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Capitolo 7

Haruna non dormì tutta la notte, si alzò spesso per prendere un bicchiere d'acqua in cucina oppure per osservare la luna dalla finestra.

Visto che non riusciva a prendere sonno pensò di passare il tempo facendo qualcosa, così facendo magari sarebbe riuscita a dormire, tuttavia aveva un pensiero fisso che le impedì di farlo.

Osservò la luna, poggiando entrambe le braccia sulla finestra della sua stanza.

Quando si fermava a guardarla riusciva a vedere l'immagine dell'amica e a volte finiva per parlarci, dopotutto quello era l'unico modo che aveva per rivolgersi a lei.

La giovane non era riuscita a trovare il fiocco, voleva tornare al centro commerciale ma a una certa ora avrebbe chiuso, non sarebbe servito a nulla precipitarsi li.

Se non avesse dovuto per forza presentarsi a scuola ci sarebbe andata di mattina ma non era possibile per lei, se non l'avesse vista il fratello le avrebbe fatto una delle sue solite ramanzine, che come al solito non voleva sapere di sentire.

Le ore passarono lentamente e Haruna non aveva chiuso occhio più di un paio d'ore, aveva perso qualcosa di molto importante, chiunque avrebbe fatto fatica a non pensarci.

Per evitare di sembrare uno zombie si mise del trucco, non fece nulla di esagerato, stava andando a scuola quindi limitarsi a nascondere le occhiaie bastava.

Quella mattina il fratello non passò a prenderla, le mandò un messaggio per farle sapere non sarebbe passato, non si fermò a chiedersi il motivo, era sollevata del fatto che non ci fosse nessuno ad accompagnarla.

Arrivò davanti a scuola, facendo uno sbadiglio prima di scoprire quanta folla ci fosse avanti a lei, l'entrata era piena di giornalisti.

Diede uno sguardo al muretto accanto a loro, pensò di saltare da lì ma era rischioso, doveva pensare in fretta a un altro modo per levarseli di torno.

Non avendo riposato come si deve sentire tutto quel casino la infastidiva, tuttavia non c'era un altra strada da cui poter passare per entrare nell'istituto.

Non aveva nemmeno tempo a disposizione per rifletterci su, se avesse atteso ancora un po' avrebbe rischiato di arrivare in ritardo.

Sospirò prima di avvicinarsi, a quanto sembrava stavano fermando chiunque e la cosa non la rassicurava.

"Cosa ne pensi di All Might come insegnante?" le chiese una donna, intenta ad avvicinare il microfono attendendo impaziente una risposta.

Già sono di pessimo umore, ci mancava una domanda su All Might.

Pensò, mentre continuava a camminare verso l'entrata, non aveva alcuna intenzione di rispondere e sperava non fosse necessario farlo.

"Mi hai sentita?" insistette, portando la giovane a fermarsi.

Cercò di mantenere la calma, non era il massimo mettersi a insultare dei giornalisti di prima mattina, riteneva non ne valesse la pena, tuttavia tutta quella insistenza la turbava.

"Sono informazioni private. Non siamo tenuti a darvele. Comunque sia, siamo studenti, se continuerete a fare tutto questo casino finirete per causare disturbo. Abbiate rispetto." rispose educatamente, entrando nell'istituto dopo averle dato risposta.

La giovane sperava non si sarebbero presentati anche nei giorni successivi.

Entrò in classe, non si fermò a salutare ma si limitò a prendere posto al suo banco, non era dell'umore per fare conversazione.

Aizawa entrò subito in aula, il che per lei era una fortuna, dovendo prestare attenzione alle lezioni non poteva permettersi di pensare ad altro e quindi ad eventuali distrazioni.

Doveva fare tutto il possibile per non pensare al fiocco che aveva perso.

"Passiamo al tema principale dell'assemblea. Mi spiace chiedervelo senza preavviso, ma oggi dovrete scegliere i rappresentanti di classe." disse, portando Haruna a separare la guancia dalla mano.

Non era sorpresa, però sembrava il mondo ce l'avesse con lei.

