𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 6
Finalmente dedicarsi di nuovo alle prove non era più un sogno lontano.
In un attimo persero quell'aria annoiata in viso, ci volle un'istante soltanto, rendendo Aika felice di vederli più carichi di prima.
Quella mattina non andò a scuola, doveva recarsi in quell'agenzia con la quale avevano recentemente stretto un accordo; in programma c'era un set fotografico.
Avevano bisogno di una modella che indossasse i loro vestiti, non necessariamente conosciuta, così la manager non ci pensò due volte prima di contattarli.
Era una grande opportunità per Aika, ancora una volta la bionda aveva fatto centro.
La giovane si assentò un attimo per prendere alcune cose necessarie al lavoro, non appena tornò capì in un istante cosa stava succedendo.
Tsumugi e Yamato erano insieme, inoltre era evidente quale fosse la loro destinazione, dopo quanto accaduto la sera prima chiunque l'avrebbe pensato.
Si misero a ballare, senza il consenso di nessuno, ma solo per il gusto di farlo.
Da parte di chi si trovava all'interno del posto poteva essere interpretato in maniera differente, ovvero che si misero a danzare per attirare l'attenzione degli spettatori che rientravano a casa.
In una simile situazione porgere di persona le proprie scuse è il minimo che si possa fare.
"Ehi. State andando a scusarvi?" domandò, fermandosi subito dopo.
"Oh, Aika! È così. Scusa se non posso accompagnarti."
"Non importa. Piuttosto, con Yamato sei in buone mani. Potrei assumerlo come guardia del corpo, come idea è intrigante non trovi?" chiese ironicamente al ragazzo, portando il viso vicino al suo, accennando un sorrisetto alquanto inquietante.
"Non sarebbe male se solo non rischiassi la vita ogni volta che dai in escandescenza."
"Eh? Cattivo." disse facendo poi una linguaccia, seguita da un broncio temporaneo.
"Noi andiamo allora. Buona fortuna per il lavoro Aika!"
"Ti ringrazio, manager."
"Poi ci racconti." la avvisò Yamato, ma proprio in quel momento l'azzurrina si accorse che aveva ancora qualcosa da dire.
"Ah, dimenticavo! Portate i miei saluti al Principe. Non dovrebbe dare solo i budini a mio fratello ma far costruire una statua a mio nome per la pazienza che ho avuto."
Mise le braccia incrociate, successivamente Yamato le rispose con un sorriso, giusto un attimo prima di andarsene.
"Dai, non prendertela così tanto."
"Non prendertela così tanto dice, ma ha visto anche lui che tipo di persona è quel Kujo. Sarà meglio che mi avvii." aggiunse una volta lasciati allontanare, sospirando prima di dire l'ultima frase.
Non ci mise molto ad arrivare in agenzia, con il suo passo e la musica nelle orecchie arrivò in un attimo.
Fortunatamente le piaceva tenersi in movimento, altrimenti non avere qualcuno al suo fianco in quei momenti avrebbe infierito negativamente su di lei.
Aika era una ragazza forte, non si preoccupava di certe piccolezze.
Una manager al proprio fianco le trasmetteva una certa sicurezza, ma comprendeva anche che non doveva essere facile per Tsumugi dedicarle gran parte del suo tempo.
Riusciva a capire da sola che gli IDOLiSH7 avevano maggiore bisogno di lei.
In ogni caso Aika sapeva che le cose sarebbero andate in quel modo solo temporaneamente.
Presto sarebbe diventata sempre più conosciuta, doveva solo fare del suo meglio prima di allora.
"Bene. Si comincia." disse, entrando poi nell'edificio.
[Poco dopo]
Scattò molte foto, per la prima volta in vita sua stava sperimentando qualcosa che non rientrava nei suoi piani, non se lo sarebbe mai aspettata.
Aveva posato con dei professionisti appostati dietro le attrezzature, forse nel profondo un filo di agitazione lo provava.
Alcune lacune erano evidenti ma nessuno se ne preoccupava.
