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𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 27

[Aika]

La giovane ripensò a quanto le era stato comunicato la sera precedente, ovvero il lavoro insieme ai TRIGGER annullato dal Presidente Yaotome stesso.

Non che avesse delle aspettative, non era un uomo su cui si potesse fare affidamento, sopratutto se si faceva parte di un'agenzia rivale.

Però le sarebbe piaciuto prendere parte al progetto, l'idea era buona e sicuramente avrebbe venduto.

Sarebbe bello se in futuro se ne potesse riparlare.
Pensò, bevendo l'ultimo goccio d'acqua del bicchierino che teneva tra le mani.

Quella mattina si era dovuta svegliare presto.

Dovevano incontrarla per prenderle le misure, in modo da poter lavorare ai vestiti che avrebbe indossato la settimana seguente.

Con il passare dei giorni la sua popolarità aumentava e con essa il lavoro, ma la voglia di fare della giovane era tanta, soprattutto dopo aver scoperto di amare la sua professione.

Ma non era solo quello.

Nel campo lavorativo con il tempo si finisce per crescere mentalmente, e dopo svariate esperienze accadde anche per Aika.

In tarda mattinata fece ritorno in agenzia, avendo avuto da fare non avrebbe potuto frequentare le lezioni per alcuni giorni, i momenti liberi li passava insieme agli altri.

"Quindi sfilerai per quello stilista?" chiese il rosso posando gli occhi sulla giovane, che si trovava seduta accanto a lui.

"Sì, non vedo l'ora di vedere i vestiti. Ho dato un'occhiata ai suoi lavori e sono davvero straordinari. Ha uno stile unico."

"Per questo sei al settimo cielo." intervenne Mitsuki, rivolgendole un sorriso.

"Già."

"Con Kujo Tenn come va invece? Se non sbaglio ultimamente non avete avuto molto tempo per incontrarvi. Sei riuscita a parlargli almeno un po' per telefono?" continuò l'amico; era gentile a preoccuparsi di come andassero le cose tra loro.

A quel punto Aika osservò avanti a sé, mostrando un sorriso.

"Non ci siamo sentiti molto, però va bene così. Siamo entrambi pieni di lavoro ed è giusto dare la giusta importanza a ciò che stiamo facendo. Sono innamorata di lui, ma non è cambiato niente." rispose, esponendo il suo pensiero.

Innamorarsi di qualcuno è qualcosa di magico, ma non poteva trascurare il lavoro solo per questa ragione, avrebbe continuato a lavorare custodendo nel suo cuore questo sentimento.

Sarebbe andata avanti come aveva sempre fatto, ma questa volta vivendo con un sentimento romantico per qualcuno.

"Wow, Aika. Sembri cresciuta." le rispose con sorpresa.

"Ho un'aria più matura adesso, vero?"

"Sei sempre la stessa, non esagerare." le rispose il rosso con tono scherzoso, avendo notato l'ironia nelle parole della ragazza.

"Ah, chissà cosa hanno da fare gli altri oggi." continuò, poi aprì la borsa per tirare fuori il telefono.

Aika si avvicinò all'amico posando quasi la testa sulla sua spalla, in modo da vedere insieme a lui cosa avevano scritto sui social.

"Ho sonno. Lo sapevo che avrebbe scritto qualcosa del genere, è proprio da lui." disse lei.

Fu il primo commento che le saltò all'occhio, ovvero quello del fratello, ma il problema comparve dopo.

Sembrava come se Iori avesse sparlato di Riku in un'intervista, ma era alquanto improbabile fosse accaduto davvero, lo conosceva bene e sapeva che non avrebbe mai parlato male del rosso.

C'era qualcosa di strano, era evidente, ma sfortunatamente non aveva modo di accertarsene.

Il tempo a disposizione della sua pausa stava per finire.

Aika si alzò, prendendo con sé il telefono.

"Vai già via?" le chiese Mitsuki, avendo notato che effettivamente era rimasta appena una manciata di minuti a parlare con loro.

"Scusate, ho del lavoro da fare. Cercate di non alzare un polverone non necessario piuttosto, non sempre quello che scrivono sui social corrisponde al vero. Beh, buona giornata." disse, sventolando la mano poco prima di uscire dalla stanza.

"Buona giornata." le rispose il rosso, notando la giovane uscire sorridente l'attimo successivo.

Che non potesse fare molto era un dato di fatto,  per questa ragione sperava che tra gli amici non accadesse nulla, non le andava di vederli discutere per delle notizie false.

[Nel pomeriggio]

La giovane si trovava in un'agenzia non molto lontana dalla sua quando venne a sapere di ciò che stava accedendo sui social.

