

Nel tornare indietro però il bicolore non era riuscito a togliersi dalla testa Ryoko, secondo lui ancora poteva essere salvata.
L'oscurità c'era, e questo non poteva negarlo, ma non era ancora radicata in lei a tal punto da renderla irraggiungibile.

Aveva visto il suo sguardo, aveva sentito il suo bacio, ed erano quelli della ragazza che lui conosceva.

Gli aveva detto di lasciarla in pace, ma lui questo non lo avrebbe fatto.

Ryoko voleva aumentare sempre di più il potere della magia nera, così da eliminare la parte che la frenava dall'immergersi completamente nell'oscurità del suo potere.
Questo perché una parte di lei si stava opponendo a tutto quello, anche se non aveva la forza necessaria per poter riprendere il controllo di se stessa.

Quindi ancora c'era una possibilità di riportarla da loro.

I suoi pensieri si interruppero una volta che arrivò nei pressi del dormitorio. Takeshi sembrava lo stesse cercando con lo sguardo.

Quando lo individuò gli fece segno di non fare troppo rumore. Todoroki, nell'avvicinarsi, inizialmente non capì il motivo di quella sua raccomandazione, però non ci mise molto a collegare i pezzi del puzzle, cosa che poi gli confermò anche il corvino.

«Il professore non dovrebbe essere nei paraggi in questo momento» sussurrò dando un'altra occhiata attorno a loro.

«Ci ha fatto una ramanzina che è durata un bel po', è stato terrificante.» Guardò l'amico.
«Meglio non vederlo arrabbiato.»

«Mi dispiace, ci ho messo molto» disse Shouto, si era ostinato così tanto nel volerla trovare che non aveva pensato che il tempo che perdeva fuori avrebbe creato dei problemi ai suoi compagni.
«Se fossi tornato prima forse avreste potuto evitare la ramanzina.»

Takeshi scosse energicamente la testa.
«Tranquillo, ci ha scoperti relativamente presto, non fartene una colpa.» Lo rassicurò lui, Aizawa aveva sospettato della mancanza di Todoroki quando molti di loro avevano provato a convincerlo a farli uscire per cercare l'amica.

«Forse ora è meglio rientrare, prima che ci becchi.» Ancora non aveva chiesto se l'avesse trovata o meno, una parte di lui aveva paura di ricevere una risposta negativa.

Il bicolore questo lo notò, si vedeva dal suo sguardo, cercava di essere energico come sempre, ma non poteva celare la preoccupazione che provava nei confronti della sorella.

«Le ho parlato.» Gli disse mentre lo seguiva all'interno del dormitorio, avevano appena girato l'angolo che portava ad un corridoio, così da non trovarsi proprio al centro dell'ingresso.

Takeshi si fermò e si girò verso di lui, ci mise qualche secondo prima di rispondere.
«Quindi ti ha ascoltato» affermò sollevato, se gli aveva permesso di parlarle allora significava che non era tutto perduto.

Todoroki fece per rispondere, ma aspettò, in modo da non dover ripetere la stessa cosa pochi istanti dopo.

Momo stava camminando verso i due ragazzi, passando di lì li aveva visti e aveva deciso di andare immediatamente da loro, anche lei desiderava avere notizie sulla sua amica.

«Ei.» Takeshi le sorrise dolcemente quando lei fu al suo fianco.

«Ciao» disse la corvina di rimando, ricambiando il sorriso, dopodiché spostò gli occhi sull'eterocromatico.
«L'hai trovata?» Domandò a voce bassa, sperando in una risposta positiva.

«Si, l'ho trovata, sono riuscito a parlarle» cominciò a dire, vedendo un piccolo sorriso nascere sul volto di Momo.
«Possiamo ancora salvarla e riportarla a casa.»

Todoroki preferì informarli subito di ciò che pensava, della speranza che aveva provato nell'avere avuto quella conversazione con Ryoko.

Ovviamente non potevano prenderla con calma, però il solo fatto di avere anche solo una possibilità alleggeriva i loro animi.

«Sentire queste parole mi fa sta stare molto meglio» affermò l'amica, portandosi una mano verso il petto.
«Sapete, è sempre stata una ragazza tranquilla e pacata, però la sua mancanza si sente.»

Abbassò lo sguardo quando sentì qualcosa contro la sua gamba, trovando il piccolo gatto di Ryoko che stava richiedendo qualche carezza.
«Anche a te manca, non è così?» Disse con dolcezza Momo, accovacciandosi per passare delicatamente la mano sul morbido pelo dell'animale.

I ragazzi stavano per andare avanti con il loro discorso, ma delle voci provenienti dall'ingresso principali li costrinsero a tacere, accendendo invece la loro curiosità.