Improvvisamente tutti si misero a gridare di volerlo fare, era un ruolo importante alla Yuuei ma la giovane non provava interesse.

Le avrebbe permesso di fare pratica ma preferiva farlo fare a qualcuno davvero intenzionato a farlo.

Iida propose di fare una votazione, in effetti quello era il modo più comodo.

[In pausa pranzo]

Poco prima di uscire dalla classe Haruna venne fermata da Kaminari.

"Vorrei sbrigarmi ad andare in mensa, è successo qualcosa?" chiese, non aveva fretta ma preferiva non essere l'ultima ad arrivare.

Decise di ascoltare ciò che aveva da dirle, non vedeva per quale motivo non dovesse farlo, si stava sforzando di parlare di più con gli altri e andarsene equivaleva a tirarsi indietro.

"No, volevo solo ridarti questo al più presto." rispose, mettendo una mano dentro la tasca, stava tirando fuori qualcosa.

Alla vista dell'oggetto Haruna sorrise, lo fece istintivamente senza rendersene conto, subito dopo prese dolcemente il fiocco.

Passò qualche secondo a guardarlo, poi si voltò verso il biondo.

Non sapeva come avesse fatto a trovarlo e nemmeno come faceva a sapere che fosse suo, però si sentiva in dovere di ringraziarlo.

"Grazie. Sono felice di averlo ritrovato, ma come facevi a sapere che era mio? Non ricordo di averlo mai tirato fuori quando ero con te." gli chiese, facendo svanire il sorriso di prima, non riteneva necessario continuare ad averlo.

"Ho tirato a indovinare. Ieri hai tirato fuori il cellulare dalla borsa, mentre lo facevi ho notato un fiocco azzurro così quando l'ho trovato ho pensato potesse essere tuo. Scusa, non era mia intenzione guardarti borsa." sorrise.

Si stava scusando per qualcosa di inutile, non serviva lo facesse eppure non ci pensò due volte, era un ragazzo gentile.

"Non preoccuparti."

"Adesso possiamo andare in mensa. Ci sediamo insieme, ti va?" le chiese.

Il ragazzo non ne aveva alcuna idea ma aveva previsto ciò che la giovane voleva proporgli.

Se non avesse trovato qualcuno con cui sedersi si sarebbe ritrovata vicino a persone con cui non aveva mai parlato, come succedeva di solito, di conseguenza anche se non voleva parlare pranzare insieme a lui era un ottima soluzione.

Se doveva scegliere preferiva andasse così, stare con qualcuno con cui non aveva problemi era per lei la scelta migliore.

Escludendo Midoriya e Sero era Kaminari quello della classe più vicino a lei.

"Va bene." accettò senza pensarci, ma scelse di tenere segreto il fatto che avevano pensato entrambi la stessa cosa.

Arrivati in mensa presero posto, l'uno di fronte all'altra, iniziando subito a mangiare.

Non sapeva cosa dire e nemmeno voleva farlo, si concentrò sulla sua ciotola di riso in attesa di finire di pranzare.

Non era abituata a parlare mentre pranzava, non le capitava da molto, era quasi sempre sola.

"Haruna, ora che ci penso quando siamo usciti eri concentrata solo sulle cose scure. Secondo me dovresti indossare vestiti di altri colori, non staresti male." le disse, interrompendo il silenzio che si era creato tra loro.

La giovane non ci aveva mai pensato, nessuno le faceva mai dei complimenti, essendo da sola e non avendo amici non aveva qualcuno oltre a Yu che potesse farglieli.

Dopo quanto accaduto alla madre e Akiko trovò il nero il colore nel quale si rivedeva di più, i colori scuri rappresentavano il suo stato d'animo, si era abituata a indossare solo quelli.

Non si sarebbe mai immaginata con un colore chiaro, secondo lei non erano le sue tonalità.

"È abitudine, il nero e il viola sono i colori che preferisco, se mi vestissi di rosa non sarei io."

Quando era piccola amava i colori allegri ma con il tempo mutano molte cose, le persone cambiano e con esse anche la personalità e il modo di pensare, Haruna era una di quelle.