Prima di andare notò qualcosa sul telefono del rosso, quindi avevano già cominciato a spargere quel tipo di notizie.

Si trattava di false notizie riguardanti i membri del gruppo, erano molte e ognuna parlava di un componente diverso, ma la cosa peggiore è che le persone credono a queste cose con facilità.

Non tutti pensano subito al fatto che una notizia simile a queste potrebbe essere falsa, non tutti si pongono questo problema prima di crederci.

Aika non riusciva a sopportare una situazione simile, aveva paura che le cose tra gli amici si complicassero e così accadde; in questi casi detestava avere ragione.

La manager li rassicurò, o almeno ci provò.

Disse loro che avrebbe fatto cancellare tutto e sistemato la situazione, ma le cose non sembravano comunque essere tornate come al solito.

Non si era sistemato un bel niente, ma Aika cercò ugualmente di intervenire, con l'intenzione di sdrammatizzare e strappare loro un sorriso.

"Certo che ne abbiamo sempre una. Siamo talmente importanti che non ce la fanno un giorno senza crearci problemi. Vero?" disse voltandosi nella loro direzione, ma purtroppo non ottenne ciò che sperava.

Di solito le rispondevano tutti sorridendo, tra loro si respirava un'aria ben diversa da quella che regnava di solito.

Si avvertiva una forte tensione tra ogni membro, nessuno le rispose con divertimento.

Quanto ancora durerà questa situazione?
Si chiese tra sé e sé, abbassando lo sguardo.

Ormai più li guardava più ne soffriva.

Il giorno seguente sarebbe stata di riposo.

Solitamente le fa piacere proprio perché ha la possibilità di passare del tempo con gli altri, ma la situazione che si era venuta a creare complicava le cose.

Li avrebbe accompagnati agli studi, ma non sarebbe stato lo stesso.

La giovane sospirò, guardando poi avanti a sé; la manager stava andando nella sua direzione per avvisarla di qualcosa.

"Manager, che succede?"

"Niente di grave, tranquilla. Ma se torniamo dentro potrò riferire ciò che devo dire a tutti. Sai, potresti esserne davvero contenta." le disse.

Le stava sorridendo, in qualche modo la bionda le trasmetteva serenità.

Era un toccasana nei momenti difficili.

"Non credo di poter resistere un minuto di più. Sono fin troppo curiosa lo sai, andiamo." rispose, seguendola successivamente in camerino.

Una volta dentro la manager comunicò di quel programma per trovare Aya, dicendo loro che a breve avrebbero registrato; trattandosi della sorella della giovane era richiesta anche la sua presenza.

Gli altri chiesero loro se in un momento simile se la sentivano di farlo, ma come potevano rifiutarsi, avevano fatto tanta strada solo per poter rivedere la sorellina.

Indipendentemente dalla situazione avrebbero acconsentito.

I minuti successivi sarebbero stati i peggiori, dopo aver preso posto in studio il presentatore cominciò a parlare.

La giovane era in ansia, sentiva il cuore uscirle dal petto, sperava di vedere Aya scendere le scale e riabbracciarla.

"Hanno perso la madre. Il padre risulta disperso. Si sono separati dalla sorella quando erano ancora all'orfanotrofio. Hanno vissuto giorni pieni di solitudine e sofferenza." disse, avvicinando sempre di più il momento tanto atteso da entrambi.

A quel punto Aika mise la mano sopra quella del fratello.

Si trovavano entrambi seduti su una poltrona in attesa di sapere, ma a malapena riusciva a tenere gli occhi aperti.

Se li avevano contattati probabilmente dietro la porta si trovava la sorellina, ma c'era anche la possibilità che non l'avessero trovata, dovevano essere pronti a qualsiasi evenienza.

Tuttavia, non potevano esserlo davanti a quello che si sarebbe presto abbattuto su di loro.

"Yotsuba Tamaki-kun, Yotsuba Aika-kun. È il momento del vostro nuovo, commovente incontro! Che si faccia avanti allora!" esclamò, poco prima di continuare.

I due si sorrisero a vicenda, poi ripresero a guardare avanti a loro.

"Si sono separati quando ancora aveva tre anni. Il padre di Tamaki-kun e Aika-kun! Purtroppo non siamo riusciti a rintracciare la sorella, ma il nostro staff è stato in grado di trovare suo padre!"

La giovane sbarrò gli occhi, rimase ferma, immobile a osservare l'uomo che aveva davanti.

Ma prima che potesse accorgersene, crollò, cadendo sulle ginocchia.

Padre?
Quell'uomo non è mio padre.
Perché?
Perché si trova qui?
Cosa faccio, cosa devo fare?
Pensò.