Quell'agenzia era stata avvertita in precedenza sulle capacità di Aika, se avessero avuto bisogno di una modella esperta non avrebbero accettato di lavorare con lei.
La giovane era perfetta per quello che cercavano.
"Abbiamo parlato con la sua manager al telefono poco fa. Non potrà essere qui purtroppo, ma a breve il nostro autista le darà un passaggio. Grazie per oggi." le comunicò un ragazzo dello staff, era molto gentile.
Una macchina non era necessaria in realtà, se però avesse rifiutato anche quella volta la manager si sarebbe arrabbiata.
Non le era mai capitato di vederla nervosa a causa di qualcuno ma preferiva evitare accadesse.
L'azzurrina era sempre stata dell'idea che se una persona tanto dolce si innervosisce fa paura sul serio.
Sperimentare cose nuove la incuriosiva, ma quella non rientrava tra le opzioni.
"Grazie. Chiedo scusa per il disturbo."
"Si figuri, lo facciamo volentieri. Fuori il tempo non è dei migliori, tra poco comincerà a piovere. Non vogliamo che si ammali."
"Grazie ancora." rispose con dolcezza, accennando un sorriso.
Non sapeva bene cosa dire quindi si limitò a ringraziare, considerava carino quello che l'agenzia stava facendo per lei.
La macchina tardò ad arrivare a causa del traffico, i treni erano bloccati per il maltempo, tuttavia la giovane non poteva aspettare tutto quel tempo seduta in attesa che la situazione si sbloccasse poco alla volta.
I suoi amici stavano per presentare la loro nuova canzone, aveva promesso loro che avrebbe fatto in tempo per quel momento.
Se avesse tardato sicuramente non se la sarebbero presa ma Aika ci teneva a essere lì per loro.
"Scusi, continuo a piedi. La ringrazio per essersi scomodato per accompagnarmi, può tornare indietro non appena possibile." disse all'autista, poco prima di mettersi il cappuccio e scendere dall'auto.
L'uomo la guardò, pensando che avrebbe potuto prendersi un raffreddore, poi rispose.
"Ne è sicura? Si ammalerà."
"Non si preoccupi. Non mi ammalo così facilmente. Devo essere dai miei amici prima che presentino la nuova canzone, credo che lei possa capire come mi sento." gli disse, tenendo la portiera aperta ancora un attimo; ormai era già in piedi con il cappuccio sopra la testa.
A quel punto il moro sorrise, lavorando per un agenzia riusciva a comprendere situazioni del genere, il sostegno da parte dei propri colleghi e amici è importante.
"Già. Buona fortuna allora."
"Arriverò in tempo, sono veloce sa? Alla prossima."
La giovane sorrise e poco dopo chiuse la portiera, in un attimo cominciò a correre.
Se fosse stato necessario probabilmente si sarebbe messa a saltare sopra le auto in coda, era una ragazza piena di sorprese.
Avvicinandosi sempre di più all'agenzia cominciò a sentire qualcuno parlare, la voce era quella di Riku, questo significava che avrebbe fatto in tempo.
"Manager! Sono qui." disse, notando poi la bionda voltarsi subito verso di lei.
"Aika, ce l'hai fatta!"
"Non sei sorpresa?"
La ragazza scosse appena la testa sorridente, ormai si erano abituati tutti, sapevano che avrebbe fatto di tutto per non mancare al lancio della nuova canzone.
"Affatto. Sapevo che avresti trovato un modo per arrivare in tempo."
"Cavolo, sono diventata prevedibile."
"Vuoi un po' d'acqua? Devi aver corso."
"Grazie." disse, mettendosi d ascoltare la canzone mentre mandava giù dei sorsi.
Per quanto fosse abituata a simili ritmi aveva pur sempre fatto una lunga corsa senza pause.
"Manager, li stanno intrattenendo finchè i treni non tornano in funzione vero?"
"Già." rispose, mettendo successivamente un asciugamano sopra la testa della giovane, che quest'ultima non esitò ad afferrare, voltandosi subito verso la bionda.
