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𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 28

[Tenn]

Erano insieme, all'interno della solita stanza.

Gaku stava per parlare loro di qualcosa di importante che scoprì quel pomeriggio.

"Potrebbero costringermi a lasciare i TRIGGER. Vado a prendere a pugni mio padre." disse, portando il bianco a pensare a come calmarlo.

"Potresti non coinvolgere i nostri fan nelle vostre liti padre figlio?"

"Che sia mio padre non centra!" esclamò, alzando il tono della voce.

Se stava perdendo le staffe doveva essere accaduto qualcosa di grave, altrimenti non avrebbe reagito in quella maniera.

"Cos'è successo?" domandò Tenn, con l'intenzione di fare chiarezza.

"Preferisco non ne sappiate nulla. Andrò io a sistemare la faccenda."

"Perché te ne stai sulle tue?! Noi siamo..." disse Ryu.

"Solo colleghi?"

"Noi siamo compagni che hanno lavorato sempre insieme! Siamo arrivati fin qui coprendo gli errori l'uno dell'altro e rallegrandoci insieme nei bei momenti! Io vi considero miei amici. Sento che c'è un legame molto più forte tra di noi!" continuò il castano, facendo così ritornare alla mente del ragazzo alcuni ricordi legati alla giovane.

Fin da quando la conosceva era sempre stata legata ai suoi compagni, li considera amici anche se li conosce da appena qualche mese e ha sempre lottato per rimanere al loro fianco.

Ha chiamato amico anche me, nonostante avessimo cominciato a legare da poco. Non conosceva nulla di me, eppure...
Si fermò a riflettere, ripensando ai momenti passati insieme; fu proprio in quel momento che le parole del castano fecero breccia nel suo cuore.

Sapeva che aveva ragione, era quello che provava anche lui, ma non aveva mai avuto la forza di ammetterlo.

"Sputa il rospo Gaku. E tu Tenn, non dire cose che sai che non pensi davvero!" aggiunse, dimostrando che in realtà lo aveva capito senza che il ragazzo dicesse nulla.

"Noi stavamo cantando una canzone rubata agli IDOLiSH7. Pare sia stato Hyuga Akihito. Se dovesse trattarsi di un ordine di mio padre non potrei sopportarlo." confessò, stringendo la mano in un pugno.

Quindi era come pensavo.
Pensò, tra sé e sé, ricordandosi anche di quella conversazione che aveva avuto con Aika tempo prima.

Ora che l'hanno scoperto, forse non vorranno più cantarla.
Non poteva farci nulla, sapeva che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla ma finché poteva preferiva tenerla nascosta, altrimenti avrebbe visto delle espressioni tristi sui volti dei compagni.

"Immaginavo fosse così. Anche Aika me ne ha dato conferma."

"L'hai saputo da Aika? Perché allora non ci hai detto nulla?! Non hai nemmeno un briciolo di orgoglio?!"

"Se non ve ne ho parlato è perché non volevo vedere un'espressione ferita sul vostro volto. Perché avevate detto che quella canzone vi piaceva. Che vi divertiva. Se aveste saputo del plagio, sarebbe stato orribile e imbarazzante, e non l'avreste più voluta cantare!" alzò la voce, tirando fuori tutto ciò che sentiva in quel momento.

Per una volta si espresse sinceramente davanti a loro, esternando le emozioni che sentiva; non l'aveva mai fatto prima.

"È proprio come dici tu, Gaku. Ho buttato via il mio orgoglio. Ho dato la precedenza ai sentimenti e ho finito per non vedere. Quindi, alla fine i colleghi non hanno bisogno di essere amici." continuò.

Sul suo volto si notava della tristezza, ma i due non condividevano il suo ultimo pensiero.

Si avvicinarono a lui, sorridendo, con l'intenzione di farlo sentire meglio e di non farlo preoccupare ulteriormente.

"Tenn. Riguardo quello che hai detto prima, non pensare che i sentimenti che provi per Aika siano una debolezza, finiresti per farla soffrire." commentò Gaku, portando così il giovane ad alzare la testa.

"Non guardarmi così, so che finirai per pensarlo."

"Non penserò a un bel niente, finiscila." rispose portando lo sguardo verso il basso.

In quel momento non disse altro, ma non si fermò nemmeno a pensare alle parole del grigio.

Non confermò i suoi dubbi, ma al contempo non li negò.

Anche se avesse cominciato a nutrire interesse di quel tipo per quale ragione avrebbe dovuto reprimerlo?

Per lui basta dare il giusto peso e attenzione alle cose.

Una volta messo in chiaro questo, va bene provare sentimenti per qualcuno.

Ora ho voglia di sentirla. Dovrei chiamarla?
Si domandò posando un paio di dita sopra il mento, ma poi entrò la manager a spezzare l'atmosfera, portando loro una notizia che non avrebbe lasciato il ragazzo indifferente.

[Aika]

Dentro lo studio si respirava un'aria a dir poco soffocante.

La giovane non ne poteva più, ritrovarsi a discutere in un momento simile non serviva a nessuno.