I pensieri nella sua testa erano confusi, non riusciva a sentire nemmeno di cosa stessero parlando l'uomo e il presentatore.

Aveva la mente offuscata, in una situazione simile non poteva di certo rimanere lucida e ragionare come se nulla fosse, aveva davanti un padre che non meritava di essere definito tale.

Voleva che l'incubo finisse, ma lui non sembrava intenzionato ad andarsene.

"Come ha...trovato il coraggio di presentarsi? Con quale diritto si trova qui, davanti a noi? Perché non se ne va? Perché dobbiamo...Sopportare tutto questo?" sussurrò tenendo la testa bassa, abbracciandosi con le sue stesse mani.

Avendola vista in quelle condizioni Sogo si avvicinò per primo, mettendole le mani sulle braccia.

"Aika, ci siamo noi con te. Va tutto bene." tentò di rassicurarla, ma quando alzò lo sguardo il suo viso era già ricoperto di lacrime.

Nessuno l'aveva mai vista piangere, con loro era sempre allegra e non mostrava mai segni di debolezza, non fino a questo punto.

Se era arrivata al punto di versare lacrime stava soffrendo terribilmente.

Tamaki se ne accorse, ma essendo già al limite quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Prese la rincorsa e tirò un pugno in faccia all'uomo, facendolo così cadere.

"Ne hai di coraggio a farti vedere! Nullità che non sei altro! Per colpa tua, mamma è morta e siamo stati separati da Aya!"

"Tamaki..." disse in un sussurro; non aveva più le forze.

Basta, vi prego.
Basta.

Mise le mani sopra la testa, ognuna dalla sua rispettiva parte.

Non sapeva per quanto ancora avrebbe resistito, in quel momento avrebbe voluto scomparire.

Mitsuki e Nagi rimasero accanto a lei, mentre Sogo raggiunse Tamaki insieme agli altri per poterlo in qualche modo calmare; aveva perso il senno.

Aika non riusciva a smettere di tremare.

Dopo essere stati rimproverati da Shimooka tornarono in camerino, ma questo non fece sentire meglio la giovane, era ancora scossa.

Quell'uomo era il suo unico trauma.

"Tieni, bevi un po' d'acqua." le si avvicinò Mitsuki dandole una bottiglia, che era andato a prendere apposta per lei.

"Grazie."

Passarono solamente una manciata di minuti, ma i problemi non finirono con il loro rientro in camerino.

La bionda andò a scusarsi, mentre Aika rimase seduta sopra il braccio della poltrona per restare accanto al fratello.

Gli amici dissero lui di andare a scusarsi ma non ottennero la risposta che speravano di sentire, questa volta neanche l'azzurrina li appoggiò.

Se fosse uscita da quella stanza forse avrebbe dato di matto, oppure si sarebbe di nuovo messa a piangere, il trauma che aveva con il padre era troppo forte.

"La nostra manager si sta scusando al posto tuo sai?"

"Qualsiasi siano le circostanze, hai mandato all'aria un programma a cui lavoravano tantissime persone e hai perfino ferito Shimooka-san!" lo rimproverarono i fratelli, l'arancione per primo.

"Non m'importa lo stesso, non lo farò!"

"L'hai accettato tu questo lavoro, prenditi le tue responsabilità!" continuò Mitsuki.

"Ho accettato perché mi hanno detto che avrebbero cercato Aya! E invece hanno portato qui quel bastardo." rispose con tono irritato; anche lui era ancora scosso dall'accaduto.

Aika capiva perfettamente ciò che provava ma comprendeva anche il punto di vista degli altri, non avevano torto, quindi non se la sentiva di prendere posizione.

Rimase in silenzio, ad ascoltare ciò che avevano da dire.

"Se fossimo stati in diretta, avrebbero sciolto il gruppo in quattro e quattr'otto."

"E che vuoi che mi importi!" rispose a Iori, alzando la voce come non aveva mai fatto.

La situazione era complicata già prima della trasmissione, ma pronunciando quelle parole scatenò la tempesta.

La giovane allontanò la mano dal braccio del fratello.

Anche lei rimase scossa da ciò che aveva appena sentito ma comprendeva i suoi sentimenti, quindi non gliene faceva una colpa.

Il rosso perse per primo le staffe.

Accadde tutto velocemente, solo Sogo cercò di andare incontro a Tamaki, ma a guardarli davano l'impressione che qualcosa si fosse rotto.

Cominciarono a discutere e appena un attimo dopo entrò la manager, comunicando loro di essere stati nominati per il premio per i nuovi talenti al Japan Music Awards.

Tuttavia non erano per nulla felici.

Forse qualcosa si era davvero rotto.

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