"Non vorrai prenderti un raffreddore." continuò sorridente.
Era preoccupata per la salute di Aika vista la pioggia che si era presa, è vero che indossava il cappuccio ma dopo un po' anche quello tende a scendere.
"Non so cosa farei senza di te manager." rispose, cominciando po' a strofinare l'asciugamano sui capelli.
La bionda a volte si comportava proprio come una sorella maggiore.
Passarono ancora un paio d'ore, i treni tornarono in funzione e gli IDOLiSH7 dietro il palco.
"Certo che ne avete passato di tempo a cantare, se aspettavate ancora un po' mi trovavate su quella sedia tutta rinsecchita come un grissino e piena di muffa." disse facendo anche alcuni movimenti con le braccia, lasciando evidente che stesse scherzando.
"Aika?" la notò Yamato.
"Hai fatto in tempo." sottolineò Sogo.
"Mia sorella quando si mette in testa qualcosa non la ferma nessuno!"
"Questo abbiamo avuto modo di notarlo tutti." rispose il leader a Tamaki, che ancora aveva un dolce sorriso in viso.
"Ad ogni modo, siete stati fenomenali."
"Vero? È stato divertentissimo." rispose Mitsuki, strofinandosi l'asciugamano sui capelli.
"Correre fino a qui ne è valsa la pena."
"Te la sei fatta a piedi?"
"C'era traffico per via del mal tempo quindi non avevo alternative. In un primo momento temevo di aver spaventato l'autista a tal punto di perdere il lavoro, ma è andata bene, ha compreso la situazione. Quando sono arrivata invece ricordavo più un cammello, non la finivo più di bere." raccontò lasciandosi scappare una lieve risata, portando Mitsuki a ridere insieme a lei.
"Sto immaginando la sua faccia. Deve aver pensato di aver a che fare con una pazza!"
"Dai, sono tanto strana?"
"Nah, non direi."
La giovane sorrise.
Quando si hanno certi momenti bisogna goderseli a pieno, il più possibile, perché per quanto triste niente dura per sempre, tutte le cose belle prima o poi finiscono.
Non appena i tre sentirono un rumore, come qualcosa che cade, si voltarono e notarono il rosso sofferente tra le braccia di Iori.
Nessuno aveva idea di cosa stesse succedendo, così l'amico spiegò la situazione, a quanto pare era l'unico a esserne al corrente.
"Nanase-san soffre di una malattia ai polmoni. Per questo motivo non può fare sforzi per un tempo prolungato."
Aika rimase sorpresa quanto gli altri nel sentire quanto aveva detto, senza parole, osservando il viso sofferente del rosso.
La giovane cominciò a chiedersi per quale ragione avesse scelto di nasconderlo, ma in un momento simile poco le importava.
Se l'avessero saputo prima avrebbero potuto evitare di portarlo oltre il suo limite, ma ormai era tardi per pensare a questo e l'azzurrina troppo in pensiero per rimproverarlo.
L'avrebbe senz'altro fatto più avanti, voleva solo che stesse bene.
[Qualche giorno dopo]
Si trovavano sul divano, in attesa di aprire la vendita dei biglietti del concerto annunciato da poco, erano in estrema agitazione.
"Non sto più nella pelle!" confessò l'arancione, mentre Iori si preparò a fare una battuta sulla situazione di qualche giorno prima, in seguito a quanto accaduto al rosso.
"Dopo la ramanzina che si è dovuto sorbire mi sorprende che Nanase-san sia ancora in grado di stare qui con noi adesso. Temevo avrebbe raggiunto il paradiso quanto prima, Aika sei spaventosa."
"Eh? Sono stata così terribile?"
Davanti a quella domanda l'amico si fermò a guardarla, intensamente, come per darle conferma di ciò che aveva appena chiesto.
"E va bene, forse ho esagerato un pochino. Ma cavolo, mi ha fatta preoccupare moltissimo!"
"Ti chiedo scusa Aika, non era mia intenzione." rispose il rosso sorridente.
