𝑛𝐄𝑏𝒃𝐈𝑎 - 1
"Ghali" disse semplicemente, senza togliersi quel sorriso dalla faccia.
Afferrai la sua mano.
"Arabella"
Aveva una presa salda, forte, sicura.
Si presentò anche Gaia e poi Chiara cercò qualcosa in comune tra lei Luca per farli parlare, facendomi capire che era me che Ghali voleva conoscere.
Riportai il mio sguardo su di lui.
"Tu fai musica no? Come mai sei qui?"
Cercai dimostrarmi disponibile e gentile.
Non che mi interessasse davvero, ma non avevo alternative migliori.
Annuì, con una leggera risata.
"Si faccio musica, però la moda è una passione. Mi hanno invitato"
Mi sorrise, sembrava aver capito che non avessi voglia di stare li, ma probabilmente era divertito dalla cosa.
"Capisco"
Cercai di fingere interesse un po' meglio.
Chiara lasciò Gaia e Luca parlare da soli e raggiunse noi due.
"Dio, Ghali, è da un sacco che non ci vediamo."
Gli disse sorridendo
E lui rise un po', notando che la nostra amica non era proprio perfettamente sobria.
"È vero è vero"
"Oh Bella ma lo sai che anche lui è di Baggio?"
Mi disse come contenta della cosa, appoggiandosi a me. Io la sostenni e risi leggermente guardandola e poi mi girai a guardare lui, che sembra sorpreso dalla notizia.
"Davvero?" gli chiesi io.
Era strano incontrare qualcuno della mia zona ad eventi del genere.
Lui annuì.
"Si. Di che anno sei?"
"96" dissi guardandolo
"Io 93. Strano che non ci siamo mai incontrati, conoscevo praticamente tutti in zona."
"Non so, anch'io conoscevo molte persone, magari erano giri diversi"
Mi stavano viaggiando in testa immagini della mia adolescenza, probabilmente sarebbe stato meglio per lui avere giri diversi dai miei.
Chiara stava ascoltando il discorso sempre sostendendosi a me quando decise di parlare.
"Tra i due non so chi era messo peggio a giri strani..."
Dio mio Chiara ma perché.
Ghali mi guardò alzando un sopracciglio, stupito e un po' intrigato.
"Ok Chiara grazie dell'intervento. Guarda c'è una tua amica che ti saluta vai da lei."
Chiara mi diede un bacio sulla guancia e raggiunse la sua amica.
"Davvero? Giri strani?"
Mi chiese lui curioso, con un sorriso furbo.
"Chiara esagera sempre."
Dissi con tono fermo.
"Se non ti dispiace ora avrei proprio bisogno di fumare."
"Se non ti dispiace verrei con te."
Rispose lui, velocemente.
"Si come vuoi."
Presi la mia borsa e uscì dalla porta sul retro.
Cazzo che freddo.
L'aria gelida di Milano l'avevo sempre odiata. Potevi viverci da sempre ma non finiva mai di darti fastidio.
Mi sedetti su uno scalino e lui accanto a me.
Presi tabacco, cartine, filtri e il grinder.
"Davvero vuoi fumare qui? Non è un evento un po' troppo formale?" Mi chiese divertito
"Se entri in bagno trovi così tanta coca che esci fatto anche se non vuoi. Penso che farsi una canna sia il minimo per resistere. Puoi farmi il filtro?" Dissi senza neanche guardarlo, mentre iniziavo a girarla.
Lui ridacchiò "Non posso darti torto."
Perché è così tranquillo e di buon umore? È insopportabile
Avevo tutto appoggiato sulle gambe quindi quando allungò la mano per prendere i filtri mi sfiorò la coscia.
Lo guardai e lui ricambiò lo sguardo, poi sistemai tutto sulla cartina mentre lui faceva il filtro.
Mi passò il filtro e io finì di girarla.
"A cosa si riferiva Chiara?" Mi chiese osservandomi.
Io mi girai a guardarlo mentre leccavo la cartina e la chiudevo.