"Beh, ora che me l'hai fatto notare staresti bene ma un po' strana. Te e Uraraka siete completamente diverse, a lei il rosa starebbe benissimo."

"Che centra Uraraka adesso?" chiese confusa di quanto aveva appena sentito, notando il biondo continuare a mangiare.

Questo qui si è messo a fare i complimenti a un altra, ci credo che fa schifo con le ragazze.

Pensò.

Era un osservazione ma era evidente stesse anche facendo i complimenti a Uraraka, non ci voleva un genio per notarlo.

D'un tratto l'allarme catturò la loro attenzione, stando a quanto detto qualcuno si era introdotto nella scuola ma non si sapeva altro.

Tutti si alzarono dai tavoli, iniziarono a correre e ad andare nel panico.

Haruna però non era come loro, non si faceva prendere dall'ansia per così poco, la notizia che le era appena stata data non la preoccupava.

"Haruna, vieni con me." le disse il biondo, subito dopo le afferrò il polso.

Iniziò a correre, continuando a tenerle il polso, la stava trascinando con se senza averle chiesto che intenzioni avesse, c'era molto casino e voleva evitare di perderla di vista.

"So correre anche da sola. Non serve che mi tieni come se fossi una bambi-" non fece in tempo a finire la frase, aveva sbattuto la faccia contro la schiena di uno studente.

Con tutto quel trambusto stava diventando anche difficile muoversi, dietro di loro arrivarono altri studenti presi dal panico, quel corridoio si era trasformato in una gabbia.

Haruna pensò a cosa fare, la mano di Kaminari faceva fatica a restare unita al suo polso, era questione di secondi prima che lo lasciasse.

La giovane tentò di usare i suoi fili ma fallì, da dietro e alla sua destra arrivavano spintoni continui, non si poteva fare nulla.

"Kaminari, fulminali." disse, alzando un po' la voce, in modo da farsi sentire.

"Non credo sia una buona idea..."

Sapeva che non era una buona idea, non diceva sul serio sul fulminarli, però si era stancata di quella situazione e voleva uscirne il prima possibile.

Improvvisamente vide volare qualcosa, alzò lo sguardo per accertarsi di cosa fosse e vide Iida, in piedi sul punto più alto.

Haruna pensò subito che se si trovava lì non era per caso ma per comunicare qualcosa, e per farlo quello era il punto migliore.

Non attese molto, arrivò dritto al punto, rivelando che la causa di tutto erano i giornalisti.

"Quanto sono insistenti. Se lo rifanno anche domani col cavolo che mantengo la calma." disse, l'aveva detto ad alta voce ma non ci fece troppo caso, si era innervosita.

Sapeva quanto potevano rivelarsi fastidiosi i mass media ma non immaginava sarebbero arrivati a tal punto, a causa della loro insistenza non aveva finito di pranzare, il che non era il massimo.

Haruna detestava venire interrotta in momenti come quelli e non aveva tutti i torti, chiunque avrebbe provato fastidio, soprattutto se si fosse creata una situazione come quella.

Per sicurezza mise una mano nella tasca, voleva accertarsi avesse ancora con se il fiocco e fortunatamente era così, con tutto quel trambusto aveva paura potesse esserle caduto.

"Cavolo, mancava l'aria li in mezzo. Haruna, tutto bene?" le chiese Kaminari, dopo essersi messo una mano tra i capelli.

La giovane si fermò a guardarlo.

"Sto bene. Però se domani all'entrata rivedo quella donna le faccio ingoiare il microfono." rispose, riprendendo a camminare l'attimo seguente.

Non lo disse con tono irritato, tuttavia non stava scherzando, erano riusciti a innervosirla e questo la portò a desiderare che il fratello passasse a prenderla la mattina successiva.

Così facendo la avrebbe calmata, non del tutto ma quanto bastava per evitare di farle avere una crisi.

Sospirò, poi guardò l'orario.

Aveva ancora fame ed era stata interrotta mentre mangiava, fortunatamente la pausa pranzo non era ancora terminata.

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