«Eraser Head!» Era una voce femminile che lo aveva chiamato, neanche con tono troppo alto, il che stava a significare che il professore si trovava lì in quel momento, e l'aveva chiamato dopo averlo visto.

I tre amici rabbrividirono appena, non avevano la più pallida idea del fatto che il professore fosse così vicino a loro.

«Yukimi, cos'è tutta questa fretta? Hai scoperto qualcosa?» Domandò Aizawa, avvicinandosi all'eroina.

Il professore con i suoi studenti si era sempre mostrato severo, anche sul fatto di lasciarli andare a cercare Ryoko da soli, però in certi momenti non riusciva a celare la preoccupazione che si portava dentro.

La ragazza è una figlia per lui, e non sapere dove fosse e cosa stesse facendo lo tormentava, ma non poteva permettere che quelle sensazioni offuscassero il suo giudizio.

Non aveva mai provato una sensazione come quella. La paura di non poter fare nulla, di non riuscire a fare nulla, era quasi ingestibile, non sapeva precisamente con quale forza lo stesse facendo.

«Yukimi...» Sussurrò Momo.
«È l'eroina con la quale Ryoko ha fatto l'apprendistato, vero?» Vide i due amici annuire, dando conferma alla ragazza che quanto detto era corretto.

I tre si guardarono l'un l'altro per qualche secondo, poi, come se si fossero letti nella mente, si mossero tutti verso la parete del corridoio, ponendo molta attenzione a non farsi scoprire.

Takeshi fu il primo a sporgere la testa oltre il muro, sopra di se Todoroki fece lo stesso e subito dopo si affacciò anche Momo, creando così una specie di fila verticale.

«Si, come ben sai un tuo studente è uscito senza chiedere il permesso.» Iniziò a dire l'eroina dai capelli rossi.
«Ero nei dintorni, e quando me ne sono accorta, beh, diciamo che l'ho seguito.»

Sia Momo che Takeshi lanciarono un'occhiata all'amico, la sua espressione non era mutata per niente, sembrava impassibile alla scoperta di essere stato praticamente tenuto d'occhio da Yukimi.

«L'ha trovata.» Gli disse Yukimi, ottenendo la piena attenzione di Aizawa.
«È riuscito a trovarla e le ha parlato, forse dovevamo essere meno rigidi con loro, non credi?» Domandò poi con un leggero sorriso.

«Forse, ma non potevo comunque permettermi che se ne andassero in giro liberamente» rispose il professore, sollevato però dal sapere che almeno Todoroki fosse riuscito nel suo intento.

Non vederla lì con loro significava che aveva deciso di non seguirlo, però aveva parlato con lui, quello era già qualcosa che potevano prendere come positivo.

«In ogni caso, dopo che se ne è andata l'ho seguita.» Lo guardò negli occhi.
«So dove si trovano, sia lei che Yusuke. Ho sentito parlare di quell'angolo della città, ci sono alcuni palazzi non controllati, ma ogni volta che indagavo venivo sempre portata ad un vicolo cieco» disse la donna con un sospiro.

«È ben nascosto, ma so come arrivare da lei» concluse, dando dei cenni di speranza che sarebbero serviti per motivare ulteriormente tutti quanti.

I tre ragazzi sbarrarono gli occhi nell'udire quelle parole, ma non fecero in tempo a dire niente, perché una voce alle loro spalle li spaventò, non si aspettavano ci fosse qualcun altro lì vicino.

«E questo secondo voi significa spiare senza farsi notare? Siete patetici!» Aveva esclamato Bakugou.
«Tanto vale che andiate direttamente lì!»

Evidentemente a lui non importava poi molto se fosse stato scoperto, visto il tono alto di voce che stava usando.

Momo dopo averlo sentito parlare era saltata dalla sorpresa, mollando per un momento la presa sul muro e cadendo sui due amici sotto di lei, che finirono con l'andare a terra, uno sopra l'altro.

Tutto quel baccano fece voltare i due eroi nella loro direzione, vedendo Bakugou che continuava a sbraitare contro i suoi compagni, quel ragazzo aveva sempre qualcosa per cui alterarsi, e notando inoltre come gli altri tre fossero finiti sul pavimento.

«Aiuto-» Iniziò a dire Takeshi, sbattendo lentamente la mano sul freddo marmo sotto di lui.
«Mi arrendo, mi arrendo! Ma ora toglietevi da sopra di me!»

Il povero aspirante eroe, essendosi affacciato per primo, si era ritrovato ad avere addosso sia Todoroki che Momo.

Quest'ultima si alzò subito, seguita poi dal bicolore.
«Scusaci! Non mi aspettavo che qualcuno parlasse così all'improvviso e ho lasciato la presa!» Si avvicinò a lui per vedere come stesse.