Lo vidi fissarmi le labbra
"Niente di che." Risposi per poi accenderla.
"Veniamo dallo stesso posto, so che compagnie giravano. Conosco ogni storia possibile."
Feci un paio di tiri guardando diritto davanti a me e gliela porsi, restando con lo sguardo fisso.
Lui la prese sfiorandomi le dita e fece un tiro.
"Lunga storia." dissi poi.
"Ho tutto il tempo del mondo." Fece altri due tiri e ma la passò.
Tenni la canna tra le labbra, gli presi la mano e gli feci toccare il dorso del mio naso, si muoveva in modo strano.
"Che è successo?" mi chiese divertito.
Feci un tiro.
"Uno mi ha spaccato il naso in una rissa, non avevo i soldi per l'operazione e ora è passato troppo tempo quindi non l'ho mai sistemato come si deve."
Un altro tiro.
Dio... non smetterò mai di fumare.
Sorrisi leggermente, divertita dal ricordo.
Dio era passato così tanto tempo, mi sentivo così diversa e uguale.
Gliela passai di nuovo.
"Non mi aspettavo questo conoscendo una modella ad un evento così formale"
Disse prendendola e fumando.
Io accennai un sorriso divertito.
"Mi dispiace non aver atteso le tue aspettative. Se cercavi una bambolina senza troppe pretese te ne posso presentare un paio."
Dissi.
Sembro troppo giudicante.
Stava per parlare ma lo interruppi.
"Non fraintendere io la metà le adoro, bravissime ragazze. Sono solo in una realtà diversa che non mi appartiene."
"Hai frainteso tu."
fece un tiro e mi sorrise in modo furbo.
"Non so cosa pensi ma sono qui solo per fare un favore a Chiara." dissi fredda e concisa
"Lo so." sorrise.
"Allora perché sei qui?" risposi veloce.
"Perché non dovrei?" ancora quel sorriso furbo.
"Non cerco una relazione" fumai, non lo guardavo neanche.
"Neanch'io" mi guardò
"Neanche sesso" lo guardai dritto negli occhi.
"Neanch'io" rise leggermente.
"Allora perché sei qui al freddo a parlarmi?"
gli volevo strappare quelle labbra per farlo smettere di sorridere così.
"Mi annoiavo in quella festa" si stava divertendo a farmi innervosire?
Rimasi in silenzio.
"Anch'io" dissi dopo due minuti e aver finito la canna.
"Raccontami di te" Mi chiese prendendo una sigaretta e offrendomene una.
Io la presi e lo lasciai accendermela.
Ci guardammo.
Sorrise, con la sigaretta tra le labbra.
Fanculo.
Sospirai.
"Cosa vuoi sapere?"
Lui mi sorrise.
"Tutto."
Roteai gli occhi divertita.
"Pretendi troppo, Ghali."
Lui si avvicinò un po' a me, lo lasciai fare, non dandogli segnali ne in negativo ne in positivo.
"Sei una delle poche persone italiane che ho conosciuto che sa pronunciare bene il mio nome." Disse incuriosito.
"Avevo degli amici tunisini quando abitavo a Baggio, mi hanno insegnato qualcosa." risposi semplicemente.
"Sai parlare arabo?"
"بعض الشيء'"
(un po')
Lui mi guardò stupito.
"Te la cavi abbastanza"
Sorrise e fece un tiro di sigaretta.
Feci un tiro anch'io e accenai un sorriso.
"Gentilissimo"
Lo guardai.
"Sei molto interessante, Arabella"
Mi osservò.
"Lo so" sorrisi furbamente.
Finì la sigaretta.
"È tardi, devo andare."
Mi alzai
Roteò gli occhi, divertito.
"Mi dai almeno il tuo numero?"
"Sono sicura che riuscirai a trovarmi in qualche modo"
Gli sorrisi e presi la borsa, per poi andarmene senza neanche lasciargli tempo per ribattere.
Scomparendo nella nebbia, come Milano.
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