C'era tensione, le cose non andavano bene, tutto d'un tratto sembrava come se il legame che li univa si fosse messo da parte; l'azzurrina non riusciva a sopportarlo.

In queste situazioni tenersi tutto dentro non aiuta, quando ci si sente male sentiamo il bisogno di parlare con qualcuno disposto ad ascoltarci.

Aika si allontanò dalla stanza e raggiunse il terrazzo.

Il cielo si stava preparando ad accogliere le stelle.

Gli amici dovevano cambiarsi, quindi aveva un po' di tempo prima di lasciare l'edificio.

Prese il telefono e chiamò lui, l'unica persona che in quel momento avrebbe potuto aiutarla a distrarsi.

Anche se non poteva parlargli della situazione nello specifico in qualche modo avrebbe fatto.

Certe faccende vanno tenute segrete.

Quanto accaduto poco prima agli studi rientrava tra queste, per quanto Aika avesse provato dolore non aveva il permesso di farne parola.

Ma non le importava, forse l'avrebbe fatto più avanti, in quel momento le bastava sentire la voce dell'amico per telefono.

"Ehilà." disse lei, sorridendo.

Aveva risposto quasi subito, non bastarono un paio di squilli.

Anche se Aika non ne era al corrente, anche lui sentiva il bisogno di parlarle.

"Come mai hai risposto subito?"

"Avevo il telefono vicino."

"Capisco."

"È successo qualcosa? È raro ricevere una tua chiamata a quest'ora, credevo ti trovassi ancora agli studi." rispose.

Intuire che le fosse accaduto qualcosa era facile, dopotutto lo stava chiamando in orario di lavoro.

Nonostante questo non le disse che aveva il telefono vicino perché voleva sentire la sua voce, l'avrebbe tenuto segreto.

"Avevo solo bisogno di parlare un po'. Non ti dispiace rimanere con me un pochino?" chiese dolcemente; quell'istante si sentiva fragile per via di quanto accaduto poco prima.

"È una buona idea. Anche a me farebbe bene."

"Problemi con il lavoro?"

"Non proprio."

"Sai, mi sarebbe piaciuto poter lavorare nuovamente insieme a voi. Se ci pensi Yaotome ha annullato la collaborazione senza sapere che grazie ad essa abbiamo avuto l'occasione di conoscerci meglio. Se ora siamo amici in parte è grazie a lui, eppure credeva di fare una cosa che si rivoltasse conto di me. Ironico non trovi?" gli fece notare, posando il gomito sopra la ringhiera, fermandosi poi a osservare il cielo.

L'amico pensava lo stesso, ma in quel momento non voleva parlare del Presidente.

Ciò che desiderava era aver ricavato del tempo per parlare con la giovane e non voleva sprecarlo.

"Già. Stai guardando il cielo?"

"Come fai a saperlo?"

"Generalmente osservare il cielo rilassa. È una cosa abbastanza comune, ho solo pensato che potesse essere così anche per te."

"Per te non lo è?"

"Dipende."

"Da cosa?"

"Dai momenti."

La giovane arrossì appena.

Il battito del suo cuore cominciò ad accelerare anche se non di molto, stava cominciando a crearsi dei castelli sulla ragione nascosta dietro quella risposta.

"E adesso...Lo è?" chiese con imbarazzo.

Il rossore che le comparve in viso era evidente, ma fortunatamente dal telefono non si notava.

"È piacevole. E poi, è romantico." disse, esitando solo un attimo prima di pronunciare la seconda frase.

È romantico?
Si fermò a pensare a quanto aveva detto, le parole che aveva usato e proprio in quel momento.

Avrebbe potuto trattarsi di una coincidenza.

il cielo stellato è romantico, è un dato di fatto, eppure Aika non riuscì a dare una risposta.

Le parole non uscivano, le labbra tremavano e il cuore continuava a batterle all'impazzata.

Perché l'ha detto proprio in questo momento? Sei sleale, Tenn.
Ripetette nei suoi pensieri, dopodiché si mise una mano sul petto e sospirò; doveva riprendere fiato.

"Aika, ci sei ancora?"

"Sì, scusami. Ah! Hai mangiato quei dolci che ti ho consigliato questa mattina?" gli chiese, cercando di portare la conversazione su un argomento diverso.

"Non ho avuto tempo di comprarli. Come avrei fatto se sono pieno di lavoro, sicura di stare bene?"

"Sto benissimo!"

Se avessero continuato non ce l'avrebbe fatta, e poi voleva veramente sapere cosa pensava di quei dolci.

[Poco più tardi]

La manager guidava l'auto ma senza dire una parola, si trovava in una situazione difficile oltre che triste.

A breve sarebbero rientrati al dormitorio, da quando erano entrati nel furgoncino nessuno pronunciò mezza parola, neanche la giovane se la sentiva di farlo.

Di solito erano lei e il biondo a sdrammatizzare in caso di atmosfera pesante, eppure entrambi questa volta non fecero nulla, anche loro si sentivano poco bene per via dell'accaduto.

Aika osservava le strade dal finestrino, con il mento posato sul palmo della mano, e rifletteva.