«Eh?! Quindi ora la colpa sarebbe mia?!» Sbottò il biondo.
«Effettivamente è così, la prossima volta fatti notare meno bruscamente.» Gli disse Shouto, massaggiandosi la testa e incrociando le gambe, rimanendo seduto sul pavimento.

Questo non fece altro che aumentare il nervosismo di Bakugou, però quella scena era così diversa da quelle che avevano visto durante quei giorni che Yukimi non poté fare altro che sorridere.

Sperava che presto avrebbe potuto vedere anche la sua apprendista insieme ai suoi amici, a vivere dei momenti di spensieratezza che alla loro età sarebbero dovuti essere all'ordine del giorno.

Rivolse uno sguardo verso Aizawa, anche lui sperava che quelle giornate sarebbero tornate da loro.

«Non possiamo escluderli» cominciò a dire la donna.
«Penso che dobbiamo permettergli di venire con noi, almeno coloro che potrebbero ricordare a Ryoko cos'è giusto fare.»

Capiva l'esitazione dell'eroe che aveva di fianco, si trattava comunque dei suoi studenti, farli andare con loro era un grande rischio.

Però era anche vero che quei ragazzi, in quel momento impegnati a cercare di placare i bollenti spiriti di Bakugou, avrebbero fornito molto aiuto nel tentare di raggiungere Ryoko nel profondo.

«Va bene, mi farò dare il permesso dal preside per farli partecipare.»

xxx

Sapevano che gli individui pericolosi in quel palazzo erano relativamente pochi, quindi il piano che avevano messo a punto non aveva richiesto la partecipazione consistente di eroi, alla fine coloro che si sarebbero avvicinati a Ryoko e Yusuke erano pochi, giusto quelli che potevano riuscire a parlare alla ragazza.

La mattina tanto attesa era finalmente arrivata, ora avevano la possibilità di poterla salvare. Finalmente avrebbero agito, ma nonostante ciò l'agitazione faceva comunque parte di loro.

Tutto era ignoto. Vivevano in una condizione di incertezza, che però non era in grado di fargli fare dei passi indietro.

«Scommetto che stai pensando a cosa potresti dirle.» La voce di Momo arrivò alle orecchie di Takeshi, il quale si voltò verso di lei, vedendola sedersi accanto a lui, sul divano.

«Già, Todoroki mi ha detto di cosa hanno parlato. Non so come abbia fatto in un momento come quello a dirle quelle frasi, che in qualche modo devono averla colpita» spiegò alla corvina, continuando a torturarsi le mani, non riusciva a stare fermo un secondo.

«C'è forse qualcosa che ti spaventa?» Chiese la ragazza, posando una mano sul suo braccio.

«Dovremmo provare a parlarle.» Si fermò per qualche secondo prima di riprendere il discorso.
«Se dovessi finire io davanti a lei mi spaventa l'idea di non riuscirci, sono così tante le cose che potrei dirle.»

A quel punto Momo gli prese la mano e la strinse delicatamente.
«Sono sicura che, in caso, riuscirai a trovare il modo di farle arrivare quello che desideri, ho fiducia in te.»

Takeshi la guardò negli occhi, per tutto quel tempo gli era stata vicina. Lo aveva sorretto e gli aveva trasmesso positività quando lui la stava perdendo.

Non sapeva come avrebbe fatto senza di lei.

«Grazie, per tutto.» Le disse con un piccolo sorriso.
«Ma io non ho fatto niente.»
«Invece hai fatto molto, mi hai aiutato a non darmi per vinto, certi giorni sono stati molto più difficoltosi di altri, ma tu sei sempre stata al mio fianco.»

La ragazza arrossì appena, abbassando lo sguardo e sorridendo dolcemente.
«L'ho fatto con piacere.»

Il corvino le afferrò con delicatezza la guancia, alzando il viso verso il suo, così che potesse guardarla negli occhi.
«Grazie» disse ancora una volta, in un sussurro.

Dopodiché si chinò appena, fino a far scontare le loro labbra in un bacio, che Momo non si aspettava, ma al quale ricambiò immediatamente.

Le sensazioni che provarono entrambi erano segno che i loro sentimenti non erano solo qualcosa di passeggero, erano qualcosa di più profondo, nati durante i crescenti momenti che avevano passato insieme.

Nessuno dei due aveva previsto di innamorarsi dell'altro, era successo silenziosamente, tanto che quando se ne erano accorti era ormai tardi per tornare indietro, non potevano evitare quelle emozioni.

Però né Takeshi, né Momo, se ne pentirono. Anche se in un periodo di apprensione e agitazione, erano felici di essersi trovati, di aver trovato sostegno l'uno nell'altra.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro