23. I'm taking for control of my own shape
Un mese dopo...
Seira non era migliorata affatto. I calmanti neanche le facevano più effetto e la testa non faceva altro che esploderle.
Marco si stava facendo additittura in otto per cercare di aiutarla e stava provando a rendersi utile in qualche modo anche Mirko.
Purtroppo però.. non c' era quasi più nulla che fosse loro possibile fare.
Tutti avevano paura di non riuscire a salvarla e quindi.. di perderla.
Ormai, anche se intimoriva comunque tutti i pazienti dell' ospedale, i due psicologi si erano affezionati alla ragazza.
Luciano.. beh.. lui non sapeva più cosa fare se non provare a tranquillizzarla.
Le crisi della ragazza erano sempre più frequenti e dolorose.. facevano quasi paura.
Lui non dimenticherà mai una delle ultime crisi che aveva avuto la sua piccola Volpina, motivo per il quale la propria costante paura cresceva sempre di più.
Flashback
Un urlo straziante riecheggiò in tutto il corridoio. Lo sentirono addirittura anche le persone dei piani inferiori.
Luciano si precipitò nella stanza di Seira, bloccandosi non appena la vide a terra.
Si era inginocchiata a terra mentre gridava come un' assatanata. Gridava come se le stessero squarciando tutto il corpo.
Poco dopo iniziò a perdere sangue dal naso.
Era un flusso piuttosto potente.
La situazione peggiorò quando poi lei, cercando di ingoiare la propria saliva per provare a smettere di gridare, era quasi giunta al punto di strozzarsi.
Il respiro le si mozzò e quando tentò di regolarizzarlo, un nodo alla gola la bloccò. Tossì sangue.
Secondo Luciano ne stava perdendo un po' troppo.
Lui subito strillò i nomi degli psicologi Leonardi e Trovato, che si precipitarono subito nella stanza.
Le dovettero somministrare diversi medicinali per tranquillizzarla e fermare il flusso di sangue.
Luciano da quella vista si spaventò a morte.
Per la prima volta.. lei riuscì ad intimorirlo tanto da farlo ghiacciare sul posto.
Se prima lui aveva smesso di aver paura di qualcosa, ora era pietrificato alla vista di una crisi del genere, ma anche di quelle più deboli.
Però per lei.. avrebbe affrontato questa paura.
Gliel' aveva promesso.
Ormai lei faceva controlli su controlli. Neanche riusciva più a riposarsi.
Tutti stavano cercando di rendersi utili in qualche modo.
"Sei distrutto Luciano.. va' a dormire" ordinò Mirko.
"No.. non ho neanche un po' di sonno. Continuiamo a lavorare" rispose.
"Ma domani hai anche scuola" ammise Marco.
"Non mi interessa. Io non me ne vado".
"Senti.. quante lezioni hai perso?".
"Mirko lo so.. ho perso due mesi di scuola. Verrò bocciato sicuramente, ma non me ne frega. Quella scuola non fa neanche per me".
"Perderai un anno.. è questo quello che vuoi?".
"Se perdere un anno farà stare meglio Seira, sarei disposto anche a perderli tutti e cinque".
"Luciano ma.. lei non sta mostrando miglioramenti al momento.. e la scuola sta quasi per finire. Sei sicuro di non voler provare a recuperare le insufficienze?" domandò Marco.
"Lasciamo perdere la scuola, vi prego".
"Non ti stai facendo un po' schifo adesso?".
"Io mi sono sempre fatta schifo..".
"No.. un tempo eri più intelligente".
"E quando lo sarei stata?".
"Quando mi davi ascolto senza predicare".
"Allora sono sempre stata uno schifo".
"Senti Seira.. questa situazione non la reggo più. Non ce la faccio più a farmi zittire da te".
"Cosa credi?! Che sia semplice farlo?".
"Allora smettila di farmi resistenza.. e unisciti a me".
"Non voglio.. non voglio.. non voglio" si dondolava su se stessa.
"Io non ti farò soffrire".
"Infatti.. tu mi ucciderai direttamente".
"Io voglio il meglio per te".
"Lasciami.. vattene! Vattene".
"No..".
Seira sentì una fitta espandersi per tutta la sua testa, diffondendosi poi sulle braccia, sulle dita delle mani.. occupando tutto il suo corpo.
Non riusciva più neanche a parlare, solo ad urlare.
Quelli però.. non erano strilli normali. Si sentivano fin fuori l' ospedale.
Coloro che la sentivano erano in grado di capire che non provenissero da un comune essere umano.
E Luciano sperava davvero di essere in grado di farla smettere.
I tre ragazzi si precipitarono nella stanza 117, ma non riuscirono ad entrare. Qualcosa bloccava la porta.
"SEIRA! APRI LA PORTA! SUBITO!" urlò fuori di sé Mirko.
"AHAHAHA non riuscirete mai ad entrare" rise ricominciando ad urlare.
"SE NON L' APRI TU, LA BUTTIAMO GIÙ!" sbraitò Marco.
"Non ce la farete mai.. ormai Seira è spacciata..".
"Non è in lei! È la sua mente che sta parlando e ridendo! Quella che urla straziata è Seira.. fatemi entrare! DEVO AIUTARLA".
I due dottori provarono a buttare giù la porta, tirando diverse spallate, ma più ne tiravano, più le grida di dolore di Seira si facevano assordanti e potenti.
"FERMATEVI!" ordinò Luciano.
"Che cosa?!" esordirono i più grandi.
"Seira.." Luciano si appoggiò con delicatezza alla porta "..ci sei ancora?".
"I-Io.. s-sì".
"Sei tu che stai gridando?".
"È-È per col..colpa s-s..sua".
"Sei in grado di autocontrollarti in questo preciso istante?".
"N-No.. Piccolo Principe ti prego, salvami!" riprese ad urlare.
"Io non posso entrare Seira.. o apri la porta o mi ascolti..".
"NON FARÒ NESSUNA DELLE DUE!!" urlò imperterrita.
"Io sto parlando con Seira.. non con te!".
"LASCIAMI PERDERE! VATTENE E FAMMI STARE IN PA..PACE" le grida ripresero.
Era una e vera propria lotta per il controllo e la sopravvivenza tra la mente e il cuore di Seira.
Entrambi cercavano di prendere il sopravvento per poter finalmente prevalere, ma nessuno dei due intendeva arrendersi.
E ciò provocava in Seira un dolore tremendo, imparagonabile a qualsiasi altro tipo di sofferenza.
"Ascoltami Seira..".
"S-Sì..".
"Ti amo mia piccola Volpina".
"A..An..Anche io.. Pi-Piccolo Principe".
"Riesci ad aprire la porta adesso?".
"Ci-Ci provo..".
Avrebbe dovuto farla aspettare o sarebbe dovuto entrare nella stanza fin dall' inizio in un altro modo?
Lui non lo saprà mai e per questo non smetterà mai di odiarsi con tutto se stesso..
..perché, quando entrò, tutti e tre notarono la faccia di Seira e il gran casino nella stanza.
Lei si era tagliata di nuovo, col tentativo di scacciare quella brutta voce.
Ora lei giaceva in piedi in una pozza di sangue.
Il Piccolo Principe si avventò su di lei, stringendola forte tra le sue braccia, sporcandosi tutto.
"Seira perdonami. Sarei voluto arrivare prima. Ci ho messo troppo tempo.. i-io-".
Lei non lo fece finire di parlare. Si avventò sulle sue labbra, baciandolo con una grande disperazione.. e passione.
Luciano sbagliò a sentirsi felice in quel momento poiché, dopo qualche minuto, sentì la ragazza farsi sempre più pesante, come se non riuscisse più a stare in piedi da sola.
"Volpina.. dai rialzati.. dopo un po' pesi anche tu.." rise, anche se non aveva nessun motivo valido per cui farlo.
"Ti amo Piccolo Principe" disse per poi accasciarsi completamente su Luciano.
"Seira? Ehy.. SEIRA?!" il ragazzo entrò completamente nel panico.
"SEIRA NON È DIVERTENTE! SEIRA!!".
Hdbekiehg...shh! Calma! Calma.. abbassate i forconi che tanto vi ho visti.. VI HO VISTI, SENZA CHE LI NASCONDETE!
Anche i coltelli.. forza tirateli fuori.
Conosco ogni tipo di arma.. quindi fuori lame celate e balestre, con i dardi. E valgono anche le spade.
Anche la pistola!
Ho detto anche la pistola.
Benissimo.. adesso possiamo parlare.
SORPRESA SONO TORNATA PRIMA!
Voi dovete sapere che ho una nuora (non nella vita reale. È una lunga storia) meravigliosa. La migliore di tutte.. perché io non avevo uno straccio di idea e lei mi ha illuminata. Delle idee meravigliose.. io le ho già fatto una statua. È nel centro del mio paese quindi, se passate, si può tranquillamente vedere.
Visto che ora so cosa fare.. posso tornare ad aggiornare u.u
IO. TI. AMO. ❤ PsicopathViolinist
E anche voi. Ve lo giuro❤
Axera♤
Però.. mo che ci penso.. si può uccidere anche a mani nude..
*si nasconde nella buca*
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