"Nanase-san, non scusarti. L'hai già fatto una cinquantina di volte. Non darle soddisfazione, se lo fai si sentirà ancora più potente e la prossima volta che proverai a nascondere qualcosa ti torturerà verbalmente. È malefica."
"Iori, se dici ancora qualcosa di così cattivo ti uccido." disse, mettendo un dolce broncio, poi le venne in mente qualcosa di più improvviso e inaspettato.
Attese ancora un paio di secondi, poi gli saltò sulla schiena, prendendo con le mani un paio di ciocche dei suoi capelli.
"Aika, ma che fai?"
"Visto che sono un mostro adesso ti strappo i capelli!"
"Oh. Nanase-san, salvami." disse, calandosi nella parte.
Dopo aver assistito a una scena simile la tensione doveva averli abbandonati quasi del tutto.
"Iori! È stato bello essere tuo fratello! Ci incontreremo nella prossima vita."
"Bye, bye." rispose il biondo, ormai avevano tutti deciso di stare al gioco.
Le risate che si fecero l'attimo dopo con il tempo sarebbero diventate impossibili da dimenticare, avevano così ottenuto l'ennesimo ricordo insieme.
Aika scese dalle spalle dell'amico e attese con gli altri l'orario stabilito, era questione di secondi pima che scattassero le dodici.
"Ragazzi, mi è passata la fame per quanta ansia ho." disse la giovane, ricevendo un sorriso da parte degli altri.
"Aika, sembri quasi più in ansia te di noi."
"Naturalmente. Sono la vostra fan numero uno, te lo sei dimenticato?" disse, facendo così sorridere anche la manager, che subito dopo tornò insieme al gruppo con gli occhi sullo schermo.
Il minuto scattò, tuttavia il server segnava problemi di connessione, il che risultava strano.
Non passò molto, pochi secondi dopo Banri aprì la porta per aggiornarli sulla situazione.
"Ragazzi! Ci hanno appena contattati dal sito di vendita. È tutto sould out!"
Ci erano riusciti, avevano il tutto esaurito dopo appena pochi secondi, finalmente si erano presi la loro rivincita sulla prima volta.
Aika non riusciva a frenare l'entusiasmo, prima abbracciò Nagi ma quando lo vide scuotere Yamato saltò alle spalle di quest'ultimo, avvolgendogli le braccia attorno al collo.
"Aika, mi stai strozzando. Così il concerto lo faranno in sei."
"Oh, scusa!" si scusò, portando fuori la lingua e assumendo una dolce espressione in viso.
"Non è finita! Abbiamo ricevuto una richiesta di apparizione da un programma musicale sulla tv locale! Vogliono trasmettere il nostro concerto!" aggiunse Banri entusiasta, ma le novità non erano finite.
"Se sento un'altra notizia così bella potrei seriamente svenire."
"Allora tieniti, perchè questa volta ne ho una per te."
"Per me?"
"Ci hanno contattati diverse agenzie, a quanto pare ti hanno notata dopo che hai posato per la [Nome agenzia] e non vedono l'ora di lavorare con te."
"Dici sul serio?" chiese.
Era letteralmente rimasta senza parole, sapeva che il successo sarebbe arrivato anche per lei ma non si aspettava di certo che arrivassero offerte di lavoro tutte di botto.
"Ce l'hai fatta!" gridò Mitsuki, abbracciandola subito dopo, lo stesso fece Nagi seguendo l'arancione.
"Sorellina, sono fiero di te." le confessò, osservandola con un dolce sorriso.
Aveva gli occhi chiusi e un'espressione talmente dolce che la giovane faticava a trattenersi dal stringerlo in un abbraccio.
"Grazie fratellone." rispose, poi fece quello che doveva fare, avvolgendo le braccia attorno al suo corpo.
"Congratulazioni ragazzi. Oggi si festeggia con dell'ottima carne alla griglia." intervenne il presidente, oltrepassando la porta con Kinako tra le braccia.
Visti i riscontri positivi avuti di recente meritavano un premio, e la carne non poteva renderli più felici.
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