Per un attimo le tornarono alla mente i momenti passati all'interno del veicolo.

Se chiudo gli occhi, non appena li aprirò e mi volterò li sentirò ridere e scherzare come prima?
Si chiese, voltandosi solo per un attimo, tornando l'istante successivo a osservare il finestrino con un sorriso ormai rassegnato.

Già, immaginavo.

Se chiudeva gli occhi poteva ricordare i momenti felici passati insieme a loro, come quando la presero in giro durante il viaggio di rientro da Okinawa.

La giovane trovava straziante vederli in pezzi ma sapeva che le cose sarebbero tornate come un tempo, cominciò a crederci come prima dopo aver ricordato quante ne avevano passate.

Dopotutto tutti hanno periodi no ma anche quelli si superano con il tempo, bisogna solo aspettare.

"Vista la nomina per il premio dei nuovi talenti, congratulazioni! È un traguardo eccezionale ragazzi!" li accolse Banri al loro rientro, con dei coriandoli e un delizioso banchetto per festeggiare la nomina.

Purtroppo però nessuno mostrava felicità, il che portò il Presidente a intervenire.

"Pare proprio che non riescano a gioirne. Se nel momento in cui stai per raggiungere l'obiettivo tanto agognato non riesci più ad esserne felice, vuoi dire che quello non è più il tuo sogno. Avete chiuso con la carriera da idol." prese una breve pausa prima di continuare.

"Dichiaro sciolti gli IDOLiSH7 e dichiaro sciolti anche i MEZZO". Grazie a tutti."

Davanti a quella dichiarazione nessuno sapeva cosa dire.

Non potevano dare torto all'uomo, se non riuscivano a gioire di un'occasione tanto bella c'era qualcosa che non andava.

In seguito a quelle parole Aika andò insieme al fratello alla Zero Arena, si sedettero lì davanti per riflettere.

Forse era davvero quella la soluzione, la Zero Arena.

Dopo essersi seduti per parlare arrivò Ryu, che disse loro qualcosa.

Successivamente si riunirono insieme agli amici; con loro c'era anche Gaku.

Aika sorrise.

"Siamo venuti tutti in questo posto senza che gli altri sapessero nulla e sembra che ci abbia fatto bene. Però cercate di non litigare più in questo modo, mi avete fatto prendere un colpo sapete?" li rimproverò mettendo un dolce broncio.

Da questo si poteva intuire che tutto si era sistemato.

"Certo certo." le rispose il leader sorridente, poi andarono a cercare il rosso, che quasi sicuramente si trovava in compagnia del fratello.

La giovane sperava andasse tutto bene, ogni volta che quei due finivano per vedersi non finiva benissimo.

L'aria che si respirava quella sera però aveva un non so che di diverso, quindi se la sentiva buona.

"Sei contenta, tra poco vedrai il tuo Kujo." disse Mitsuki con un sorrisetto in viso, colpendola poi una lieve gomitata.

"Esatto, quindi cercate di non farmi fare brutta figura."

"Adesso sarebbe colpa nostra? Ma tu guarda."

"Aika, sembri proprio contenta."

"Gaku, non ti ci mettere anche tu per favore." rispose posando lo sguardo altrove, portando l'amico a sorridere prima di arrivare a destinazione.

Erano arrivati.

L'azzurrina nel vedere ciò che aveva davanti fece un'espressione talmente dolce che sembrava una bambina, era sia emozionata che contenta di vedere il rosso chiarirsi con il fratello.

"Che state combinando?" chiese Tenn.

"Siamo venuti a prenderti." rispose Ryu, ma subito dopo intervenne Riku.

"Non ditemi che avete sentito tutta la nostra conversazione!" chiese loro conoscendo già la risposta, ma sperando nel contrario.

L'espressione sui loro volti parlava chiaramente.

La giovane però non riuscì a trattenersi, in un attimo fece qualche passo avanti, ritrovandosi con le braccia avvolte al corpo del rosso.

Ogni tanto sentiva il bisogno di abbracciarlo, ma in quel momento non lo fece solo per il dolce viso che aveva mostrato, bensì per la conversione che aveva sentito.

"Aika?"

"Sono così felice che tra voi sia andata bene." si strinse ancora di più a lui, rimanendo in quella posizione una manciata di secondi, poi prese le distanze e sorrise.

Anche gli altri avevano qualcosa da dire.

"Già che siamo qui tutti quanti, perché non pensiamo ad un modo per farci perdonare dal presidente davanti un bel ramen?" propose il leader.

Successivamente ognuno approvò l'idea, esprimendo i propri gusti e pareri a riguardo.

Anche Aika si intromise nella conversazione, era così felice che la situazione si fosse risolta in breve tempo.

Stavano per andarsene quando l'azzurrina si fermò un attimo, voltandosi subito dopo.

Sorrise e salutò l'amico, che si limitò a sorriderle a sua volta.

Dopo la conversazione avuta al telefono poco prima la voglia di vederlo era aumentata e vederlo con indosso quel maglione non poteva che farle pensare a quanto gli stesse bene.

Non poteva di certo andarsene senza salutarlo.

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