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Dopo aver trascorso il pomeriggio con Hobi, torno a casa e mi metto a fare i soliti compiti irritanti in compagnia della mia adorata musica; mi faccio poi una doccia e nel mentre ricordo tutti gli avvenimenti più in risalto della giornata trascorsa: è stato un giorno bello, tutto sommato. Io che un giorno bello non lo vivo da anni. Decido poi di tornare in camera e sistemare il mio armadio: è da tanto che non vedo cosa c’è e cosa mi va o non mi va, e dovrei farlo un po’ più spesso, anche perché mi rilassa.
Inserisco un cd nello stereo e mentre la prima canzone si diffonde intorno a me, inizio a prendere tutti i vestiti che riesco e li metto sul letto, e io mi metto in mezzo.
Passano due ore e inizio a sentire un profumo di arrosto: questo vuol dire che i miei sono tornati da lavoro e che devo affrontare la parte più difficile del giorno: la cena. Dico così perché non voglio interagire con loro, dato che fino a quando gli affari non andavano bene venivo trascurata. Penso sia giusto così, no?
Così, appena sento urlare “È pronto!”, scendo, prendo posto e, testa nel piatto, mangio velocemente per finire il prima possibile.
<<Perché non ci dici com’è andata a scuola?>> dice mio padre, sedendosi a capotavola a fianco a me.
<<Sì tesoro, dicci cos’hai fatto>> gli fa eco mia madre.
Prego che la smettano di fare domande e che mangino, ma questa sera sembra non vogliano arrendersi.
Che siano in combutta?
<<Hai preso qualche voto?>>
<<Hai un compagno di banco?>>
<<Dai amore, parla con noi>>
<<Perché dovrei parlare con delle persone che fino a settimana scorsa nemmeno si ricordavano della mia esistenza?!>> sbotto.
Il silenzio cala nella stanza.
Prima che possono rispondere, io mi alzo e vado diretta in camera, crollando sul letto.
Avrei bisogno di Hobi, in questo momento
<<Chissà cosa sta facendo in questo momento>> dico, guardando fuori dalla finestra.

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Entro in classe con le cuffie su e prendo il mio solito posto vicino alla finestra.
Con la coda nell’occhio noto che Liam e Dennis dicono qualcosa a Olivia che guarda nella mia direzione.
“Che cavolo vogliono” penso, non dando però molta importanza.
Noto poi però, che Dennis e Liam corrono fuori dall’aula e tornano con un barattolo di colla trasparente.
Mentre quell’oca di Olivia ride insieme alle sue amiche, i due prendono un pennello e si avvicinano al mio banco.
Sto per alzarmi e vedere che intenzioni hanno quando questi si girano dandomi le spalle; allora mi alzo anche io e vedo quello che avevano ideato: stavano aprendo il barattolo per versarlo sulla sedia di Hobi.
Un attimo prima che la colla tocchi la sedia, la spingo via ribaltandola e facendo cadere la colla per terra.
<<Sei scema? Cosa fai!?>> urla uno dei due sbattendo la mano sul banco.
<<Gli scemi siete voi! Perché dovete dargli fastidio!? È appena arrivato, perché dovete fargli una brutta impressione?>>
<<Bene, a quanto pare qui qualcuno ha deciso di fare l’eroina… Per caso ti sei presa una cotta per il nuovo arrivato, solitaria?>> dice Olivia raggiungendoci.
<<No! Dico solo che non è giusto!>>
<<La solitaria qui ha una cotta per lo strambo!>> urla lei battendo le mani.
<<Come osi chiamarlo strambo?!>>  urlo più forte.
<<Come oso io? Ma se sei stata tu la prima a definirlo così nel tuo diariuccio segreto>>
<<Finiscila>>
<<Finiscila tu! E poi, se non ti piace, non ti darebbe di certo fastidio questo innocente scherzetto>>
<<Siete voi che mi date fastidio. Andatevene>>
<<Allora ammetti che lo strambo ti piace!>>
<<Ma non mi piace!>>
<<Ragazzi>> dice lei <<Su, continuate il vostro piano>>
Io mi metto davanti alla sedia.
<<Scordatevelo>>
<<Guardate che carina, mentre difende la sedia del suo futuro ragazzo strambo!>>
<<Quante volte te lo devo dire che…>>
<<Olivia, anche se fosse innamorata, non vedo perché sia obbligata a dirlo a te. E poi, per la cronaca, avete sbagliato sedia… Il mio banco è l’ultimo in fondo, non il penultimo>>
Sento una mano avvolgermi le spalle: Hobi è arrivato e ha preso in mano la situazione.
I tre si guardano indietro accorgendosi che lui aveva ragione: avevano (anzi, avevamo) bersagliato la sedia sbagliata.
<<Cos’è questa riunione? Tutti a posto!>> urla il professore di geografia entrando in classe.
<<Non pensare sia finita>> dice Olivia facendoci una smorfia.
<<Ragazzi, spero abbiate studiato>> dice il professor Colken distribuendo dei fogli bianchi a tutti.
<<Ah, tu sei esonerato ovviamente, non puoi aver studiato essendo appena arrivato>> dice, in prossimità di Hobi.
Finisce di dare i fogli e fa partire il tempo per la prova: Hobi inizia a guardare quello che faccio (e facendomi sentire inquietantemente osservata).

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