Un gioco di sguardi? Un colpo di fulmine? Uno stupido gioco? 

Tutte e tre le opzioni erano possibili quella sera. Tu ti eri messa in testa di andare a bere solo qualche drink analcolico e basta, giusto per uscire, ma a quanto pare quella sera non avresti fatto solo quello. Io lo sapevo, d'altronde era davvero difficile resistere. Al bar incontrasti una tua amica che ti disse di aver conosciuto il migliore amico del suo amico. Un intreccio un po' strano, non trovavi? Ma quando lei ti sottolineò il fatto che era single, tu all'inizio capisti le intenzioni della tua amica. Rifiutando continuamente, cercasti di uscire dal locale, ma lei ti costrinse almeno a guardarlo da lontano. E lì iniziò tutto. Non l'avesti mai guardato negli occhi. Tra tutta la gente che ballava e beveva, tu incontrasti il suo sguardo e lui il suo. Sembrava quasi pericoloso come ti guardava. Poi vedesti anche il suo amico guardarti e, dando una pacca sulla spalla al ragazzo, si alzò e uscì dal locale passandoti a fianco. 

<<Jimin>> ti sussurrò la tua amica per poi andare via con lui. 

Tu non sapevi che fare, d'altronde non potevi non ammettere che quel Jimin era proprio un bel ragazzo.

Quasi eri nel panico, in un locale e con uno sconosciuto che ti stava osservando.

Dopo un po' ti accorgesti che il tuo "ammiratore" era scomparso. Ti eri girata un attimo e lui era scomparso. Pensasti che in fondo era una fortuna, così da non preoccuparti più.

Iniziasti a lasciarti andare e a bere qualcosina. Ti eri ripromessa di non bere alcol e fu così. Bevesti solo drinks analcolici per non ubriacarti.

Ormai quel Jimin non ti preoccupava più, era praticamente scomparso dalla tua mente.

Passarono le ore e ti ritrovasti su un divanetto addormentata prima di tornare a casa. 

Pensasti che in fondo non era stata una cattiva idea uscire quella sera.

Peccato che quella sicurezza svanì giusto un minuto dopo.

Erano le due di notte. Fuori era tutto buio, ma nel locale la musica andava che era una meraviglia. Ti svegliasti e ti ritrovasti davanti Jimin.

<<Che fai?>> chiese lui, squadrandoti.

<<Non sono affari tuoi>>

<<Oh, tra poco lo saranno>>

Quasi sobbalzasti a quella frase. Lui ti costrinse ad alzarti e poi ti trascinò in pista a ballare. Tu non sapevi che fare, quasi avevi paura, ma d'altronde eri sola e l'unica cosa utile era cercare di capire che cavolo di intenzioni aveva Jimin.

Iniziaste a ballare.

Notasti che Jimin sapeva come muoversi. Ogni tanto una luce gli illuminava il viso e potesti ammirare i suoi occhi e le sue carnose labbra. Per un secondo desiderasti che quelle labbra fossero sulle tue.

Dopo qualche giro in pista lui ti offrì da bere. Dimenticando l'alcol, buttasti giù un paio di bicchieri senza preoccupazioni. 

Ormai era fatta.

Dopo un po', sia tu che Jimin vi ritrovaste soli, in una stanza, una sopra l'altra.

Non ti importava ormai con chi eri o che facevi: quel ragazzo era capace di farti provare emozioni incredibili e indescrivibili.

Occhi contro occhi, pelle contro pelle e labbra contro labbra.

Era tutto perfetto.